Rete Unica Nazionale, Tim e Cdp proseguono il dialogo sulla digitalizzazione

di Corinna Pindaro

La rete unica nazionale, targata Tim e Cassa Depositi, è un dossier di prima importanza per il Governo Draghi. Risulta  strategica e strumentale, infatti, per il  perseguimento degli obiettivi di digitalizzazione del Paese legati al Pnrr e quindi ai fondi Ue. Dopo un periodo di stallo adesso la questione della rete unica ha ripreso vigore.

Sono stati avviati gruppi di lavoro costituiti composti dai manager di Tim e di Cdp Equity impegnati sul progetto di integrazione con Open Fiber, la società di infrastrutture tlc di cui la Cassa diventerà socio di controllo con l’uscita di scena di Enel. Si vuole giungere ad una rivalutazione del progetto d’integrazione degli asset di rete fissa dell’ex monopolista con quelli di Open Fiber in un’unica società di rete (AccessCo) come da lettera di intenti firmata dieci mesi fa dal precedente management di Cassa Depositi.

In particolare, secondo quanto si legge in una nota sui conti divulgata da Tim, per quanto riguarda la rete in fibra i risultati sono già tangibili in quanto la neonata FiberCorp nel solo mese di giugno è stata in grado di coprire oltre 310 mila nuove unità immobiliari. Si è registrato, così, un aumento del 15% in sei mesi. Il 93% delle linee fisse sono raggiunte da banda ultralarga. Per quanto attiene a Noovle Spa, la nuova azienda creata dal gruppo Tim con il fine di divenire l’eccellenza italiana per il cloud, la gestione risulta in linea con gli obiettivi del piano , i ricavi del secondo trimestre presentano una maggiorazione del 20%  e  sono acquisite crescenti quote di mercato grazie alla partnership tra Noovle e Google Cloud. L’offerta calcio e’ destinata, sottolinea la nota, a un bacino potenziale di utenza di circa 5 milioni di famiglie, oggi prevalentemente su satellite, con l’obiettivo di accelerare il passaggio alla banda ultralarga e quindi la digitalizzazione del Paese.

Nonostante i dati certamente positivi non è detto che l’obiettivo del Governo Draghi, al pari di quello perseguito da Conte, sia  necessariamente la creazione della rete unica. L’iniziale lettera di intenti prevedeva, infatti, la partecipazione maggioritaria di Tim (50,1%) unita a una governance neutrale guidata da Cassa Depositi.  Adesso, invece, si è deciso di far partecipare al dialogo e alla gara più aziende in concorrenza tra loro . E’ possibile, quindi, che alla fine si opti per un consorzio tra enti che partecipino e collaborino insieme gara per gara.

Al contempo il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, ha annunciato intanto che al 2026 si potrebbe arrivare al “100% di connettività in Italia e all’80% di identità digitali”.

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