Rete Tim: accordo tra Mef e Kkr, al ministero una quota fino al 20%

Per la formalizzazione dell’offerta vincolante c’è tempo fino al 30 settembre. L’intesa dovrà ora necessariamente passare per un Dcpm per completare l’iter procedurale che potrebbe arrivare dopo la pausa estiva

Tanto tuonò su Tim che piovve Kkr: entro la fine del 2023 la Netco di Tim potrebbe finalmente nascere, in seguito alla decisione del Mef di intervenire nella società con una quota del 20% al fianco di Kkr. Secondo quanto siglato nel “memorandum of understanding”, l’accordo che le parti dovranno sottoscrivere, prevede un’offerta vincolante, che Kkr deve presentare al cda di Tim entro il 30 settembre.

Il Mef sarà dunque in minoranza, ma l’intesa prevede che “i termini dell’offerta dal punto di vista dei rapporti tra le parti prevedono un ruolo decisivo del governo nella definizione delle scelte strategiche” della Netco, la rete di Tim.

Ora, come si legge in una nota, i prossimi passaggi “saranno relativi all’adozione di un Dpcm per completare l’iter procedurale” per quello che riguarda l’intervento istituzionale, intanto Kkr deve completare gli accordi per il finanziamento dell’operazione da 23 miliardi di euro e, secondo indiscrezioni, l’impegno delle banche dovrebbe arrivare entro il 30 agosto.

Per il governo l’impegno finanziario dovrebbe essere fino a 2 miliardi di euro (considerando che la parte “equity” dell’offerta sarà di circa 10 miliardi di euro e il resto è debito che finirà nella newco). Il fondo avrà così un mese di tempo per completare la sua offerta vincolante e a ottobre si riunirà il cda di Tim per valutarla. Se riterrà necessario chiamare i soci al voto in assemblea, come chiede Vivendi, entro la fine dell’anno si potrebbe arrivare alla resa dei conti.

La tabella di marcia indicata dall’ad Pietro Labriola viene così addirittura anticipata. In occasione della conference call di presentazione dei risultati semestrali, commentando le indiscrezioni di stampa, aveva ricordato che la vendita di Netco a Kkr sarà “un accordo industriale e mettiamo 9-12 mesi sulla linea del tempo” e sottolineato che “non ci aspettiamo problemi specifici a livello di antitrust ma se ci sarà la partecipazione di alcuni azionisti italiani il processo di golden power sarà più semplice”. “È lo scenario ideale per Tim, perché farebbe venir meno i rischi di un’applicazione del golden power e potrebbe addirittura portare a un miglioramento della valutazione di NetCo” commentano gli analisti.

Intanto il fondo americano lavora all’offerta definitiva. Dopo la decisione del Cda di Tim dello scorso 22 giugno di avviare in esclusiva la negoziazione con Kkr, sono in corso tutte le attività necessarie per arrivare alla ricezione di un’offerta conclusiva vincolante entro e non oltre il prossimo 30 settembre.

A New York intanto Kkr offre ai suoi investitori la possibilità di investire sotto la governance del fondo stesso. Potrebbe dunque, come per Fibercop, scegliere la formula del coinvestimento per far salire a bordo altri investitori internazionali interessati ad investire in Italia. Aveva iniziato a parlare con la Abu Dhabi Investment Authority e recentemente è stato fatto il nome del fondo pensioni canadese.

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