Rassegna stampa 5 aprile

LEONARDO

Nuovi target. L’AD di Leonardo, Roberto Cingolani, ha annunciato nuovi e più ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio, in conformità con il Piano Industriale annunciato il 12 marzo 2024. Tali obiettivi sono stati validati dalla Science Based Targets initiative.
Su Giorno – Carlino – Nazione

Nato. L’ipotesi che l’Ucraina possa entrare nella Nato in cambio della resa di territori occupati dalla Russia è un concetto non discusso ufficialmente ma presente nelle conversazioni informali. L’ex presidente americano Donald Trump ha indicato di voler utilizzare un tale “scambio” come via per porre fine al conflitto, qualora venisse eletto nuovamente. La possibilità crescente di questa mossa suscita preoccupazione in Europa per la potenziale cessione di sovranità all’aggressione russa. Nel frattempo, si intensifica la necessità di fornire aiuti all’Ucraina per preservare il più possibile del suo territorio in vista degli sviluppi futuri, mentre la Russia rafforza le proprie posizioni militari in attesa delle elezioni americane.
Claudio Tito su Repubblica

Putin può avanzare. La Nato, guidata dal segretario generale Jens Stoltenberg, riconosce la gravità della situazione in Ucraina, con l’avanzata delle forze russe e l’incremento delle truppe. Allo stesso tempo, cresce il bisogno di aiuti militari per la difesa ucraina, tra cui richieste specifiche per missili Patriot. Gli stati membri della Nato hanno l’obbligo di stanziare il 2% del PIL per le spese militari e l’Italia dovrebbe investire otto miliardi di euro in base a questa quota. Nonostante l’impegno espresso, la reale fornitura di supporto rimane un tema controverso, con la Russia che accusa l’Alleanza di un diretto coinvolgimento nel conflitto.
Francesca Basso su Corriere della Sera

Colletta di missili. Durante il vertice NATO a Bruxelles, il Segretario di Stato USA Antony Blinken ha cercato di tranquillizzare gli alleati annunciando possibili fondi statunitensi per l’Ucraina che aspettano di essere votati dal Congresso. L’Ucraina sta affrontando uno squilibrio crescente sul campo di battaglia e richiede urgentemente un rafforzamento delle risorse difensive davanti all’offensiva russa, che sta minando la resilienza del Paese. I rappresentanti della NATO, esclusa l’Ungheria, condividono la necessità di agire velocemente e non aspettare gli USA, pianificando nuove forniture di sistemi antiaerei come i missili Patriot. Si propone la replica di un’iniziativa della Repubblica Ceca, consistente in una “colletta” tra Stati membri per acquistare munizioni per l’Ucraina, con la Germania che potrebbe guidare l’operazione di raccolta per sistemi di difesa aerea.
Giuseppe Sarcina su Corriere della Sera

Rutte. Nel 75° anniversario della NATO, l’importanza dell’alleanza rimane evidente, con l’organizzazione che conta ora 32 Paesi membri e si occupa della sicurezza di oltre un miliardo di persone. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, appoggia Mark Rutte per la futura presidenza della NATO, mentre il supporto militare e la difesa missilistica dell’Ucraina, in particolare tramite sistemi come i Patriot, sono al centro dei dibattiti per affrontare la minaccia russa.
Flaminia Camilletti su La Verita’

Cara vecchia Nato. La NATO ha garantito 75 anni di pace e libertà ai suoi stati membri, evolvendosi dalla fine della Guerra Fredda ma ora affronta sfide inedite, come il rischio di un disimpegno statunitense e una crescente minaccia da parte di attori globali come la Cina e la Russia. La guerra in Ucraina è un test di resistenza per l’alleanza, esponendo la necessità di un maggiore coinvolgimento europeo nella difesa comune e nell’ordine liberale internazionale. Affrontare queste sfide richiede un cambiamento culturale che riconosca l’importanza della sicurezza collettiva e delle capacità di difesa, sfidando la nozione di invulnerabilità occidentale e prendendo seri provvedimenti contro le minacce autocratiche.
Pier Vittorio Emanuele Parsi su Foglio

Cara vecchia Nato. La NATO ha celebrato il suo 75° anniversario dimostrando di essere ancora un’entità centrale nella sicurezza internazionale, affrontando però la sfida di adattarsi al trasferimento di capacità militari americane verso l’Asia, che richiede un maggiore ruolo militare europeo. La storia dell’Alleanza, incentrata originariamente sulla deterrenza durante la Guerra Fredda, ha visto un’evoluzione delle sue missioni con l’aggiunta di gestione delle crisi e sicurezza cooperativa, ma dal 2014 è tornata a prioritizzare la deterrenza e la difesa. Nonostante i traguardi raggiunti, la NATO deve confrontarsi con il fallimento di alcune operazioni, come quella in Afghanistan, e la necessità di una migliore cooperazione con l’Unione Europea in un mondo sempre più interconnesso, pur avendo limitate risorse proprie e una struttura decisionale complessa.
Andrea Mauro Gilli su Foglio

Patriot. La NATO è in allerta a causa delle tensioni con la Russia, che afferma che l’Alleanza è già coinvolta nel conflitto ucraino, mentre celebra i suoi 75 anni con poco entusiasmo. Il segretario generale Jens Stoltenberg sottolinea l’unità e la forza della NATO, ma la preoccupazione per il futuro dell’alleanza e dell’Ucraina è evidente, specie alla luce delle incertezze sull’impegno degli Stati Uniti. Durante la celebrazione, si discute del supporto all’Ucraina, inclusa la possibile creazione di un fondo di cento miliardi di euro, e si richiede l’impegno degli alleati nella fornitura di sistemi di difesa aerea come i Patriot per fronteggiare la minaccia di missili balistici.
Emanuele Romano su Tempo

Forze armate più bellicose. La Germania, rispondendo all’aumento di minacce dalla Russia e all’invasione dell’Ucraina, avvia una riforma della Bundeswehr per renderla più pronta a combattere, con piani per attuare cambiamenti significativi in un anno. Le forze armate si riorganizzeranno in quattro divisioni, includendo il ciberspazio e l’informazione, snellendo processi decisionali per rapidi interventi difensivi. Sebbene il personale militare rimanga pressoché invariato, con una possibile reintroduzione del servizio obbligatorio in situazioni di crisi, si punta ad avere 203.000 soldati entro il 2031. Il finanziamento diventa una sfida, poiché i 100 miliardi extra-debito allocati dal cancelliere si rivelano insufficienti rispetto ai 300 miliardi richiesti dall’opposizione; il ministro delle Finanze indica che l’incremento della spesa militare verrà coperto con tagli alla spesa sociale e mira a ridurre il debito pubblico.
Isabella Bufacchi su Sole 24 Ore

La Germania e la leva. La Germania ha annunciato riforme militari radicali, che includono la possibile reintroduzione del servizio nazionale, per rafforzare la difesa del territorio della NATO. Il ministro della Difesa Boris Pistorius ha delineato piani per la ristrutturazione completa delle forze armate tedesche, mirati a dissuadere potenziali attacchi al territorio dell’alleanza. Si stanno valutando cambiamenti strutturali e culturali per soddisfare gli impegni con la NATO e rispondere all’aggressione russa. La Bundeswehr sarà riorganizzata sotto un unico comando operativo, con l’introduzione di quattro nuove forze e il riconoscimento della guerra cibernetica come ambito operativo fondamentale. L’aumento della spesa difensiva tedesca è in linea con l’obiettivo della NATO di spendere il 2% del PIL in difesa, una soglia raggiunta per la prima volta in decenni, mentre il servizio nazionale potrebbe essere ispirato a modelli come quello scandinavo, con un’opzione più volontaria.
Sam Jones su Financial Times

Economia di guerra. Il presidente francese Emmanuel Macron e il suo ministro della Difesa Sébastien Lecomte hanno sottolineato la necessità di una “economia di guerra”, al fine di rifornire rapidamente le forze armate francesi e supportare l’Ucraina, che combatte contro l’invasione russa. L’industria della difesa francese si trova sotto pressione per aumentare la produzione di armamenti, sebbene la Francia non sia formalmente in una situazione di economia di guerra come quella delle grandi guerre del passato, con le spese per la difesa che non superano il 2% del PIL. La produzione insufficiente di munizioni e l’avvertimento di possibili requisizioni statali indicano la gravità con la quale il governo francese persegue questo rinnovato impegno per l’armamento, pur non essendo ancora in una condizione di economia di guerra in senso tradizionale.
Jean Christofe Feraud su Liberatiion

Non esportare. Il Regno Unito sta affrontando un crescente numero di richieste per fermare le esportazioni di armi verso Israele, in particolare dopo che un attacco aereo a Gaza ha ucciso sette operatori umanitari, con critiche che includono ex giudici della Corte Suprema e parlamentari laburisti che suggeriscono che tali vendite potrebbero contribuire a violazioni del diritto internazionale. Nonostante le esportazioni rappresentino una piccola parte del commercio complessivo di armi del Regno Unito, con una produzione significativa come i pezzi per i jet F-35, organizzazioni come la Campaign Against Arms Trade sostengono la necessità di trasparenza e cautela per le potenziali violazioni del diritto umanitario. Tra le preoccupazioni per le implicazioni di un divieto di vendita sulle relazioni tra Regno Unito e Israele e sulla condivisione di informazioni, il governo britannico sostiene che tutte le licenze di esportazione di armi sono attentamente valutate in conformità con il diritto internazionale.
Su ft.com

Basta armi a Israele. In seguito a gravi violazioni del diritto internazionale e umanitario a Gaza, oltre 600 professionisti legali britannici hanno chiesto al Primo Ministro Rishi Sunak di cessare la vendita di armi a Israele. La situazione a Gaza è divenuta catastrofica, e la Corte internazionale di giustizia ha evidenziato un rischio plausibile di genocidio; il Regno Unito è pertanto esortato a prevenire ulteriori complicità in potenziali crimini contro l’umanità. Parallelamente, negli Stati Uniti cresce l’opposizione alla politica di vendita di armi a Israele, con pressioni provenienti perfino dalla Casa Bianca e una mobilitazione dell’opinione pubblica che si riflette in una spaccatura politica, sia interna al governo che tra i cittadini.
Sabrina Provenzani su Il Fatto Quotidiano

Via i controlli. Il governo intende velocizzare l’iter di modifica della legge 185 sul controllo di esportazione e transito di materiali di armamento, sostanzialmente riducendo i controlli e la trasparenza, secondo quanto allarmato da gruppi come Banca Etica e Rete Pace e Disarmo. Queste modifiche, già progredite rapidamente attraverso il Parlamento, eliminerebbero opportunità di controllo sia pubblico che parlamentare, e metterebbero fine alla collaborazione tra Uama e organizzazioni non governative, così come alla pubblicazione di dati cruciali sull’esportazione di armi. Critiche vengono sollevate per il fatto che la riforma faciliterebbe il commercio di armamenti con Paesi in conflitto o violatori dei diritti umani, vanificando decenni di impegno per il controllo parlamentare e la trasparenza nelle vendite militari.
Alessia Grossi su Il Fatto Quotidiano

Non cancellare la trasparenza. Le organizzazioni della società civile, compresi gruppi laici e cattolici, stanno facendo appello contro la riforma proposta dalla maggioranza che rischia di ridurre la trasparenza e il controllo sul commercio di armi previsto dalla legge 185 del 1990, temendo un incremento ingiustificato delle licenze di esportazione e un deflusso di controlli democratici. Diverse testimonianze, tra cui quella di Laura Boldrini del Partito Democratico e Francesco Vignarca di Rete Pace e Disarmo, hanno evidenziato l’impatto negativo delle modifiche alla legge, che includono la riduzione della capacità di monitoraggio del Parlamento e la potenziale prevalenza degli interessi dell’industria degli armamenti. Il settore della difesa nega la necessità di una deregolamentazione vista la crescita costante degli utili, mentre i critici temono che la riforma possa favorire decisioni politiche inadeguate e una perdita di specificità nell’analisi delle licenze di esportazione, minando serietà e responsabilità nelle transazioni di armi internazionali.
Luca Liverani su Avvenire

Minniti. La Guerra in Medio Oriente, con 7 cooperanti uccisi, i rapporti del Vicepremier Matteo Salvini con Vladimir Putin (Presidente Russia), le dichiarazioni di Benjamin Netanyahu (Primo ministro di Israele) i temi di cui si è occupata Tagadà su LA7 con ospite Marco Minniti (Fondazione Med-Or)
Tagada su LA7

Dialogo. La Fondazione Med-Or e la Confederazione di imprese Cifa Italia hanno firmato un protocollo d’intesa per favorire iniziative congiunte che stimolino il dialogo e la collaborazione tra Italia, Europa e Africa, in particolare nelle aree del Mediterraneo. L’accordo, promosso dal presidente di Med-Or Marco Minniti e dal presidente di Cifa Italia Andrea Cafà, punta a rafforzare la formazione professionale, la cultura, e le sinergie tra pubblico e privato, con un focus su sostenibilità, digitalizzazione e promozione culturale. Entrambi i presidenti sottolineano l’importanza di costruire rapporti socioeconomici solidi e partenariati strategici per lo sviluppo delle comunità locali e la cooperazione tra i paesi delle due sponde del Mediterraneo.
su Taranto Buonasera

Fincantieri. Il Muggiano di Fincantieri si appresta a vivere un intenso 2024, traboccante di contratti sia nazionali che internazionali, grazie alla riqualificazione della flotta della Marina Militare italiana e alle numerose commissioni estere, portando il personale a oltre 2000 lavoratori tra dipendenti e indotto. Tra i progetti imminenti vi sono le consegne di Nave Trieste e di pattugliatori innovativi alla Marina Militare, e in parallelo, il completamento di unità navali per la Marina del Qatar, oltre ad altre operazioni per navi già varate. Fincantieri punta a rivestire un ruolo di primo piano nella produzione di sottomarini e nella subacquea, avviando la costruzione di nuovi sommergibili con tecnologia avanzata, rafforzando la sua posizione strategica nel settore con partnership significative come quelle con Leonardo, Cabi Cattaneo e Saipem e con l’obiettivo di essere la locomotiva di questo settore come affermato dall’amministratore delegato Pierroberto Folgiero.
Matteo Marcello su Nazione La Spezia

AAA Ingegneri cercasi. Mbda, un’azienda leader nel settore missilistico, prevede di assumere 34 persone entro la fine dell’anno e pianifica investimenti infrastrutturali per 40 milioni di euro per ammodernare i suoi siti a La Spezia e Aulla, con lo scopo di espandere le proprie capacità ingegneristiche. Nonostante una crescita significativa e l’impegno in programmi missilistici di rilievo come il Marte Er e il Teseo Evo, l’azienda si trova ad affrontare sfide nel reclutamento di ingegneri qualificati, in particolare specializzati in aerospazio, elettronica, telecomunicazioni, meccanica, nonché in economia, logistica, finanza e informatica. Il bilancio 2023 di Mbda mostra ricavi significativi di 4,5 miliardi di euro e un incremento degli ordini, evidenziando la crescente importanza del polo spezzino nell’industria della difesa e le difficoltà nel reperimento di personale qualificato a livello nazionale ed europeo.
Su Nazione La Spezia

Boeing. Boeing ha risarcito Alaska Airlines con 160 milioni di dollari nel primo trimestre per i mancati profitti dovuti al fermo dei 737 MAX 9, a seguito di un incidente il 5 gennaio con l’esplosione di un portellone, portando all’immobilizzazione di 171 aerei per controlli. Altri risarcimenti sono previsti in futuro per la compagnia aerea. Alaska Airlines non includerà questo pagamento nel calcolo della perdita per azione rettificata del primo trimestre, stimata tra 1,05 e 1,15 dollari.
Mara Monti su Sole 24 Ore

Nomina. Paolo Messa è stato nominato vice presidente esecutivo per le relazioni internazionali e le partnership strategiche della National Italian American Foundation (NIAF), portando oltre due decenni di esperienza lavorativa in istituzioni, aziende e enti governativi italiani, come ad esempio la presidenza del consiglio di amministrazione di Leonardo Us Corporation e la direzione del Centro Studi Americani di Roma. Nel suo nuovo ruolo, Messa guiderà gli sforzi per rafforzare i legami commerciali, politici e culturali tra Italia e Stati Uniti attraverso l’organizzazione di programmi ed eventi.
Su Messaggero

Confindustria. Emanuele Orsini è stato eletto nuovo presidente di Confindustria con 147 voti a favore su 173 votanti, promettendo unità e dialogo, e prevista l’uscita di scena dei due grandi industriali liguri, Edoardo Garrone e Antonio Gozzi. Orsini ha parlato dell’importanza di includere le idee di tutti, sottolineando che prima di scegliere i nomi per la sua squadra, che verrà presentata il 18 aprile, bisogna decidere i capitoli centrali del programma. Gli esiti dell’elezione indicano il desiderio di ricompattare l’associazione con un focus su proposte concrete per la crescita del sistema industriale. Espressioni di sostegno e auguri nei confronti di Orsini sono arrivate da rappresentanti del mondo imprenditoriale, politico e istituzionale, anche Roberto Cingolani, ad di Leonardo, e Pienoberto Folgiero, ad di Fincantieri, hanno lasciato viale dell’Astronomia sottolineando «il buon clima», mentre la Premier Giorgia Meloni ha sottolineato come lo Stato debba essere alleato delle imprese.
Su Secolo XIX

Nomine. Matteo Salvini, leader della Lega, rischia di rimanere escluso dalle importanti nomine nelle aziende di Stato italiane, situazione che metterebbe in luce la sua debolezza politica. Mentre l’anno scorso c’erano di mezzo Eni, Enel, Poste e Leonardo, quest’anno tra gli incarichi in gioco vi sono quelli in Cassa Depositi e Prestiti, Ferrovie dello Stato e Rai, con particolare attenzione al ruolo di amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, rilevante per Salvini anche come Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il governo potrebbe procrastinare le nomine per evitare tensioni prima delle elezioni europee. Forza Italia appare non essere in fretta e non supporta direttamente Salvini, mentre l’attuale ad Ferrovie Luigi Ferraris si avvicina al governo Meloni. Diverse figure e partiti giocano nelle dinamiche del potere e nelle decisioni, incluso il ministro dell’Economia e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che sembra voler avere un ruolo attivo nel processo.
Carlo Tecce su Espresso

Bancomat. Nel marzo 2024, la capitalizzazione delle Borse mondiali ha superato per la prima volta l’economia reale, con la Borsa di Wall Street che ha trascinato questa crescita e che insieme all’Europa beneficia di investimenti in intelligenza artificiale e tecnologie verdi. In Italia, invece, la crescita della Borsa non riflette innovazioni nel sistema economico ma viene attribuita a un innaturale incremento dei titoli finanziari e a successi isolati di alcune imprese, come Stellantis e Leonardo, con un ministro che evidenzia erroneamente tale crescita come indice di attrattività per gli investimenti esteri, nonostante gli investimenti diretti rimangano bassi e il credito sia in calo. Secondo le previsioni, l’economia globale eviterà la recessione grazie alla riduzione dell’inflazione e ai tagli dei tassi di interesse, sostenendo una ripresa economica guidata dagli investimenti nella transizione ecologica, digitalizzazione e AI, mentre in Italia il futuro economico dipende dall’attuazione del Pnrr.
Alberto Bruschini su Espresso

Che ora è sulla luna?. La Casa Bianca ha richiesto alla NASA di stabilire un fuso orario lunare in previsione delle future missioni spaziali, delineando le basi per una standardizzazione del tempo su corpi celesti diversi dalla Terra. Nonostante la differenza di tempo tra la Luna e la Terra sia minima, questa standardizzazione è ritenuta fondamentale per future operazioni spaziali come il cronometraggio di veicoli e la sincronizzazione delle comunicazioni. La NASA ha in programma lanci con equipaggio verso la Luna tra il 2025 e il 2026 attraverso il programma Artemis, con l’obiettivo di stabilire un modulo abitativo lunare entro il 2028, seppur con ritardi nella costruzione. La definizione di un “Coordinated Lunar Time” (LTC) potrà beneficiare non solo gli Stati Uniti ma tutte le nazioni partecipanti alle missioni spaziali, e incoraggia la necessità di accordi internazionali per la sua adozione, specialmente considerando la crescente competizione nella corsa allo spazio e l’importanza della sincronia del tempo per le future esplorazioni.
Anna Lombardi su Repubblica

Aerotaxi. Il Parco Piccolomini di Roma è sotto la minaccia di un progetto che prevede la costruzione di un vertiporto per aerotaxi, proposto dalla UrbanV S.p.a., che potrebbe collegare il centro città all’aeroporto di Fiumicino. Il progetto “Parco dimostrativo della mobilità sostenibile Nicol Piccolomini”, sostenuto da importanti partner come Aereoporti di Roma, Leonardo ed Enac, è in lizza per ottenere una concessione di una zona tutelata da vincoli ambientali e storico-culturali. I residenti e i comitati locali sollevano perplessità riguardanti l’impatto ambientale, l’inquinamento acustico, la sicurezza dei voli sopra zone sensibili e la mancanza di regolamentazioni per questo tipo di tecnologia. Sia la Regione Lazio che la Soprintendenza ministeriale hanno richiesto una valutazione di impatto ambientale, mentre le associazioni locali stanno opponendosi legalmente al progetto, sospettando che sia solo una mossa promozionale in vista del Giubileo.
Elis Viettone su Repubblica Roma

Capitale digitale. La terza edizione di Abcd (A Bari capitale digitale) si terrà il 12 e 13 aprile, evento cresciuto dall’idea dell’economista e consulente strategico Nicolò Andreula, giramondo per lavoro (Onu a New York, Finmeccanica in Russia, Goldman Sachs e McKinsey a Londra), che ha sottolineato come le idee e la cooperazione siano più fondamentali dei soldi per creare qualcosa di significativo. Diversi interventi discuteranno temi come energia, intelligenza artificiale, lavoro, benessere e migrazione, con l’obiettivo di ispirare aziende e individui a portare innovazione e migliorare la qualità della vita del territorio pugliese. L’evento prevede anche attività collaterali con musica dal vivo nella Città Vecchia di Bari, mirando ad attirare mille partecipanti e affermarsi come uno degli eventi più importanti d’Italia in termini di innovazione, marketing e sostenibilità
Dionisio Ciccarese su Corriere del Mezzogiorno Puglia

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Era Orsini. Emanuele Orsini è stato designato con un ampio consenso come futuro presidente di Confindustria per il periodo 2024-2028, successore di Carlo Bonomi, dopo il passo indietro dell’altro candidato Edoardo Garrone, con l’obiettivo di rafforzare l’unità dell’associazione. Orsini ha evidenziato l’importanza di dialogo, identità e unità nella sua visione per Confindustria, sottolineando la necessità di far crescere le piccole imprese e di lavorare insieme per la competitività e lo sviluppo del sistema imprenditoriale. La sua elezione ufficiale come presidente avverrà il 23 maggio, mentre il programma e la squadra di lavoro verranno presentati e votati il 18 aprile.
Nicoletta Picchio su Sole 24 Ore

La squadra. Il presidente designato di Confindustria è in procinto di formare la sua squadra, con la presentazione prevista per il consiglio generale del 18 aprile, dove verranno rivelati gli incarichi e si comprenderanno meglio gli equilibri interni dell’organizzazione. Tra i potenziali membri, si menzionano Maurizio Marchesini per le relazioni industriali, Marco Nocivelli per il centro studi, e Gianfelice Rocca con una delega legata all’education e alla sanità, mentre Antonio Gozzi, nonostante l’ostacolo legato al suo ruolo in Federacciai, potrebbe essere incaricato dei rapporti con l’Europa. Gli equilibri territoriali e di genere sono rilevanti, con possibili contributi dal Sud con Natale Mazzuca e una rappresentanza femminile che potrebbe includere Massimiliana Landini Aleotti, e c’è l’idea di un vice che affianchi il direttore generale, il tutto mentre il non ancora presidente designato cerca di mantenere libertà di scelta ma ascoltando tutte le voci, incluso i sostenitori di Garrone.
Rita Querzè su Corriere della Sera

Corsa al veleno. Emanuele Orsini è stato eletto alla guida di Confindustria senza rivali e con il supporto unanime dell’organizzazione, riflettendo un ritorno alla compattezza e all’unità. Nonostante un percorso elettorale turbolento con cambiamenti d’appoggio tra i candidati e l’importante sostegno ricevuto da Carlo Messina di Intesa Sanpaolo, Orsini si è affermato, promettendo unità e preparandosi a rivelare la sua squadra il 18 aprile. Tra i sostenitori di Orsini figurano grandi nomi imprenditoriali e politici, e le grandi partecipate dello Stato, come Enel, Leonardo e Fincantieri, anticipando un nuovo corso per Confindustria con la futura nomina di vicepresidenti e delegati, che potrebbe escludere alcuni dei candidati rivali.
Francesco Spini su Stampa

Alleati. Emanuele Orsini è stato nominato presidente di Confindustria, ricevendo congratulazioni e auguri di buon lavoro dal governo, dalle Camere e da vari esponenti politici, che hanno espresso disponibilità al dialogo e sostegno verso le imprese italiane. La Premier Giorgia Meloni ribadisce l’importanza di uno Stato alleato delle imprese per la creazione di posti di lavoro e ricchezza, mentre dal mondo politico si mettono in evidenza le sfide della transizione green e digitale. Esponenti di vari territori italiani, inclusi i governatori, lodano la competenza e la determinazione di Orsini e invitano a una collaborazione attiva con Confindustria.
Manuela Perrone su Sole 24 Ore

Giorgetti svuota il Def. La riforma dell’IRPEF e la decontribuzione per redditi fino a 35 mila euro sono a rischio, con il governo che rinvia le decisioni all’autunno in vista delle negoziazioni per la nuova Commissione europea e la crescita del costo delle pensioni del 6,3% grava pesantemente sui conti pubblici. L’incapacità di presentare un dato sul deficit programmatico nel Documento di economia e finanza mostra la difficoltà del governo a prevedere spesa aggiuntiva per il 2025, esemplificata dalla mancanza di fondi per confermare le misure fiscali di precedente finanziamento una tantum. Il blocco politico è aggravato dai costi dei bonus edilizi, dalla struttura rigida del bilancio italiano, con la spesa pensionistica sempre più onerosa, e dalle tensioni interne al Tesoro riguardo gli errori di valutazione sui costi del superbonus.
Alessandro Barbera su Stampa

Condono. Il vicepremier leghista Matteo Salvini propone un “condono casa” o “Salva Casa” per sanare “lievi difformità o irregolarità strutturali” che riguardano l’80% delle abitazioni italiane, una mossa che arriva in concomitanza con le elezioni europee. La premier Giorgia Meloni è stata colta di sorpresa dalla proposta, affermando di non essere stata informata e di non poter giudicare una norma che non conosce, mentre Salvini cerca un via rapida per facilitare compravendite e regolarizzazioni prima della riforma dell’edilizia e del Piano nazionale sulla casa.
Valentina Conte su Repubblica

Maxi frode al Pnrr. La Guardia di Finanza di Venezia ha scoperto una maxi frode da 600 milioni di euro, sequestrando beni e applicando 24 misure cautelari per l’uso illecito dei fondi Pnrr in acquisti di lusso, come ville e supercar. Un’associazione criminale, sfruttando sistemi sofisticati di comunicazione e falsificazione documentale grazie all’intelligenza artificiale, ha eluso i controlli italiani ed europei per sviare fondi destinati all’internazionalizzazione delle aziende italiane.
Su Repubblica

Alla Consulta. I governatori delle Regioni italiane minacciano di ricorrere alla Corte Costituzionale in risposta ai finanziamenti tagliati dal decreto PNRR per le opere di sicurezza sismica delle strutture ospedaliere, chiedendo la restituzione di 1,2 miliardi di euro promessi. Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, capo della Conferenza delle Regioni, avverte che useranno tutti i mezzi disponibili, collaborativi e non, per proteggere il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), mentre la premier Giorgia Meloni difende la sua amministrazione sottolineando che i fondi per la sanità del 2024 hanno raggiunto il massimo storico di 134 miliardi, contro i 115 miliardi pre-Covid. La Ragioneria di Stato solleva ulteriore preoccupazioni, criticando il ritardo nell’aggiornare i Livelli essenziali di assistenza e le tariffe sanitarie, un fattore che potrebbe aggravare le disparità assistenziali tra le regioni.
Serena Riformato su Stampa

Tajani a Stellantis. La tensione rimane alta tra governo, sindacati e Stellantis per il futuro degli stabilimenti produttivi in Italia, con particolare attenzione allo stabilimento di Atessa e la rivelazione da parte della Fiom-Cgil di 173 esuberi nel sito Maserati di Modena. Mentre il ministro degli Esteri Tajani esprime preoccupazione e auspica che Stellantis non abbandoni l’Italia, riconoscendo l’importanza storica dell’industria automobilistica nel paese, il segretario della Cgil Landini sottolinea i rischi concreti per l’industria automobilistica nazionale se la produzione attuale, inferiore alla capacità, non si incrementa. La situazione occupazionale diviene critica anche in vista della transizione verso i veicoli elettrici, nonostante il potenziale stimolo alla produzione che potrebbe derivare dal nuovo piano Ecobonus 2024 atteso per l’approvazione dalla Corte dei Conti.
Andrea Bonafede su Corriere della Sera

Musk e Salvini. Il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha espresso interesse per il servizio di telecomunicazione via satellite di Starlink, di proprietà di Elon Musk, come potenziale soluzione per le aree italiane prive di connessione. Sebbene Open Fiber stia lavorando per estendere la fibra ottica anche nelle zone meno servite grazie ai finanziamenti del Pnrr, il progetto procede lentamente e incontra difficoltà economiche e scarsa clientela. La proposta di Starlink, che offre connettività a velocità elevate a prezzi competitivi, potrebbe minacciare gli investimenti pubblici in fibra ottica e complicare ulteriormente la fusione tra Open Fiber e Netco, nonché incidere sui ricavi di Tim. Questi sviluppi aumentano l’incertezza per la futura assemblea di Tim, in cui si dovrà decidere sulla conferma della leadership di Pietro Labriola o su un cambiamento di rotta
Giovanni Pons su Repubblica

Tempo per il miliardo. La Corte di Appello di Roma ha stabilito che Tim ha diritto a un rimborso di circa un miliardo di euro dallo Stato per il canone di concessione del 1998, scatenando reazioni positive degli analisti finanziari e rialzi dei target price. Nonostante la prospettiva favorevole del rimborso, ci sono incertezze sulle tempistiche, specialmente a causa del possibile ricorso in Cassazione da parte dello Stato, con gli analisti che prevedono un effettivo incasso non prima del 2025. La somma, se incassata, potrebbe permettere a Tim di ridurre significativamente il proprio debito, anticipando il raggiungimento di target finanziari stabiliti per il 2026 e influenzando le valutazioni sul ritorno del dividendo, mentre sono in corso discussioni su altri possibili sviluppi aziendali, incluso il dialogo con le banche riguardo Open Fiber.
Alberto Mapelli su Mf

Mattarella in Africa. Durante la sua visita in Costa d’Avorio, il presidente italiano Sergio Mattarella ha messo l’accento sulla necessità di un approccio energetico compatibile con le sfide climatiche, visitando l’impianto Eni di Baleine che rappresenta un modello di sostenibilità ambientale. La visita ha inoltre celebrato la collaborazione tra Italia e Costa d’Avorio nel settore energetico e ha messo in luce l’impegno di Eni in progetti sociali ed educativi, tra cui la riqualificazione di scuole locali per impattare positivamente sul futuro della popolazione ivoriana. Presidente Mattarella ha apprezzato gli sforzi compiuti, indicando il progetto di sviluppo a zero emissioni nette di Baleine come un esempio pionieristico di come le imprese possano conciliare le esigenze economiche con la responsabilità sociale e ambientale.
Lina Palmerini su Sole 24 Ore

Puntare sulla Difesa. Pier Carlo Padoan avverte che l’Europa deve puntare su difesa, tecnologia e capitali per non diventare marginale in un contesto globale dominato da USA e Cina e minacciato da tensioni belliche. Padoan insiste sull’importanza di superare i vecchi tabù riguardanti il bilancio comune e la fiscalità europea, sostiene il rinnovamento della governance economica e di difesa, e la necessità di risorse per la crescita verde e la sicurezza. Il saggio “Europa sovrana” di Padoan e Guerrieri esorta l’UE a un’azione unitaria e collettiva, con un riferimento storico ai progressi già ottenuti come l’euro, Schengen ed Erasmus, e pone le prossime elezioni europee come un punto cruciale per il futuro dell’Unione.
Eugenio Occorsio su Repubblica

Rischi mai visti. Marco Tronchetti Provera, Presidente di Pirelli, in un’intervista mette in luce la situazione di rischio senza precedenti a livello globale, sottolineando l’importanza della collaborazione tra Confindustria e governo italiano per rilanciare la competitività del paese. Affronta inoltre la tematica degli investimenti stranieri, come quelli cinesi, ribadendo che è fondamentale accoglierli nel rispetto delle regole europee e collaborare con organizzazioni imprenditoriali europee per rafforzare l’Europa a livello internazionale. In conclusione, Tronchetti Provera evidenzia la necessità per il prossimo Parlamento europeo di riconoscere l’impatto globale delle attuali sfide e agire sulla difesa comune e sulla cooperazione per preservare i valori democratici, puntando su crescita e competitività anziché su restrizioni monetarie.
Osvaldo De Paolini su Giornale

Tassi. I verbali dell’ultima riunione della Banca Centrale Europea (BCE) hanno evidenziato una maggiore probabilità di un taglio dei tassi, con il mercato che assegna una possibilità del 100% per un taglio a giugno sulla base della fiducia che l’inflazione possa raggiungere il target del 2% tempestivamente. Sebbene vi siano voci contrastanti all’interno della Federal Reserve americana riguardo ai tempi di un possibile taglio dei tassi negli Stati Uniti, l’andamento dei dati economici recenti suggerisce che un taglio potrebbe avvenire più presto di quanto previsto. Queste aspettative hanno influenzato i mercati finanziari, causando una riduzione dei rendimenti dei titoli di Stato e un comportamento incerto delle Borse europee, mentre le dichiarazioni di diversi membri della BCE indicano una preparazione al terreno per possibili tagli dei tassi se giustificati dai dati economici.
Morya Longo su Sole 24 Ore

Utile record per Cdp. Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ha ottenuto un utile netto record di 3,1 miliardi di euro nel 2023 e ha attivato investimenti per 133,5 miliardi nel biennio precedente, superando le aspettative del piano strategico 2022-2024 e contribuendo al 1,6% del PIL italiano, nonché alla creazione di circa 410mila posti di lavoro. L’amministratore delegato Dario Scannapieco e il presidente Giovanni Gorno Tempini hanno messo l’accento sulle attività di sostegno a 62mila imprese ed enti, l’incremento dei finanziamenti e l’offerta di consulenza per progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), evidenziando l’immagine di Cdp come una “banca nazionale di promozione” piuttosto che una semplice cassaforte statale. In aggiunta ai risultati operativi, sono state sottolineate la crescita del patrimonio netto a 27,9 miliardi di euro, una raccolta totale di 362 miliardi di euro con l’inclusione di green e yankee bond, e la conferma di un payout del 55% agli azionisti come da piano industriale.
Andrea Ducci su Corriere della Sera

Google a pagamento. Google sta prendendo in considerazione l’introduzione di un servizio in abbonamento per il suo motore di ricerca, al fine di integrare funzionalità avanzate della sua intelligenza artificiale, Gemini, come risposta alla crescente importanza e ai costi dell’intelligenza artificiale generativa. Questa mossa, tuttavia, potrebbe impattare l’industria pubblicitaria e sollevare dubbi etici e legali, poiché Gemini utilizzerebbe contenuti creati da terzi senza generare traffico verso i loro siti. Sebbene le discussioni siano ancora in corso all’interno dell’azienda, Google non ha confermato ufficialmente questi piani, sostenendo di voler continuare a migliorare prodotti e servizi per soddisfare le nuove esigenze dei suoi utenti mantenendo la presenza di pubblicità nei suoi servizi esistenti.
Michela Rovelli su Corriere della Sera

Enel e IA. Enel sta preparando 140 progetti che impiegano intelligenza artificiale (IA), con il settore energetico in rapida evoluzione digitale che presto muoverà investimenti per 600 miliardi di dollari entro il 2027. Le reti intelligenti autoreparanti e le piattaforme energetiche efficienti sono solo alcuni dei miglioramenti apportati dall’IA, che verrà ulteriormente potenziata da simulazioni digitali per la pianificazione e l’allocazione di risorse. Il senatore Andrea De Priamo ha sottolineato l’importanza di sviluppare modelli replicabili e di disciplinare gli aspetti dell’IA, mentre Enel digitalizza sempre più i suoi servizi, con il 47% dei suoi 70 milioni di clienti globali già digitalizzati.
Laura Serafini su Sole 24 Ore

Frode Pnrr. La polizia di Italia e altri paesi europei ha arrestato 22 persone e sequestrato beni del valore di 600 milioni di euro in una vasta operazione contro una frode legata al fondo di recupero post-pandemia dell’UE. Tra gli oggetti sequestrati ci sono appartamenti, ville, auto di lusso, orologi e gioielli, mentre più di 100 transazioni sospette sono state indagate. Il caso solleva nuove preoccupazioni sull’uso improprio del fondo di recupero dell’UE da 800 miliardi di euro, dal quale l’Italia, come maggiore beneficiario, è destinata a ricevere circa 200 miliardi tra prestiti e sovvenzioni. Operazione Resilient Crime, coordinata dall’Ufficio del Procuratore Pubblico Europeo con sede in Lussemburgo, ha rivelato che un’associazione criminale internazionale ha ottenuto fraudulentamente finanziamenti UE tramite una rete di aziende fittizie tra il 2021 e il 2023. La Commissione Europea e la polizia italiana affermano di avere un controllo efficace sul fondo per garantire l’uso appropriato dei fondi e il recupero di quelli ottenuti illegalmente.
Paola Tamma su Financial Times

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Biden a Netanyahu. Il presidente USA Joe Biden ha chiesto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu un cessate il fuoco immediato e misure per aumentare l’assistenza ai civili e la protezione degli operatori umanitari, in seguito all’uccisione di sette membri di una ONG statunitense da un raid israeliano a Gaza. Tensioni marcano la conversazione telefonica, influenzate da questioni politiche interne americane e dalla ferma alleanza tra USA e Israele, nonostante la situazione umanitaria critica a Gaza. Dopo 17 giorni dalla loro ultima comunicazione e sotto lo sguardo del voto elettorale americano di novembre, Biden premendo per un accordo, evidenzia la necessità di cambiamenti da parte di Israele. Nota: Il testo originale contiene informazioni e dettagli complessi, inclusi i riferimenti alla situazione politica e alla dinamica tra USA e Israele, che possono non essere completamente catturati in un riassunto così breve.
Andrea Nicastro su Corriere della Sera

Allarme Iran. Malfunzionamenti diffusi dei GPS e interruzioni nei servizi, come la geolocalizzazione dei cellulari e sistemi di navigazione, hanno seminato disordine in Israele, facendo sospettare l’attivazione di jammer in risposta al recente attacco israeliano su un’ambasciata iraniana a Damasco. La tensione in Israele cresce, con i cittadini che si preparano a possibili ritorsioni, mentre le forze di difesa inviano messaggi rassicuranti ma simultaneamente richiamano riservisti per la difesa aerea. Situazione di incertezza per la sicurezza civile e i voli, con Turkish Airlines che ha cancellato voli verso Israele, lasciando intendere una combinazione di motivazioni politiche e preoccupazioni di sicurezza.
Andrea Nicastro su Corriere della Sera

La Cia avverte Israele. La CIA ha avvertito Israele di un possibile attacco imminente dall’Iran, con preoccupazioni di una rappresaglia iraniana per l’uccisione di due generali di brigata della Forza Quds a Damasco. In risposta, Israele ha aumentato la prontezza, oscurando il GPS e richiamando i riservisti, mentre i cittadini si preparano all’allerta malgrado le rassicurazioni ufficiali di non essere in pericolo imminente. Joe Biden ha esortato il primo ministro Benjamin Netanyahu ad un cessate il fuoco immediato per proteggere i civili a Gaza, mentre si discutono l’aumento degli aiuti e i negoziati con Hamas, Il rapporto della Cia suggerisce che l’Iran possa scegliere il Quds Day durante il Ramadan per portare il suo attacco, con vari scenari che includono il lancio di missili dall’Iran o attraverso Hezbollah, un cessate il fuoco possibile se venisse concordato uno scambio di ostaggi.
Fabiana Magrì su Stampa

Gaza senza futuro. La Striscia di Gaza affronta un ecocidio in seguito alle operazioni militari israeliane, con danni a lungo termine all’ambiente e al futuro della regione: terreni agricoli distrutti, straordinaria inquinamento e risorse idriche contaminate, minacciando la salute umana e la vita economica. La ricostruzione porterà a un aumento delle emissioni di gas serra e un’ulteriore polarizzazione della ricchezza, mentre la crisi infrastrutturale, con il 60% delle case e la maggior parte delle strutture idriche danneggiate, lascia la popolazione in condizioni di estrema vulnerabilità. Gli aiuti umanitari sono insufficienti per i bisogni nutrizionali e di benessere di lungo termine, e il blocco preesistente ha già indebolito la capacità della Striscia di sostenere la sua popolazione, aggravando le condizioni dopo l’ultima guerra.
Christian Elia su Espresso

Tensioni olimpiche. Le tensioni tra Russia e Francia si acuiscono in vista dei Giochi Olimpici, con Macron che avverte del rischio di attacchi informatici da parte di Mosca durante l’evento, mentre si lamenta delle manipolazioni russe riguardo una conversazione tra ministri della difesa. In Ucraina, il ministro Kuleba chiede ai paesi della NATO di fornire sistemi di difesa antimissile, con particolare richiesta per i missili Patriot, ma l’incontro si conclude senza impegni concreti, nonostante le promesse di supporto. Il segretario generale della NATO, Stoltenberg, richiama l’importanza di un fondo comune per sostenere l’Ucraina e ricorda l’interdipendenza tra Europa e Stati Uniti nell’ambito della sicurezza collettiva.
Marco Bresolin su Stampa

Zar. La Russia sta mobilitando quasi 150 mila nuovi coscritti e sta potenziando l’industria bellica, con Vladimir Putin che supporta la retorica di una “guerra santa” contro l’Occidente e mira a mantenere la Russia in uno stato di guerra permanente. L’economia russa ha dimostrato resistenza nonostante le sanzioni occidentali, grazie all’industria militare e alla vendita di idrocarburi ai nuovi mercati asiatici, ma il controllo sui cittadini si è intensificato, limitando le libertà e reprimendo qualsiasi critica al governo. Dopo un attentato recente, vi è una crescente paura in Russia che rafforza gli estremisti e i nazionalisti, mentre in Ucraina la situazione è critica, con la minaccia di un’offensiva russa che rischia di rompere le linee del fronte.
Sabato Angieri su Espresso

Kiev. Il reportage offre uno sguardo dettagliato sull’addestramento intensivo di tre giorni in un campo in Ucraina, dove civili sono preparati a potenziali arruolamenti, mentre i giornalisti apprendono come seguire le truppe in sicurezza. Tra esercitazioni realistiche con munizioni vere, ostacoli fisici e simulazioni di combattimento, i partecipanti imparano la dura realtà del conflitto, l’importanza della cameratismo e della determinazione di fronte all’eventualità della guerra. La motivazione dei civili a unirsi all’addestramento deriva dal senso di responsabilità e dalla consapevolezza che il loro turno di combattere potrebbe arrivare presto, spinti dalla necessità di difendere il loro paese, come fatto dalle generazioni precedenti.
Niccolò Celesti su La Verita’

Soldati giapponesi a Manila. Tokyo e Manila sono vicine a un accordo di sicurezza che consentirebbe il dispiegamento di forze giapponesi nelle Filippine per contrastare la presenza militare della Cina nel Mar Cinese Meridionale, con la possibilità per i militari di entrambi i Paesi di addestrarsi nei rispettivi territori. Questa mossa, che segnala una maggiore cooperazione in materia di sicurezza regionale, è destinata a inviare un messaggio forte a Pechino in vista di un incontro trilaterale tra Stati Uniti, Giappone e Filippine. Mentre il Giappone sottolinea che l’accordo migliorerà l’interoperabilità delle truppe piuttosto che stabilire una presenza militare giapponese permanente, Pechino sostiene che le relazioni internazionali dovrebbero promuovere la pace e la stabilità regionale senza colpire terze parti.
Demetri Sevastopulo su Financial Times

Nuova Cina. Federico rampini torna in Cina dopo cinque anni, trovando un Paese più autonomo e digitalizzato, con avanzamenti considerevoli nella lotta all’inquinamento e nell’adozione di auto elettriche; nota anche un maggiore controllo sociale esercitato attraverso le app digitali, che risultano essenziali per la vita quotidiana. Osserva cambiamenti a seguito della pandemia, con digitalizzazione che ha accresciuto il controllo sulle persone e la difficoltà per gli stranieri di integrarsi nel sistema economico cinese senza un telefono cinese. Nonostante le sfide, quali una generazione di giovani disoccupati e una crisi dell’edilizia, la Cina continua ad aumentare la sua influenza economica, intensificando le esportazioni verso l’Occidente e mostrando resilienza anche con il ritiro di alcune aziende occidentali.
Federico Rampini su Corriere della Sera

Base cinese a Cuba. Nel piccolo villaggio cubano di Bejucal, a circa trenta chilometri dall’Avana, presuntamente si trova una base di ascolto cinese realizzata in una vecchia installazione militare, considerata più un simbolo di sfida a Washington che una minaccia grave. Le autorità americane, guidate dal segretario di Stato Blinken, hanno affrontato diplomaticamente la questione senza ricorrere a misure estreme come nel 1962 durante la crisi dei missili, e le attività di spionaggio cinese sembrano essere sotto controllo. Le relazioni tra Cuba, la Cina e la Russia sono strategiche, con Pechino che utilizza l’isola come un punto di appoggio per espandere la propria influenza in America Latina, mentre Mosca cerca alleanze per contrastare l’isolamento dovuto alla situazione con l’Ucraina, e la base di Bejucal stessa è simbolo di questo scacchiere internazionale.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Tregua tra Trump e Murdoch. Fox News ha avuto una relazione complessa con l’ex presidente Donald Trump, caratterizzata da reciproca influenza e tensioni pubbliche. Fox rimane dominante tra i media di destra nonostante la concorrenza e scandali legali come le cause di Dominion e Smartmatic per diffamazione. Il network deve conciliare la propria reputazione e posizione nel conservatorismo americano con i rischi di essere troppo vicini a Trump, ben consapevoli della sua influenza sui propri spettatori. Con l’avvicinarsi delle elezioni, Lachlan Murdoch affronta la sfida di gestire questa delicata dinamica, in un periodo in cui il canale sembra aver riabbracciato Trump per il potere che detiene nell’attirare l’attenzione dei media e degli elettori, nonostante i continui problemi legali dell’ex presidente. Nel frattempo, il ruolo di Fox News e la sua copertura di Trump rimangono decisivi per il panorama mediatico e l’esito delle elezioni.
Daniel Thomas su Financial Times

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Capolista. Il premier Giorgia Meloni sta considerando di presentarsi come capolista nelle prossime elezioni europee, con la sua conferma prevista durante la Conferenza programmatica del suo partito, Fratelli d’Italia, il 26 aprile a Pescara. Il governo guidato da Meloni è al lavoro per mostrare risultati tangibili, come la preparazione di un hotspot per immigrati in Albania e la riqualificazione di aree urbane prima del voto, per sostenere la campagna elettorale.
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

Elezione diretta. Giorgia Meloni, nel corso di interviste con Bruno Vespa, ha difeso le proposte di riforma del premierato e ha aperto alla possibilità di una elezione diretta del Capo dello Stato, sostenendo che un mandato diretto dei cittadini renderebbe i leader più responsabili verso il popolo anziché verso i partiti. Meloni ha anche ribadito il valore della proposta di riforma in Parlamento per l’elezione diretta del presidente del Consiglio e meno potere al presidente nella formazione di nuovi governi, criticando la controproposta di un modello di cancellierato della sinistra e favorendo un maggiore coinvolgimento dei cittadini. In politica estera, ha espresso cautela sul sostegno alla rielezione di Ursula von der Leyen alla Commissione UE, ha parlato della situazione tra Israele e Hamas e ha criticato la sinistra per la gestione del caso Ilaria Salis in Ungheria, chiedendo rispetto per lo stato di diritto e l’autonomia della magistratura.
Antonio Fraschilla su Repubblica

Non solo premierato. Il governo italiano sta discutendo riforme cruciali, tra cui l’autonomia differenziata, il premierato e la separazione delle carriere dei magistrati; l’accordo tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, con rassicurazioni ad Antonio Tajani di Forza Italia, prevede di avanzare queste riforme nel percorso legislativo. La riforma sull’autonomia differenziata riceverà l’approvazione definitiva dalla Camera a maggio e punta a placare il malcontento interno alla Lega, mentre il disegno di legge sul premierato dovrà passare per la prima lettura al Senato, con l’obiettivo di istituire un referendum confermativo entro la prima metà del 2026. La separazione delle carriere inizierà il suo percorso come disegno di legge costituzionale a maggio, affrontando una procedura lunga e complessa che include una doppia lettura parlamentare e potenzialmente un referendum confermativo, con una realizzazione non prima del 2025
Adalberto Signore su Giornale

Santanchè. La Camera dei deputati ha bocciato la mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo Daniela Santanchè con 213 voti contrari e 121 favorevoli, tra cui si contano quelli dei renziani di Italia Viva. Fratelli d’Italia difende la ministra e critica l’opposizione, mentre esprime fiducia che Santanchè non sarà rinviata a giudizio; tuttavia, il partito apre alla possibilità di future riflessioni su eventuali sviluppi giudiziari. Le opposizioni si mostrano disunite: il Movimento 5 Stelle presenta la mozione, il Partito Democratico la sostiene, mentre +Europa e Azione hanno posizioni divise e Italia Viva vota contro la sfiducia.
Maria Teresa Meli su Corriere della Sera

Bari senza campo largo. Gli arresti per presunto voto di scambio a Bari hanno scosso il panorama politico: un’assessora regionale del Partito Democratico è stata indagata e si è dimessa. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha ritirato il suo partito dalle primarie del centrosinistra a seguito degli arresti, mettendo a rischio la tenuta del campo largo e delle primarie stesse. Al centro dell’inchiesta c’è Alessandro Cataldo, marito dell’ex assessora, accusato di corruzione elettorale, mentre altri dettagli emergono da indagini sulla compravendita di voti mediante sistemi di controllo dell’esercizio del voto e database di elettori potenzialmente corrotti.
Nicolò Delvecchio su Corriere della Sera

Lo strappo di Conte. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha deciso di ritirare la sua formazione politica dalle primarie di un’alleanza dopo un’inchiesta giudiziaria, lasciando la segretaria democratica Elly Schlein sbigottita e denunciando come inaccettabile tale mossa. Il M5S ha riconfermato il proprio sostegno a Michele Laforgia, invitando gli altri alleati ad unirsi nel segno di legalità e trasparenza, ma il Partito Democratico (Pd), rappresentato da Francesco Boccia e Debora Serracchiani, ha risposto sottolineando l’importanza delle primarie come espressione di partecipazione democratica e annunciando di affrontare Conte alle urne. Contestualmente, Schlein ha ribadito il rifiuto del Pd per i “voti sporchi”, nonostante l’alleanza si trovi ora in difficoltà a causa della frattura con Conte.
Maria Teresa Meli su Corriere della Sera

Conte. Giuseppe Conte critica il Pd per la gestione mediatica della mancata candidatura di Ilaria Salis, paragonando erroneamente il caso a quello di Enzo Tortora e sottolineando la necessità di un’azione più decisa da parte del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per affrontare la situazione in Ungheria. Afferma che il Movimento 5 Stelle (M5S) è diverso dagli altri partiti e si distanzia dall’idea di candidarsi alle elezioni europee solo per guadagnare visibilità, un’azione che secondo lui sarebbe un inganno verso gli elettori. Infine, Conte rompe con il Pd a Bari, rifiutandosi di partecipare alle primarie cittadine, giudicando necessario un nuovo inizio per il M5S, una decisione che il Pd trova incomprensibile.
Carmelo Caruso su Foglio

Nostalgia Dc. Secondo un sondaggio Quorum per Demos, il 37% degli italiani desidera un partito che rappresenti i valori cattolici, tendenza più marcata tra gli elettori di destra e l’elettorato anziano. Paolo Ciani di Demos propone la creazione di un partito cristiano di sinistra sui temi della pace e dei migranti, ma conservatore su questioni come il fine vita e la famiglia, per non cedere il voto cattolico al centrodestra o all’astensione. La discussione è rilevante anche alla luce di recenti documenti ecclesiastici, come quello del Consiglio pastorale diocesano di Milano, che promuovono valori cristiani in politica contrastando l’astensionismo.
Matteo Pucciarelli su Repubblica

Vannacci. Roberto Vannacci è diventato un argomento così ricorrente sui giornali italiani che il suo nome è apparso in 450 articoli in soli tre mesi, una presenza che testimonia l’ossessione dei media per la figura del generale, raggiungendo in alcuni casi cinque citazioni giornaliere tra versioni cartacee e online. Anche se alcuni giornali non vedono Vannacci favorevolmente, il loro interesse nei suoi confronti ha notevolmente aumentato la sua popolarità, contribuendo persino alla sua candidatura a Bruxelles con la Lega. Le citazioni di Vannacci pervadono vari ambiti dei media, dai riferimenti culturali a quelli politici, con una presenza online ancora più massiccia, suggerendo l’influenza significativa che ha acquisito nell’opinione pubblica.
Lorenzo Giarelli su Il Fatto Quotidiano

COMMENTI E CONTRIBUTI

Tra Ucraina e Russia. La NATO si trova in una posizione delicata, cercando di fornire una garanzia di sicurezza all’Ucraina senza entrare in conflitto con la Russia e anticipando le implicazioni di una potenziale rielezione di Donald Trump. Il Segretario Generale uscente della NATO, Jens Stoltenberg, ha proposto un fondo di 100 miliardi di euro per cinque anni per assistere militarmente Kiev, mentre i ministri degli Esteri hanno raggiunto un accordo provvisorio su un impegno finanziario collettivo e sul coordinamento NATO degli aiuti, nonostante vari dettagli debbano ancora essere definiti. Il piano mira a rafforzare l’Ucraina e mandare un segnale a Mosca, mantenendo al contempo la NATO fuori dal conflitto diretto; tuttavia, esiste l’incertezza su come una presidenza Trump potrebbe influenzare tale impegno in futuro, mettendo a rischio la solidarietà necessaria dell’Alleanza nei confronti dell’Ucraina.
Stefano Stefanini su Stampa

Duello fantasma. Il testo descrive la recente gestione superficiale e poco coinvolta di due mozioni di sfiducia nei confronti dei ministri italiani Daniela Santanché e Matteo Salvini, rispettivamente accusati di truffa e collusione con la Russia. L’assenza di un dibattito appassionato e l’atteggiamento distaccato dei leader politici come Elly Schlein e Giuseppe Conte, che non hanno difeso vigorosamente le posizioni nel parlamento, sono sintomatici di un indebolimento del ruolo del Parlamento. Infine, si sottolinea come l’attuale sistema elettorale riduca l’influenza dei cittadini nelle scelte politiche, minando ulteriormente la centralità e il rispetto delle istituzioni democratiche.
Roberto Gressi su Corriere della Sera

La conversione. Matteo Salvini, nel corso di un’intervista con il direttore di “Libero”, ha preso le distanze dalla Russia e dalla sua invasione dell’Ucraina, interrompendo il rapporto con il partito di Putin, con una mossa che potrebbe essere influenzata dalla caduta elettorale prevista e dalla strategia di Marine Le Pen in Francia. Questo cambio di posizione arriva in un momento in cui appare meno credibile l’opposizione leghista contro la rielezione influenzata da Putin, mentre la presidente italiana Giorgia Meloni mantiene buoni rapporti con l’UE, guidando un governo fermamente atlantista. Nel tentativo di mitigare il rischio di una rivolta interna all’interno della Lega, Salvini manda segnali di collaborazione o fine delle rivalità alla Meloni, il che potrebbe rafforzare la sua leadership e lasciare all’opposizione il compito di risolvere le proprie contraddizioni in politica estera.
Stefano Folli su Repubblica

Rischio. Il ministro Raffaele Fitto è al centro di critiche per aver centralizzato il controllo sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a Palazzo Chigi, sottraendo potere ad altri ministeri e anche alla Corte dei Conti, che ha espresso perplessità sull’accordo con i compiti di mero coordinamento previsti dalla Costituzione. Il processo di centralizzazione ha creato ingorghi burocratici e ha suscitato preoccupazioni per la gestione e il controllo dei finanziamenti, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione di frodi, con la Commissione Europea che sottolinea il bisogno di efficaci sistemi nazionali di controllo. Nel tentativo di migliorare la situazione, sono state apportate modifiche al Codice degli Appalti e allargato il comitato anti frode, ma ci sono ancora timori che tali misure non bastino per evitare ritardi e infiltrazioni criminali, mettendo a rischio il significativo finanziamento UE destinato all’Italia.
Lirio Abbate su Repubblica

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