Rassegna Stampa 26 marzo

LEONARDO

Riassetto. L’amministratore delegato della Boeing Dave Calhoun e il presidente Larry Kellner lasceranno i loro ruoli nel quadro di una revisione della gestione a seguito di un incidente di sicurezza in cui un pannello della porta si è staccato da un 737 Max 9 durante il volo, mentre Steve Mollenkopf assumerà la guida del consiglio di amministrazione e troverà il successore di Calhoun. L’azienda deve affrontare un rallentamento della produzione e una perdita di fiducia da parte degli stakeholder dopo l’incidente, mentre i clienti hanno espresso un cauto ottimismo riguardo ai cambiamenti di leadership nella speranza di migliorare la sicurezza e l’affidabilità.
Sylvia Pfeifer sul Financial Times

Non basterà. David Calhoun ha annunciato le sue dimissioni da CEO di Boeing alla fine dell’anno, in mezzo a una crisi esacerbata da un recente incidente in volo e a un significativo calo del prezzo delle azioni, con il titolo dell’azienda sceso del 55% rispetto al picco del 2019 e nessun utile annuale dal 2018. Oltre ai cambiamenti di leadership, Boeing, che ha oltre 47 miliardi di dollari di debiti, deve affrontare numerose sfide, tra cui la necessità di riprendere la produzione e l’ingegneria di qualità, riconquistare la fiducia dei clienti dopo i ritardi nelle consegne e superare gli ostacoli finanziari senza l’opzione immediata di sviluppare un nuovo aereo.
Sul Financial Times

Un posto nel Cda al sindacato. Il più grande sindacato della Boeing, l’International Association of Machinists Distretto 751, che rappresenta 32.000 lavoratori, sta spingendo per ottenere un posto nel consiglio di amministrazione dell’azienda durante le trattative contrattuali, con l’obiettivo di migliorare la comprensione del sistema di produzione e il controllo della qualità in seguito alle recenti critiche sui difetti di produzione. La mossa riflette una strategia più ampia per garantire che la Boeing costruisca aerei sicuri e affronti problemi come il recente incidente in volo in cui un pannello è saltato via da un 737 Max, spingendo anche per ottenere aumenti salariali significativi e la costruzione del prossimo aereo della Boeing nello stato di Washington.
Claire Bushey sul Financial Times

Futuro. L’annuncio della partenza del CEO di Boeing, Dave Calhoun, e l’incarico della successione a Stephanie Pope non placano le preoccupazioni sui futuri ostacoli della compagnia, compresa la situazione finanziaria in rosso e le sfide di produzione, anche se un certo ottimismo si percepisce da parte di clienti come Ryanair. D’altro canto, Airbus beneficia delle difficoltà di Boeing aumentando la sua quota di mercato, nonostante anche l’azienda europea affronti propri problemi di produzione che limitano la sua capacità di assorbire completamente gli ordini persi dal concorrente americano.
Su Les Echos

Via il Ceo. Il Ceo di Boeing, David Calhoun, lascerà il suo incarico a fine anno, seguito dal chairman Larry Kellner, come parte di un ampio riassetto causato da recenti incidenti che hanno messo sotto pressione l’industria aeronautica, portando a indagini federali e a rallentamenti nella produzione dei 737 Max. Questo avvicendamento di dirigenti segue settimane di tensioni e ha visto un breve rialzo del titolo in borsa, mentre la crisi aziendale impatta sulle compagnie aeree, con alcune come Ryanair e Southwest Airlines che si impegnano a collaborare con la nuova leadership per risolvere i problemi di consegna e di sicurezza.
Mara Monti sul Sole

Carro franco tedesco. La Francia e la Germania hanno finalmente raggiunto un accordo per la produzione congiunta del carro armato MGCS (Main Ground Combat System), con una suddivisione del lavoro al 50/50 e la collaborazione tra Nexter e Rheinmetall nel co-sviluppo della torretta e del cannone. Questo compromesso è ritenuto una vittoria per il ministro francese della Difesa, Sébastien Lecornu, che ha negoziato fermamente per mantenere l’expertise industriale francese, e il contratto sarà firmato il 26 aprile, prevedendo un equo condivisione industriale su otto pilastri del programma.
Michel Cabirol sulla Tribune

Naval Group. Nel 2023, Naval Group ha subito una significativa diminuzione delle commesse, con un calo del 40% rispetto all’anno precedente, portando il totale a 3,33 miliardi di euro, riflettendo una leggera riduzione del fatturato a 4,25 miliardi di euro, e una diminuzione del risultato netto del 23,1%. Nonostante la forte dipendenza dalle commesse francesi, il Gruppo spera di recuperare nel 2024, soprattutto con l’eventuale vendita di sottomarini BlackSword Barracuda ai Paesi Bassi e contratti per sottomarini in India, continuando nel contempo a puntare sull’espansione internazionale per ridurre la propria dipendenza dalla Francia.
Michel Cabirol sulla Tribune

Concorrenza. Emmanuel Macron punta a far emergere la Francia come leader nel mercato dei satelliti, annunciando l’intenzione di acquistare servizi di lancio per favorire la competizione europea nel settore dei mini e micro-lanceurs, sostenendo finanziariamente quattro startup selezionate. Con un investimento di oltre 400 milioni di euro per l’acquisto dei primi lanci attraverso il programma France 2030, il CNES pagherà gli operatori solo dopo il successo dei voli, mirando a rendere la base di Kourou un hub spaziale europeo con nuovi siti di lancio.
Michel Cabirol sulla Tribune

Trappola. Vi è un acceso dibattito politico e legislativo in Francia sulla proposta di utilizzare il Livret A, un popolare libretto di risparmio dedicato principalmente al finanziamento dell’edilizia sociale, per finanziare l’industria della difesa. Nonostante le pressioni da parte dei politici per dirigere una parte di questi fondi al settore della difesa, la questione rimane controversa e politicamente sensibile, in quanto comporta rischi legati alla liquidità dei risparmiatori, all’immagine del governo e ai prezzi finanziari, rivelando inoltre problemi strutturali non ancora affrontati nell’accesso al credito per le piccole e medie imprese del settore.
Anne Drif su Les Echos

Spendere di più. Il Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, intervenendo a Quarta Repubblica, ha sottolineato l’insufficienza delle spese correnti per la difesa e l’impegno dell’Italia nell’assistere l’Ucraina senza tuttavia inviare truppe, evidenziando inoltre il doppiopesismo internazionale sulla gestione dei conflitti e criticando l’ex premier Conte per le sue affermazioni sulla politica estera italiana. Crosetto ha poi ribadito la capacità dell’Italia di prevenire attacchi terroristici grazie al monitoraggio costante e l’importanza di mettere la sicurezza collettiva al primo posto, pur mantenendo una posizione garantista.
Diana Alfieri sul Giornale

Mosca. L’analisi di Marco Minniti sull’attentato a Mosca e sul cessate il fuoco dell’Onu.
Prima di Domani su Rete 4

Russia. L’attentato terroristico a Mosca rivendicato da Isis: ricostruzione, storia e scenari internazionali con Andrea Manciulli.
In Mezzora su RaiTre

La Nato blinda il fronte est. I missili ipersonici russi, compresi quelli di nuova generazione, hanno preso di mira Kiev causando vittime e danni, con l’Ucraina che richiede sistemi di difesa avanzati come i Patriot per contrastare tali attacchi. Nel contesto di una crescente tensione, la Nato ha potenziato la sua forza di risposta rapida a 100.000 effettivi, posizionata strategicamente per proteggere il fianco est europeo senza, tuttavia, prevedere l’invio di truppe in Ucraina secondo la politica dell’amministrazione Biden.
Lorenzo Cremonesi sul Corriere

Spazio polacco. La violazione dello spazio aereo polacco da parte di un missile russo ha portato la Nato a riconsiderare la strategia di difesa del suo fianco orientale, valutando l’istituzione di una zona di difesa antimissile estesa lungo il confine con l’Ucraina e la preparazione contro l’uso di missili ipersonici. Il secondo incidente in tre mesi solleva interrogativi sulla natura dell’atto, mentre i ministri degli Esteri dell’Alleanza dovranno discutere possibili nuove misure, con tensioni percepite a Bruxelles riguardo un possibile utilizzo degli eventi di Mosca come pretesto da parte della Russia per un’offensiva in Ucraina.
Marco Bresolin sulla Stampa

Servono Patriot. Il generale John Teichert afferma che, nonostante l’esercito ucraino abbia imparato a difendersi dai missili ipersonici russi utilizzando sistemi come il Patriot, senza un adeguato rifornimento di munizioni queste difese non sarebbero efficaci. L’efficacia dei sistemi di difesa dipende dal continuo approvvigionamento di missili, ed è evidente che l’Ucraina necessita di maggiori forniture per poter mantenere una difesa continua e efficace contro gli attacchi ipersonici.
Francesco Semprini sulla Stampa

Commissario alla Difesa. Il sottosegretario di Stato alla Difesa Matteo Perego sottolinea l’importanza di rimanere vigili di fronte alle minacce del terrorismo e propone l’istituzione di un Commissario alla Difesa europeo per rafforzare la cooperazione e l’efficacia militare dell’Unione Europea. Perego evidenzia che nonostante l’Europa spenda un terzo rispetto agli Stati Uniti in difesa, manca di peso militare a causa della mancanza di un’organizzazione comune, promuovendo l’idea di una forza di difesa unitaria europea.
Giuseppe Ariola sull’Identita

Accordo. Eni, Fincantieri e Rina hanno siglato un accordo per promuovere iniziative congiunte volte alla decarbonizzazione del settore marittimo, con l’obiettivo di raggiungere emissioni zero entro il 2050, includendo la creazione di un osservatorio globale sulle evoluzioni tecnologiche e normative. L’accordo punta a valutare alternative sostenibili per il trasporto marittimo, analizzare infrastrutture e logistica energetica e sviluppare nuove strutture logistiche, con l’intento di contribuire alla transizione energetica e alla decarbonizzazione in linea con gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030.
Sul Giornale

Genova leader hi tech. Antonio Apa, coordinatore regionale della Uilm, sottolinea la trasformazione di Genova in un centro di manifattura hi-tech, beneficiando di investimenti e crescita nelle aziende come Leonardo e Fincantieri, che evidenziano l’importanza della collaborazione industriale e del rinnovamento per la città. Sostiene inoltre che, nonostante la fine delle Partecipazioni Statali di un tempo, Genova può ancora competere a livello industriale, specialmente con progetti come il ribaltamento a mare del cantiere di Sestri, richiedendo investimenti e collaborazioni per rivalutare l’importanza dell’industria high-tech nella regione.
Massimo Minella su Repubblica Genova

Garante contro il governo. Il Garante per la privacy contesta la decisione del governo italiano di affidare il controllo dello sviluppo e dell’impatto dell’Intelligenza Artificiale (AI) a due agenzie governative, sostenendo la necessità di un’entità indipendente con competenza e indipendenza. La preoccupazione del Garante è che la concentrazione di poteri possa portare a conflitti di interesse e minare sia la promozione che la regolamentazione dell’AI, specialmente in relazione alla privacy dei cittadini e alle norme europee in materia, aprendo la strada alla possibilità di creare una nuova agenzia indipendente.
Arcangelo Rociola sulla Stampa

ECONOMIA

Maxi cedola. La Borsa di Milano è pronta a distribuire circa 34 miliardi di euro in dividendi, con rendimenti che in alcuni casi sfiorano il 10%, e i primi posti sono detenuti da banche seguite da aziende energetiche e di servizi. Intesa Sanpaolo guida la classifica dei rendimenti nell’Eurostoxx 50, mentre la scena europea e quella di Wall Street divergono per approccio remunerativo, con un maggiore focus europeo sui dividendi e preferenza americana per i buyback.
Vito Lops sul Sole

Da Big Oil a Big AI. Wall Street sta vivendo una trasformazione da Big Oil a Big Tech e ora verso Big AI, con aziende come Microsoft e Nvidia che guidano la rivoluzione dell’intelligenza artificiale generativa. Il cambiamento degli indici azionari riflette l’evoluzione economica, come dimostra la precedente leadership di Exxon Mobil nel mercato azionario e il recente predominio dei giganti della tecnologia che ora si stanno adattando all’era emergente dell’AI.
Biagio Simonetta sul Sole

112 miliardi di Btp. Il Tesoro italiano ha collocato Btp per 112 miliardi di euro nei primi tre mesi dell’anno, raggiungendo il 33% dell’obiettivo annuale e registrando un calo del costo medio all’emissione al 3,62% rispetto al 3,76% alla fine del 2023; contemporaneamente, la vita media del debito pubblico è aumentata a 7,03 anni. L’opera di raccolta è stata favorita da una forte domanda nazionale e internazionale, con l’ultimo Btp Valore che ha totalizzato un record di oltre 18,3 miliardi di euro e la richiesta estera che per un Btp decennale indicizzato all’inflazione ha segnato un primato con il 41 miliardi di euro richiesti.
Gianni Trovati sul Sole

Tassi. Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, in occasione del 150° anniversario dalla nascita di Luigi Einaudi, ha suggerito una riduzione della sovranità a favore di un’Europa più unita e forte e ha accennato a un possibile taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea vista l’inflazione prossima al 2%. Il consenso per il taglio dei tassi è in aumento all’interno del Consiglio direttivo della BCE, con l’Euribor che già riflette le aspettative di tale movimento, mentre si prevede che la normalizzazione economica porti a diversi anni di aumenti salariali, malgrado le preoccupazioni per l’inflazione e la crescita economica dell’area euro.
Alessandro Barbera sulla Stampa

Ue contro Big Tech. La Commissione Europea ha avviato indagini sui giganti della tecnologia come Amazon, Apple, Facebook e Google per possibili violazioni delle norme antitrust, in particolare preoccupazioni per pratiche anti-concorrenziali e abusi del mercato digitale, come la promozione di prodotti propri rispetto a quelli dei concorrenti e restrizioni sulla disinstallazione di applicazioni preinstallate. Il nuovo Digital Markets Act dell’UE mira a regolare queste pratiche imponendo maggiore trasparenza e libertà di scelta per gli utenti e indipendenza per i produttori di app nello stabilire modalità di pagamento dirette con i clienti.
Aldo Fontanarosa su Repubblica

Povertà. In Italia, la povertà assoluta ha raggiunto un picco storico nel 2023 con più di 2 milioni di famiglie e circa 5,75 milioni di persone colpite, in particolare dopo l’abolizione parziale del Reddito di cittadinanza introdotto dal governo precedente. La situazione ha riguardato negativamente anche i minori, con un triste record dell’11,7% di famiglie giovani in povertà e un aumento del disagio soprattutto al Nord, nonostante il Sud resti la regione con la percentuale più alta di famiglie in difficoltà.
Valentina Conte su Repubblica

Confindustria. Vincenzo Boccia, ex presidente di Confindustria, sottolinea l’importanza di una leadership equilibrata e competente nell’industria italiana, capace di unire e rappresentare gli interessi di tutte le imprese nel contesto nazionale ed europeo. Sostiene che le sfide future includono la difesa delle democrazie dagli attacchi economici, l’importanza di proposte sostenibili e una politica dei fattori volta a rafforzare il Paese senza compromessi politici settoriali.
Gilda Ferari sulla Stampa

Confindustria. Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, sottolinea l’importanza di avere una leadership forte e condivisa a capo di Confindustria per guidare la competizione economica e la modernizzazione del Paese, scongiurando una “guerra senza quartiere” tra i candidati. Toti auspica che il prossimo presidente di Confindustria sia ligure come riconoscimento del percorso di sviluppo regionale e sostiene la necessità di una politica industriale avanzata che unisca tutti gli attori economici per affrontare le sfide future.
Luigi Pastore su Repubblica

Nomine. Le nomine delle principali società pubbliche italiane, tra cui Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), Ferrovie dello Stato (Fs) e Rai, verranno effettuate prima delle elezioni europee per evitare possibili scompigli post-voto; emergono figure in lizza come Edoardo Ravà per l’Ad di Cdp e un possibile duello tra Luigi Ferraris e Stefano Donnarumma per la guida delle Fs, mentre sono state delineate anche le nomine per la Rai, con lottizzazioni politiche coinvolgenti i vari partiti. La situazione riflette il desiderio della maggioranza di stabilire un controllo saldo sulle società pubbliche, con la Premier Giorgia Meloni che gioca un ruolo dietro le quinte, e un dibattito interno alla coalizione di governo sul tema del rinnovamento dei vertici manageriali.
Giovanni Pons su Repubblica

Telecom. Telecom Italia (Tim) guadagna un +4% in borsa grazie a un accordo con Dazn per i diritti della Serie A e alle speculazioni su una possibile offerta migliorativa per Sparkle, mentre si avvicina la scadenza del 15 ottobre 2024 per completare l’operazione di vendita della rete Tim al fondo KKR, condizionata all’approvazione della DG Comp a Bruxelles. Nel frattempo, Tim ha anche ufficializzato un accordo non esclusivo con Dazn che permetterà di visionare la Serie A su TimVision, con un investimento annuo superiore a 50 milioni di euro, mentre si prepara per l’assemblea del 23 aprile dove gli azionisti Asati hanno presentato una propria lista di candidati per il CDA.
Alberto Mapelli su Mf

Open Fiber. Telecom Italia ha registrato un rimbalzo in Borsa del 4,18% raggiungendo un prezzo di azione di 22,42 centesimi, mentre la società Open Fiber discute con le banche per scongelare 1,2 miliardi di euro di finanziamenti in attesa di rinegoziare prestiti per il nuovo piano di espansione, accompagnato da un aumento di capitale. Intanto, per risolvere il problema delle aree grigie in cui Open Fiber trova difficoltà, si sta verificando con l’Unione Europea la possibilità di un emendamento che permetta la copertura di ulteriori unità immobiliari non incluse nei bandi precedenti.
Antonella Olivieri sul Sole

Fusione di torri. Il governo sta favorendo la fusione tra le società di torri di telecomunicazione Rai Way e Ei Towers, rimuovendo il limite di partecipazione del 30% per il socio pubblico e potenzialmente eliminando ogni limite di partecipazione nella compagnia, il che permetterà a Rai di ridurre la sua quota. L’operazione mira a creare sinergie e finanziare le attività del servizio pubblico di Rai, con Rai Way che prevede un aumento dei ricavi e un impegno a crescere anche tramite fusioni, come quella con Ei Towers.
Sara Bennewitz su Repubblica

Ita-Lufthansa. La Commissione Europea ha inviato al MEF e Lufthansa osservazioni preliminari sulla loro partnership, esprimendo preoccupazioni per la possibile riduzione della concorrenza su alcune rotte e chiedendo misure correttive entro il 26 aprile. Nonostante il ministro dell’Economia italiano mostri sfiducia verso la Commissione, entrambi MEF e Lufthansa sono intenzionati a risolvere i problemi sollevati per completare l’accordo, consapevoli dei possibili benefici competitivi in Europa e a livello internazionale.
Giorgio Pogliotti sul Sole

Ritardo. L’Europa è in ritardo negli Stati Uniti nel consolidamento del settore aereo, con le compagnie che controllano solo il 54% del mercato rispetto all’80% americano, portando i CEO europei a sostenere la necessità di una rapida integrazione per competere. La decisione dell’Unione Europea sul merger tra IAG e Air Europa è attesa entro giugno, con un mercato spagnolo a rischio di dominio e la SAS che entra in un’alleanza transatlantica abbandonando Star Alliance per SkyTeam e prendendo il posto di Alitalia.
Mara Monti sul Sole

Agi. Il governo italiano tace sulla vendita imminente dell’agenzia di stampa Agi all’imprenditore e deputato leghista Antonio Angelucci, nonostante il Premier Giorgia Meloni abbia dato la sua benedizione in un incontro precedente e la Commissione Ue e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella vigilino sulla vicenda. Fonti del Tesoro evidenziano che il MEF guidato da Giorgetti, ministro dell’Economia e membro del partito di Angelucci, non ha competenza diretta sull’operazione che sta suscitando interrogativi su conflitti di interesse e vigileranno sulla situazione nel quadro del Media Freedom Act.
Ilario Lombardo sulla Stampa

POLITICA MONDO

Cessate il fuoco dall’Onu. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha approvato una risoluzione che chiede un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi nel conflitto mediorientale, con l’inedita astensione degli Stati Uniti, mentre il premier israeliano Netanyahu reagisce annullando una missione diplomatica a Washington e insistendo sulla prosecuzione dei combattimenti. La risoluzione sottolinea l’importanza di garantire aiuti umanitari e la protezione dei civili, e, nonostante la prontezza di Hamas a uno scambio di ostaggi, non sembra portare a un immediato cessate il fuoco o alla liberazione degli ostaggi, con ulteriore tensione nel conflitto e nelle relazioni USA-Israele.
Andrea Nicastro sul Corriere

La mossa di Biden per non perdere le elezioni. Il presidente Biden, per non rischiare di perdere le elezioni americane a causa dell’appoggio dato a Israele e per rispondere ai malumori degli elettori arabi, ha scelto di non utilizzare il veto americano contro la risoluzione dell’ONU sul cessate il fuoco a Gaza, segnando una deviazione dalla sua precedente strategia e complicando la sua relazione politica con il primo ministro israeliano Netanyahu. Questa mossa sul piano politico cerca altresì di rispondere agli interessi degli elettori americani, tanto ebrei quanto arabi, con l’obiettivo di mantenere il sostegno necessario per vincere la rielezione contro il repubblicano Donald Trump, che appoggia incondizionatamente Netanyahu.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Bibi è il problema. La Casa Bianca giudica il premier israeliano il problema principale per la soluzione della crisi, con il sospetto che egli protragga il conflitto per interessi politici personali, mentre Washington, allineandosi con una recente risoluzione ONU, sembra prepararsi a non proteggere più Israele con il veto e suggerire un cambio di rotta politica che potrebbe includere elezioni anticipate in Israele. L’ex diplomatico israeliano Alon Pinkas critica Netanyahu, ritenendo che la sopravvivenza politica sia l’unico fine dei suoi combattimenti e auspica una soluzione pacifica post-bellica che attualmente non è visibile all’orizzonte.
Andrea Nicastro sul Corriere

Putin. Il presidente russo Vladimir Putin ha dovuto riconoscere che l’attentato che ha scosso Mosca è stato portato a termine da estremisti islamici, ma continua a suggerire possibili legami degli attaccanti con l’Ucraina, nonostante le crescenti critiche interne per le falle nella sicurezza del paese. Mentre il portavoce del Cremlino respinge le accuse di inefficienza, non si registrano voci critiche nei confronti dello zar che si vede sfidato nel proprio giardino di potere che è il sistema di sicurezza, simbolo di stabilità in una Russia governata da lui per oltre vent’anni.
Marco imarisio sul Corriere

Matrice jihadista. Vladimir Putin ha riconosciuto che l’attentato a Crocus City Hall vicino a Mosca, con 139 morti e 182 feriti, è stato compiuto da estremisti islamici, tuttavia continua a suggerire un coinvolgimento dell’Ucraina e dell’Occidente. Nonostante le rivendicazioni dell’ISIS e le prove video, Putin utilizza l’incidente per perpetuare la narrazione di una Russia minacciata e distrarre dai fallimenti delle agenzie di sicurezza russa, evitando nel contempo di alienarsi la popolazione musulmana russa.
Rosalba Castelletti su Repubblica

Impreparati. Andrej Soldatov, esperto di intelligence russa, sostiene che il fallimento dei servizi segreti russi nell’evitare l’attentato alla Crocus City Hall è dovuto a un problema di fiducia interna e internazionale, esacerbato dal clima di paranoia. Critica inoltre la mancanza di capacità nelle agenzie russe per la prevenzione degli attacchi e la tendenza ad espandere inutilmente le liste di terroristi e estremisti, focalizzandosi meno sulla minaccia jihadista.
Rosalba Castelletti su Repubblica

Confisca complessa. La ricostruzione dell’Ucraina post-bellica richiederà miliardi di dollari, mentre almeno 300 miliardi in beni russi sono congelati all’estero, ma le leggi internazionali imposte dall’immunità sovrana impediscono la facile confisca di questi beni per finanziare la ricostruzione. C’è la possibilità, attualmente allo studio a Bruxelles, di sequestrare miliardi in profitti generati dall’investimento di beni congelati custoditi da Euroclear, ma la decisione finale è complessa e affronta diversi ostacoli legali e morali.
Isabella Bufacchi sul Sole

Allarme Isis in Europa. A seguito dell’attentato a Mosca che ha causato 139 vittime, la minaccia dell’ISIS in Europa si intensifica, con l’Europa in stato di allerta e la Francia che propone una maggiore collaborazione con la Russia per la lotta al terrorismo. Mentre si temono cellule terroristiche attive e nuovi attentati sul territorio, diversi attacchi sono stati recentemente sventati in Svezia e Germania, e la Francia rafforza le misure di sicurezza in previsione dei prossimi Giochi Olimpici.
Anais Ginori su Repubblica

POLITICA ITALIA

Lite Meloni Salvini. Giorgia Meloni affronta tensioni con Matteo Salvini riguardo alle alleanze europee, con Salvini che supporta Marine Le Pen e accuse contro Meloni di avvicinarsi ai socialisti; Meloni difende l’intervento del Ministro dell’Interno Piantedosi e critica il reddito di cittadinanza. Malgrado le divergenze, Meloni richiama all’unità del centrodestra in vista delle prossime elezioni europee, mentre la Lega accusa la premier di escludere gli alleati preferendo un’eventuale alleanza con i socialisti europei.
Federico Capurso sulla Stampa

Un pezzo di Lega contro Salvini. Un’ondata di addii sta investendo la Lega in Lombardia, con la segretaria e tutti gli iscritti di una sezione locale che hanno lasciato il partito, segnale di una crescente opposizione interna al leader Matteo Salvini; gli striscioni di protesta comparsi in diverse città evocano il simbolo della “notte delle scope” del 2012, che aveva visto la destituzione di Umberto Bossi, oggi vicino ai “ribelli” contro l’attuale dirigenza. Il malcontento interno culmina in un simbolismo che ricalca il passato della Lega, con il rischio di un accentuato vuoto di potere e l’appello di alcuni a tornare a rispettare le regole del partito, mentre si moltiplicano gli eventi a sostegno di una riunificazione autonomista contrapposta a Salvini.
Matteo Pucciarelli su Repubblica

Decaro. Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, è finito al centro delle polemiche per una foto scattata con la sorella di un boss mafioso, alimentando le accuse del centrodestra sulla presenza mafiosa nel comune; una commissione di accesso è stata inviata per verificare infiltrazioni mafiose. Nel frattempo, il leader del M5S Giuseppe Conte critica un aneddoto del governatore della Puglia mentre il ministro dell’Interno viene difeso da Giorgia Meloni contro le accuse di forzatura nella gestione del caso.
Alessandra Arachi sul Corriere

Allerta. La minaccia del terrorismo islamista, in particolare quella proveniente dalla branca afghana dell’ISIS, l’Isis-K, è di nuovo in aumento, portando ad un incremento delle misure di sicurezza e allerta in tutta Europa, con particolare attenzione per i luoghi affollati durante le festività. Paesi come la Turchia sono considerati basi logistiche per questi gruppi terroristici, e c’è preoccupazione che possano sfruttare le rotte balcaniche per infiltrarsi in Europa, il che ha portato all’intensificazione del controllo delle frontiere da parte di alcuni governi, incluso quello italiano.
Francesco Grignetti sulla Stampa

Rischio cani sciolti. Marco Mancini, ex capo del controspionaggio e scrittore, avverte che in Italia il rischio principale è rappresentato dai “cani sciolti”, ovvero terroristi salafiti potenzialmente attivi sul territorio. Dopo l’attacco a Mosca, il ministro italiano Matteo Piantedosi ha rialzato il livello di sicurezza, ma Mancini sostiene che sia fondamentale intervenire con misure offensive per neutralizzare la minaccia prima che arrivi sul territorio, monitorando attentamente le aree a rischio come Balcani, Medio Oriente e Libia.
Beppe Boni su QN

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