Rassegna stampa 23 aprile

SICUREZZA

Spese militari record. Il rapporto annuale del Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) ha rivelato che la spesa militare globale è aumentata quasi del 7% fino a raggiungere il record di 2,4 trilioni di dollari l’anno scorso, il più alto incremento percentuale degli ultimi 15 anni, trainato principalmente dalla guerra in Ucraina. La spesa militare è cresciuta in tutte le principali regioni geografiche per la prima volta dal 2009; in Europa, la spesa è salita del 16%, influenzata dal conflitto in Ucraina che ha modificato profondamente il panorama della sicurezza. Gli Stati Uniti mantengono la posizione di maggior spesa militare con un budget di 916 miliardi di dollari, mentre la Cina ha incrementato la propria spesa del 6% fino a 296 miliardi di dollari. Tra gli altri aumenti significativi, ci sono quelli di Russia e Ucraina, con rispettivi incrementi del 24% e 51%, e incrementi nelle spese militari anche in Giappone, Taiwan e Medio Oriente a seguito delle tensioni regionali.
Paul Jo Rathbone su Financial Times

Le guerre spingono la spesa militare. Nel 2023, la spesa militare globale ha stabilito un nuovo record raggiungendo i 2.443 miliardi di dollari, marcando un incremento del 6,8% in termini reali rispetto al precedente anno, come rivelato dal rapporto annuale del Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). Gli Stati Uniti continuano a guidare la classifica con una spesa di 916 miliardi di dollari, mentre la Cina segue con 296 miliardi. L’escalation del conflitto russo-ucraino ha significativamente influenzato le spese di entrambi i paesi, con aumenti rispettivamente del 24% per la Russia e del 51% per l’Ucraina. La NATO nel suo complesso ha rappresentato il 55% della spesa militare globale con i soli Stati Uniti che coprono il 68% del budget dell’Alleanza. In questo scenario di crescenti spese per la difesa, l’Italia si attesta come 12° paese con una spesa di 35,5 miliardi di dollari, nonostante una riduzione del 5,9% in termini reali dal 2022.
Gianni Dragoni su Sole 24 Ore

La sveglia sulla difesa europea. La possibilità di stabilire una difesa comune europea è considerata molto bassa, essendo influenzata da risorse disponibili e volontà politica, ma ancor più da fattori psicologici. Quasi l’80% delle armi inviate all’Ucraina dall’Europa proviene da produttori non europei, dimostrando una dipendenza esterna e la frammentazione del settore difensivo che impedisce economie di scala. La psicologia gioca un ruolo chiave: molti europei stentano ad accettare che la sicurezza non è scontata e che il passato di protezione militare americana, che ha consentito loro di sviluppare sistemi di welfare piuttosto che investire nella difesa, è finito. È essenziale cambiare mentalità per comprendere che occorre investire nella propria sicurezza, sfida che può avere successo se accompagnata da un cambiamento di atteggiamento della popolazione, che deve riconoscere l’utilità del servizio e la fine dei “pasti gratis”.
Angelo Panebianco su Corriere della Sera

Solo Berlino dice si ai Patriot. I ministri degli Esteri e della Difesa dell’Unione Europea si sono riuniti per discutere l’assistenza all’Ucraina in termini di difesa antiaerea ma molti Paesi hanno mostrato prudenza, preoccupati dall’idea di rimanere sguarniti di armamenti in un contesto internazionale incerto. Solo la Germania ha confermato il trasferimento di una batteria di missili Patriot all’Ucraina, mentre Paesi come la Spagna, la Svezia, la Grecia, l’Olanda, la Polonia e la Romania non hanno preso impegni concreti. Il ministro ucraino degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha chiesto decisioni coraggiose per un rapido supporto militare, mentre l’Alto Rappresentante UE Josep Borrell ha rimarcato la necessità di azione. Il timore di rivelare troppo sul supporto fornito all’Ucraina è diffuso, con aluni paesi, come la Svezia, che contribuiscono finanziariamente o con sistemi antiaerei portatili, ma evitando la consegna di Patriot. Intanto, tensioni regionali come quella tra Grecia e Turchia influiscono sulle decisioni di rifornimento di armi all’Ucraina.
Beda Romano su Sole 24 Ore

Contraerea. La Grecia e la Spagna sono sotto forte pressione dagli alleati occidentali per fornire ulteriori sistemi di difesa aerea all’Ucraina, che intensifica le richieste di aiuto in seguito all’incremento da parte della Russia di attacchi aerei e missilistici contro le città e l’infrastruttura energetica. L’Ucraina ha richiesto con urgenza sette nuovi sistemi di difesa aerea, come i Patriot statunitensi o i S-300 di produzione sovietica. La Germania ha annunciato l’invio di un sistema Patriot, mentre sono stati fatti appelli ai primi ministri spagnolo e greco di donare alcuni dei loro sistemi. L’Ucraina è particolarmente interessata ai sistemi S-300 più vecchi della Grecia, che già possiede nel suo arsenale. Nonostante le pressioni affinché anche Polonia e Romania considerino l’invio di sistemi al confine ucraino, l’accento è sulla Spagna e sulla Grecia, con dichiarazioni sul loro continuo supporto e attese per nuovi annunci di assistenza da parte della NATO.
su Financial Times

Aiuti troppo lenti. La camera dei deputati degli Stati Uniti ha finalmente sbloccato un piano di aiuti da 6 miliardi di dollari per l’Ucraina dopo sei mesi di stallo, ricevendo l’apprezzamento del presidente ucraino Zelensky. Nonostante ciò, l’Ucraina si trova in difficoltà nel difendere il proprio territorio a causa di una carenza di sistemi antiaerei e munizioni, mentre la percentuale dei danni al sistema energetico e il numero di civili uccisi nei bombardamenti tornano a crescere. I paesi europei cercano di organizzarsi per aumentare il sostegno, come dimostrato dalla disponibilità del primo ministro olandese di acquistare e trasferire sistemi Patriot in Ucraina. Tuttavia, i progressi sono lenti e la Francia si trova sotto pressione per fornire un ulteriore sistema SAMP/T Mamba, ma nessuna risposta è attesa nell’immediato. La diversità dell’equipaggiamento ricevuto rende complesse la formazione e la logistica per gli ucraini, nonostante abbiano ricevuto sostanziosi aiuti militari, tra cui batterie Patriot e IRIS-T dalla Germania, e sistemi Nasams dagli USA.
Philippe Ricard su Monde

Polonia atomica. Il presidente polacco Andrzej Duda ha dichiarato la disponibilità della Polonia ad ospitare armi nucleari in risposta alle mosse russe in Bielorussia e Kaliningrad, suscitando la reazione di Mosca che avverte di uno scontro diretto con l’Occidente. Il primo ministro polacco Donald Tusk, pur sottolineando l’importanza della sicurezza nazionale, ha chiesto che ogni iniziativa sia ben preparata. Contemporaneamente, si svolge un incontro in Polonia con il primo ministro britannico e il segretario generale della NATO per discutere di sicurezza. A livello europeo, si dibatte sull’assistenza militare all’Ucraina, con l’Ucraina che sollecita difese aeree come il sistema Patriot, ma molti Paesi sono riluttanti a fornire tali armamenti. Nel contesto della guerra, l’esercito ucraino continua a subire pesanti attacchi aerei da parte della Russia.
Marco Bresolin su Stampa

Officine stellari. Officina Stellare Spa, azienda di Vicenza specializzata in strumentazione opto-meccanica, ha firmato un accordo con Leonardo per la fornitura di quattro sistemi ottici destinati alla piattaforma Platino4 per la costellazione satellitare italiana Iride, uno dei maggiori programmi europei di osservazione terrestre. Il contratto, del valore di 1,6 milioni di euro, ha una durata di 12 mesi e comprende anche l’attività di ingegneria per la qualifica di processi di integrazione critici. Il CEO di Officina Stellare, Carlo Spezzapria, esprime entusiasmo per la partecipazione al progetto Iride, sottolineando il ruolo dell’azienda nella fornitura di sistemi ad alta prestazione per una costellazione satellitare innovativa.
su Nuova Venezia – Mattino di Padova – Tribuna di Treviso

Aerospazio. A Torino è stato avviato il progetto della Città dell’Aerospazio, con un finanziamento di 1,3 miliardi di euro, finalizzato a creare un ecosistema composto da accademia, industria, incubatori e PMI per sviluppare 12 iniziative legate allo spazio, tra cui il rilancio del programma ExoMars. Il progetto, che dovrebbe concludersi nel 2028, è stato presentato dalla presidente del Distretto Aerospaziale del Piemonte, Fulvia Quagliotti, durante la Conferenza degli addetti scientifici e spaziali a Torino.
su Giornale del Piemonte e della Liguria

Raytheon. Il gruppo Forgital, specializzato nella produzione di anelli in acciaio e leghe speciali per il settore aerospaziale e industriale, è sul mercato con potenziali acquirenti tra cui Raytheon Company e Northrop Grumman Corporation, oltre a grandi fondi di private equity. Attualmente, la società è controllata dal fondo Carlyle dal 2019 e si prospetta un margine operativo lordo di 130 milioni con un fatturato di circa 500 milioni per il 2024. Jp Morgan è incaricato di trovare un compratore adeguato, con diversi attori globali interessati al dossier.
su Sole 24 Ore

Non fermiamo le collaborazioni. La rettrice di Ca’ Foscari, Tiziana Lippiello, ha ribadito l’importanza del dibattito e della collaborazione internazionale in risposta alle mobilitazioni studentesche che chiedono di interrompere i rapporti con le università israeliane per la guerra in Palestina. In seguito alle “Buone prassi” approvate dalla CRUI, l’Università di Venezia si impegna a valutare le collaborazioni in atto e future con università israeliane, promuovendo la conoscenza reciproca piuttosto che il boicottaggio. La rettrice, coinvolta anche in Med-Or, fondazione di ricerca della Leonardo, grazie alla sua competenza sulla cultura cinese, non contempla le dimissioni nonostante le pressioni studentesche, ma intende aderire alle buone prassi proposte da CRUI, inclusi progetti di accoglienza per studiosi e studenti dei Paesi in crisi.
Costanza Francesco su Corriere del Veneto Venezia e Mestre

IA, salta la fondazione. Il disegno di legge per la creazione della Fondazione per l’intelligenza artificiale, prevista per essere sotto la presidenza del Consiglio, è stato rimosso dal governo e verrà discusso in Parlamento a causa di controversie e della necessità di razionalizzare le fondazioni ministeriali esistenti. Mentre alcuni ministeri sono impegnati a riorganizzare le fondazioni, che spesso risultano inattive nonostante le risorse pubbliche impiegate, la Fondazione avrebbe visto la collaborazione di Ministeri vari e il co-finanziamento privato per lo sviluppo tecnologico. Vi sono preoccupazioni riguardanti il precedente fallimento di un progetto simile per la cybersicurezza del governo Conte II, dove questioni interne all’intelligence influenzarono la decisione. Infine, il disegno di legge conferma la suddivisione dei compiti tra l’Agenzia per l’Italia digitale e l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza nel quadro del regolamento europeo Ai Act, nonostante i potenziali conflitti di interesse sotto la gestione di Palazzo Chigi.
Carmine Fotina su Sole 24 Ore

Ordini bloccati. Il settore delle macchine utensili in Italia sta vivendo un periodo di difficoltà, con una riduzione delle commesse interne del 19,4% nel primo trimestre, secondo i dati di Ucimu-Sistemi per produrre. La causa principale di questo rallentamento è l’incertezza normativa riguardante i nuovi incentivi 5.0 legati alla transizione ecologica e digitale, che nonostante il fondo di 6,3 miliardi euro da parte dell’UE, attende ancora i decreti attuativi per la sua piena operatività. Questa situazione ha portato molte aziende a posticipare gli ordini in attesa di maggiore chiarezza sugli incentivi, che potrebbero raggiungere il 45% del valore dell’investimento. Barbara Colombo, presidente di Ucimu, sottolinea l’urgenza di un intervento governativo per definire le regole e sbloccare gli investimenti, considerando che i termini ultimi per beneficiare dei fondi 5.0 scadono il 31 dicembre 2025.
Luca Orlando su Sole 24 Ore

Economia 5.0. Il presidente di Anima e vicepresidente di Confindustria, Marco Nocivelli, avverte che la stasi nel lancio di Industria 5.0 mette a rischio gli investimenti essenziali per la competitività italiana, soprattutto dopo lo stop alle compensazioni su Industria 4.0 che impatta la liquidità aziendale. Rinnovare gli impianti ha permesso all’Italia di aumentare l’export, e continuare su questo percorso è cruciale in un contesto geopolitico incerto, soprattutto con le sfide poste da USA e Cina. È ritenuto necessario agire velocemente per definire i dettagli tecnici di Industria 5.0, sottolineando l’importanza di renderla operativa entro i tempi del PNRR. Viene anche criticata la decisione di escludere i settori ad alto consumo energetico dagli incentivi di Industria 5.0, poiché ciò potrebbe ostacolare l’obiettivo di efficienza energetica. Il sistema di incentivazione prevede una scala di crediti di imposta in base alla riduzione dei consumi energetici, con il vincolo di acquistare pannelli solari da produttori europei, sollevando preoccupazioni per una possibile scarsità di offerta. Si sollevano anche obiezioni alla non cumulabilità degli incentivi di Industria 5.0 con quelli della Zona Economica Speciale (ZES), considerando necessario un maggior sostegno per il Mezzogiorno. Inoltre, sono introdotti nuovi obblighi comunicativi per i crediti d’imposta relativi a beni strumentali e attività di ricerca e sviluppo, con sospensioni delle compensazioni per gli investimenti 4.0 nel 2023 e 2024.
Nicoletta Picchio su Sole 24 Ore

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Deficit. L’Italia ha chiuso il 2023 con un deficit del 7,4% del PIL, secondo l’Istat, il più alto in Europa e superiore alle stime precedenti. Questo aggiornamento non altera le previsioni attuali del Governo ma richiederà una revisione del quadro programmatico entro l’estate. La crescita del deficit è attribuita all’impennata delle spese per il Superbonus, che ha provocato un disavanzo di 154,124 miliardi, 4,65 miliardi in più del previsto. Eurostat non ha espresso riserve sulla classificazione dei crediti d’imposta da Superbonus, considerando quindi chiusa la questione contabile. Il confronto europeo mostra che l’Italia conduce fra i Paesi con deficit oltre il 3%, seguita da Ungheria e Romania.
Gianni Trovati su Sole 24 Ore

Pnrr. Confindustria sottolinea l’importanza di implementare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per stimolare la crescita economica italiana, nonostante alcune incertezze, tra cui la messa a terra delle risorse. Prevede una crescita positiva, trainata dagli investimenti, nonostante ostacoli come il costo dell’elettricità e i problemi nei trasporti globali. L’associazione propone una riforma fiscale comprensiva, con riduzione e razionalizzazione dei tributi, e sollecita cautela nell’eliminare sostegni alla capitalizzazione delle imprese. Riguardo a Industria 5.0 e Transizione 4.0, l’organizzazione evidenzia la necessità di garantire una rapida operatività e sconsiglia la retroattività nella legislazione che incide sulla liquidità aziendale. Infine, Confindustria si esprime per la soppressione della plastic tax e della sugar tax, e ritiene fondamentale portare a termine la riforma del Codice della proprietà intellettuale e insistere sulle leggi annuali sulla concorrenza.
Nicoletta Picchio su Sole 24 Ore

Infrazione dopo. Nel 2023, l’Italia ha ottenuto il primato del più alto rapporto deficit/PIL nella UE, con una percentuale del 7,4%, superando la media europea e della zona euro. In seguito a questo dato, la Commissione europea è pronta a innescare una procedura per disavanzo eccessivo che richiederà all’Italia di ridurre il saldo strutturale di circa 10 miliardi di euro. Il Parlamento europeo si appresta a votare la riforma del Patto di Stabilità, con la possibilità che la Lega si astenga e il Pd segua le indicazioni della segretaria Elly Schlein optando per il non sostegno. Sindacati di vari paesi europei contestano la riforma ritenendola incline all’austerità e socialmente insostenibile. Nonostante questo, l’Italia non è sola, con altri undici Stati dell’UE destinati ad affrontare procedure per disavanzo eccessivo, e un debito pubblico italiano al secondo posto nell’UE dopo la Grecia.
Marco Bresolin su Stampa

Vivendi. Vivendi, il principale azionista di Telecom Italia (TIM) con una quota del 23,7%, ha deciso di astenersi dal voto per il rinnovo del consiglio di amministrazione (CDA) di TIM, favorendo la conferma di Pietro Labriola come amministratore delegato. La società francese ha criticato la gestione precedente per la perdita di metà del valore del titolo e la vendita sottovalutata della rete fissa di TIM. Malgrado l’astensione da parte di Vivendi, il gruppo procederà legalmente contro le decisioni di novembre 2023 relative alla cessione della rete, con la prima udienza prevista per il 21 maggio. Per quanto riguarda la composizione del nuovo CDA, la lista del consiglio esistente dovrebbe esprimere la maggioranza, mentre i voti determineranno la ripartizione dei posti riservati alle minoranze fra le liste di Merlyn e Bluebell.
Antonella Olivieri su Sole 24 Ore

Crt. La Fondazione Crt, ente torinese azionista di Unicredit e Generali, ha vissuto una turbolenta situazione di governance con la destituzione del segretario generale Andrea Varese, decisa da un consiglio di amministrazione diviso (4 voti a 3). Questa decisione è scaturita da contrasti interni e da un presunto “patto occulto” tra alcuni membri del consiglio di indirizzo, questione investigata dal presidente Fabrizio Palenzona. L’interim di Varese sarà gestito dalla vicesegretaria generale Annapaola Venezia, mentre per la successione si valutano vari candidati, con Marco Casale come nome accreditato. La vicenda ha acceso critiche verso un eccessivo centralismo decisionale del presidente Palenzona, in particolare in relazione alle scelte di investimento. La Fondazione si appresta a confrontarsi con le nomine presso entità collegate, in un contesto finanziario positivo, con un avanzo di 121 milioni di euro e una posizione finanziaria netta di 652 milioni di euro.
Andrea C Rinaldi su orriere della Sera

Generali. Il consiglio di amministrazione delle Assicurazioni Generali potrà decidere di non nominare un vicepresidente, secondo le modifiche statutarie su cui si voterà nell’assemblea imminente. L’ultimo vicepresidente è stato Francesco Gaetano Caltagirone, che si è dimesso due volte, lasciando la posizione vacante nonostante lo statuto attuale preveda la possibilità di eleggere uno o più vicepresidenti. Altre modifiche statutarie e regolamentari saranno votate dall’assemblea, le quali permetteranno al cda di adeguarsi autonomamente a nuove disposizioni normative senza la necessità di un’assemblea dei soci. Il nuovo piano industriale verrà presentato il 30 gennaio 2025, prevedendo ulteriori acquisizioni e un focus sull’asset management, mentre sulla cybersicurezza l’investimento è stato di 77 milioni di euro dal 2017 al 2023 per rafforzare le difese contro gli attacchi informatici.
Anna Messia su Mf

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Polonia. Il presidente polacco Andrzej Duda ha dichiarato che la Polonia è pronta a ospitare armi nucleari della Nato come risposta al dispiegamento da parte della Russia di armi nucleari tattiche in Bielorussia. La mossa segue la minaccia percepita dalla politica neo-imperialista russa e la recente guerra in Ucraina. La dichiarazione è stata seguita da una pronta risposta da parte del Cremlino, che ha promesso rappresaglie per garantire la sicurezza della Russia. Questo sviluppo è un’eco delle tensioni della Guerra Fredda, con implicazioni significative per la sicurezza europea. Il dibattito politico in Polonia si riflette anche nelle parole più caute del premier Donald Tusk, sottolineando la necessità di preparare accuratamente ogni iniziativa di sicurezza.
Tonia Mastrobuoni su Repubblica

In Israele si dimette il capo degli 007. Il capo dell’intelligence militare israeliana, il Maggior Generale Aharon Haliva, ha rassegnato le dimissioni assumendosi la responsabilità dei fallimenti nell’anticipare l’attacco di Hamas del 7 ottobre, il più grave nella storia di 76 anni dello stato ebraico, e sollecitando l’apertura di un’inchiesta ufficiale. Le sue dimissioni avrebbero probabilmente innescato una serie di ulteriori rinunce all’interno della leadership militare e di intelligence israeliana. Intanto, aumenta la pressione sul Primo Ministro Benjamin Netanyahu per indagare a fondo su tali fallimenti e per assumersi la responsabilità, sebbene Netanyahu abbia finora evitato di dimettersi e abbia rifiutato l’ipotesi di elezioni anticipate. L’attacco di Hamas il 7 ottobre ha lasciato un bilancio devastante: 1.200 israeliani uccisi e 250 ostaggi, mentre la risposta israeliana a Gaza ha causato 34.000 morti palestinesi e una grave crisi umanitaria. I servizi di intelligence israeliani sono criticati sia per non aver previsto l’invasione sia per la loro valutazione strategica errata della deterrenza nei confronti di Hamas e della reazione dell’Iran ad un attacco israeliano ad aprile.
Neri Zilber su Financial Times

Columbia University. La Casa Bianca e la Columbia University hanno risposto con fermezza agli atti di antisemitismo verificatisi durante le proteste pro-Gaza nel campus universitario, condannando la violenza e l’intimidazione contro la comunità ebraica e sospendendo le lezioni. Manifestanti presso l’università sostengono la causa palestinese con richiami violenti, mentre a Yale sono stati arrestati circa 50 dimostranti. Le tensioni sono state amplificate da esterni con intenti propri, spingendo la presidenza dell’università a prendere misure precauzionali e disattivare l’identificativo di un professore filo-israeliano. La situazione si aggrava con l’intervento di politici che utilizzano la crisi per attaccare l’ambiente accademico, con rischi di ulteriore instabilità.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Trump. Durante le argomentazioni iniziali del primo processo penale contro un ex presidente degli Stati Uniti, i procuratori di Manhattan hanno accusato Donald Trump di aver tentato di “corrompere” le elezioni del 2016, facendo pagare il silenzio a un’attrice porno, Stormy Daniels, con cui avrebbe avuto una relazione extraconiugale. L’avvocato di Trump ha sostenuto che il suo cliente volesse solo proteggere la sua famiglia e la sua immagine, negando che i pagamenti fossero di sua responsabilità. Nella causa, partita oltre un anno fa con 34 capi d’accusa, è stato illustrato un presunto schema di “acchiappare e uccidere” per nascondere la relazione, definendolo “frode elettorale”. Trump, denunciando il caso come una caccia alle streghe, deve comparire ogni giorno a processo, limitando la sua campagna per le elezioni di novembre. Il processo si inserisce in un contesto più ampio di problemi legali per Trump, che affronta altri procedimenti penali e civili, incluse accuse separate legate alle elezioni del 2020 e documenti classificati.
Joe Miller su Financial Times

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Basilicata. Il centrodestra, guidato da Forza Italia, ha ottenuto una larga vittoria in Basilicata, con Vito Bardi rieletto governatore. Le liste centriste connesse all’alleanza, inclusa quella di Carlo Calenda e quella vicina a Matteo Renzi, hanno complessivamente sfiorato il 15%. Fratelli d’Italia emerge come il primo partito della regione, sopra Forza Italia e le altre forze politiche. Il centrosinistra, precedentemente al potere per decenni, ha subito una pesante sconfitta anche a causa di divisioni interne. Leader politici nazionali come Giorgia Meloni e Antonio Tajani hanno espresso soddisfazione per il risultato, mentre dal lato dell’opposizione si riconoscono errori e la necessità di regole chiare per il futuro.
Marco Cremonesi su Corriere della Sera

Retromarcia. In Basilicata, il centrodestra, guidato dal governatore uscente Vito Bardi, ha vinto le elezioni, sconfiggendo il Partito Democratico (PD) e il Movimento 5 Stelle (M5S), con un’affluenza inferiore al 50% degli elettori. Elly Schlein, segretaria del PD, ha fatto marcia indietro sulla decisione di includere il proprio nome nel simbolo del partito per le elezioni europee, cedendo alle pressioni interne. La proposta iniziale causò malcontento e dibattiti, poiché molti temevano che avrebbe caratterizzato la campagna elettorale in maniera divisiva, sviando l’attenzione da questioni più sostanziali. Alla fine, Schlein si è limitata a candidarsi come capolista nel Centro e nelle Isole, nonostante le ambizioni iniziali di una presenza più estesa, con l’obiettivo di focalizzare il confronto mediatico sul duello tra lei e Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia.
Francesca Schianchi su Stampa

Lega. La Camera dei deputati a Montecitorio ha aperto un’istruttoria riguardo ai circa 49 milioni di euro sottratti dal partito della Lega alle casse pubbliche, che comprende anche un risarcimento per danno d’immagine stimato in circa un milione di euro. Nessuna azione per recuperare tale somma è stata avviata negli ultimi cinque anni, sollevando sospetti di inerzia probabilmente dovuti alle posizioni di potere occupate dalla Lega. L’associazione “Lega per il Nord” ha minacciato di denunciare alle autorità l’inerzia del Parlamento, esortando a recuperare i fondi. Il dossier è stato assegnato a Giorgio Mulé che promette di sbrogliare la situazione entro l’estate, mentre a Montecitorio si mormora che alla fine Umberto Bossi potrebbe essere personalmente responsabile del pagamento del risarcimento, creando tensioni interne al partito.
Emanuele Lauria su Repubblica

Crosetto si smarca. Il ministro della Difesa Guido Crosetto difende lo scrittore Antonio Scurati, recentemente censurato dalla Rai per un monologo sul 25 aprile e criticato da alcuni settori della destra di governo. Crosetto apprezza l’obiettività nei giudizi di Scurati e critica la censura televisiva, la considera anacronistica e controproducente in un’epoca di amplificate comunicazioni. Dichiarandosi antifascista e celebrando la festa della Liberazione, Crosetto differisce da certi atteggiamenti della sua area politica. Nonostante le tensioni, sostiene l’azione di Giorgia Meloni nel pubblicare su social il testo censurato, e ribadisce la sua coerenza storica e il suo impegno a celebrare il 25 aprile insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Tommaso Ciriaco su Repubblica

COMMENTI E CONTRIBUTI

Stabilizzare il dopo. La stabilizzazione di un paese post-conflitto richiede principi fondamentali: controllo immediato della sicurezza da parte del governo transitorio, ricostruzione trasparente e affidabile ed empowerment degli attori locali nella governance. La presenza di una polizia civile visibile è vitale per mantenere l’ordine e supportare il governo. La gestione trasparente degli aiuti finanziari è cruciale per evitare che i fondi rafforzino le fazioni sbagliate. Il ruolo degli attori internazionali dovrebbe essere di consulenza e supporto, come dimostra il successo nell’approccio adottato dalla coalizione contro l’Isis. Esempi positivi di superamento delle divisioni esistono, come le città di Nova Gorica e Gorizia, che mostrano il potenziale dei progetti condivisi nel costruire fiducia e prosperità congiunta.
Karin Hippel su Financial Times

Pacifismo sconfitto. Domenico Quirico esplora il fallimento del pacifismo in un’era segnata da nuovi e incessanti conflitti, come quelli in Ucraina e Medio Oriente, sottolineando come la preponderanza delle armi e la retorica del bellicismo abbiano preso piede persino nelle democrazie. Nonostante anni di mobilitazioni pacifiste, le guerre continuano senza sosta, gettando l’ombra su qualsiasi azione morale o etica che possa giustificarne la causa. Quirico richiama la lezione di Romain Rolland, che durante la prima guerra mondiale respinse l’idea di moralizzare il conflitto, ribadendo che complice di guerra significa essere complici di un massacro. Critica nella sua analisi, Quirico invita a una nuova formulazione del pacifismo che si adatti a questi tempi bellicosi, abbandonando tattiche tradizionali e affrontando direttamente le cause e i responsabili della perpetuazione del conflitto.
Domenico Quirico su Stampa

Taiwan. Il Congresso americano ha approvato tre pacchetti di aiuti, tra cui uno per l’Indo-Pacifico, che ha ottenuto un ampio consenso bipartisan e si concentra sul rafforzamento degli alleati regionali contro l’espansione cinese. Il Segretario di Stato USA Antony Blinken è in missione in Cina per trattare con il suo omologo cinese, mentre Washington si prepara a fornire oltre 8 miliardi di dollari in aiuti militari a Taiwan. È in corso anche una legge per obbligare la vendita di TikTok da parte di ByteDance, per motivi di sicurezza nazionale. Contemporaneamente, esercitazioni militari congiunte tra USA, Filippine, Francia e Australia si svolgono nel Mar cinese meridionale. In Europa, l’azione destabilizzatrice della Cina si manifesta attraverso il sostegno alla Russia e spionaggio, come evidenziato dagli arresti recenti in Germania e le accuse nel Regno Unito.
Giulia Pompili su Foglio

Due velocità. Veronica De Romanis sostiene che le crisi finanziarie, pandemiche ed energetiche recenti testimoniano la necessità di un’ulteriore integrazione europea, nonostante alcuni Stati rallentino il processo. Viene proposto un modello di “Europa a cerchi concentrici” per avanzare su tematiche come difesa, energia, immigrazione e mercato dei capitali con i Paesi disposti, sperando che altri seguiranno. L’esempio dell’euro dimostra che l’integrazione può essere efficace, ma i Paesi con valute indipendenti non sono tutti pronti o disposti a conformarsi ai rigidi criteri economici per l’adesione. Esistono preoccupazioni sul possibile fallimento del modello di cerchi concentrici nel mercato dei capitali e su come evitare divisioni persistenti all’interno dell’UE, come evidenziato dall’esempio della Gran Bretagna.
Veronica De Romanis su Stampa

Successo netto. Il voto in Basilicata riflette dinamiche significative per i rapporti politici in vista delle elezioni europee: la vittoria decisa del centrodestra e i problemi emergenti per la sinistra, in particolare la coalizione PD-M5S che rimane inefficace. L’affluenza alle urne è stata bassa e ci sono state tensioni interne tra i partiti della sinistra, con il M5S che ottiene la metà dei voti del PD. La questione delle candidature e la contrarietà espressa da figure come Romano Prodi evidenziano le sfide interne al PD e ai suoi alleati. Il governo, nel frattempo, guarda alle future difficoltà interne alla coalizione di maggioranza, in particolare nei confronti di Salvini e la Lega, mentre polemiche e ambiguità riguardo all’antifascismo pongono sfide a livello nazionale ed europeo.
Massimo Franco su Corriere della Sera

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