Rassegna stampa 31 marzo

LEONARDO

Autonomia strategica. Ministro Urso: “Siamo protagonisti nella industria della difesa, nell’aerospazio, nel cyber e nella sicurezza – avvisa Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy – spesso con campioni europei, da Leonardo a Fincantieri, da Avio a Thales Alenia Space, ma anche con tante piccole e medie aziende di alto valore tecnologico. Con una visione di lungo periodo che punta alla autonomia strategica europea”
Claudia Marin su Giorno – Carlino – Nazione

Investimento per la pace. «Siamo immobili», sosteneva ieri sul nostro giornale Roberto Cingolani, l’amministratore delegato di Leonardo Spa. Non ha detto l’«Europa è immobile», ha detto proprio «siamo», e dentro quel «siamo» alcuni di noi hanno riconosciuto i sogni, le speranze, le aspettative di una generazione – la nostra – che nell’Europa ha creduto, che l’Europa l’ha pensata bella, prospera, quasi felice
Piero Fachin su Giorno – Carlino – Nazione

Esercito comune. L’Unione Europea sta considerando un rafforzamento dell’integrazione militare tra gli Stati membri in risposta alla potenziale minaccia di una NATO indebolita e all’aggressività russa, come evidenzia il conflitto in Ucraina. La strategia proposta punta a unificare gli armamenti e incrementare gli investimenti in difesa, con l’obiettivo di acquisire collettivamente il 40% delle attrezzature militari entro il 2030. Gli Stati membri dell’UE possiedono complessivamente circa 1,4 milioni di soldati e sostanziali forze aeree e navali, ma soffrono di una mancanza di integrazione e diversità di sistemi d’arma. La Commissione Europea prevede di dedicare 1,5 miliardi di euro del bilancio europeo tra il 2025 e il 2027 per la difesa, mentre gli effettivi progressi saranno influenzati anche dall’esito delle prossime elezioni europee.
Alessandro Farruggia su Giorno – Carlino – Nazione

Abbassiamo i toni. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, mette in guardia sulla necessità di moderazione nel linguaggio e nelle azioni relative al conflitto in Ucraina, sottolineando che la situazione con la Russia non è peggiorata rispetto ai mesi passati. Anche se la tensione internazionale è alta, con alcuni Paesi della NATO che hanno espresso preoccupazioni e preso misure di difesa, il governo italiano rifiuta un linguaggio allarmistico e militante. Crosetto critica l’influenza delle campagne elettorali sul dibattito pubblico riguardo la guerra in corso e sostiene un approccio più razionale e meno emozionale.
Virginia Piccolillo su Corriere della Sera

La debolezza di Putin. Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha evidenziato segnali di debolezza da parte di Putin, legati all’attentato di Mosca e ha definito indegne le immagini dell’insegnante Salis in catene in Ungheria. Tajani ha rassicurato che l’Italia non è in guerra con la Russia e non invierà truppe in Ucraina, ma continuerà a fornire aiuti a Kiev. Ha espresso preoccupazione per un’ondata di antisemitismo, criticando coloro che attaccano gli ebrei dietro le azioni del governo israeliano. L’intervista copre anche altri temi, come le tensioni in Medio Oriente, la missione navale contro gli attacchi Houthi e lo scandalo in Bruxelles riguardante una presunta rete di informatori russi tra gli europarlamentari. Tajani auspica una tregua e una conferenza di pace in Ucraina nel 2024 e sottolinea l’impegno italiano nella risoluzione dei conflitti e nel supporto umanitario, evidenziando la solidarietà dell’Italia con i detenuti, come nel caso di Ilaria Salis
Francesco Bechis su Messaggero

Dateci gli Atacms. Il presidente ucraino Zelensky ha esortato gli Stati Uniti a fornire missili ATACMS per contrastare l’aggressione russa e fermare gli attacchi dai territori occupati, come la Crimea. Il capo militare della NATO sottolinea la necessità di essere pronti senza allarmismi, mentre l’Italia invita a moderare la retorica bellica. L’Ucraina soffre sotto regolari attacchi alle infrastrutture energetiche, forzando il razionamento dell’elettricità e aumentando la pressione per armi e munizioni più potenti. Zelensky affronta sfide interne con nuovi licenziamenti di alti funzionari nel suo governo, evidenziando il crescente scetticismo suo paese. Nonostante la NATO non veda prove immediate di attacchi russi ai paesi membri, si raccomanda cautela e vigilanza
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera

Senza aiuti, ci dovremo ritirare. Il presidente ucraino Zelensky ha avvisato gli Stati Uniti, in un’intervista al Washington Post, che senza il continuo supporto militare americano, l’Ucraina potrebbe essere costretta a ritirarsi dal fronte e potrebbe intensificare gli attacchi contro obiettivi strategici in Russia. Ha evidenziato le difficoltà causate dal blocco di un pacchetto di aiuti militari da parte dei repubblicani alla Camera dei rappresentanti dopo l’approvazione del Senato, citando il rischio di demoralizzare i soldati che difendono la prima linea. Zelensky ha anche dichiarato che senza difesa aerea, l’Ucraina dovrà fare dei passi indietro per non permettere ai russi di avanzare verso le grandi città. Infine, ha cambiato i vertici militari, sostituendo alcuni funzionari con figure fedeli al generale Kirilo Budanov, specialista in tattiche aggressive contro la Russia, dimostrando una posizione ferma nonostante le pressioni internazionali
Daniele Raineri su Repubblica

Pace e disarmo. Dal 12 al 15 maggio si svolgeranno le Giornate mondiali contro la spesa militare (Gdams), con oltre 60 gruppi in Italia, parte della Rete Pace e Disarmo, che si mobilitano contro l’utilizzo della guerra come mezzo per risolvere controversie internazionali. Si denuncia il ritorno alla guerra come “opzione possibile”, a vantaggio esclusivo dell’industria della difesa. La mobilitazione include vari eventi come la pubblicazione del rapporto Sipri, una giornata europea della pace, e un appello per evitare investimenti della Banca europea per gli investimenti nel settore bellico. Si critica il costo ambientale dei conflitti e si chiede alla Bei di mantenere il proprio focus su obiettivi di politica pubblica, come l’azione per il clima e la coesione sociale. Le Gdams si concluderanno in Italia con il C7 Summit a Roma il 14 e 15 maggio, un evento alternativo al G7
Luca Liverani su Avvenire

Satelliti. Il satellite Cubesat, messo in orbita dal Falcon 9 di Space X, porta un messaggio di pace pronunciato da papa Francesco e rappresenta un esempio della “nuova era” dei satelliti accessibili anche con budget limitati, grazie alla miniaturizzazione e standardizzazione della tecnologia spaziale. L’industria dello spazio, con questi sviluppi, ha visto una riduzione dei costi e un aumento della longevità dei satelliti, potenziati da robotica e intelligenza artificiale. In Italia, l’osservazione della Terra tramite satelliti è un mercato in crescita, con applicazioni nell’agricoltura, nella pesca e nella gestione del territorio. In Africa, le nazioni utilizzano la tecnologia satellitare per affrontare sfide ambientali, sociali ed economiche, migliorando la gestione delle risorse idriche, le politiche agricole e le questioni di ordine pubblico, come dimostrato dall’uso dei satelliti da parte di Tanzania, Kenya e Nigeria.
Davide Re su Avvenire

Collaborazione. “Questo accordo tra la Città Metropolitana e Ama ha come obiettivo quello di rilanciare la formazione e creare sinergie con le aziende. Da una parte potenziamo i nostri laboratori, dall’altra i giovani formati potranno trovare sbocchi proprio in queste aziende che avranno a disposizione risorse già formate. Con Leonardo ci siamo concentrati sulla cybersecurity, e adesso replichiamo lo stesso accordo con Ama che si sta indirizzando sempre di più sull’economia circolare, per rilanciare insieme tre centri di formazione, due nel territorio della Città Metropolitana e uno nel Comune di Roma – dice il sindaco di Roma e della Città metropolitana di Roma Capitale, Roberto Gualtieri – Questi centri ci consentiranno di predisporre laboratori e percorsi formativi utili anche allo sviluppo di Ama. Ampliamo la formazione professionale dei nostri giovani su macchinari e tecnologie avanzate, sosteniamo e valorizziamo la dimensione industriale del territorio”.
Su Messaggero Cronaca di Roma

Bicocca. A ispirare i tumultuosi progetti milanesi, in primis i fatti dell’Università di Bari, che hanno portato alle dimissioni del rettore Bronzini da Fondazione Med-Or, legata alla società italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, Leonardo SpA, e a un dibattito aperto sul futuro degli accordi con Israele. Queste azioni sono state seguite da un boicottaggio universitario esteso anche a Torino, a Roma e alla Normale di Pisa
Elena Capilupi su Libero Quotidiano Milano

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Il mediano del Pnrr. Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Europei, gestisce una notevole quantità di fondi, nonostante il titolo “senza portafoglio”. Dopo aver modificato l’organizzazione istituita da Draghi, il suo ministero deve coordinarsi direttamente con le singole Regioni in merito alla distribuzione dei fondi. Ha implementato un decreto che potenzialmente commissaria Comuni e Regioni in caso di inadempienza nella spesa del Pnrr, rischiando di dover restituire i fondi non spesi. L’Italia ha utilizzato solo una parte dei fondi ricevuti, principalmente in superbonus e crediti d’imposta, mentre i cantieri procedono lentamente. Fitto, che ha un passato democristiano e una lealtà a Meloni, potrebbe rappresentare l’Italia in futuro a Bruxelles come Commissario Europeo.
Alessandro De Angelis su Stampa

Confindustria. Corsa alla presidenza Confindustria: la piccola industria da sola esprime 16 voti ma non è riuscita a convergere su un unico indirizzo e quindi i voti vanno conquistati singolarmente. Come quelli della galassia delle piccole associazioni di categoria che hanno un voto a testa: Mop, Aiscat, Aitec, Anav, Anima, Federazione carta grafica… Infine le aziende a partecipazione pubblica, tra le prime contributrici del sistema, intenzionate secondo alcuni a orientarsi verso la candidatura Orsini. In consiglio generale ci sono tra gli altri Roberto Cingolani (Leonardo), Luigi Ferraris (Fs), Pierroberto Folgiero (Fincantieri), Sonia Sandei (Enel), Catia Bastioli (Novamont).
Rita Querzè su Corriere della Sera

Confindustria. Con l’uscita di scena di Gozzi, escluso dai probiviri per mancanza dei necessari consensi assembleari, è in corso una riallocazione dei voti, che secondo le indiscrezioni sono in gran parte diretti verso Orsini. Sempre secondo quanto risulta a ll Tempo anche le grandi aziende di Stato starebbero orientando i loro consensi in maniera compatta con Orsini, che raccoglie ad esempio i favori di Eni, Enel e Leonardo. A essere apprezzato, in particolare, il suo approccio all’unità e al dialogo rimarcato nella sua relazione all’ultimo consiglio di Confindustria.
Filippo Caleri su Tempo

Liste d’attesa. Il Governo italiano sta preparando un piano straordinario per combattere la problematica delle lunghe liste d’attesa in sanità, stanziando 600 milioni di euro all’anno, che verranno assegnati specificatamente a quegli ospedali o ASL con i tempi di attesa maggiori, basandosi su un dettagliato monitoraggio. Questi fondi saranno impiegati per pagare il lavoro straordinario del personale sanitario o per coprire le prestazioni acquistate da strutture private qualora gli ospedali pubblici non riescano a far fronte alla domanda con le proprie risorse. Contemporaneamente, si lavora all’elaborazione di linee guida per le prescrizioni mediche, con l’obiettivo di ridurre le prestazioni non necessarie che appesantiscono il sistema sanitario. Inoltre, si punta all’unificazione delle agende di prenotazione di ospedali pubblici e privati convenzionati, per ottimizzare la distribuzione delle prestazioni sanitarie sul territorio nazionale. Questo piano è considerato una priorità dal Governo attuale e si attende un decreto legge a riguardo.
Marzio Bartoloni su Sole 24 Ore

Tim. Il vertice previsto a Palazzo Chigi tra l’esecutivo e Vivendi, principale azionista di Tim, mirava a favorire un avvicinamento dei vertici aziendali sulla vendita della rete al fondo Kkr, ma Vivendi sembra orientato all’astensione sul rinnovo dei vertici nella prossima assemblea del 23 aprile e potrebbe non partecipare al vertice, inviando solo una lettera. La lista di Merlyn Partners, con proposte radicali come la vendita di asset significativi, potrebbe attirare l’interesse dei soci per la prospettiva di ricchi dividendi. L’astensione di Vivendi potrebbe favorire la lista del cda uscente, che gode del supporto di Cdp e di una parte degli investitori istituzionali. L’eventuale ricorso di Vivendi contro la vendita della rete non lo aiuterebbe a recuperare le perdite miliardarie sull’investimento in Tim. Il governo potrebbe aiutare il settore delle telecomunicazioni con misure richieste dal settore, ma al momento non ci sono progressi concreti, mentre una possibile riappacificazione tra i soci e il closing della vendita della rete a Kkr potrebbero beneficiare Vivendi e rilanciare il titolo in Borsa.
Marcello Astorri su Giornale

Calvario Fiat. Il reportage di Alessandro Dell’Orto illustra il declino dello storico stabilimento di Mirafiori a Torino, dove un tempo fervente attività industriale ha lasciato posto a parcheggi vuoti e uffici deserti. I dipendenti della fabbrica, ora parte di Stellantis, si ritrovano a lavorare a ritmi incerti e discontinui, con una produzione fortemente ridotta e l’incertezza circa i giorni lavorativi. I lavoratori, molti dei quali over 50, riflettono su come la situazione sia cambiata dagli anni d’oro, quando l’area era un vivace centro produttivo con oltre 60.000 impiegati. Oggi, a fronte di una netta diminuzione di vetture assemblate e senza nuovi modelli prodotti, il futuro dello stabilimento è incerto, e si ipotizza una possibile chiusura nell’arco dei prossimi sette anni. Stellantis sta inoltre attuando un taglio di 1.560 posti di lavoro a Mirafiori, come parte di una strategia di ridimensionamento, con un pacchetto di incentivi per incoraggiare le uscite volontarie.
Alessandro Dell’Orto su Libero Quotidiano

Transizione. Monica Iacono, amministratrice delegata di Engie Italia, ribadisce l’importanza della transizione ecologica ed energetica, sottolineando che il costo degli eventi climatici estremi supera quello della transizione. La gestione della capacità di flessibilità delle energie rinnovabili, come l’accumulo tramite batterie, è cruciale data la loro natura intermittente e decentralizzata. Engie, con una presenza significativa in Italia, mira ad aumentare la propria capacità installata da 500 megawatt a 2,1 gigawatt entro il 2030 e punta a progetti di efficienza energetica anche con enti pubblici come città, scuole e musei, come gli interventi a Firenze e al Museo di Capodimonte, e alle comunità energetiche. Iacono enfatizza l’importanza di un approccio olistico alla transizione energetica piuttosto che la focalizzazione su singole soluzioni, sottolineando il ruolo strategico dell’energia per l’Italia
Nicola Saldutti su Corriere della Sera

IA. Il 25 marzo la Commissione Europea ha aperto un’indagine su Apple, Alphabet (la società madre di Google) e Meta (che è di Facebook). Le autorità di regolamentazione di Bruxelles ritengono che le misure adottate dai colossi tecnologici americani per conformarsi al Digital Markets Act, una nuova legge di ampia portata volta a garantire una concorrenza leale nell’industria tecnologica dell’UE, non siano all’altezza. Pochi giorni fa il Dipartimento di Giustizia americano, insieme ai procuratori generali di 16 Stati, ha citato in giudizio Apple in quella che potrebbe essere la causa più ambiziosa intentata contro l’industria tecnologica americana da quando il Ministero della Giustizia si batté contro Microsoft un quarto di secolo fa. L’accusa è che il produttore di iPhone utilizzi una posizione di monopolio nel settore degli smartphone per “ostacolare” l’innovazione, “strozzare” i concorrenti e scoraggiare gli utenti dall’acquistare dispositivi concorrenti. Apple nega di aver commesso illeciti.
Su Economist

Dopo Brexit. Michael Raymond Mainelli, 65 anni, scienziato ed economista americano con radici italiane e irlandesi, oggi ricopre il ruolo di Lord Mayor della City di Londra, il distretto finanziario della capitale britannica. Il suo imminente viaggio in Italia, il primo per un Lord Mayor della City dal 2014, si propone di rafforzare le relazioni tra la City e l’Italia, focalizzandosi su settori come il fintech, l’intelligenza artificiale, l’ambiente e l’eurobond. Nonostante sia stata colpita dalla Brexit, la City mostra segni di robustezza con un aumento di lavoratori dal 2016 e un’espansione degli Asset Under management dal 12% al 15% del totale mondiale. Mainelli mette in evidenza la posizione unica di Londra come centro stabile e rassicurante per gli investitori internazionali, nonostante il trasferimento di alcuni titoli dal listino della Borsa di Londra a quello di New York.
Antonello Guerrera su Repubblica

L’auto tedesca investe. L’industria automobilistica tedesca, nonostante una flessione nella produzione di auto dal 2017, investe massicciamente nell’innovazione, principalmente nei veicoli elettrici, con 55 miliardi di euro all’anno. Mentre l’industria si dimostra pronta alla trasformazione verso il settore elettrico, il mercato interno soffre a causa della riduzione dei sussidi statali, della carenza infrastrutturale e dell’alto costo dell’energia. Il governo tedesco ha ambizioni di espandere notevolmente la flotta di auto elettriche entro il 2030, ma senza una domanda robusta e adeguate infrastrutture, i produttori tedeschi si trovano in una posizione difficile. Nonostante tutto, la Germania rimane un leader nella produzione di auto elettriche e i colossi automobilistici continuano a lavorare su due fronti, mantenendo la produzione sia di auto a combustione che elettriche, in un contesto di transizione energetica incerta e competitiva
Isabella Bufacchi su Sole 24 Ore

Il rame cinese. Goldman Sachs ha rilasciato un report che predice un futuro dominio delle auto ibride, mentre il Green Deal europeo ci rende dipendenti dal rame, la cui fornitura è controllata principalmente dalla Cina. I cinesi, soffrendo per la mancanza di materiali di rame da lavorare, hanno tagliato la produzione e alzato i prezzi, ma nonostante ciò, la loro produzione di rame raffinato è aumentata. Di conseguenza, il mercato internazionale ha visto un innalzamento dei prezzi del rame, con poche nuove scoperte di depositi e investimenti limitati in ricerca, segnalando potenziali carenze future di offerta rispetto alla crescente domanda sostenuta dal Green Deal. Intanto, altri grandi produttori come il Cile e l’Indonesia si stanno occupando delle proprie questioni di esportazione e raffinazione, mettendo in luce il delicato equilibrio dell’industria mondiale del rame. L’Europa sembra non avere una strategia efficace per proteggersi dalla dipendenza dai fornitori esterni di rame e altri materiali critici, a differenza degli Stati Uniti che stanno promuovendo l’autosufficienza attraverso investimenti strategici. Nota: Il testo contiene vari dati e cifre specifici che non sono inclusi nel riassunto, come i volumi di produzione di rame di vari paesi, e dettagli strategici sugli investimenti USA. Se alcuni di tali dettagli sono essenziali per lo scopo del riassunto, possono essere aggiunti su richiesta.
Sergio Giraldo su La Verita’

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Petraeus. David Petraeus, ex generale statunitense e ex direttore della CIA, considera improbabili i negoziati se la Russia utilizzerà armi nucleari, dato che gli Stati Uniti hanno già pianificato delle risposte a un simile scenario e insieme agli altri hanno messo in guardia la Russia dalle conseguenze. Petraeus sottolinea l’attuale escalation russa contro le infrastrutture ucraine e nonostante le pesanti perdite, Mosca continua l’offensiva mentre l’Ucraina si difende tenacemente. La NATO ha già iniziato a rafforzare le proprie forze in Europa dell’Est anni fa, aumentando la deterrenza e le capacità militari con nuove strutture difensive e l’unione di Svezia e Finlandia. Infine, indipendentemente dall’esito delle future elezioni presidenziali negli USA, Petraeus ritiene che tutti i membri NATO debbano mantenere un investimento in difesa di almeno il 2% del PIL e pone dubbi sulla fattibilità di negoziati di pace in Ucraina dietro le quinte.
Viviana Mazza su Corriere della Sera

Putin. Vladimir Putin utilizza un approccio aggressivo, descritto come una “difesa siciliana”, per distogliere l’attenzione dai problemi interni della Russia, incrementando la tensione contro l’Occidente. Questa strategia viene ampliata dai media russi che, uniformemente, ignorano altri problemi nazionali e enfatizzano una possibile connessione ucraina e occidentale agli attacchi terroristici, come quelli avvenuti nella sala da concerto Crocus. Al contempo, una crescente xenofobia in Russia dopo l’attentato sta portando a una persecuzione dei migranti, con proposte legislative volte a limitarne i diritti, creando rigurgiti di tensione interna pericolosi per la stabilità del Paese multietnico. Putin, sfruttando la narrativa costruita nel tempo, si concentra sui “soliti sospetti” occidentali per mantenere il controllo e placare le tendenze xenofobe interne, nel tentativo di evitare rivolte regionali difficili da reprimere.
Marco Imarisio su Corriere della Sera

Retrovie diventate fronte. Nel Donbass, le aree di retrovia sono divenute fronte attivo della guerra, con i villaggi un tempo sicuri ora sotto il tiro dell’artiglieria russa. Nonostante i segnali di una possibile pressione russa, Putin non ha forze sufficienti per un’avanzata decisiva e i suoi avversari ammettono la difficoltà di reggere l’offensiva data la superiorità russa su diversi fronti. All’interno dell’Ucraina, cresce il dissenso per la gestione del conflitto da parte del governo Zelensky, soprattutto per la mancata pianificazione e rafforzamento delle difese. Gli aiuti dall’Occidente sono fondamentali per l’Ucraina, ma l’assistenza finanziaria promessa è spesso ritardata o incompleta, mentre incidenti recenti rischiano di intensificare il conflitto, inserendosi in un contesto dove la Russia sembra avere la meglio in termini di produzione bellica malgrado le efficaci azioni dei droni ucraini.
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera

Fianco Est. I diplomatici e le intelligence dei Paesi Baltici e della Polonia stanno segnalando un’intensificazione della pressione russa sull’est Europa, che ora si manifesta in forme di guerra ibrida, piuttosto che con un’invasione diretta come quella in Ucraina. Le tattiche adottate includono disinformazione, provocazioni militari e diplomatiche, crisi migratorie pilotate e cyberattacchi. Gli esperti mettono in guardia contro nuove forme di aggressione “ibrida” mirate a destabilizzare anche attraverso operazioni sotto la soglia di un conflitto aperto. Recentemente, si è registrata un’interferenza sui segnali GPS che ha interessato migliaia di aerei sul Mar Baltico, con sospetti che puntano alla Russia. Inoltre, una lettera pubblicata dal The Sunday Telegraph esprime le preoccupazioni dei diplomatici Baltici riguardo la possibilità di un’invasione russa che potrebbe sferrare un attacco sotto copertura di disinformazione, ricordando le paure legate all’occupazione sovietica.
Monica Perosino su Stampa

Putin sapeva. Un anno fa, gli analisti Clarke, Webber e Valle avvisarono su “Foreign Policy” che ISIS aveva preso di mira la Russia, dovuto al coinvolgimento del Cremlino in conflitti che hanno colpito la popolazione musulmana. La propaganda di ISIS-K ha celebrato la guerra in Ucraina e ha accusato la Russia di essere un nemico dell’Islam a causa dei suoi interventi in Afghanistan, Cecenia e Siria. Colin P. Clarke, del Soufan Group, aveva anticipato un’escalation di attacchi verso la Russia come conseguenza delle distrazioni russe per la guerra in Ucraina. Oltre alla Russia, ISIS critica anche la Cina per l’oppressione degli Uiguri e ritiene che Pechino sia un altro obiettivo per le sue azioni contro la popolazione musulmana. L’intervista a Clarke suggerisce inoltre che l’attacco terroristico a Mosca potrebbe essere utilizzato dalla Russia come pretesto per aumentare i conflitti nel contesto della guerra in Ucraina.
Francesca Mannocchi su Stampa

Kiev arruola online. L’Ucraina ha avviato un reclutamento online efficace per la sua Legione straniera, attirando oltre 20.000 combattenti internazionali mediante un processo semplificato che include la compilazione di un modulo su Internet. La campagna di arruolamento si diffonde attraverso i social media e le ambasciate con materiali informativi multilingue. I potenziali volontari devono soddisfare certi requisiti come età tra i 18 e 60 anni, nessun precedente penale e buona salute, e potrebbero ricevere uno stipendio variabile dai 600 ai 3.300 dollari al mese. Dopo l’invasione russa, l’Ucraina ha reso più agevole per i volontari stranieri ottenere la cittadinanza, e un decreto recente permette ai residenti stranieri di unirsi alla Guardia Nazionale. I volontari provengono da molti paesi, con un significativo numero di americani e ex-cittadini sovietici, e alcuni hanno già perso la vita in battagli
Lorenzo Giarelli su Il Fatto Quotidiano

Poliziotti dell’aria. Il colonnello Gianluigi Colucci guida la task force italiana di Eurofighter che, in collaborazione con la Polonia, esegue missioni di scramble (intercettazioni immediate) per identificare aerei non-NATO vicino ai confini dell’Alleanza, praticando la deterrenza attraverso la presenza. Durante due recenti missioni, sono riusciti ad avvicinarsi a soli dieci metri da aerei russi, seguendo protocolli internazionali di identificazione visiva senza alcun incidente, dimostrando professionalità da entrambe le parti. L’addestramento intensivo permette ai piloti di gestire qualsiasi situazione seguendo procedure standard, mentre una catena di comando sovraordinata guida eventuali azioni difensive. Il Colucci sottolinea l’importanza della tecnologia avanzata dell’Eurofighter F-2000A nella facilitazione delle operazioni, descrivendo la task force come frutto dell’addestramento nazionale, supportato da un numeroso team a terra.
Marco Ventura su Messaggero

Moscagate. Il Parlamento europeo potrebbe affrontare un nuovo scandalo, noto come “Moscagate”, che coinvolge eurodeputati dell’estrema destra europea accusati di essere stati pagati dal Cremlino per sostenere propaganda filorussa e antieuropea. Nei prossimi giorni, è prevista la consegna all’unica istituzione europea elettiva dell’elenco degli eurodeputati coinvolti, su cui indagherà la “Dg Safe”, la direzione responsabile della sicurezza nel Parlamento. L’indagine internerà anche il partito Identità e Democrazia, al quale appartiene la Lega di Salvini, mentre crescono le preoccupazioni all’interno dell’Ecr, guidato da Giorgia Meloni, che potrebbe includere membri coinvolti come il partito ungherese Fidesz di Viktor Orban. Sono coinvolti deputati eletti in sei Paesi, e i riflettori sono rivolti anche su altre figure di primo piano dell’estrema destra europea, con preoccupazioni crescenti di un possibile impatto sulle posizioni dei rispettivi gruppi politici nel Parlamento
Claudio Tito su Repubblica

Macron. l presidente francese Emmanuel Macron promuove la Difesa Europea ma intrattiene anche rapporti con Paesi meno allineati agli interessi occidentali, come Cina e Brasile. Dopo aver visitato la Cina e firmato accordi, Macron ha anche collaborato con il Brasile nel settore della Difesa, inclusa la costruzione di sottomarini con tecnologia francese. Tali mosse evidenziano una possibile strategia di Macron di indebolire le relazioni transatlantiche per permettere alla Francia di avere più influenza sulla Difesa europea. Questo approccio, che include la cooperazione con Paesi vicini alla Russia e critici di Israele come l’Iran, solleva dubbi sulla sua affidabilità come leader della Difesa europea e sulla compatibilità dei suoi obiettivi con quelli occidentali.
Stefano Graziosi su La Verita’

Eolico. A Hull, gli operai sono impegnati nella costruzione di 18o pale di turbine per un parco eolico al largo della costa dell’Aberdeenshire, in Scozia. Ognuna è lunga 8 metri, un gigantesco dente a forma di sciabola creato per fendere l’aria. Un’anima di fibra di vetro è stratificata con resina epossidica, legno di balsa e plastica per produrre “la giusta combinazione di flessibilità e rigidità”, dice Andy Sykes, direttore del progetto. Una volta pronte, le pale saranno posate orizzontalmente su imbarcazioni nell’estuario dell’Humber per essere installate a nord.
Su Economist

Contro Bibi. Migliaia di manifestanti hanno riempito le piazze delle città israeliane, chiedendo le dimissioni di Benjamin Netanyahu, con i principali raduni a Tel Aviv. La protesta, la più partecipata dall’7 ottobre, si è concentrata sulle controversie riguardanti la leva militare obbligatoria per gli studenti religiosi ultraortodossi. La Corte Suprema di Israele ha dichiarato anticostituzionale l’esenzione dalla leva per questi studenti, sollecitando il governo a ridurre i sussidi loro destinati. Netanyahu è sotto pressione per risolvere questa questione, oltre a fronteggiare problemi giudiziari per corruzione e le conseguenze di una guerra che ha visto la perdita di oltre 500 soldati israeliani. Allo stesso tempo, i partiti ultraortodossi che sostengono la sua maggioranza potrebbero risultare decisivi per l’eventuale caduta del suo governo
Andrea Nicastro su Corriere della Sera

Dopoguerra. L’amministrazione Biden si prepara per le discussioni post-conflitto mentre affronta una situazione tesa nel nord di Israele, dove un’esplosione ha lievemente ferito il personale dell’ONU vicino al confine libanese. Gli scontri nella regione sono intensificati, aumentando il rischio di un conflitto più ampio, ma si sta cercando di evitare una guerra aperta con incontri per definire i confini. La tregua a Gaza e le trattative per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas sono centrali per la pace, mentre si propone una forza di sicurezza araba temporanea nella Striscia di Gaza. Hamas rifiuta questa idea, vedendola come una minaccia al proprio controllo, mentre Netanyahu resta fermo sulla sua posizione. Nel frattempo, la situazione umanitaria a Gaza peggiora, con almeno cinque morti nell’ultimo chaos, e gli Stati Uniti sostengono Israele inviando ulteriori armi.
Gabriella Colarusso su Repubblica

Nonostante le divergenze… La Casa Bianca ha segnalato il proprio sostegno a Israele approvando la consegna di un consistente numero di bombe e caccia F35 a Netanyahu, nonostante una recente divergenza riguardo un voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti e Israele lavorano su un piano per un forces di pace a Gaza, costituita da truppe arabe, che aiuti nella distribuzione umanitaria e prepari un potenziale scenario post-Hamas. Nel frattempo, discussioni e piani continuano sia in Israele che a livello internazionale, inclusi i negoziati per una tregua a Cairo e strategie per la deradicalizzazione dei palestinesi. Nonostante il continuo sostegno statunitense, c’è una crescente necessità di chiarezza morale e pressione sugli Hamas per il rilascio degli ostaggi e il termine della violenza, mentre la comunità internazionale si mostra restia a condannare le azioni di Hamas tanto quanto quelle di Israele.
Fiamma Nirenstein su Giornale

Vicolo cieco. Sadeq Nabulsi, guida religiosa di Hezbollah e accademico libanese, critica gli attacchi israeliani sostenendo che non hanno piegato la resistenza e rafforzato invece la determinazione palestinese e libanese. Parla di una delicata situazione economica in Libano, aggravata dalle politiche esterne, in particolare americane, mirate a indebolire Hezbollah e a forzare il Paese ad accettare condizioni politiche sfavorevoli. Nonostante gli sforzi diplomatici, Nabulsi prevede che l’escalation delle operazioni militari porterà Israele in un vicolo cieco e sostiene la capacità degli yemeniti di influenzare la navigazione nel Mar Rosso. Riguardo all’UNIFIL e i militari italiani, afferma che i problemi nascono quando la missione si discosta dal suo ruolo di mantenimento della pace in favore di attività sospette, sottolineando la necessità di rispetto e trasparenza per garantire la sicurezza e la pace nel sud del Libano
Francesco Semprini su Stampa

Erdogan. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è concentrato sulla riconquista dell’Istanbul, città dove è nato e già sindaco prima di diventare presidente, avendo perso il controllo nel 2019 dopo decenni di dominio. Le elezioni comunali in corso sono vista come una sfida di portata nazionale, con il sindaco uscente Ekrem Imamoglu, la figura centrale dell’opposizione, speranzoso di confermare il proprio incarico. L’opposizione teme il rischio di brogli elettorali e crede che un eventuale insuccesso potrebbe portare a una “catastrofe” per la città, contrapponendo il sostegno popolare per Imamoglu alla mobilitazione di Erdogan per il suo candidato, Murat Kurum. Se Erdogan vince, potrebbe spingere per una nuova costituzione che gli permetterebbe di rimanere in carica oltre i limiti attuali, mentre gli ultimi sondaggi mostrano un vantaggio per Imamoglu. Il risultato elettorale potrebbe influenzare l’intero scenario politico del paese, essendo Istanbul non solo la città più grande ma anche un simbolo politico e economico della Turchia
Monica Ricci Sargentini su Corriere della Sera

Sfregio. Donald Trump ha pubblicato sul social Truth un video che mostra un furgoncino con una grande immagine di Joe Biden con le mani legate dietro la schiena, simbolo di una campagna aggressiva che va oltre le precedenti norme politiche. Tale rappresentazione, ormai comune ai comizi di Trump, viene vista dalla campagna elettorale di Biden come un’incitazione alla violenza politica. Da parte sua, il portavoce di Trump, Steven Cheung, difende la foto e accusa i democratici di usare il sistema giudiziario per attaccare Trump e la sua famiglia. Biden, in privato, si dice che ha definito Trump con termini sprezzanti, mentre Trump critica Biden per la sua politica progressista e cerca di raccogliere fondi vendendo Bibbie per finanziare la sua campagna. La controversa immagine di Biden rappresenta un ulteriore esempio delle aggressive dinamiche politiche nell’era Trump.
Viviana Mazza su Corriere della Sera

Prima Putin ora Xi. Xi Jinping è stato accolto a Duisburg, nella valle della Ruhr in Germania. Ha elogiato la regione come fulcro degli investimenti cinesi, ha salutato un treno che aveva trascorso quindici giorni in viaggio da Chongqing, attraverso la Russia, verso la cintura industriale europea e ha assistito a un’esibizione orchestrale di canti tradizionali delle miniere. Più di recente, un altro arrivo cinese in Germania ha ricevuto un’accoglienza più fredda. A febbraio, una nave chiamata BYD Explorer No. I ha scaricato circa 3.000 auto elettriche prodotte da BYD, un’azienda cinese di veicoli elettrici (Ev). Come suggerisce il nome della nave, è probabile che sia la prima di molte altre.
Su Economist

Trump. Bolton, che ha litigato con Trump, sostiene che l’ex presidente non ha principi coerenti, ma solo umori, rancori e un’ossessione per la sua immagine. Così potrebbe minacciare la Corea del Nord con “fuoco e furia” e tenere due vertici amichevoli con Kim Jong Un, per esempio, o parlare di lasciare l’alleanza NATO e poi rafforzarne il fianco orientale. Gli attuali accoliti di Trump ribattono che “America First” è un’ideologia perfettamente coerente, che non è mai stata adottata correttamente a causa di consiglieri ostruzionisti come Bolton e dell’inesperienza dei veri devoti dell’ex presidente.
Su Economist

Armi a noleggio. Il 31enne inventore californiano che dieci anni fa ha venduto la VR a Facebook è ora a capo di una start-up che progetta una formidabile gamma di macchine per uccidere. E l’America sta comprando
Su Financial Times Life&Arts

Rara opportunità. Quando Xi Jinping ha incontrato i dirigenti d’azienda americani a Pechino, si è trattato di una rara opportunità per questi big dell’impresa di interagire con il leader cinese nel suo territorio nazionale. L’incontro ha fatto seguito al China Development Forum, una conferenza economica annuale che si tiene tra i laghi e i salici di una tranquilla pensione statale della capitale. Il contesto economico dell’incontro è stato meno sereno, a causa di un’economia vacillante, di un mercato azionario depresso e di sporadiche restrizioni normative.
Su Economist

Scuola. Negli ultimi anni i Paesi Bassi hanno trovato un nuovo degno destinatario per la loro presunta generosità: parte del costo dell’accoglienza dei richiedenti asilo sul territorio olandese viene ora pagata dal bilancio degli aiuti del Ministero degli Esteri.
Su Economist

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Leo al Mef Giorgetti in Europa. La Lega, guidata da Matteo Salvini, esprime preoccupazione riguardo ad un possibile rimpasto di governo post-elettorale che potrebbe ridurre la sua rappresentanza, specie se i sondaggi negativi si concretizzassero in un calo elettorale. Giorgia Meloni considera delle modifiche tra cui l’assegnazione del ruolo di commissario europeo a Giancarlo Giorgetti (Lega) e la promozione del vice ministro Maurizio Leo (FdI) a ministro dell’Economia. Allo stesso tempo, Forza Italia si prepara per possibili cambiamenti con il segretario Tajani in attesa di risultati positivi. Qualsiasi modifica sostanziale nel governo richiederebbe un nuovo passaggio in parlamento per la fiducia, implicando l’inizio di una “fase due” politica nel governo di Meloni.
Emanuele Lauria su Repubblica

Fedelissimi. Giorgia Meloni ha stabilito che per le prossime elezioni europee le liste del partito saranno composte esclusivamente da membri interni, escludendo i cosiddetti “esterni”. Tra i candidati figura un mix di eurodeputati uscenti, dirigenti locali e parenti di esponenti di spicco del partito, incluse alcune personalità legate a membri del governo e del parlamento. C’è attenzione sul caso di Rachele Mussolini, nipote del Duce, il cui cognome potrebbe essere percepito come un ostacolo per l’immagine moderata che Meloni vuole mostrare a Bruxelles. L’accento è posto su candidature fedeli alla linea del partito per garantire una rappresentanza coerente con le direttive di FdI a livello europeo
Lorenzo De Cicco su Repubblica

Missione in Niger. Le missioni italiane in Niger sono svolte sotto mandato dell’Unione Europea, segnalando la presenza occidentale nel Paese e tentando di controbilanciare l’influenza russa. Dopo il colpo di Stato del luglio precedente e la riduzione dell’influenza francese, le posizioni occidentali sul da farsi divergono, con l’Italia contraria a un intervento militare proposto dalla Francia. L’obiettivo italiano coincide con il controllo dei flussi migratori, messo in pericolo dal regime golpista che ha liberalizzato i passaggi di frontiera. Mentre i rapporti tra il Niger e gli USA peggiorano, l’Italia cerca di mantenere l’influenza occidentale per evitare un aumento del potere russo e cinese nella regione, offrendo supporto militare ai nuovi leader nigerini per contrastare il terrorismo jihadista.
Francesco Olivo su Stampa

Gli resta l’Italia. In Niger, dopo un colpo di stato, il governo filo-russo ha mantenuto solo l’Italia come partner occidentale, rappresentata dai “atlantisti” Meloni e Figliuolo. Nonostante gli Stati Uniti siano stati espulsi e abbiano investito notevolmente nella lotta all’ISIS in loco, l’Italia continua a promuovere il dialogo e la cooperazione con il governo di transizione. Questo atteggiamento potrebbe essere legato agli interessi strategici nell’uranio nigerino, risorsa cruciale di cui il paese è un grande produttore, ma anche all’obiettivo di prevenire i flussi migratori verso l’Europa. La giunta militare di Niger apprezza l’impegno italiano; nel frattempo, le relazioni tra Niger e Russia si rafforzano con Putin che promuove la cooperazione militare con il governo golpista.
Giampiero Calapà su Il Fatto Quotidiano

Renzi Bonino al 5%. La politica italiana mostra segnali di sorpresa con nuove alleanze e formazioni emergenti in vista delle elezioni europee. Il sondaggio realizzato dalla Stampa evidenzia che il patto tra Matteo Renzi e Emma Bonino ha raggiunto il 5%, mentre formazioni come quella di Calenda si attestano intorno al 4%. Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni conduce con il 27,5%, seguito da PD e Movimento 5 Stelle con rispettivamente il 19,3% e il 17,5%. Le nuove compagini sono una risposta alle mutevoli esigenze elettorali, e mentre alcune formazioni rimangono sotto la soglia di sbarramento, come la lista di Michele Santoro al 1,7%, il sistema proporzionale europeo permette una più ampia rappresentazione delle forze politiche. In generale, si prevedono cambiamenti e nuovi protagonisti nella scena politica italiana, con sondaggi e analisi in continua evoluzione fino alle elezioni
Alessandra Ghisleri su Stampa

Contro i magistrati. Giuseppe Conte ha lanciato un duro attacco contro l’attuale governo, accusandolo di delegittimare i magistrati e di indebolire la lotta all’antimafia e le norme anticorruzione. Dopo il pentimento dell’ex boss dei Casalesi, Sandokan, e l’introduzione di un test “beffa” per l’ingresso in magistratura, Conte invita a una mobilitazione sia dentro che fuori il Parlamento. Critica la riforma giudiziaria e la cancellazione del Superbonus edilizio, considerandola una vendetta politica che ignora i benefici economici della misura. Infine, esprime la necessità di una legge sul conflitto di interessi e dichiara che il Movimento 5 Stelle si pone l’obiettivo di cambiare la politica, evitando candidature di comodo
Carmelo Lopapa su Repubblica

Mattarella chiama Salis. l presidente italiano Sergio Mattarella ha chiamato il padre di Ilaria Salis, un’insegnante e attivista antifascista detenuta in Ungheria, esprimendo vicinanza e promettendo di interessarsi personalmente alla vicenda in seguito a una lettera ricevuta. Roberto Salis ha sollevato la questione della disparità di trattamento tra la figlia e un altro italiano accusato dello stesso reato, che ha potuto godere degli arresti domiciliari a Milano e poi è stato rilasciato. Mattarella ha riconosciuto la disparità e menzionato la diversità tra i sistemi giudiziari italiano e ungherese, evidenziando l’impatto sulla pubblica opinione e le sue limitate capacità operative. Il presidente cercherà attraverso il governo di esercitare un’influenza morale per rafforzare l’azione diplomatica, dovendosi limitare ai poteri conferitigli dalla sua carica, escludendo interventi diretti in materia di estradizione
Marzio Breda su Corriere della Sera

Il codice del Colle. Sergio Mattarella, in qualità di Presidente della Repubblica italiana e garante dei valori costituzionali, sta usando una serie di esempi concreti per mostrare l’importanza del suo ruolo: dai recenti casi di supporto alla preside di Pioltello e alla famiglia di Ilaria Salis, vittima di soprusi in Ungheria, fino alle critiche sul trattamento dei detenuti e la violenza contro gli studenti. Il suo impegno nella difesa dei principi democratici e del rispetto dei diritti umani viene spesso frainteso come opposizione al governo in carica. Tuttavia, Mattarella continua a collaborare istituzionalmente, appoggiando iniziative bipartisan e promuovendo un’identità nazionale condivisa basata sul rispetto della Costituzione, come dimostra la sua partecipazione a commemorazioni come quella del 25 aprile per le vittime del nazismo.
Ugo Magri su Stampa

Il Ramadan di La Russa. Ignazio La Russa, presidente del Senato, insiste sul rispetto delle regole in risposta alla chiusura di una scuola per il Ramadan, un’azione che non allinea con la legislazione attuale secondo il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Nel frattempo, Salvini e Valditara propongono un limite del 20-30% per la presenza di studenti stranieri in classe, misura criticata dal mondo imprenditoriale veneto per potenziali ripercussioni sull’integrazione. Il presidente Mattarella ha minimizzato l’incidente di Pioltello, lodando il lavoro degli insegnanti, mentre La Russa è distratto dalla politiche per le elezioni europee, dove auspica una maggioranza di centrodestra che influenzi l’Europa in linea con i valori italiani. Egli mira a mantenere una posizione neutrale come presidente del Senato, ma non manca di esprimere i propri auspici politici.
Simone Rosellini su Stampa

Legione straniera. L’Esercito Italiano sta prendendo in considerazione l’ipotesi di reclutare giovani stranieri residenti in Italia per integrare le forze armate, offrendo loro la cittadinanza al termine del servizio. Questa strategia risponde alla necessità di rimpiazzare le carenze di arruolamenti, soprattutto di personale giovane, e segue iniziative simili in altri paesi come gli Stati Uniti, la Francia e la Spagna. La Legione Straniera proposta non è nuova all’Europa e riflette la crisi di reclutamento che affligge anche altri paesi come la Germania. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, supporta l’ingresso di forze giovani e omogenee in un contesto internazionale teso e l’arruolamento di professionalità tecnologiche specifiche come esperti informatici e hacker. Nel frattempo, l’approvazione di leggi come la 119/2022 ha bloccato la riduzione degli organici, ma sottolinea la necessità di personale più giovane rispetto ai 160 mila effettivi attuali tra le varie forze armate italiane
Francesco Ridolfi su Il Fatto Quotidiano

Antisemitismo e università. Il dialogo di Andrea Malaguti con Gustavo Zagrebelsky tocca la questione dell’antisemitismo e della libertà accademica in relazione a recenti proteste presso le università italiane contro accordi con atenei israeliani. Zagrebelsky esprime preoccupazione per la possibile deriva antisemita tra i giovani che protestano e sottolinea l’importanza di distinguere tra il governo israeliano, il sionismo e l’ebraismo. Argomenta la necessità di un dialogo aperto con i giovani, ma critica una certa supponenza nel confronto e la mancanza di fiducia. Il problema dell’influenza politica nella ricerca scientifica viene anche sottolineato, con il riferimento a Primo Levi quale monito agli scienziati sulla responsabilità etica delle loro scoperte. Infine, Zagrebelsky chiarisce che non deve esserci tolleranza per il terrorismo e invita a difendere l’autonomia e l’etica della ricerca scientifica contro tentativi di strumentalizzazione politica
Andrea Malaguti su Stampa

Sandokan. L’ex boss della camorra Francesco Schiavone, noto come “Sandokan”, ha iniziato a collaborare con la giustizia e si prevede che rivelerà i nomi di imprenditori e politici legati al clan dei Casalesi. Dopo i primi cinque interrogatori e con incontri previsti due volte a settimana, Schiavone potrebbe anche fornire dettagli sulle stragi di mafia degli anni ’90 e sul coinvolgimento della massoneria. La sua collaborazione potrebbe rivelare la rete di investimenti del clan, possibile il coinvolgimento in appalti pubblici e i sistemi di riciclaggio del denaro, e contribuire a chiarimenti sugli appalti nel settore ferroviario, dove un omonimo di Schiavone è già sotto processo. Il periodo di sei mesi stabilito dalla legge sarà cruciale per l’indagine e potrebbe portare a nuovi sviluppi nei casi di storici assassinii mafiosi
Dario del Porto su Repubblica

COMMENTI E CONTRIBUTI

Nuova politica industriale. La politica industriale europea, dopo un periodo di scarso interesse, è diventata nuovamente un tema centrale. Affrontando tre sfide principali: il sottoutilizzo del mercato unico, le dimensioni insufficienti delle imprese e il distacco dalla frontiera tecnologica, si punta ad un modello produttivo rinnovato. È necessario eliminare la concorrenza fiscale tra Stati membri e semplificare le procedure grazie al digitale per consentire alle imprese di crescere e diventare più innovative. Tuttavia, l’investimento nell’innovazione in Europa è insufficiente e i mercati finanziari non sono abbastanza profondi per sostenere le imprese di media dimensione. Nonostante la presenza di programmi europei per la politica industriale, si riscontra una mancanza di risorse finanziarie significative, e ci si affida troppo alle regolamentazioni anziché a finanziamenti solidi, un ostacolo importante per il rinnovamento della produttività industriale e per mantenere la competitività internazionale dell’UE
Marcello Messori su Sole 24 Ore

Volodymyr. L’Ucraina sta affrontando un momento difficile in cui mancano non solo armi e munizioni, ma anche prospettive di futuro. L’anticipata controffensiva estiva non ha portato i risultati sperati e Zelensky si trova isolato davanti a continue perdite e bombardamenti. Il licenziamento del suo consigliere di fiducia e amico di lunga data, Serhiy Shefir, segna un cambiamento nell’amministrazione ucraina. La posizione di Zelensky si va radicalizzando con la guerra diventata una costante; l’opinione pubblica ora celebra i generali militari e l’Ucraina si prepara alla difesa. Nonostante il supporto popolare, il 39% preferirebbe una tregua e la nuova legge sulla mobilitazione è osteggiata dal 78% della popolazione, segno di un crescente disagio interno.
Anna Zafesova su Stampa

Convivere. David Grossman, scrittore e figura notevole del campo della pace israeliano, propone in un contesto di conflitto persistente con Hamas, un percorso di pace che include i palestinesi negli Accordi di Abramo. Questi accordi, siglati nel 2020 tra Israele e alcuni Stati arabi, potrebbero offrire una base per una convivenza pacifica e sicura, estendendo gli accordi di pace già esistenti e rivitalizzando quelli di Oslo. Grossman suggerisce che ciò potrebbe prevenire l’obiettivo di Hamas di istituire uno Stato islamico e insistere nel percorso verso uno Stato palestinese laico e moderno. Mentre la proposta sembra lontana dalle realtà quotidiane della guerra, la storia ha dimostrato che cambiamenti radicali possono verificarsi rapidamente in Medio Oriente; il successo dell’iniziativa dipende dal coraggio dei leader di osare verso il riconoscimento reciproco e la co-costruzione di un futuro comune
Maurizio Molinari su Repubblica

L’inganno del voto europeo. Candidare la persona sbagliata al Parlamento europeo costituisce un inganno sia per gli elettori che per il candidato stesso, spesso scelto per la sua popolarità in campi non politici, come lo spettacolo o lo sport, ignorando la competenza e la conoscenza delle questioni internazionali. Le elezioni europee sono trattate dai partiti più come una misurazione della forza interna piuttosto che come un’opportunità per affrontare le tematiche cruciali del futuro dell’UE. Gli eurodeputati italiani dovrebbero lavorare uniti nelle istituzioni europee promuovendo gli interessi nazionali ma spesso vengono scelti per ragioni di convenienza o risarcimento politico interno al partito. La campagna elettorale trascura l’importanza della rappresentanza nell’UE, mentre l’esperienza e la competenza dovrebbero avere la priorità per evitare danni al paese e sfruttare la legislatura per affrontare sfide come la transizione energetica e la regolamentazione dell’intelligenza artificiale.
Ferruccio de Bortoli su Corriere della Sera

Sgambetto. Il presidente italiano Sergio Mattarella ha chiamato Roberto Salis, padre dell’insegnante Ilaria detenuta in Ungheria, promettendo impegno sul caso, sollevando interrogativi sull’indipendenza della giustizia. Il padre di Ilaria sta cercando aiuto per liberarla, ma esprime dubbi sulle azioni che potrebbero irritare le autorità ungheresi e incidere sul procedimento giudiziario. Critiche sono mosse anche contro l’atteggiamento del Quirinale, che sembra più un tentativo di distanziarsi dal governo che un intervento nel miglior interesse della detenuta, ignorando altre ingiustizie in Italia. Alcuni temono che la situazione di Ilaria possa diventare uno strumento politico e complicare il suo rilascio.
Maurizio Belpietro su La Verita’

Giallo. Il caso Striano si complica dopo il suicidio del tenente colonnello Omar Pace nel 2016, che potrebbe essere legato alle indagini sul caso spioni in cui il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano è coinvolto. Pace lavorava con Striano in attività di monitoraggio attraverso le Segnalazioni di operazioni sospette (SOS), ma la sua morte, a quel tempo attribuita a motivi personali, è ora oggetto di nuovi dubbi, specialmente da parte della sua vedova che non crede all’ipotesi del suicidio. Le rivelazioni di Striano hanno messo in luce possibili irregolarità nell’uso delle SOS. Il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, cerca di fare chiarezza sulla vicenda, mentre aumenta l’attenzione sulla condotta dei diretti superiori di Striano e le implicazioni di potere. Striano ora cerca di limitare le accuse contro di sé, insistendo che il suo ruolo era limitato allo scambio di informazioni, ma indagini più approfondite potrebbero rivelare di più sullo scambio inappropriato di informazioni e su possibili reati più gravi.
Luigi Bisignani su Tempo

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