Rassegna stampa 4 luglio

SICUREZZA

Joint venture. Leonardo e Rheinmetall si sono unite per aggiudicarsi i futuri contratti per centinaia di veicoli blindati, per un valore fino a 20 miliardi di euro nell’arco di oltre un decennio. Le due aziende hanno dichiarato mercoledì di aver costituito una joint venture con l’obiettivo di gestire le future commesse per lo sviluppo di carri armati e veicoli da combattimento di fanteria basati rispettivamente sui modelli Panther e Lynx di Rheinmetall. L’accordo, che richiede l’approvazione della Commissione Europea, è una notizia positiva per Leonardo perché pone fine all’incertezza del mese scorso sulle future collaborazioni internazionali, che sono una priorità per l’AD Roberto Cingolani, ha commentato Martino De Ambroggi, analista di Equita Sim.
su wsj.com

Accordo da 20 miliardi. Leonardo e Rheinmetall hanno annunciato una joint venture da 20 miliardi di euro per sviluppare e produrre un carro armato di quarta generazione per l’esercito italiano. Questa collaborazione, che si estenderà per 15 anni, arriva in un periodo di riarmo in Europa a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. Si prevede che l’accordo comporti la produzione di centinaia di carri armati e veicoli da combattimento, con la possibilità di includere fino a 1.000 veicoli blindati Lynx e oltre 280 carri armati Panther. La joint venture, con sede in Italia, mira a definire una “road map” per la partecipazione al futuro sistema europeo di combattimento terrestre principale, sviluppato inizialmente da Francia e Germania dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Robert Lea su Times

60% della produzione in Italia. Leonardo e Rheinmetall hanno siglato un accordo per una joint venture paritetica nel settore dei sistemi di difesa terrestre, con l’obiettivo di sviluppare un approccio industriale e tecnologico europeo. La nuova joint venture, con sede in Italia, gestirà la produzione di nuovi carri armati pesanti e veicoli blindati di fanteria per l’Esercito italiano. Leonardo avrà un ruolo significativo nella produzione, in particolare per l’elettronica e le torrette dei carri armati. L’accordo mira a posizionare la joint venture come leader nei programmi italiani Mbt e Aics e come partecipante nel futuro Main ground combat system europeo. La produzione sarà in Italia con una partecipazione italiana del 60%, in attesa dell’approvazione delle autorità antitrust. «Consideriamo questo accordo un contributo fondamentale verso la creazione di uno spazio della difesa europeo», ha detto l’AD Roberto Cingolani. La nota congiunta spiega che «la joint venture sarà il Lead system integrator, prime contractor e system integrator in entrambi i programmi italiani Mbt e Aics e definirà anche la roadmap per la partecipazione nel futuro Main ground combat system (Mgcs) europeo». «Leonardo e Rheinmetall stanno unendo le forze per realizzare progetti ambiziosi», ha commentato Armin Papperger, AD di Rheinmetall, ieri a Roma.
Gianni Dragoni su Sole 24 Ore

Carro armato europeo. Leonardo ha siglato un’intesa con la tedesca Rheinmetall per formare un’alleanza nella produzione dei carri armati Panther e dei veicoli corazzati Lynx, destinati all’Esercito italiano. L’accordo, che potrebbe valere oltre 20 miliardi di euro in 15 anni, prevede che il 60% della produzione avvenga in Italia, con Leonardo che svilupperà sistemi di missione e integrazione di sistemi di armamento. Questa joint-venture mira a rafforzare la difesa italo-tedesca e a posizionarsi per il progetto di un carro armato europeo, competendo con la franco-tedesca Knds. Rheinmetall, con una forte presenza in Italia, vede l’accordo come un passo verso la modernizzazione dei sistemi di combattimento in Europa. «Le sinergie industriali e tecnologiche tra Leonardo e Rheinmetall — ha detto il ceo Roberto Cingolani — rappresentano un’opportunità unica per sviluppare carri armati e veicoli di fanteria all’avanguardia. Consideriamo questo accordo un contributo fondamentale verso la creazione di uno spazio della difesa europeo».
Francesco Bertolino e Daniela Polizzi su Corriere della Sera

Dal Panther al nuovo carro. La società tedesca di armi Rheinmetall ha fondato una joint venture con il suo concorrente italiano Leonardo per costruire un nuovo carro armato e altri sistemi di fanteria per le forze armate italiane. Lo hanno annunciato mercoledì le aziende. I nuovi sistemi d’arma saranno basati sul carro armato da battaglia Panther della Rheinmetall e sul veicolo da combattimento della fanteria Lynx. Allo stesso tempo, la joint venture avrà sede in Italia, dove avrà luogo anche l’assemblaggio finale, così come la consegna e la logistica. Secondo gli annunci dell’azienda, il 60 per cento dei lavori si svolgerebbe in Italia. Rheinmetall impiega attualmente circa 1.400 persone in tre filiali italiane. “Le sinergie tecnologiche e industriali tra Leonardo e Rheinmetall rappresentano un’opportunità unica per sviluppare carri armati e veicoli di fanteria all’avanguardia”, ha affermato l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani. L’azienda italiana della difesa ha recentemente compiuto una svolta di 180 gradi nel settore dei carri armati. Come concordato a dicembre, Leonardo voleva costruire con il produttore franco-tedesco KNDS una versione italiana del Leopard per le forze armate italiane. Il Parlamento italiano aveva già approvato il corrispondente contratto da un miliardo di dollari.
su Frankfurter Allgemeine

Cooperazione strategica. L’Italia vuole ordinare più di 550 carri armati alla società tedesca di armi Rheinmetall per circa 20 miliardi di euro. L’ordine più grande nella storia dell’azienda riguarda 200 carri armati principali Panther e 350 veicoli da combattimento di fanteria Lynx. Rheinmetall e Leonardo hanno firmato un accordo di cooperazione strategica per la costruzione congiunta di veicoli da combattimento e una possibile partecipazione al futuro carro armato europeo Main Ground Combat System (MGCS). Il protocollo d’intesa prevede la costituzione di una joint venture paritetica con sede in Italia. L’Italia ha bisogno di rimpiazzi per il veicolo da combattimento della fanteria Dardo e per il carro armato principale Ariete. La Rheinmetall è disposta a concedere al Paese una quota maggiore della produzione in entrambi i progetti. L’accordo prevede che la tecnologia di base provenga da Rheinmetall. I sistemi di missione, l’elettronica e l’integrazione delle armi sono sviluppati e prodotti da Leonardo. Le linee di assemblaggio finale, i test di omologazione, le attività di consegna e il supporto logistico sono svolte dall’Italia con una quota manifatturiera del 60%.
su Börsen-Zeitung

Borsa tedesca su. Dopo le perdite del giorno precedente, mercoledì il Dax è riuscito a guadagnare nuovamente. Ha registrato un aumento dell’1,2% a 18.375 punti. L’Euro Stoxx 50 è salito dell’1,2% a 4.966 punti. Il mercato è stato sostenuto dalle indicazioni positive di Wall Street, mentre le incertezze politiche, dovute soprattutto al secondo turno delle elezioni parlamentari in Francia, hanno frenato l’incremento. Tuttavia, data la tipica debolezza estiva, il mercato continua ad essere senza direzione. Dopotutto, il Dax è riuscito a superare la linea della media mobile a 21 giorni intorno ai 18.300 punti, che è considerata un indicatore della tendenza a breve termine.
su Börsen-Zeitung

Creazione di uno spazio europeo di difesa. L’Italia ha scelto Rheinmetall per l’acquisto di nuovi mezzi blindati, con una commessa che si estenderà per quindici anni e che potrebbe valere circa 20 miliardi di euro. La fornitura includerà almeno 350 veicoli blindati Lynx e oltre 200 carri armati Panther. Questa mossa segue la rottura del rapporto con il consorzio franco-tedesco KNDS, con Leonardo che ora punta a un partenariato con Rheinmetall. È stato firmato un protocollo d’intesa per la creazione di un’impresa comune per lo sviluppo e la commercializzazione del nuovo carro armato principale e della piattaforma Lynx per l’esercito italiano. L’accordo è visto come un passo importante verso la creazione di uno spazio europeo di difesa, con la possibilità che l’Italia possa in futuro partecipare anche al progetto franco-tedesco del carro armato del futuro.
Emmanuel Grasland su Echos

Programma franco tedesco incerto. I costruttori europei di carri armati sono nuovamente coinvolti in una intensa competizione. Il gruppo franco-tedesco KNDS sta sviluppando nuove versioni dei suoi carri armati Leopard e Leclerc, mentre Rheinmetall e Leonardo si sono alleati per fornire un nuovo modello all’esercito italiano. La richiesta italiana di “italianizzare” il carro Leopard ha portato al fallimento delle trattative con KNDS, spingendo Leonardo a collaborare con Rheinmetall, che ha sviluppato il prototipo Panther KF51. Questa nuova alleanza ha dato vita a una rinnovata competizione tra i produttori europei, con KNDS che sta aggiornando i suoi carri con nuove tecnologie in risposta alle lezioni apprese dal conflitto ucraino. Il futuro del programma MGCS franco-tedesco rimane incerto, mentre altri paesi come la Polonia guardano altrove, ordinando carri dalla Corea del Sud.
Anne Bauer su Echos

Svolta, esclusa Parigi, asse Roma Berlino. Per l’industria della difesa europea arriva una svolta significativa con la firma di un accordo tra Leonardo e Rheinmetall per lo sviluppo e la produzione di nuovi carri armati in Italia, un’intesa da 23 miliardi di euro che esclude Parigi e rafforza il legame tra Roma e Berlino. Questo accordo prevede la produzione di 270 carri armati e mille veicoli cingolati da combattimento, con un forte impatto sulle capacità militari italiane e sulla creazione di un settore difensivo europeo più integrato. Il nuovo tank, basato sul KF51 Panther di Rheinmetall, sarà una piattaforma digitale avanzata con capacità di gestire droni e dotato di protezione attiva contro missili e droni. L’accordo, che ha visto la rottura di Leonardo con il consorzio franco-tedesco Knds, potrebbe innescare ulteriori collaborazioni italo-tedesche in altri settori della difesa e influenzare l’intera industria della difesa italiana. «Le sinergie industriali e tecnologiche tra Leonardo e Rheinmetall — ha detto l’AD Roberto Cingolani — rappresentano un’opportunità unica per sviluppare carri armati e veicoli di fanteria all’avanguardia. Consideriamo questo accordo un contributo fondamentale verso la creazione di uno spazio della difesa europeo».
Gianluca De Feo su Repubblica

Collaborazione strategica. Leonardo ha stretto un’alleanza con Rheinmetall per formare una joint venture paritetica mirata allo sviluppo di sistemi di difesa terrestre, in particolare carri armati pesanti. Questa collaborazione è strategica sia per i contratti dell’Esercito Italiano, del valore di 20 miliardi in 10 anni, sia per l’export internazionale, e si inserisce nel programma europeo Main Ground Combat System. L’accordo, che prevede che il 60% delle attività sia realizzato in Italia, è un passo importante nel piano industriale di e rafforza la posizione di Leonardo nei grandi programmi europei per la difesa. «Le sinergie industriali e tecnologiche tra Leonardo e Rheinmetall – ha commentato l’AD Roberto Cingolani – rappresentano un’opportunità unica per sviluppare carri armati e veicoli di fanteria all’avanguardia. L’accordo è un contributo fondamentale verso la creazione di uno spazio della difesa europeo».
su Stampa

Opportunità unica. Leonardo e Rheinmetall hanno annunciato un’alleanza strategica per lo sviluppo di una nuova generazione di carri armati e sistemi di difesa terrestre, con la creazione di una joint venture paritetica. L’accordo mira a posizionarsi per i megacontratti dell’esercito italiano, del valore di circa 20 miliardi di euro in 10 anni, e per il mercato internazionale, con particolare attenzione al programma europeo per il carro armato pesante Main Ground Combat System. La produzione sarà per il 60% in Italia, con l’obiettivo iniziale di sviluppare il nuovo carro armato italiano e il sistema di combattimento per la fanteria Lynx. «Le sinergie industriali e tecnologiche tra Leonardo e Rheinmetall – commenta l’AD Roberto Cingolani – rappresentano un opportunità unica per sviluppare carri armati e veicoli di fanteria all’avanguardia. Consideriamo questo accordo un contributo fondamentale verso la creazione di uno spazio della difesa europeo». Insieme le due società uniscono le forze per «realizzare progetti ambiziosi», sottolinea il Ceo di Rheinmetall Armin Papperger.
su Messaggero

Modernizzare le forze di terra. L’Italia ordina carri armati, veicoli e servizi per 20 miliardi di euro. Il prezzo delle azioni della società di difesa è aumentato di oltre il 4%. La società di armamenti Rheinmetall si trova ad affrontare la più grande commessa della sua storia. Come hanno riferito all’Handelsblatt due addetti ai lavori del settore, lo Stato italiano vuole ordinare il carro armato da battaglia Panther sviluppato dalla Rheinmetall e il veicolo da combattimento della fanteria Lynx. Il gruppo vuole creare una joint venture con il produttore italiano Leonardo. Si prevede che l’ordine, della durata di 15 anni, avrà un volume di circa 20 miliardi di euro. L’Italia vuole modernizzare completamente le sue forze di terra con almeno 350 veicoli da combattimento di fanteria Lynx e più di 200 carri armati Panther. Secondo il rapporto di Handelsblatt entrambe le società hanno confermato ufficialmente in un comunicato la costituzione della joint venture. Il capo della Rheinmetall, Armin Papperger, ha affermato che entrambe le società desiderano servire il mercato italiano e quello di altri paesi partner. “Le sinergie tecnologiche e industriali tra Leonardo e Rheinmetall rappresentano un’opportunità unica per sviluppare carri armati e veicoli di fanteria all’avanguardia”, ha citato nella nota il capo di Leonardo, Roberto Cingolani.
su Handelsblatt

Il carro del futuro. A Parigi gli avversari si tenevano d’occhio. A sinistra le ultime versioni del Leopard 2 e del francese Leclerc della KNDS, a destra il Panther della Rheinmetall. Tutti e tre attiravano la folla all’Eurosatory, la più grande fiera commerciale di armi al mondo. La costruzione di serbatoi è un settore europeo e tale dovrebbe rimanere anche in futuro. E il futuro nella costruzione di carri armati significa, soprattutto, armature più forti, ancora più elettronica e cannoni nella torretta che possono mirare, caricare e sparare senza l’intervento dell’uomo. Gli avversari KNDS e Rheinmetall dovrebbero quindi sviluppare insieme un carro armato superlativo. “Main Ground Combat System” (MGCS) è il nome del progetto commissionato dai governi tedesco e francese. Il nuovo sistema dovrebbe entrare in vigore intorno al 2040. L’obiettivo non è solo quello di sviluppare un nuovo carro armato. L’MGCS ha lo scopo di consentire un tipo di guerra completamente nuovo rendendo il carro armato la pietra angolare di un sistema di droni e veicoli di supporto automatizzati che condividono dati e agiscono in modo coordinato.
su Handelsblatt

handelsblatt.com
03-07-2024 Italien will mehr als 550 Panzer bei Rheinmetall bestellen

Impresa paritetica. Leonardo e Rheinmetall hanno deciso di formare una joint venture per la produzione di carri armati e altri sistemi di difesa terrestre. Il primo obiettivo dell’impresa paritetica, che avrà sede in Italia, sarà quello di sviluppare il Main Battle Tank italiano e il Sistema di combattimento blindato per la fanteria per l’Esercito italiano, si legge in un comunicato congiunto. “Le sinergie tecnologiche e industriali tra Leonardo e Rheinmetall rappresentano un’opportunità unica per sviluppare Main Battle Tank e veicoli di fanteria all’avanguardia”, ha dichiarato l’AD di Leonardo Roberto Cingolani dopo l’accordo. “Consideriamo questo accordo un contributo fondamentale alla creazione di uno spazio europeo della difesa”.
su reuters.com

Un accordo da 15 anni. Leonardo e Rheinmetall hanno formato una joint venture paritetica per la produzione di carri armati Panther e Lynx, con un valore contrattuale di circa 20 miliardi di euro e una durata di 15 anni. L’accordo, che prevede la produzione in Germania e l’assemblaggio in Italia, rafforza la collaborazione difensiva tra Italia e Germania e si inserisce nel più ampio Piano d’azione italo-tedesco. Questa mossa segue il fallimento di un precedente accordo tra Leonardo e il consorzio franco-tedesco Knds per la produzione congiunta di carri armati, e mira a contribuire alla sicurezza europea. La joint venture si occuperà anche dello sviluppo del futuro carro armato Mbt, mentre il Panther è già pronto e dotato di tecnologie avanzate. L’AD Roberto Cingolani ha definito l’intesa raggiunta ieri «un contributo fondamentale alla creazione di uno spazio di difesa europeo».
Francesco de Felice su Giornale

Difesa come diplomazia internazionale e pace. Il Ministro della Difesa Guido Crosetto esprime orgoglio per l’accordo, sottolineando l’importanza della difesa come strumento di diplomazia internazionale e pace. «Le sinergie industriali e tecnologiche tra Leonardo e Rheinmetall» ha commentato il numero uno di Leonardo Roberto Cingolani, che ieri ha visto il suo piano realizzarsi «rappresentano un’opportunità unica per sviluppare carri armati e veicoli di fanteria all’avanguardia». «Insieme le due società uniscono le forze per realizzare progetti ambiziosi» gli fa eco il ceo della tedesca Rheinmetall, Armin Papperger, «vogliamo stabilire insieme nuovi standard e aprire le porte a una nuova generazione di tecnologie all’avanguardia per veicoli da combattimento, in e per l’Europa. In questo modo ci rivolgiamo al mercato italiano e ad altri Paesi partner che han bisogno di modernizzazione nel campo dei sistemi di combattimento».
Benedetta Vitetta su Libero Quotidiano

Triangolo della Difesa. L’Italia e la Germania hanno siglato un importante accordo strategico nel settore della difesa, con Leonardo e Rheinmetall che collaboreranno allo sviluppo di nuovi sistemi di combattimento terrestre, tra cui il Main battle tank Mbt e la piattaforma Lynx. Questo accordo completa il “triangolo della Difesa” dell’Italia, che già collabora con la Francia nello spazio e con il Regno Unito nell’aviazione, e si inserisce nel contesto più ampio della Difesa comune europea. L’intesa prevede lo sviluppo di tecnologie avanzate e mira a modernizzare l’esercito italiano, oltre a gettare le basi per un futuro carro armato europeo. In parallelo, iniziative finanziarie come la cooperazione tra il fondo europeo per gli investimenti e il fondo per l’innovazione della Nato stimolano ulteriori investimenti nel settore della difesa e della sicurezza in Europa.
Claudio Antonelli su La Verita’

Crescita. Leonardo e Rheinmetall hanno formato un’alleanza per produrre carri armati e veicoli di fanteria per l’Esercito italiano, con un accordo preliminare per una joint venture paritetica. La nuova società si occuperà dello sviluppo e della commercializzazione del Main Battle Tank (MBT) e del veicolo Lynx per il programma AICS, con attività principali basate in Italia. Si stima che l’accordo possa generare ordini per 20 miliardi di euro in dieci anni, con la produzione di 280 carri armati e mille cingolati. Questa collaborazione mira anche a contribuire alla creazione di uno spazio della difesa europeo e potrebbe partecipare al futuro Main Ground Combat System (MGCS) dell’Unione Europea. L’industria delle armi sta vivendo un periodo di crescita, con un aumento delle tensioni internazionali e previsioni di fatturato in forte aumento per Rheinmetall, mentre anche le azioni di Leonardo registrano significativi guadagni.
su Avvenire

Anche Giorgia di Bello su Italia Oggi, Francesca Gerosa su Mf, Sebastiano Canetta su Manifesto, Alberto Levi su Giorno – Carlino – Nazione

Il genio di Leonardo. L’Aerotech Academy di Pomigliano, un’iniziativa unica in Italia in collaborazione con l’Università Federico II, raddoppia i posti disponibili, accogliendo 50 nuovi studenti a ottobre per un laboratorio di ricerca avanzata presso Leonardo di Pomigliano. I 28 laureati dell’edizione precedente, tutti assunti da Leonardo dopo un programma di nove mesi con lezioni in inglese, hanno sviluppato progetti innovativi in aerospazio. L’Academy, parte dei Leonardo Lab, ha già assorbito 95 laureati dal 2020 e prevede l’apertura di una nuova sede in Puglia. Il prossimo bando selezionerà candidati per un corso che include formazione e project work su tecnologie avanzate, con un focus su sostenibilità e innovazione nel settore aerospaziale.
Pino Neri su Mattino Napoli

Pmi a lezione da Leonardo. L’iniziativa “A lezione da Leonardo” mira a qualificare oltre 50 PMI pugliesi nel settore aerospaziale, con il supporto del Distretto tecnologico aerospaziale (DTA) guidato da Giuseppe Acierno. Leonardo, azienda leader nei settori difesa e sicurezza, durante un workshop a Brindisi ha discusso le sfide produttive future, enfatizzando l’importanza di sviluppare una filiera di fornitura più ampia e qualificata. Le PMI pugliesi avranno l’opportunità di interagire con Leonardo, con l’obiettivo di rafforzare la filiera e affrontare le sfide del mercato degli elicotteri. La Regione Puglia, attraverso l’assessorato allo Sviluppo economico, sostiene l’iniziativa per rafforzare il settore aerospaziale, mentre a Grottaglie si discute ancora il futuro dello stabilimento di Leonardo, con tensioni tra sindacati e azienda riguardo la gestione dei dipendenti.
Luca Guerra su Repubblica Bari

Cassa per 13 settimane. Leonardo spa ha avviato la cassa integrazione ordinaria per 13 settimane a partire dal 29 luglio presso lo stabilimento di Grottaglie, dove si producono sezioni di fusoliera per il Boeing 787. Questa decisione segue una contrazione dei volumi produttivi dovuta alla crisi di Boeing e discussioni sulla diversificazione industriale del sito. I sindacati Fim, Fiom e Uilm, dopo una riunione con i vertici aziendali, hanno criticato la scelta di fermare le attività per 4 mesi, proponendo invece di mantenere una produzione ridotta per proteggere i lavoratori. Il segretario generale della Fim Cisl Taranto-Brindisi ha espresso preoccupazione per le conseguenze della chiusura e ha richiesto dettagli sul progetto del convertiplano AW609, insistendo sulla necessità di gestire il presente senza gravare sull’indotto e senza chiudere lo stabilimento.
su Gazzetta del Mezzogiorno

Piloti caccia. Su RaiDue quarta e ultima puntata di “Piloti Caccia – International Flight Training School”, docuserie prodotta da Panamafilm in collaborazione con Aeronautica Militare, Leonardo, Difesa Servizi e con il contributo di CAE Defense & Security. Il programma racconta un anno di vita nella scuola di addestramento avanzato al volo presso la base militare di Decimomannu (Cagliari), punto di riferimento mondiale per il training dei piloti dei caccia di nuova generazione con il velivolo M-346 e i più moderni simulatori.
su RAI 2

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Rate fino a dieci anni. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al decreto di riforma della riscossione, estendendo a 10 anni il periodo di dilazione per i contribuenti in difficoltà economiche. Il nuovo sistema prevede una maggiore flessibilità nel recupero dei crediti, inclusa la possibilità di cartolarizzazioni, e mira a velocizzare le procedure abbandonando progressivamente il sistema del ruolo e della cartella esattoriale. Viene introdotto un meccanismo di discarico automatico per i crediti inesigibili dopo cinque anni dall’affidamento e sono previste condizioni più ampie per l’impugnazione di atti di contestazione. Inoltre, l’agente della riscossione potrà concedere piani di rateizzazione più lunghi, fino a 120 rate mensili, a seconda della situazione finanziaria del contribuente. La riforma mira anche a una riduzione del “magazzino” di crediti inesigibili, che ammonta a oltre 1.200 miliardi di euro, attraverso una commissione incaricata di valutare e cancellare i ruoli inesigibili.
Giovanni Parente su Sole 24 Ore

Controlli preventivi. Il Consiglio dei Ministri ha approvato una riforma che mira a cambiare radicalmente l’approccio ai controlli sulle imprese, privilegiando la prevenzione rispetto alle verifiche a posteriori. Le imprese saranno suddivise in classi di rischio in base a parametri generali e individuali, con quelle certificate per la qualità considerate meno a rischio. È previsto un “diritto all’errore” per violazioni formali minori, che possono essere sanate senza sanzioni entro 20 giorni dalla notifica. Inoltre, verrà introdotto un fascicolo informatico d’impresa per raccogliere dati e documenti utili ai controlli, e le imprese in regola godranno di una moratoria di dieci mesi dai controlli successivi. Queste misure mirano a semplificare la burocrazia e a non disturbare inutilmente chi produce.
Gianni Trovati su Sole 24 Ore

L’impresa non è nemica. Il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo mira a riformare i controlli pubblici entro il 2025, rendendoli più efficaci e meno ostacolanti per le imprese, senza ridurre la loro quantità. La riforma, che segue i principi del PNRR, punta a un cambio di indirizzo nelle attività di controllo, passando da una logica sanzionatoria a una preventiva e collaborativa. Zangrillo, con esperienza nel settore imprenditoriale, sostiene che l’impresa non deve essere vista come nemica della Pubblica Amministrazione. La riforma prevede un censimento delle attività di controllo per eliminare ridondanze e iniziative obsolete, e introduce il fascicolo elettronico d’impresa per ridurre la burocrazia. Infine, si punta a una formazione specifica per gli ispettori e all’introduzione di violazioni sanabili per errori formali non gravi.
Gianni Trovati su Sole 24 Ore

Pnrr, più spesa o saltano i conti. Durante un vertice a Palazzo Chigi, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha lanciato un monito ai ministri e ai sindaci: è essenziale accelerare la spesa prevista dal Pnrr per evitare che i conti pubblici non rispettino le traiettorie previste. Il rispetto della programmazione di spesa è cruciale per i futuri impegni finanziari dell’Italia con l’UE. Alcune amministrazioni non hanno rispettato le scadenze per l’aggiornamento dei dati sugli investimenti, portando a un ultimatum fissato al 23 luglio. In parallelo, Giorgetti ha sottolineato la necessità di una nuova spending review per finanziare nuovi interventi, segnalando ai ministri la necessità di ulteriori tagli di spesa.
Giuseppe Colombo su Repubblica

Nomine. Il processo di nomina dei vertici per alcune importanti società partecipate italiane è in fase di stallo, con rinvii per Invimit e Consip e incertezze per la Cdp. L’assemblea degli azionisti di Invimit, la società di gestione degli investimenti immobiliari pubblici, è stata posticipata al 9 luglio, con la probabile riconferma del presidente Trifone Alfieri e speculazioni sull’ingresso di Stefano Scalera. Per la Cdp, si cerca ancora di rispettare la quota di genere nel consiglio di amministrazione, con l’ex presidente Lucia Calvosa confermata e altre nomine femminili in discussione, tra cui potrebbe emergere il nome di Giovanna Della Posta. Intanto, Cinecittà vede un tandem femminile al comando, con Chiara Sbarigia riconfermata presidente e Manuela Cacciamani nominata AD. Infine, si attende il passaggio di consegne alla Covip, con Antonio Maria Rinaldi pronto a succedere a Francesca Balzani.
Angelo Ciardullo su Mf

Piazza Affari su. Piazza Affari ha registrato un significativo rialzo dell’1,09%, trainata dall’ottimismo degli investitori dovuto a una minore tensione sulle elezioni francesi e alla speranza in una politica più espansiva delle banche centrali, in particolare la Federal Reserve americana. L’interesse per i titoli finanziari è cresciuto, come dimostra l’aumento di Unipol nel capitale di Bper Banca. Le borse europee hanno mostrato una ripresa dell’appetito per il rischio, con riduzioni degli spread e un calo dei rendimenti dei titoli di Stato. La situazione politica in Francia suggerisce un periodo di stallo, ma ciò potrebbe beneficiare le azioni europee nel breve-medio termine. Infine, si prevedono ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE entro l’anno, mentre i rendimenti dei titoli di Stato USA sono in calo, influenzando positivamente anche i BTp italiani.
Maximilian Cellino su Sole 24 Ore

Obiettivo raggiunto. Lufthansa può unirsi alla compagnia aerea italiana ITA. Dopo negoziati e revisioni durati quasi un anno e mezzo, mercoledì la Commissione europea ha concesso l’approvazione condizionata. Come primo passo, il più grande gruppo aeronautico europeo vuole rilevare il 41% di ITA dallo Stato italiano per 325 milioni di euro. Nelle fasi successive verranno rilevati un ulteriore 49% e un altro 10%. Prima che Lufthansa possa farlo, il gruppo deve prima soddisfare i requisiti. Ciò include la fornitura di circa 200 slot di decollo e atterraggio a settimana all’aeroporto di Milano-Linate. Inoltre, Lufthansa deve aiutare i concorrenti a creare un’offerta competitiva su varie rotte a corto e lungo raggio. Il gruppo vuole soddisfare i requisiti entro la fine dell’anno. L’amministratore delegato della Lufthansa Carsten Spohr ha accolto con favore la notizia in un’intervista alla FAZ. il rilascio da Bruxelles. “In molte transazioni, una persona vince e un’altra perde.
Christian Schubert su Frankfurter Allgemeine

Semaforo verde da Bruxelles. La Commissione Europea ha dato il via libera condizionato all’acquisizione di una quota di minoranza di Ita Airways da parte di Lufthansa, dopo più di un anno di trattative. Per procedere, Lufthansa dovrà versare 325 milioni di euro e rispettare alcune condizioni per preservare la concorrenza, come rilasciare slot aeroportuali e permettere l’ingresso di concorrenti su alcune rotte. Il Ministro dell’Economia italiano ha dichiarato che non verranno più utilizzati fondi pubblici per Ita Airways e che l’accordo prevede ulteriori acquisizioni di capitale da parte di Lufthansa entro il 2029. Infine, ci sono state critiche da parte dei consumatori per la mancanza di chiarezza sui rimedi proposti e possibili danni ai passeggeri.
su Sole 24 Ore

Sfida alle low cost. La nuova compagnia Ita Airways, succeduta ad Alitalia, punta a rafforzare la sua posizione nel mercato aereo affrontando la concorrenza delle low cost e mirando a incrementare i ricavi, soprattutto nel settore dei voli a lungo raggio. Con l’arrivo dei tedeschi guidati dall’ex pilota Carsten Spohr, Ita mira a ribaltare i risultati negativi del passato, che hanno visto lo Stato italiano spendere oltre 16 miliardi di euro dal 1974. L’obiettivo è di crescere sfruttando le potenzialità dell’aeroporto di Fiumicino e di espandere la flotta, attualmente composta da 96 aerei Airbus, per competere meglio a livello internazionale. Lufthansa, che ha investito 829 milioni per rilevare il 100% di Ita, si impegna a non richiedere ulteriori fondi statali dopo i miliardi persi con Alitalia, e mira a rendere la compagnia profittevole, migliorando i servizi per i consumatori.
Gianni Dragoni su Sole 24 Ore

Closing a novembre. Il presidente di ITA Airways, Antonino Turicchi, esprime ottimismo per il futuro della compagnia aerea dopo l’approvazione da parte dell’UE dell’accordo con Lufthansa. Le prescrizioni imposte dall’UE non ostacoleranno la crescita di ITA, che prevede di essere profittevole entro il 2024. L’accordo porterà benefici ai passeggeri italiani, con più collegamenti e sviluppo dell’hub di Fiumicino. Il closing dell’operazione è previsto per novembre, con un aumento di capitale e l’ingresso di ITA in Star Alliance. Turicchi sottolinea la solidità finanziaria di ITA e l’importanza degli investimenti infrastrutturali, come l’aeroporto di Fiumicino, nel contesto dell’accordo con Lufthansa.
Giorgio Pogliotti su Sole 24 Ore

Fiumicino. Il CEO di Lufthansa, Carsten Spohr, esprime soddisfazione per il piano di rilancio che prevede il ritorno in utile di ITA Airways in due anni, sottolineando l’importanza del supporto del governo italiano nelle trattative con la Commissione europea. Il processo di integrazione di ITA in Lufthansa e nelle alleanze di settore, come Star Alliance, richiederà un’armonizzazione dei voli e delle tariffe, ottimizzazione della flotta e delle infrastrutture digitali. Spohr chiede al governo italiano di mantenere il suo supporto nei primi anni di gestione e prevede che ITA raggiunga un margine di profitto dell’8%. Infine, sottolinea il ruolo strategico dell’hub di Fiumicino per i collegamenti con il Sud del mondo e ringrazia il governo italiano per il suo ruolo cruciale nel raggiungere l’accordo con l’Antitrust UE.
Leonard Berberi su Corriere della Sera

Rete. KKR, un fondo di investimento statunitense, ha realizzato il più grande investimento infrastrutturale in Europa, mettendo 3,8 miliardi di euro nella rete Telecom, parte di un valore aziendale complessivo di 18,8 miliardi. Il fondo ha una presenza significativa in diverse operazioni di infrastrutture digitali, detenendo la maggioranza in aziende di fibra ottica in Colombia, Cile, Olanda e Regno Unito, e partecipazioni minoritarie in Spagna e negli USA. Nel 2021, KKR ha acquisito il 37,5% di FiberCop, poi confluita nella Netco, con un pool di investitori internazionali e italiani. Il consiglio di amministrazione di FiberCop è dominato da KKR, che detiene la maggioranza degli amministratori, mentre il MEF italiano ha un ruolo di controllo strategico. KKR affronta una sfida significativa nel gestire un’infrastruttura strategica e vitale per l’Italia, con il primo test che sarà l’attuazione del piano industriale.
Antonella Olivieri su Sole 24 Ore

Apple e OpenAI. Apple ha consolidato la sua presenza nell’ambito dell’intelligenza artificiale entrando nel consiglio di amministrazione di OpenAI come osservatore, con Phil Schiller, responsabile dell’App Store, che assumerà questo ruolo. Questa mossa segue l’annuncio di Apple di integrare ChatGPT nei suoi dispositivi, segnando un cambiamento significativo nella relazione tra OpenAI e il suo principale finanziatore, Microsoft. Schiller avrà accesso alle dinamiche decisionali di OpenAI senza diritto di voto, il che potrebbe influenzare le future direzioni strategiche dell’azienda. La partnership tra Apple e OpenAI non è finanziaria, ma mira a portare ChatGPT a milioni di utenti iPhone, con potenziali benefici economici per entrambe le parti. Apple sta inoltre esplorando ulteriori collaborazioni con altre aziende AI sia in Occidente che in Cina.
Biagio Simonetta su Sole 24 Ore

Ex Ilva, truffa allo Stato. La vecchia gestione dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, è sotto indagine della Procura di Taranto per una presunta truffa ai danni dello Stato, legata alla falsificazione dei dati sulle emissioni di CO2. L’ex CEO Lucia Morselli e altri dirigenti sono accusati di aver dichiarato un numero di quote di emissione di CO2 inferiori a quelle effettivamente prodotte, ottenendo così un ingiusto vantaggio nell’assegnazione delle quote gratuite. Questo avrebbe portato a un risparmio di spese e a maggiori ricavi per l’azienda, per un valore complessivo di circa 517 milioni di euro. Le perquisizioni hanno interessato diverse regioni italiane e mirano a raccogliere prove attraverso sistemi informatici e dispositivi elettronici degli indagati. Il ministro Adolfo Urso ha commentato che la decisione di riprendere il controllo dell’ex Ilva tramite amministrazione straordinaria era giustificata.
Michelangelo Borrillo su Corriere della Sera

Tedeschi contro i dazi europei. L’industria automobilistica tedesca, rappresentata dalla Vda, si oppone ai nuovi dazi proposti dall’UE sulle auto elettriche cinesi, temendo ritorsioni da parte di Pechino che danneggerebbero i produttori europei e statunitensi. La Vda sollecita la Commissione Europea a riconsiderare la sua posizione, sottolineando l’importanza di garantire l’accesso alle materie prime essenziali per la transizione all’elettrico piuttosto che imporre tariffe. Nonostante le trattative in corso, è improbabile che si raggiunga un accordo prima della scadenza, rendendo probabile l’entrata in vigore dei dazi provvisori, che potrebbero aumentare significativamente i costi delle auto elettriche. La decisione finale sui dazi a lungo termine sarà presa in ottobre, dopo un voto dei Paesi membri dell’UE, con Francia, Italia e Spagna già favorevoli, mentre altri paesi sono ancora indecisi.
Andrea Boeris su Mf

Mps corre. Il Tesoro ha deciso di non affrettare la vendita del suo pacchetto residuo del 26,7% in Mps, nonostante la scadenza del vincolo di inalienabilità. Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che la cessione avverrà solo sotto condizioni favorevoli per lo Stato e l’economia, seguendo un approccio simile a quello adottato per la fusione tra ITA e Lufthansa. Intanto, le azioni di Mps sono cresciute del 5,71% in Borsa, mentre gli investitori sembrano puntare su Bper e Unipol come possibili futuri partner. Analisti prevedono che un’eventuale unione tra Mps e un altro istituto potrebbe avvenire tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, con Bper-Unipol e il colosso francese Axa tra i potenziali interessati.
Giuseppe Colombo su Repubblica

Del Vecchio senza accordo. La successione di Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, è in stallo a causa della mancanza di accordo tra i sei eredi e i due legatari sulla governance della holding Delfin, che detiene il controllo di EssilorLuxottica e altre partecipazioni significative. Durante l’assemblea di Delfin, il bilancio è stato approvato, ma la distribuzione dei dividendi è stata bloccata dall’opposizione di tre eredi, che chiedono prima un accordo unanime sul nuovo statuto. Alcuni membri della famiglia vorrebbero chiudere la successione prima di definire il nuovo statuto, mentre altri insistono sulla modifica dello statuto prima di procedere. La situazione potrebbe essere sbloccata da una decisione esterna del tribunale, che sta esaminando un contenzioso relativo alla successione. Nel frattempo, la gestione delle aziende sottostanti Delfin rimane invariata, e una disputa legale è sorta anche per la parcella di un consulente legale.
Giovanni Pons su Repubblica

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Polacchi fermi, Ecr terzo gruppo. Il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) si è confermato come terzo gruppo al Parlamento europeo, raggiungendo 84 deputati grazie all’ingresso di un parlamentare lettone. Durante il summit in Sicilia, i polacchi del PiS hanno deciso di rimanere nel gruppo, respingendo l’attrazione verso il gruppo dei Patrioti di Orbán. Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia è stato riconfermato presidente, insieme al polacco Joachim Stanislaw Brudzinski. Il gruppo ECR, che include partiti come Vox e gli Svedesi Democratici, punta a ottenere due vicepresidenze del Parlamento e posti di vertice nelle commissioni. La discussione sui futuri equilibri politici e l’applicazione del cordone sanitario a certi partiti è ancora in corso, mentre si attende la rielezione della presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen.
Francesca Basso su Corriere della Sera

Ursula per l’Italia. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, sta negoziando con vari gruppi politici in vista del voto di fiducia del 18 luglio, cercando di bilanciare le richieste e mantenere una coalizione stabile. Nonostante le pressioni, ha escluso trattative formali con i Conservatori e Fratelli d’Italia, ma è probabile che l’Italia riceva un portafoglio di rilievo nella Commissione. Von der Leyen ha delineato cinque priorità per il suo mandato, tra cui la prosperità economica, la difesa e sicurezza, la salute, la gestione dell’immigrazione e la dimensione geopolitica, con particolare enfasi sull’allargamento dell’UE. Sta cercando di ottenere il sostegno dei Verdi, che potrebbero essere decisivi per raggiungere la maggioranza necessaria, mentre il presidente del PPE, Manfred Weber, ha posto condizioni che potrebbero ostacolare l’accordo con i Verdi.
Marco Bresolin su Stampa

Ostacolo partner. La premier Giorgia Meloni si ritiene rafforzata a livello europeo grazie ai recenti sviluppi nel gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr), che ha ottenuto posti chiave nel Parlamento di Strasburgo, inclusa la possibilità di due vicepresidenze. Tuttavia, la sua alleanza con il partito polacco PiS potrebbe presentare ostacoli, in particolare per le precedenti sfide dell’Unione Europea sulla questione dello Stato di diritto in Polonia. Nel frattempo, Meloni assicura ai suoi che l’Italia otterrà la posizione che le spetta nella Commissione Europea, con Raffaele Fitto e Roberto Cingolani come possibili candidati per il Commissario italiano. Il gruppo Ecr rimane il terzo più grande nel Parlamento UE, con l’aggiunta di nuovi membri, e Meloni enfatizza l’importanza del rispetto per gli Stati membri nell’UE, promettendo di difendere i valori conservatori.
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

Rosa di tre nomi. Il primo piano della premier Giorgia Meloni per la nomina del Commissario europeo include Raffaele Fitto, un fedelissimo con esperienza europea e ministeriale, per un importante portafoglio economico. Se Fitto lasciasse il suo attuale incarico, si potrebbe considerare un riassetto che includerebbe altre figure politiche come Alfredo Mantovano o le deputate FdI Letizia Giorgianni o Ylenia Lucaselli. Il piano B contempla Roberto Cingolani, ex ministro e AD di Leonardo, con un’eventuale delega in Energia o Difesa. Infine, la terza opzione è Elisabetta Belloni, che potrebbe essere scelta per un portafoglio legato alla Migrazione e alle relazioni con l’Africa. La decisione sarà presa in base alle trattative e alle esigenze del Consiglio UE, con l’obiettivo di fare la differenza a livello europeo.
Francesco Malfetano su Messaggero

Mai con Melenchon. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che non formerà un governo con la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, mentre si prepara per i ballottaggi in un clima politico incerto. Mélenchon, che punta all’Eliseo, non ha intenzione di unirsi a un governo di coalizione e spera in elezioni presidenziali anticipate in caso di crisi istituzionale. I sondaggi suggeriscono che l’estrema destra di Le Pen, nonostante gli accordi di desistenza tra i centristi e la sinistra, potrebbe non ottenere la maggioranza assoluta, mentre il partito di Macron potrebbe subire una significativa perdita di seggi. La situazione rimane incerta, con il rischio di astensionismo e la memoria degli errori dei sondaggi nelle precedenti elezioni che avevano sottovalutato il supporto per il Rassemblement National.
Anais Ginori su Repubblica

Maggioranze impossibili. Il panorama politico francese è caratterizzato da una frammentazione tale che rende difficile la formazione di una maggioranza stabile, con il Rassemblement National di Jordan Bardella che spera in una ribellione degli elettori contro le manovre delle élite per impedire un governo di estrema destra. I patti di desistenza hanno ridotto le possibilità del partito di Bardella, che potrebbe non raggiungere la soglia dei 289 seggi necessari per una maggioranza assoluta. La coabitazione tra il presidente Macron e un primo ministro di un’ipotetica maggioranza plurale, che escluderebbe sia il Rassemblement National sia la France Insoumise, appare complicata. Cresce l’ipotesi di un parlamento bloccato, con la possibilità estrema di un asse tra estrema destra e estrema sinistra per costringere Macron alle dimissioni, un’eventualità che richiamerebbe un precedente storico del 1924.
Mon. su Corriere della Sera

Modello Italia. Marion Maréchal, figura di spicco della destra francese, punta alla formazione di una coalizione sul modello italiano per unire le forze conservatrici e nazionaliste in Francia, in vista delle elezioni presidenziali. Critica l’alleanza tra macronisti e sinistra, accusandoli di ignorare le richieste dei cittadini su temi come immigrazione e sicurezza. Maréchal sottolinea la necessità di un sistema bipolare e di prendere posizione contro la sinistra e il rischio di un governo di Jean-Luc Mélenchon. Nonostante non ambisca a ruoli ministeriali, si impegna a sostenere il blocco nazionale per una vittoria futura, enfatizzando la diversità sociale dei suoi elettori e la necessità di una coalizione strutturata.
Stefano Montefiori su Corriere della Sera

Vittoria record. L’ultimo sondaggio pre-elettorale in Gran Bretagna indica una probabile vittoria storica per il Partito Laburista, che potrebbe ottenere la maggioranza più ampia dal 1832, con 431 seggi. Il leader laburista Keir Starmer ha escluso un ritorno nell’UE durante la sua vita, cercando di attrarre elettori conservatori, mentre i Tories temono di scendere sotto i 100 seggi. Boris Johnson è riapparso in una mossa disperata per rianimare il morale dei conservatori, ma la sua presenza potrebbe rappresentare un rischio per l’attuale primo ministro Rishi Sunak. Il ritorno di Johnson, nonostante la sua popolarità, sembra più un presagio per il futuro dei Tories che una difesa del presente.
Marco Imarisio su Corriere della Sera

Anche la City col Labour. Keir Starmer, leader del Partito Laburista britannico, si presenta alle elezioni con una posizione chiara: non riporterà il Regno Unito nell’Unione Europea, nell’unione doganale o nel mercato comune, nonostante i sondaggi suggeriscano un certo rimpianto per la Brexit tra i cittadini. Il partito di Farage, nel Nord, sta ottenendo risultati migliori del previsto, mentre il laburismo, sotto la guida di Starmer, si è distanziato dal radicalismo di Corbyn, ora candidato indipendente, e rassicura i mercati e la City. Il partito si prepara per un possibile “grande ribaltone” con il voto anticipato che potrebbe segnare la fine dell’era Tory. Starmer, avvocato dei diritti umani e tifoso dell’Arsenal, è descritto come moderato e pragmatico, e il suo partito è visto come pronto a prendere il potere dopo 14 anni di assenza dal governo. Nel frattempo, il primo ministro uscente Rishi Sunak cerca di raccogliere voti last minute per evitare una vittoria schiacciante dei laburisti.
Alberto Simoni su Stampa

Cappotto laburista e Sunak senza seggio. Oggi si svolgono le elezioni nel Regno Unito, con il Partito Laburista di Keir Starmer vicino a una vittoria storica che potrebbe porre fine a 14 anni di governo conservatore. Il primo ministro Rishi Sunak rischia non solo una sconfitta elettorale, ma anche la perdita del proprio seggio parlamentare, un evento senza precedenti per un premier uscente. Il tabloid di destra “The Sun” ha sorprendentemente appoggiato il Labour, ripetendo un’azione simile a quella avvenuta nel 1997 con Tony Blair. I sondaggi indicano un ampio vantaggio per il Labour, nonostante i conservatori abbiano cercato di ridurlo con avvertimenti su presunti aumenti delle tasse e una “dittatura della sinistra”. La situazione interna dei Tories è tesa, con alcuni membri che già contemplano una futura leadership in caso di sconfitta elettorale.
Enrico Franceschini su Repubblica

Joe ci sta pensando. Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden sta valutando la possibilità di ritirarsi dalla corsa alla rielezione, secondo quanto riportato dal New York Times e confermato dalla CNN. Questa ipotesi è stata smentita dalla Casa Bianca, ma la discussione è alimentata dalle preoccupazioni sulla salute di Biden e dalla pressione di alcuni parlamentari democratici e finanziatori. Intanto, Donald Trump sta guadagnando terreno nei sondaggi, superando Biden sia a livello nazionale che negli Stati chiave. La situazione potrebbe portare a un cambio di candidato democratico, con la vicepresidente Kamala Harris e altri governatori democratici come possibili sostituti, mentre Biden si impegna a dimostrare la sua determinazione a rimanere in corsa.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Pressioni. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sta affrontando crescenti pressioni per ritirarsi dalla corsa alla rielezione, a seguito di dubbi sollevati da legislatori democratici, operatori di partito e donatori sulla sua capacità di sconfiggere Donald Trump. Un sondaggio CBS News ha mostrato Trump in leggero vantaggio, mentre i mercati delle scommesse vedono ora la vicepresidente Kamala Harris con maggiori probabilità di vittoria rispetto a Biden. Rapporti indicano che Biden è consapevole dei rischi per la sua candidatura, ma la Casa Bianca nega che stia considerando di ritirarsi. Intanto, alcuni governatori democratici e legislatori esprimono preoccupazione per l’impatto della sua candidatura sulle elezioni del Congresso, e un crescente numero di membri del partito chiede un nuovo candidato.
Lauren Fedor su Financial Times

Trump aspetta. Donald Trump ha avuto una settimana favorevole, vincendo il dibattito senza attaccare direttamente l’avversario e ricevendo l’immunità per gli atti compiuti durante la presidenza, riuscendo a rimandare il giudizio di un processo a New York. I sondaggi mostrano un vantaggio per Trump, soprattutto negli Stati in bilico, dove la motivazione degli elettori repubblicani è alta. Trump ha adottato una strategia di basso profilo, evitando di oscurare le difficoltà del rivale Joe Biden, e sta rimandando l’annuncio del suo vicepresidente, nonostante la scelta sembri già fatta nella sua testa. La situazione potrebbe cambiare se Biden dovesse prendere una “decisione epocale”, influenzando così la scelta del vice di Trump.
Andrea Marinelli su Corriere della Sera

Erede naturale. Kamala Harris è considerata l’erede naturale di Joe Biden se il presidente decidesse di non ricandidarsi, essendo la vicepresidente attuale e avendo un percorso politico di rilievo. Tuttavia, nonostante la sua posizione, i sondaggi indicano che Michelle Obama sarebbe la candidata più popolare e l’unica in grado di sconfiggere Donald Trump con un ampio margine. Il Partito Democratico è diviso e la Convenzione di agosto a Chicago sarà cruciale per la scelta del candidato. Intanto, la lotta politica interna si intensifica, con figure come Gavin Newsom e Gretchen Whitmer che emergono come possibili sfidanti, mentre Michelle Obama, nonostante la sua popolarità, non ha mai manifestato interesse per una candidatura.
Gianni Riotta su Repubblica

Putin vede Xi. Durante il vertice dell’Organizzazione di cooperazione di Shanghai ad Astana, il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping, enfatizzando la solida amicizia tra i loro paesi, pur negando la formazione di blocchi contro altri. Nonostante le tensioni internazionali, Putin è stato invitato in Turchia dal presidente Erdogan, che si propone come mediatore nella guerra in Ucraina. Tuttavia, la data della visita rimane incerta a causa delle complesse dinamiche con la NATO. Intanto, emergono notizie di una possibile collaborazione sino-russa nella produzione di droni da guerra, segnalando un potenziale cambiamento nella posizione della Cina nel conflitto ucraino. Nonostante ciò, la guerra rimane un tema centrale, con i Paesi dell’Asia Centrale che si trovano in una posizione ambigua, temendo l’influenza russa ma beneficiando delle sanzioni imposte a Mosca.
Anna Zafesova su Stampa

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

No all’autorità senza limite. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un monito contro l’assolutismo di Stato e l’autorità illimitata, sottolineando l’importanza di combattere l’analfabetismo di democrazia. Nel suo discorso, ha messo in guardia contro le distorsioni del principio “un uomo, un voto” e le minacce alla rappresentatività e alla volontà degli elettori. Mattarella ha richiamato l’attenzione sulle democrazie imperfette e sul rischio di semplificazioni che potrebbero condurre a una confusione tra gli strumenti di governo e la tutela dei diritti e delle libertà. Ha enfatizzato la necessità di una pratica democratica che sia viva, concreta e inclusiva, ponendo domande critiche sullo stato attuale della democrazia e sull’importanza di non confondere il parteggiare con il partecipare.
Marzio Breda su Corriere della Sera

Voto e presidenzialismo. Giorgia Meloni sta valutando l’opzione di abbandonare il premierato a causa di dubbi sulla tenuta dei conti, l’isolamento internazionale e la percezione di ostilità da parte del Quirinale verso la riforma costituzionale. La sua preoccupazione principale è quella di non raggiungere l’obiettivo della riforma e di unire involontariamente i suoi avversari. Meloni considera il presidenzialismo, un sistema che darebbe più potere al leader, come una possibile via d’uscita. Questo percorso, tuttavia, comporta rischi significativi e potrebbe richiedere elezioni anticipate e una nuova riforma approvata solo dopo il voto popolare.
Tommaso Ciriaco su Repubblica

Chiarimento mancato. Il clima tra Giorgia Meloni e il presidente Mattarella è descritto come distante, nonostante i Fratelli d’Italia evitino di parlare di “gelo”. Dopo le dichiarazioni di Meloni a Bruxelles, non c’è stato un chiarimento diretto con il Colle. Il governo, intanto, rimanda la riforma della legge elettorale a causa delle divergenze interne, in particolare tra FdI, che propone il doppio turno, e gli alleati che sono contrari. La ministra per le Riforme, Maria Elisabetta Casellati, ha aperto il dibattito sulla legge elettorale, prendendo come punto di partenza il “Mattarellum”, ma la discussione è complicata e il governo ha altre urgenze, come i nove decreti da approvare in breve tempo.
Francesco Olivo su Stampa

Via il canone. La Lega, con una proposta di legge firmata da Stefano Candiani, mira ad abolire il canone Rai e ad aumentare i limiti di pubblicità dell’azienda, suscitando la rabbia di Forza Italia e degli editori privati come Mediaset. La mossa è vista come parte di una strategia più ampia per influenzare le nomine chiave all’interno della Rai, con la Lega che punta a posizioni di potere in contrasto con le preferenze di Forza Italia e Fratelli d’Italia. La tensione tra i partiti della maggioranza si intensifica mentre la Rai affronta anche polemiche per la sospensione di sei giorni dell’audit su Serena Bortone e le accuse di assunzioni clientelari. Nonostante ciò, la Rai ha recentemente avuto successo nel collocare un bond da 300 milioni di euro, con offerte che hanno raggiunto i 4 miliardi di euro.
Antonella Baccaro su Corriere della Sera

Antisemitismo. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in seguito alle polemiche sollevate da video di Fanpage che mostrano giovani di Fratelli d’Italia (FdI) esprimere frasi antisemite e inneggiare al fascismo, ha promesso in aula alla Camera provvedimenti contro l’antisemitismo, evitando però di menzionare il fascismo e il neofascismo. Piantedosi ha esteso la responsabilità dell’antisemitismo a un fenomeno trasversale, citando vari episodi di discriminazione e violenza. Ha fornito dati sulle azioni contro la discriminazione razziale e l’antisemitismo, ma non ha risposto specificamente alle richieste di azioni concrete contro l’esaltazione del nazifascismo. Il deputato Nicola Fratoianni ha criticato Piantedosi per non aver affrontato temi come razzismo e omofobia, mentre FdI si prepara a prendere provvedimenti contro i militanti coinvolti nei video.
Matteo Pucciarelli su Repubblica

Ci vogliono i moderati. L’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini mette in guardia sul rischio che una vittoria delle destre in Francia possa influenzare negativamente la politica italiana, spingendo il Paese verso “derive lepeniste”. Casini critica il modello del Fronte Popolare francese, ritenendolo inadatto per l’Italia poiché potrebbe consolidare il potere di Giorgia Meloni. Sottolinea l’importanza di una coalizione che includa i moderati per rendere il centrosinistra vincente, criticando l’approccio di Renzi e Calenda e la mancanza di un’autosufficienza del PD. Invita a un’opposizione concreta, senza furori ideologici, e a una politica estera unitaria e forte. Infine, Casini osserva l’assenza del mondo cattolico nella politica attuale, attribuendola a un cambio di ruolo richiesto dalla Chiesa e alla mancanza di nuove figure di spicco.
Concetto Vecchio su Repubblica

Emergenza carceri. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha presentato un nuovo decreto per affrontare l’emergenza carceri in Italia, sottolineando che non si tratta di un “svuotacarceri”. Il decreto mira a semplificare le procedure per l’accesso ai benefici penitenziari, senza allargarne i criteri, e prevede l’assunzione di nuovo personale e la creazione di un albo nazionale delle comunità di accoglienza. Viene mantenuto lo sconto di pena di 45 giorni per ogni sei mesi di buona condotta, ma la sua applicazione sarà semplificata. Il decreto punta anche a migliorare le condizioni di detenzione, con particolare attenzione al reinserimento dei detenuti e alla gestione dei minori, e prevede l’incremento delle comunicazioni tra detenuti e familiari.
Luca Fazzo su Giornale

Archiviato. Il gip militare ha archiviato le accuse di istigazione all’odio razziale e a disobbedire alle leggi rivolte al generale Roberto Vannacci, autore del libro “Il mondo al contrario” e fresco eurodeputato della Lega. Vannacci esprime soddisfazione per la decisione, ritenendo infondate le molteplici accuse che, a suo dire, miravano a denigrarlo e ostacolare la sua elezione. Il vicepremier Matteo Salvini esulta per l’archiviazione, mentre rimane aperto un altro procedimento parallelo per diffamazione militare. Nonostante ciò, Vannacci si gode il successo e il supporto ottenuto, avendo raccolto mezzo milione di preferenze alle elezioni.
Stefano Zurlo su Giornale

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