Rassegna stampa 9 maggio

SICUREZZA

Fincantieri compra Wass. Fincantieri è in fase avanzata per acquisire da Leonardo il business di produzione di sonar e siluri, precedentemente gestito da Whitehead Alenia Sistemi Subacquei Wass, ora parte di Leonardo. L’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, vede questa acquisizione come un’opportunità per espandere il business dell’azienda. Il closing dell’operazione, che si prevede sarà finanziata anche tramite un aumento di capitale da 400 a 500 milioni di euro, sembra imminente con il governo che ha dato il suo assenso e i sindacati rassicurati sulla continuità occupazionale. L’acquisizione, valutata intorno ai 250 milioni di euro, rientra nella strategia di crescita di Fincantieri, con l’obiettivo di incrementare i ricavi e tornare all’utile entro il 2025.
Andrea Ducci su Corriere della Sera

Wass. Leonardo ha raggiunto un accordo con Fincantieri per la vendita dell’azienda Wass, specializzata in siluri e sonar, per una cifra superiore ai 400 milioni di euro. La Wass, precedentemente nota come Whitehead Alenia Sistemi Subacquei, conta 450 dipendenti e sarà ceduta al 100% da Leonardo. L’operazione, che manterrà attività e lavoratori sotto il controllo pubblico, prevede anche della Fincantieri un aumento di capitale stimato intorno ai 500 milioni, con un’importante partecipazione da parte di Cdp Equity. Questo accordo segue una migliorata collaborazione tra Leonardo e Fincantieri che si concretizza anche nel potenziamento della joint venture Orizzonte Sistemi Navali, con nuove risorse e una nuova presidenza, mentre Leonardo si focalizzerà sul settore missilistico con Mbda
Gianni Dragoni su Sole 24 Ore

Fincantieri compra. Fincantieri si appresta ad aumentare il proprio capitale come parte di una doppia operazione pianificata per acquisire il produttore di sistemi di difesa subacquei Wass da Leonardo, ex Finmeccanica. Al consiglio di amministrazione, l’amministratore delegato Pierroberto Folgiero proporrà sia l’acquisto di Wass sia un contestuale aumento capitale, con l’intenzione di finalizzare l’affare entro la fine dell’anno o nei primi mesi del 2025. Il prezzo del deal si dice oscilli tra i 200 e i 300 milioni di euro, con le modalità di finanziamento ancora oggetto di speculazione. L’acquisizione rientra nella strategia di crescita nel settore difesa di Fincantieri, che ha visto il valore delle proprie azioni crescere del 30% negli ultimi sei mesi, e segue altre iniziative similari nel campo della difesa sottomarina. I sindacati, attenti all’operazione, richiedono che vengano tutelate le prospettive di crescita e i lavoratori degli stabilimenti Wass di Livorno e Pozzuoli.
Andrea Deugeni su Mf

Record. Leonardo vola. Il colosso internazionale attivo nei settori aerospazio, difesa e sicurezza chiude i conti del primo trimestre 2024 con un risultato netto pari a 459 milioni di euro, rispetto ai 40 milioni dello stesso periodo dei 2023. Il risultato netto ordinario, pari a 93 milioni di euro (40 milioni nel primo trimestre 2023) «riflette il miglioramento dell’Ebit, parzialmente compensato dal maggior carico fiscale rilevato nel periodo» riporta una nota del Gruppo. I ricavi, pari a 3.664 milioni, aumentano del +20,8%, in crescita «in tutti i settori di business. Di particolare rilievo l’apporto dell’Elettronica per la Difesa e Sicurezza e degli Elicotteri».
Maristella Massari su Gazzetta del Mezzogiorno

Grottaglie. I problemi di Boeing potrebbero avere un impatto negativo per Leonardo. Le ripercussioni riguarderebbero soprattutto il polo aeronautico di Grottaglie. Per il momento, non c’è alcuna comunicazione ufficiale. Le avvisaglie, pert), ci sono e non incoraggiano l’ottimismo. Le inchieste della Faa, l’Agenzia dell’aviazione americana, che contestano al colosso dell’aeronautica una serie di inadempienze sui protocolli e sui sistemi di sicurezza di alcuni velivoli, potrebbero portare a un rallentamento della produzione dei Boeing 787, le cui fusoliere vengono assemblate nello stabilimento Leonardo di Grottaglie
Raffaele Lorusso su Repubblica

Sale Avio. Avio batte le attese e conferma le previsioni sull’intero 2024. La società specialista nella produzione di razzi spaziali ha chiuso il primo trimestre con un portafoglio ordini di 1,37 miliardi (+1,4% rispetto a dicembre). Le richieste maggiori hanno nguardato la propulsione nella difesa, settore che ha contribuito alla crescita dei ricavi netti a 78,8 milioni (+32% annuo).
Luca Carrello su Mf

Sunak chiede il 2,5%. Sunak vuole mettere l’industria della difesa britannica su un “piede di guerra”. L’impegno del primo ministro britannico di aumentare la spesa per la difesa al 2,5% del PIL in risposta alla guerra in Ucraina e ad altre minacce è una notizia gradita per aziende come BAE Systems e la legione di altre organizzazioni che costituiscono il più grande settore della difesa in Europa. Anche prima dell’intervento di Sunak, i loro portafogli ordini erano gonfiati dall’aumento della spesa da parte dei governi. Le azioni di BAE Systems, il principale appaltatore britannico, sono aumentate del 40% negli ultimi 12 mesi, molto più dell’indice generale del Regno Unito. Le speranze di un’avanzata su un fronte, tuttavia, sembrano destinate a essere frustrate. Anche l’UE si sta affrettando a rafforzare i bilanci della difesa e la capacità industriale, ma la Brexit potrebbe escludere l’industria britannica.
Sylvia Pfeifer su Financial Times

Fronte Sud. Durante l’incontro a Roma tra Giorgia Meloni e il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, la premier ha sottolineato la necessità di un maggiore impegno della NATO nel Sud dell’Alleanza, sottolineando la presenza di potenze straniere nel Mediterraneo e in Nord Africa. Stoltenberg, dal canto suo, ha lodato il supporto dell’Italia all’Ucraina e ha richiesto maggiori contributi finanziari dall’Italia, suggerendo che il paese dovrebbe raggiungere la soglia del 2% del PIL in spese di difesa. In risposta alle preoccupazioni politiche, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha rassicurato che non verranno inviati militari italiani in Ucraina e che l’Italia sostiene la sovranità ucraina ma non è in guerra con la Russia. Nel frattempo, al Parlamento è stata approvata la prosecuzione delle missioni militari internazionali in diversi teatri, inclusa la formazione di truppe ucraine in Europa
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

Stoltenberg. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, avverte Putin che in una guerra nucleare «non ci sarebbero vincitori» e ricorda a Giorgia Meloni l’impegno a spendere per la difesa il 2 per cento del Pil. Kiev è in difficoltà perché gli alleati della Nato non sono stati in grado di consegnare ciò che avevano promesso. Gli Stati Uniti hanno impiegato sei mesi a concordare un nuovo pacchetto di aiuti e gli alleati europei hanno consegnato una quantità di munizioni lontana da quella promessa. Ora è importante che effettivamente le cose cambino, non solo con i 60 miliardi di dollari in più dagli Usa ma anche con la produzione bellica. Che sta aumentando in tutta Europa, dal Regno Unito alla Norvegia e nell’Ue.
Claudio Tito su Repubblica

Armi all’Ucraina. Salvini attacca l’ipotesi di invio di truppe europee in Ucraina, enfatizzando la pericolosità di tale proposta, Tajani afferma che l’Italia non invierà truppe ma sottolinea la linea difensiva del paese, garantendo che le armi fornite non serviranno per atti di guerra oltre confine. Si discute infine sulla natura offensiva o difensiva del materiale fornito, con particolare riferimento ai missili “Storm Shadow” di cui si ipotizza l’uso in attacchi a navi russe in Crimea. E le opposizioni chiedono che il governo riferisca in Parlamento e sospenda ogni vincolo segretezza all’invio di armi all’Ucraina.
Francesco Grignetti su Stampa

Il governo parli. Ieri alla Camera Movimento, dem e rossoverdi hanno chiesto al governo di “riferire sulla natura delle armi inviate” a Kiev, e in particolare sui missili a lunga gittata che l’Italia ha inviato all’Ucraina, gli Storm Shadow. Notizia che la maggioranza si era ben guardata dal dare, ma diventata di pubblico dominio pochi giorni fa grazie alle dichiarazioni del ministro della Difesa britannico, Grant Shapps.
Luca de Carolis su il Fatto Quotidiano

Trucchi russi. «Da quando è iniziata la guerra in Ucraina, l’Italia è finita nel mirino di decine di collettivi hacker russi che hanno attaccato siti istituzionali con operazioni Ddos: ministeri, comuni, aziende partecipate, ospedali», ricapitola Realpolitik — Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia, un libro scritto dall’ambasciatore Giampiero Massolo con il giornalista de il Messaggero Francesco Bechis per le edizioni Solferino.
Maurizio Caprara su Corriere della Sera

Drone antimine. Accordo tra l’italiana Xplora e l’americana Sierra Lobo per la fornitura di un drone antimine per il governo degli Stati Uniti e per il mercato del Dipartimento della Difesa. Il sistema, denominato Slix Rmds, è composto da un veicolo aereo senza pilota, una suite di sensori, un pacchetto di comunicazioni, un software basato su intelligenza artificiale e machine learning e un processore di interfaccia e integrazione
su Sole 24 Ore

Polemiche sul rivale di Starlink. Il commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton ha respinto l’ultimo tentativo tedesco di sospendere la rete di comunicazione satellitare IRIS2, un rivale europeo del sistema Starlink di Elon Musk. Il vicecancelliere tedesco Robert Habeck, che ricopre anche la carica di ministro dell’Economia e del Clima, vuole ritardare il lancio a causa delle preoccupazioni per quello che ha definito un prezzo “esorbitante” – anche se il costo finale dovrebbe essere inferiore ai 12 miliardi di euro previsti da Habeck – e della preoccupazione tedesca per una probabile influenza francese nella distribuzione dei contratti. In risposta alla richiesta di Berlino di mettere in pausa il sistema satellitare di comunicazione criptato, Breton ha accusato Habeck di cercare di esercitare “pressioni politiche” sui funzionari dell’UE che si occupano di appalti, secondo una lettera datata 25 aprile e visionata da POLITICO.
Joshua Posaner su Politico

Satelliti. Il mondo ha sperimentato un insolito impatto di un asteroide il 21 gennaio nel cielo sopra Berlino. Nelle prime ore di quella domenica, all’1:32, c’erano centinaia di persone in attesa dell’arrivo del 2024 BX1 e alcuni sapevano addirittura dove dovevano guardare, come raccontano nelle testimonianze, foto e video che hanno lasciato sui social network . 95 minuti prima, la NASA aveva emesso un avvertimento anticipando quando, come e dove esattamente sarebbe esploso. Solo tre ore prima dell’impatto, l’asteroide 2024 BX1 era completamente sconosciuto alla scienza. L’astronomo ungherese Krisztián Sárneczky fu il primo ad osservarlo e inviò subito un allarme al Minor Planet Center che permise di determinarne la traiettoria e le dimensioni da altri osservatori: era innocuo. Questo incontro celeste con un doppio lieto fine, sia per l’assenza di danni che per la tempestività del rilevamento e la rapida reazione, è stato una pietra miliare per gli scienziati che lavorano sui sistemi di difesa planetaria della Terra.
Francisco Doménech su Pais

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Tagliola ai crediti d’imposta. Il piano Transizione 5.0 – robusti crediti d’imposta per incentivare i progetti delle imprese in digitalizzazione e risparmio energetico – rischia già di non centrare l’obiettivo di fine 2025, spendere cioè tutti i 6,3 miliardi di fondi europei messi sul piatto. Anche perché – elemento emerso dal lavoro tecnico in corso in questi giorni – entro il 31 dicembre 2025 non solo bisognerà aver ultimato l’acquisto del bene incentivabile, con relativa consegna, ma bisognerà anche averlo messo in funzione e interconnesso cioè averlo integrato nel sistema di gestione della produzione o alla rete di fornitura.
Carmine Fotina su Sole 24 Ore

Superbonus in dieci anni. La misura è allo studio del Mef, poi sarà verificata a Palazzo Chigi, ed è attesa entro il fine settimana al Senato, che sta discutendo il decreto di fine marzo con lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura. Gran parte dei crediti Superbonus (solo i 110 % Ecobonus valgono 117 miliardi, poi ci sono i 11096 Sisma) ha durata di quattro o cinque anni e viene a scadenza entro il 2027. La compensazione di questi crediti, secondo l’attuale profilo temporale, comporta un maggior debito pubblico di circa 35 miliardi l’anno. Se il periodo venisse allungato a 10 anni, l’impatto delle compensazioni sul fabbisogno di cassa sarebbe molto inferiore, di oltre la metà
Mario Sensini su Corriere della Sera

Efficienza energetica. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, da un lato, ha rimarcato «d’impegno a predisporre un quadro normativo che supporti una visione di lungo periodo, dove le risorse siano tra loro coordinate e razionalizzate, valutando possibili sinergie tra i diversi strumenti disponibili» e, dall’altro, ha sottolineato «la necessità di accompagnare e agevolare la trasformazione del nostro sistema produttivo in equilibrio con la decarbonizzazione»
Celestina Dominelli su Sole 24 Ore

Bruxelles chiama i concorrenti di Tim. L’Antitrust di Bruxelles ha convocato perla prossima settimana Fastweb, Iliad, ma dovrebbe incontrare anche Vodafone (che avrebbe chiesto di essere ascoltata), per discutere della vendita della rete di Telecom Italia a Kkr, e del contratto di servizio che legherà la Netco alla società di servizi guidata da Pietro Labriola. Si tratta del primo scorporo della rete da parte di un ex monopolista europeo, nonché di un affare da 18,8 miliardi di euro, che vede Kkr in cordata insieme al Mef (20% del capitale), al fondo F2i (105), al fondo di Abu Dhabi Adia (10%) e al fondo canadese Ccp (17%).
Sara Bennewitz su Repubblica

Concorrenza a rischio. Il ceo di Wizz Air, Jozsef Váradi aspetta di vedere la proposta finale che uscirà da Bruxelles il 4 luglio senza escludere nulla, anche una eventuale azione legale. «Vogliamo più slot su Linate, mala proposta che sta emergendo dalla Commissione europea nel merger tra Ita Airways e Lufthansa non garantisce la concorrenza e non rompe il monopolio. Cedere n slot non è sufficiente, dovrebbero essere almeno il doppio. La commissione deve spingere in questa direzione. A queste condizioni non ci stiamo».
Mara Monti su Sole 24 Ore

Cinesi in Italia. Stellantis svelerà la strategia di commercializzazione dei veicoli a marchio Leapmotor fuori dalla Cina la settimana prossima a Hangzhou alla presenza dello stesso ceo di Stellantis. Lo scorso ottobre la casa nata dalla fusione tra Fca e Psa ha scelto di acquistare il 21% di Leapmotor per 1,5 miliardi con l’obiettivo di creare una joint venture (Leapmotor International) per utilizzare il marchio cinese sul mercato europeo
Andrea Boeris su Mf

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Fornitura sospesa. Washington non ha deciso il destino finale delle munizioni, ma è preoccupata per il loro possibile utilizzo a Rafah, ha dichiarato ieri in un’audizione del Congresso. “Continueremo a fare ciò che è necessario per garantire che Israele abbia i mezzi per difendersi”, ha detto Austin. “Ma detto questo, stiamo attualmente rivedendo alcune spedizioni di assistenza alla sicurezza a breve termine nel contesto degli eventi in corso a Rafah. Non abbiamo ancora preso una decisione definitiva su come procedere con questa spedizione”.
Mehul Srivastava su Financial Times

Altolà dagli Usa. Gli Stati Uniti hanno bloccato una fornitura di bombe a Israele perché contrari alla minacciata operazione massiccia nelle strade di Rafah. Un segnale, l’ennesimo, di Biden a Netanyahu. Sull’altro fronte di guerra, invece, i 27 Paesi della Ue hanno deciso di utilizzare a favore dell’Ucraina gli extraprofitti derivanti dai beni russi congelati:
Davide Frattini su Corriere della Sera

Putin. Il Cremlino respinge le accuse di Kiev, che martedì ha detto di aver arrestato due colonnelli ucraini accusati di aver partecipato a un presunto piano per assassinare Zelensky. Secondo Kiev, invece, almeno uno degli assassini assoldati dal network di spie russo «avrebbe ricevuto un compenso di 74mila euro per colpire». Uno dei due colonnelli del Sbu arrestati avrebbe confessato di aver ricevuto migliaia di dollari in contanti e tramite conti paralleli nel corso di due anni
Giuseppe Agliastro su Stampa

Zelensky. Quanto costa ammazzare Zelensky? «Li hanno pagati fra i 46mila e i 74mila euro». Neanche tanto. «Erano in due. Dovevano colpirlo mentre andava a registrare il videomessaggio serale». Quando? «Prima di domenica scorsa, Pasqua ortodossa». Come? «Il piano era di prenderlo in ostaggio e ucciderlo. Volevano colpire anche due capi dei servizi ucraini, Budanov e Malyuk». Che non erano con lui… «Bisognava aspettare che Budanov arrivasse a casa in auto e mandare un segnale ai russi. A quel punto, avrebbero lanciato due missili e due droni Fpv». E invece? «Invece siamo arrivati prima noi». I due colonnelli, i Giuda di Volodymyr Zelensky, nel racconto dell’undicesimo (o tredicesimo?) attentato al presidente ucraino
Francesco Battistini su Corriere della Sera

Cina Serbia e Ungheria. «Un’amicizia d’acciaio» con la Serbia, addirittura «l’inizio di un viaggio dorato» con l’Ungheria. Le espressioni di Xi Jinping mostrano la totale sintonia – in politica come sulle questioni economiche – coni leader di Belgrado e Budapest
Luca Veronese su Sole 24 Ore

A Kiev i profitti degli asset russi. L’ntesa trovata ieri dagli ambasciatoJri dei 27 Paesi dell’Unione europea sembra aver spazzato via ogni dubbio sui tre nodi che erano rimasti dopo l’accordo siglato dai capi di Stato e di governo al Consiglio europeo di marzo: l’Ue è finalmente pronta a prelevare gli extra-profitti generati dagli asset della Banca centrale russa che erano stati congelati subito dopo l’invasione in Ucraina. E i proventi saranno girati a Kiev.
Marco Bresolin su Stampa

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Fiumi di denaro. Per ricostruire il sistema Toti, che va rigorosamente definito presunto da un punto di vista penale, ma che appare concretissimo dal punto di vista politico, bisogna ripartire da questo incrocio di opposti: potenzialità finanziaria e debolezza politica, un fiume di denaro in arrivo in regione ma una consiliatura ormai agli sgoccioli, con l’incertezza su un possibile terzo mandato del governatore. Un potere feudale da rilanciare mentre si affievolisce fino spegnersi il sogno di un protagonismo nazionale.
Stefano Cappellini su Repubblica

Come si aggira lo stop ai fondi pubblici. Spulciando l’elenco degli assegni alle liste civiche e ai comitati di sindaci e governatori consegnati alla Camera, salta fuori che quasi il 30 per cento dei finanziamenti privati va ad amministratori locali più che ai grandi partiti. Il presidente della Liguria finito ai domiciliari negli ultimi quattro anni ha ricevuto fondi soprattutto da imprenditori che con il porto, direttamente o indirettamente, avevano a che fare. Da Gianluigi Aponte ad Aldo Spinelli, quest’ultimo finito nell’inchiesta che ha travolto Toti.
Antonio Fraschilli su Repubblica

Premierato. Nel giorno in cui arriva all’apice lo scontro con la leader del Pd Elly Schlein, la prima ministra lascia intendere senza equivoci che sul premierato intende andare avanti a colpi di maggioranza. Preparandosi, nel probabile mancato quorum dei due terzi degli inquilini delle Camere, a un referendum il cui valore è già enfatizzato oltre misura: «Sarà divisivo, come quello che nel 1946 vide vincere la Repubblica sulla monarchia».
su Repubblica

Basta antipolitica. Sulla vicenda ligure, Pier Ferdinando Casini evita commenti: «I processi si fanno in Tribunale». Serve una legge sui partiti e occorre ripristinare il finanziamento pubblico, occupandosi di una legge elettorale con le preferenze perché, ragiona, «siamo in una tempesta perfetta».
Francesca Schianchi su Stampa

Caso Scurati. L’annuncio dell’ad Sergio: «Procedimento disciplinare contro Serena Bortone». Usigrai all’attacco: «Inaccettabile». II Pd: «È un provvedimento intimidatorio»
Antonella Baccaro su Corriere della Sera

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