Riforma del Mes e backstop per risoluzione bancaria, Eurogruppo: “Non possiamo rispettare la scadenza”

di Corinna Pindaro

“A questo punto sappiamo che non possiamo rispettare la scadenza che ci siamo dati un anno fa. Quasi certamente non saremo in grado di attuare il nuovo trattato del Mes e fornire il backstop” per la risoluzione bancaria “dall’inizio dell’anno”. La notizia si apprende da fonti dell’Eurogruppo, in vista delle  prossime riunioni a Bruxelles, le quali evidenziano che “l’impegno politico rimane” e si tratta di “un ritardo puramente tecnico”.

Il backstop europeo per la risoluzione bancaria, vale a dire il salvagente finanziario che doveva essere introdotto con la riforma del trattato sul Meccanismo europeo di stabilità, dovrà necessariamente essere rimandato e non potrà essere operativo entro la data di scadenza prefissata in origine, gennaio 2022.

Ad ostacolare l’entrata in vigore della riforma è la Germania, in quanto è pendente di fronte alla Corte Costituzionale tedesca un ricorso sulla legittimità del nuovo trattato promosso dai liberali. In particolare a bloccare la riforma del  Mes è sono stati sette parlamentari del partito liberale (Fdp), vale a dire il partito del cancelliere Olaf Scholz che si riconferma al governo in coalizione con Verdi e Socialdemocratici. Finchè la questione di legittimità non sarà decisa all’Eurogruppo non resta che attendere.

La modifica del trattato sul Mes necessita, infatti, della ratifica da parte di tutti gli Stati membri. Al contempo l’Italia, insieme a pochi altri paesi, non ha ancora ratificato l’accordo ma si è impegnata a procedere entro l’anno. Nel momento più critico della pandemia, tutti ricordano quanto il “tema” del Mes  fosse uno tra i più discussi, tanto nelle aule politiche quanto dall’opinione pubblica. Si assisteva, infatti ad una diatriba politica interna al governo Conte II che vedeva contrapporsi opinioni discordanti sulla possibilità di ricorrere o meno ai 36 miliardi stanziati. Ora non soltanto di Mes non si sente più parlare ma, si prende atto che la riforma è bloccata e non per colpa dell’Italia.

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