Rassegna stampa 20 maggio

SICUREZZA

La conferma. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi è morto in un incidente di elicottero avvenuto in un terreno montuoso vicino al confine con l’Azerbaigian, come confermato da funzionari e media statali. Il relitto carbonizzato dell’elicottero, che trasportava Raisi e il Ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian, è stato trovato dopo una ricerca notturna in condizioni di bufera di neve. La morte di Raisi è stata confermata dal Vicepresidente Mohsen Mansouri e dalla televisione di stato, mentre non ci sono ancora notizie ufficiali sulla causa dell’incidente.
su reuters.com

Industria in orbita. Il Nord Est italiano emerge come un hub significativo per l’industria aerospaziale, ospitando un terzo delle aziende italiane del settore e contribuendo in modo rilevante alla space economy nazionale. Aziende come Leonardo, con una forte presenza nel Triveneto e un network di 250 fornitori locali, sono motrici dello sviluppo economico e tecnologico della regione. Officina Stellare, azienda vicentina, ha ottenuto un contratto da Leonardo per fornire sistemi ottici per la costellazione satellitare italiana Iride. Altre aziende innovative come Qascom di Bassano del Grappa e Stellar Project di Padova stanno lavorando su progetti di navigazione e comunicazione satellitare, rispettivamente per il programma Artemis II della NASA e per migliorare le comunicazioni tra piccoli satelliti. Queste attività sottolineano l’importanza del settore aerospaziale nel Nord Est e il suo impatto sulla space economy globale, che si prevede crescerà significativamente entro il 2030.
Giorgio Barbieri su Nordest Economia

Guerre spaziali. Il Pentagono sta accelerando lo sviluppo delle sue capacità belliche nello spazio, in risposta ai progressi di Cina e Russia nel campo delle operazioni spaziali, che rappresentano una minaccia crescente per le truppe e gli asset militari statunitensi. Gli Stati Uniti non si affideranno più solo ai satelliti militari per comunicare e tracciare minacce terrestri, ma cercheranno di acquisire nuovi strumenti basati a terra e nello spazio per difendere e, se necessario, interrompere o disabilitare i veicoli spaziali nemici. La strategia degli Stati Uniti si differenzia dai precedenti programmi militari spaziali, espandendo le capacità offensive piuttosto che concentrarsi solo sulla difesa, come nel caso dell’iniziativa di difesa strategica degli anni ’80. Nonostante le critiche di Cina e Russia, che accusano gli Stati Uniti di militarizzare lo spazio, il Pentagono sta avanzando con una campagna di “controspazio responsabile”, evitando di confermare direttamente l’intenzione di dispiegare armi nello spazio, ma anche cercando di perseguire i propri interessi senza creare detriti spaziali.
Eric Lipton su New York Times International Edition

Sfide spaziali. Jeff Bezos e Elon Musk, due dei più ricchi miliardari al mondo, sono in competizione nel settore aerospaziale con le loro aziende, Blue Origin e SpaceX, rispettivamente. Sebbene entrambi abbiano ricevuto finanziamenti dalla NASA per missioni lunari, SpaceX sembra essere in vantaggio, con una valutazione di 180 miliardi di dollari e un monopolio nel lancio di satelliti negli USA. SpaceX sta sviluppando la navicella Starship per missioni lunari e marziane, mentre Blue Origin si concentra anche sul turismo spaziale con il veicolo New Shepard. Bezos ha lasciato la guida di Amazon per dedicarsi a Blue Origin, mentre Musk gestisce diverse imprese, inclusa SpaceX. La corsa allo spazio tra i due è imprevedibile, ma Musk attualmente sembra avere il vantaggio.
Teresa Cometto su L’Economia del Corriere della Sera

Atos. La situazione di Atos, azienda in difficoltà, si complica poiché alcuni creditori rifiutano l’offerta di ristrutturazione del miliardario ceco Daniel Kretinsky, che propone di cancellare 4 miliardi di euro di debito e iniettare 600 milioni di euro di capitale. Questi creditori, che rappresentano metà del debito di Atos, hanno presentato un proprio piano di salvataggio che prevede la cancellazione di solo 1,8 miliardi di euro di debito e un apporto di 1,2 miliardi di euro in contanti. La loro opposizione supera la minoranza di blocco del 33%, rendendo difficile l’approvazione del piano di Kretinsky, che deve essere votato dalla maggioranza dei due terzi dei portatori di debito. Nel frattempo, David Layani, in consorzio con altri investitori, propone un piano di riduzione del debito di 3,2 miliardi di euro, più vicino alle aspettative dei creditori, mentre una riunione tra le banche di Atos è prevista per discutere l’ammontare massimo di debito che sono disposte a cancellare.
Lucas Mediavilla su Figaro

Boeing. Durante un’assemblea generale considerata ad alto rischio, i soci di Boeing hanno riconfermato l’intero consiglio di amministrazione e approvato la remunerazione del CEO Dave Calhoun, che ammonta a oltre 33 milioni di dollari, inclusi più di 30 milioni in azioni oltre al suo stipendio base annuale di 1,4 milioni di dollari. Nonostante le critiche per l’entità dello stipendio in un periodo difficile per l’azienda, con l’Institutional Shareholder Services che si opponeva alla risoluzione, il 64% delle azioni rappresentate ha votato a favore. Dave Calhoun ha annunciato che lascerà la direzione del gruppo per la fine dell’anno.
Mathilde Visseyrias su Figaro

IA. In Italia si pratica l’intelligenza artificiale, ma è necessario un maggiore impegno per competere con gli ingenti investimenti delle grandi società americane nel settore. È fondamentale una consultazione generale tra governo e decisori politici per discutere non solo dei rischi ma anche delle opportunità offerte dall’AI, coinvolgendo aziende, come ad esempio Leonardo, scuole e università. Per crescere e rimanere competitivi, l’Italia deve creare un ecosistema funzionale che integri leggi, attenzione e ascolto da parte di chi ha il potere di influenzare e promuovere questi processi.
Daniele Manca su L’Economia del Corriere della Sera

Investire in ricerca ed educazione. La carenza di competenze e di nuove conoscenze minaccia l’industria europea, rendendo essenziale per l’Europa investire in ricerca ed educazione per mantenere benessere e giocare un ruolo di equilibrio nel mondo. L’Accademia Nazionale dei Lincei ha lanciato un appello affinché i Paesi dell’Unione Europea investano almeno il 3% del loro PIL in ricerca, un obiettivo ancora lontano visto che l’UE investe attualmente circa il 2,25%, contro il 3,5% degli USA e il 2,5% della Cina. Solo la Germania e i Paesi del Nord Europa si avvicinano a questa soglia, mentre altri Paesi, come Francia, Spagna e Italia, stentano a mantenere le posizioni acquisite. Le Accademie sottolineano l’importanza di investire in ricerca ed educazione come fondamento per la crescita e la pace, essendo le competenze e lo spirito critico la vera ricchezza delle nazioni europee.
Patrizio Bianchi su Repubblica Affari&Finanza

Urso, Stellantis deve produrre di più in Italia. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sta negoziando con Stellantis per aumentare la produzione di auto in Italia, puntando su nuovi modelli elettrici e ibridi e su una produzione di un milione di veicoli. Urso ha incontrato più volte i vertici di Stellantis e ha istituito tavoli di discussione per raggiungere un accordo che tuteli la filiera nazionale dell’auto. Il governo italiano sostiene la produzione interna e il lavoro italiano, contrastando le pratiche di italian sounding e promuovendo il valore aggiunto del Made in Italy. Su Industria Italiana Autobus, ha convocato un confronto con il gruppo Seri, che ha presentato una proposta di acquisizione, con i sindacati, insieme con Leonardo e Invitalia. Inoltre, Urso evidenzia segnali positivi dall’economia italiana, con una crescita del PIL superiore a quella di Francia e Germania e una riduzione dello spread. Infine, il ministro si impegna a risolvere le crisi aziendali e a investire in settori strategici per garantire l’autonomia economica europea.
Umberto Mancini su Messaggero

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

I fondi Pnrr li stabilì un algoritmo. Paolo Gentiloni, in un’intervista contenuta nel libro di Paolo Valentino, ha chiarito che non ci sono state trattative per stabilire le quote del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) assegnate ai Paesi dell’UE, ma che queste sono state determinate da un algoritmo basato su criteri come il numero di vittime da Covid-19 e l’impatto economico della pandemia. Questa rivelazione sfata la narrazione dell’ex premier italiano Giuseppe Conte, che aveva rivendicato il merito di aver ottenuto significativi fondi per l’Italia. Gentiloni ha anche discusso i limiti e le sfide dell’Unione Europea, sottolineando l’importanza di un’azione congiunta tra i Paesi membri e la Commissione per affrontare questioni come la competitività, la geopolitica e l’ampliamento dell’UE.
Paolo Valentino su Corriere della Sera

Piano salvacasa in bilico. Il Quirinale esprime preoccupazione per l’eccessivo numero di provvedimenti urgenti proposti dal governo, tra cui un decreto “salva-casa” che potrebbe semplificare le norme edilizie e risolvere alcune irregolarità, ma che rischia di essere percepito come un condono edilizio. La cosiddetta “clausola salva-Milano” è al centro del dibattito, mirando a sbloccare i lavori in otto grattacieli fermati dalla magistratura, ma solleva questioni sulla sua opportunità e impatto sul lavoro dei giudici. Il decreto, ancora in fase di discussione, potrebbe affrontare temi come la regolarizzazione di piccole irregolarità strutturali e la doppia conformità, problematiche che complicano la compravendita di immobili e che coinvolgono milioni di pratiche a livello nazionale.
Alessandro Barbera su Stampa

Cybersicurezza. Il Garante della privacy ha sanzionato un’azienda speciale fornitrice di servizi IT a una camera di commercio con 25 mila euro per non aver cancellato una copia di backup contenente dati personali di 22 mila utenti, che è stata successivamente rubata da hacker. Nonostante l’attacco informatico sia stato perpetrato da criminali, il Garante ha ritenuto l’azienda responsabile per non aver adottato misure di sicurezza adeguate, come una crittografia robusta delle password e la cancellazione tempestiva dei dati. Il caso sottolinea la severità del GDPR che impone sanzioni anche in assenza di danni diretti agli interessati e richiede un continuo aggiornamento delle misure di sicurezza, non esonerando le vittime di attacchi informatici dalla responsabilità se colpevoli di negligenza, anche lieve.
Antonio Messina su Italia Oggi Sette

Biden e Trump uniti sui dazi alla Cina. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha imposto un aumento significativo delle tariffe su una vasta gamma di importazioni dalla Cina, inclusi prodotti tecnologici e materiali cruciali per la transizione verde, in una mossa che potrebbe essere interpretata sia come una strategia geopolitica che come una tattica elettorale. Queste misure protezionistiche, che colpiscono prodotti in cui le aziende cinesi sono particolarmente competitive, sono giustificate dalla Casa Bianca come necessarie per proteggere i lavoratori e le imprese americane dalle pratiche commerciali scorrette della Cina. La decisione di Biden solleva interrogativi sui suoi effetti sui prezzi al consumo e sul commercio internazionale, mentre l’Europa e altri paesi potrebbero seguire l’esempio americano verso un capitalismo più interventista, e la reazione della Cina rimane da vedere.
Danilo Taino su L’Economia del Corriere della Sera

Tunisia. La Tunisia ha ricevuto sostegno finanziario da Arabia Saudita e Algeria, con un prestito di 1,2 miliardi di dollari dall’International Islamic Trade Finance Corporation, per evitare il default e finanziare l’importazione di materie prime. Il presidente tunisino Saied rifiuta le condizioni imposte dal FMI per un prestito di 1,9 miliardi di dollari, preferendo aiuti che non richiedono riforme economiche. Nonostante gli aiuti esterni, la Tunisia affronta sfide economiche significative, con un debito pubblico all’80% del PIL e la necessità di una visione a lungo termine per la crescita economica.
Leonardo Martinelli su Repubblica Affari&Finanza

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Trovato il relitto. La Mezzaluna rossa: tutti morti. Il relitto dell’elicottero su cui viaggiava il presidente iraniano Ebrahim Raisi è stato ritrovato in una zona impervia dell’Azerbaigian orientale, con la conferma della morte di tutti i passeggeri a bordo. Le cattive condizioni meteorologiche hanno reso difficili le operazioni di ricerca e soccorso, con la partecipazione di 73 squadre, cani da ricerca e droni, nonostante l’assistenza internazionale. La morte di Raisi, considerato un potenziale successore della Guida suprema e noto per la sua posizione intransigente contro Israele e gli Stati Uniti, potrebbe portare a turbolenze e influenzare gli equilibri del Medio Oriente.
su ansa.it

Le cause, sabotaggio o embargo dei ricambi? L’elicottero presidenziale iraniano, potenzialmente un Bell 212 acquistato durante il regno dello Scià e parte di una flotta vetusta, si è schiantato in condizioni meteorologiche avverse nella regione montuosa di Tabriz, dove le alte vette e la nebbia rappresentano una trappola pericolosa per il volo. Nonostante le speculazioni su un possibile sabotaggio o attentato, l’ipotesi più probabile sembra essere un incidente o un guasto tecnico, aggravato dalle difficili condizioni del terreno e dalla possibile mancanza di manutenzione adeguata a causa dell’embargo sui ricambi. La situazione è avvolta nel mistero, con notizie contrastanti e la possibilità di un complotto interno alla teocrazia sciita che non può essere esclusa.
Gianluca di Feo su Repubblica

Noi non c’entriamo. La morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi, se confermata, potrebbe innescare una crisi tra Iran e Israele in un periodo già teso, con Israele che nega qualsiasi coinvolgimento ma teme ritorsioni. Gli analisti israeliani sono divisi sulle conseguenze: alcuni vedono possibili impatti negativi per Israele, mentre altri prevedono una riduzione del supporto a Hezbollah e un impatto limitato, dato che la strategia iraniana è dettata dalla Guida Suprema, l’Ayatollah Khamenei. Nonostante le speculazioni, ufficiali israeliani affermano che il loro paese non è coinvolto nell’incidente, e l’analista Eyal Pinko ritiene improbabile un coinvolgimento israeliano, sottolineando l’importanza dei colloqui indiretti tra Iran e USA e la preferenza di Teheran per l’amministrazione Biden rispetto a un potenziale ritorno di Trump.
Fabiana Magrì su Stampa

Addio a Bibi con cautela. Benny Gantz, ex capo di Stato Maggiore e avversario politico di Benjamin Netanyahu, ha lanciato un ultimatum al governo, cercando di posizionarsi come una figura responsabile e di mantenere il sostegno degli elettori delusi dall’attuale blocco di governo. Gantz ha proposto sei condizioni che includono una strategia per Gaza e una riforma del servizio militare, cercando di distanziarsi dagli ultraortodossi e dall’estrema destra, posizionandosi in linea con le richieste americane. Nonostante la pressione interna e internazionale, Netanyahu potrebbe mantenere la maggioranza alla Knesset con il supporto dell’ultradestra, portando a un’altra potenziale sfida elettorale diretta con Gantz.
Francesca Caferri su Repubblica

Possiamo fermare i russi. Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak respinge l’idea di Macron di invitare i russi al D-Day, sottolineando che ogni tentativo di pace deve basarsi sul rispetto del diritto internazionale e riconoscere i rischi globali della guerra. Podolyak critica anche la proposta di pace cinese come vaga e inadeguata, e insiste sul fatto che l’Ucraina sta ricevendo aiuti dalla NATO, ma è ancora in una posizione di difesa contro un arsenale russo superiore. Nonostante le sfide, l’Europa sta iniziando a prendere decisioni politiche più adeguate, e Podolyak rifiuta l’idea che un cambio di leadership ucraina possa facilitare i negoziati, affermando che l’Ucraina è una democrazia europea e che la Russia rimane isolata e aggressiva.
Francesco Battistini su Corriere della Sera

Aiuti Usa. Gli alleati del G7 sono sempre più favorevoli a un’iniziativa degli Stati Uniti per accelerare l’erogazione di ingenti aiuti finanziari all’Ucraina, in previsione di un possibile ritorno alla presidenza di Donald Trump, che si è detto contrario a tali aiuti. Il piano prevede di fornire a Kiev fondi provenienti da un prestito del G7 quest’estate, sostenuti da futuri profitti derivanti da beni russi sequestrati per un valore di circa 350 miliardi di dollari. Inizialmente esitanti, i membri del G7 hanno modificato la loro posizione in seguito agli sforzi diplomatici degli Stati Uniti, con l’obiettivo di raggiungere un consenso in un prossimo vertice. La proposta mira a garantire un sostegno a lungo termine all’Ucraina, soprattutto alla luce delle attuali sfide militari e dei potenziali cambiamenti nella leadership statunitense dopo le elezioni presidenziali. Le discussioni proseguiranno in occasione di una riunione dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali del G7 in Italia, con l’obiettivo di formare una strategia unitaria.
James Politi su Financial Times

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Mani libere sulle alleanze. Durante un evento organizzato dal partito spagnolo di estrema destra Vox, Meloni ha espresso la volontà di costruire una maggioranza alternativa di centrodestra in Europa, allineandosi con leader nazionalisti come Abascal, Milei, Le Pen e Orbán, pur tenendo conto delle possibili implicazioni per l’Italia. Giorgia Meloni si è presentata come un possibile ponte tra moderati e sovranisti europei, evitando di nominare la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e mantenendo le mani libere sulle alleanze future. La possibilità di un’alleanza tra il partito di Meloni e quello di Marine Le Pen, Rassemblement National, è stata discussa, con l’obiettivo di unire le forze contro i socialisti nel Parlamento Europeo, nonostante le preoccupazioni di Forza Italia riguardo la posizione di Le Pen sull’Unione Europea.
Monica Guerzoni su Corriere della Sera

Cambiare identità all’Europa. Marine Le Pen e Viktor Orban hanno espresso la necessità di cambiare l’Unione Europea e di contrastare l’agenda globalista. Durante l’evento, è emersa una crisi diplomatica tra Spagna e Argentina a seguito di insulti rivolti da Milei alla moglie del premier spagnolo, che ha portato a richieste di scuse ufficiali. Meloni e Le Pen hanno mostrato un fronte unito per una UE con una nuova identità, mentre Milei ha tenuto un discorso duro contro i socialisti, e Orban ha invocato i patrioti a “occupare Bruxelles”.
Francesco Olivo su Stampa

Meloni lavora contro l’Italia. Matteo Renzi critica Giorgia Meloni per aver posizionato l’Italia in opposizione agli interessi europei, allineandosi con le destre estreme e mancando l’opportunità di moderare la sua posizione politica, un processo che lui definisce “berlusconizzazione”. Renzi sostiene che l’Italia dovrebbe promuovere un’Europa più unita e forte, in un contesto internazionale turbolento. Nonostante la minoranza rappresentata dalla sua lista, Renzi ritiene che un centro forte sia essenziale per un’alternativa credibile alle destre.
Giovanna Vitale su Repubblica

I giovani credono nell’Europa. Il sondaggio condotto da Demos rivela che il 60% dei giovani italiani fino ai 30 anni crede nell’Unione Europea, mentre la fiducia complessiva degli italiani nell’UE è scesa al 36%, con un calo di 10 punti rispetto al 2022. Il sostegno all’UE varia significativamente in base all’orientamento politico e all’età, con un maggiore favore tra gli elettori di centro-sinistra e tra i più giovani. Mario Draghi, ex Presidente della BCE, gode di un’alta considerazione tra gli italiani, con un consenso che sfiora il 60%, e viene visto come un possibile successore di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea.
Ilvo Diamanti su Repubblica

Dopo le Europee. Il governo italiano ha deciso di posticipare le decisioni chiave, inclusi i rinnovi dei consigli di amministrazione delle società pubbliche e i decreti legislativi, fino a dopo le elezioni europee dell’8 e 9 giugno per evitare ulteriori tensioni politiche. Questo approccio di attesa è stato adottato anche dall’opposizione, con il Partito Democratico che ha messo in pausa il dibattito interno sul rapporto con il Movimento 5 Stelle. La Premier nonostante non sia ufficialmente in campagna elettorale, ha preferito rimandare le nomine e le decisioni strategiche, influenzando così la gestione ordinaria delle aziende statali e accumulando decreti in attesa di discussione post-elezioni.
Stefano Iannaccone su Domani

Toti, telefonini e mail al setaccio. La Guardia di Finanza di Genova sta esaminando le comunicazioni e i dispositivi elettronici sequestrati al governatore della Liguria, Giovanni Toti, in arresto domiciliare per corruzione dal 7 maggio. Mentre Toti decide di non dimettersi, la politica regionale si trova in uno stato di incertezza e sospensione, con alleati e opposizione che dibattono sulle conseguenze per la gestione della Regione e l’eventuale paralisi amministrativa. Nuovi testimoni, tra cui il sindaco di Genova Marco Bucci, sono attesi per deposizioni, mentre il legale di Toti rimanda ogni decisione sulle dimissioni fino a dopo l’interrogatorio, nonostante la pressione politica per evitare la stasi amministrativa e garantire la continuità dei progetti regionali.
Giuseppe Guastella su Corriere della Sera

Bernini, esiste un limite alla protesta. La ministra dell’Università Anna Maria Bernini, dopo essere stata contestata in ateneo, sostiene il diritto alla libera espressione delle idee, anche radicali, ma condanna la violenza e le azioni che impediscono il dialogo, sottolineando l’importanza di insegnare il rispetto reciproco agli studenti. La ministra enfatizza la necessità di un’istruzione universitaria che sviluppi personalità e professionalità, e parla di investimenti in settori avanzati per attrarre e trattenere talenti in Italia, oltre a promuovere la collaborazione internazionale, come nel progetto dell’Einstein Telescope.
Mario Ajello su Messaggero

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