Rider, 4.000 assunti da Just Eat con contratto di lavoro subordinato e tutte le tutele

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di Corinna Pindaro

I rider della compagnia Just Eat, a seguito di una lunga trattativa di due mesi tra azienda e sindacati, hanno trorider-just-eat-lavoratori-subordinativato un accordo e diventeranno lavoratori subordinati assunti con il contratto nazionale della logistica. Sono oltre 4 mila i fattorini della società di food delivery assunti con doveroso riconoscimento contrattuale.

Ai rider verrà attribuita una paga legata alle ore lavorate e non più alle consegne effettuate, finalmente ci si affranca dal meccanismo del lavoro a cottimo che è, invece, alla base del contratto nazionale dei rider sottoscritto da Assodelivery, associazione che riunisce le piattaforme del food delivery, e il sindacato Ugl. Il contratto è oggetto di critiche da parte del Ministero del Lavoro e Just Eat ne ha preso le distanze allontanandosi dall’associazione Assodelivery.

La svolta raggiunta per i rider di Just Eat è, invece, una vera conquista. Le sigle sindacali e le associazioni autoorganizzate, attraverso la rete “Rider per i diritti” hanno ottenuto l’assimilazione della categoria dei riders a quella dei lavoratori assunti nel settore ritenuto maggiormente affine: quello della logistica. “Just Eat ha accettato di applicare ai rider il Contratto nazionale Trasporti Merci e Logistica integralmente – si legge in una nota divulgata da Cgil, Cisl, Uil – articolando le diverse clausole e la necessità di maggiore flessibilità organizzativa attraverso un accordo aziendale”. I rider potranno optare tra diversi regimi contrattuali in relazione agli orari di part time da 10, 20 o 30 ore, con i turni che saranno pianificati a cadenza settimanale dall’azienda sulla base delle preferenze indicate dai lavoratori attraverso un’apposita app.

I rider non saranno più lavoratori autonomi ma diventeranno a tutti gli effetti lavoratori subordinati. La paga oraria prevista è di 9,70 euro ad ora e, con il contratto, i lavoratori beneficeranno di tutte le tutele: il tfr, le ferie pagate, l’integrazione salariale in caso di malattia e infortunio, la previdenza. Sono, poi, previste le dovute maggiorazioni in caso di lavoro straordinario, notturno e festivo. Sono poi previsti rimborsi spese per chi consegna avvalendosi di un proprio mezzo di trasporto: 15 centesimi se si utilizza lo scooter, 6 centesimi per la bicicletta. Dopo due anni è previsto un avanzamento contrattuale e la paga giungerà a 11,70 euro con aumento parallelo di tredicesima e quattordicesima. Permane, inoltre, un premio di 25 centesimi a consegna, che aumenta a 50 dopo la 250 consegna del mese ma a questo bonus è previsto un tetto massimo: si assegna alle prime quattro consegne che vengono effettuate nell’arco di un’ora lavorativa.

I rider assunti con Just Eat avranno maggiori tutele anche dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, oltre alle coperture Inps e Inail avranno una copertura assicurativa nell’ipotesi di grave incidente sul lavoro.  L’azienda fornirà ai fattorini tutti i dispositivi di protezione previsti dalla normativa vigente, igienizzanti e mascherine anti-Covid, oltre le dotazioni di sicurezza come  il casco e gli indumenti ad alta visibilità e antipioggia.

“Auspichiamo che le altre piattaforme seguano il modello di subordinazione definito oggi per creare una situazione di parità di condizioni”, affermano  i sindacati che aggiungono, “Non c’è bisogno di inventarsi nulla, le regole e i contratti nazionali esistono già”. Nei giorni scorsi Assodelivery e Cgil, Cisl e Uil hanno firmato un protocollo contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo nel settore del food delivery alla presenza del ministro del Lavoro,Andrea Orlando. Segno di una ripresa delle trattative, che ora dovranno per forza di cose tenere conto della nuova posizione dei fattorini di Just Eat.