di Mario Tosetti
Si è raggiuta l’intesa al tavolo del ministero dell’Economia intorno a tagli di tasse da 8 miliardi. L’intesa è finalizzata a destinare quasi 7 miliardi di euro al taglio dell’Irpef e poco più di 1 miliardo di euro all’Irap. La riduzione partirà dal 2022 ed è destinata a divenire strutturale. Le simulazioni in relazione alle aliquote Irpef post riforma mostrano le dirette conseguenze sui lavoratori dipendenti, questi a seconda della soglia di reddito potranno risparmiare fino a 920 euro l’anno. Il risparmio è determinato dalla riduzione da 5 a 4 degli scaglioni e dalle detrazioni che assorbiranno il bonus da 80-100 euro oltre che dall’incremento della soglia di no tax area di pensionati- che passa da 8.125 a 8.174 euro- e autonomi. L’Irap, invece, verrà cancellata per un milione di società di persone, partite Iva, start up, enti non commerciali e professionisti.
Nel dettaglio l’accordo prevede, anzitutto, una riduzione delle aliquote. Viene abolito lo scaglione al 41% e le aliquote diventano 4. Fino a 15 mila euro l’aliquota sarà al 23%, da 15 a 28 mila euro l’aliquota sarà del 25%, per i redditi da 28 a 50 mila euro del 35%, mentre oltre i 50 mila euro l’imponibile è del 43%. In proposito si tenga presente che l’Irpef è un’imposta progressiva, il cui ammontare cresce con l’ammontare dell’imponibile, e che le simulazioni delle nuove aliquote sono da considerarsi anche in base alle nuove detrazioni. Ad ogni modo, secondo la simulazione effettuata da Repubblica, il taglio delle tasse incide nella sua massima portata per un reddito di 60 mila euro con un risparmio di 970 euro, mentre per chi ha un reddito da 75 mila euro in poi il risparmio è di 270 euro, La fascia di reddito dei 40 mila euro l’anno risparmia 620 euro, la fascia dei 35 mila arriva a 470 e quella dei 30 mila a 320.
Non conduce ai medesimi risultati la simulazione, citata dall’Ansa, elaborata dai Consulenti del Lavoro. Secondo questa simulazione i vantaggi maggiori in termini di risparmio li registrerà chi ha un reddito tra 30 mila e 60 mila euro lordi l’anno, vale a dire circa 7 milioni di contribuenti.
La riforma non ha incontrato il favore di Confindustria e dei sindacati. Secondo Confindustria “se la bozza dovesse essere confermata, saremmo in presenza di scelte che suscitano forte perplessità perché senza visione per il futuro dell’economia del nostro Paese” in quanto, prosegue l’associazione, “la sforbiciata alle aliquote Irpef disperde risorse, con effetti “impercettibili” sui redditi delle famiglie, soprattutto se venissero eliminate le detrazioni per coprire i costi. L’intervento sull’Irap, poi, non migliorare la competitività delle imprese”. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ritiene invece che gli 8 miliardi stanziati dalla manovra dovrebbero essere destinati ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Mentre il segretario confederale della Cisl Giulio Romani, responsabile del dipartimento fiscale, dice “no ad accordi già confezionati coi partiti che renderebbero solo consultivo il ruolo dei sindacati. Viale dell’Astronomia e i rappresentanti dei lavoratori chiedono al governo una convocazione urgente perché l’intesa non ha coinvolto le parti sociali”.
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