Siccità, a rischio il 10% del valore della produzione agricola italiana: danni per sei miliardi

di Emilia Morelli

Non solo le temperature hanno raggiunto i massimi storici ma quest’estate si è registrato il 60% delle precipitazioni in meno rispetto alla media. A farne le spese, più di ogni altro settore, è l’agricoltura. Secondo le previsioni della Coldiretti i danni potrebbero arrivare a sei miliardi di euro e a rischio è il 10% del valore della prodizione agricola italiana. Analoga previsione perviene anche dalla Cia- Agricoltori italiani che stima sarà a rischio il 10% del Pil del settore. Confagricoltura, invece, appare più ottimista e prevede che i danni da siccità si aggireranno intorno ai 2 miliardi e le perdite attorno il 6% ance se, si avverte, la previsione è destinata a salire a causa degli aumenti dei costi di produzione.

Ad ogni modo la situazione appare drammatica in ogni ambito produttivo. Per il raccolto del grano Coldiretti prevede un calo del 30% per quello duro usato per la pasta e del 20% per quello tenero, utilizzato per il pane. Ma in alcune regioni si arriva addirittura a punte del 40% di perdita delle rese.

Per il mais si prevede il raccolto sarà dimezzato in quanto la siccità ha maggiormente colpito le regioni del nord -quali Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna- che coprono il 90% della produzione nazionale. Anche la produzione di riso è fortemente a rischio con perdite stimate di oltre il 30% del raccolto. Il 90% della produzione di riso si concentra, infatti, in Lombardia e Piemonte. Per quanto riguarda, poi, l’olio si stima un calo della produzione del 40% e la circostanza appare assumere connotati di particolare gravità in Puglia. Nel tentativo di salvare le coltivazioni di frutta e verdura si sta tentando di iniziare il raccolto in anticipo oppure di diradare i frutti sugli alberi eliminando a monte quelli che non sono in grado di sopravvivere. In particolare, per quanto riguarda il pomodoro da sugo, la cui raccolta è iniziata in anticipo, si stima sarà in calo dell’11%.

Risentono delle condizioni climatiche anche gli animali, le mucche stanno producendo il 20% di latte in meno mentre vongole e cozze del delta del Po stanno soffocando a causa della mancanza di acqua per garantire il ricambio idrico e l’aumento della salinità con una perdita che si aggira intorno al 20%. Anche le vigne stanno risentendo della siccità. Sebbene la Coldiretti non sia in grado, al momento, di fare previsioni un calo produttivo appare più che probabile.

Il governo Draghi aveva stanziato 36,5 milioni di euro a sostegno dell’agricoltura ma, adesso, la situazione appare sempre più incerta. “Nell’agenda politica viene meno l’approvazione del Decreto siccità, con le risorse finanziarie necessarie a garantire agli agricoltori misure di aiuto, prevenzione e compensazione. A venir meno è anche l’approvazione del Decreto flussi, che era atteso per settembre, per l’assunzione di 130mila lavoratori stagionali fra turismo e agricoltura. Lo stallo politico impedirà anche la richiesta di estensione del credito di imposta per l’acquisto di gasolio agricolo, necessario ad arginare il caro-carburante. Un’altra richiesta che resta appesa è la sterilizzazione strutturale del sistema di accise sui carburanti e la definitiva eliminazione degli oneri di sistema”, ha commentato allarmato Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori italiani .

Per Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, la crisi di governo non può assolutamente fermare nè i sostegni per le imprese agricole colpite dalla siccità e dai rincari energetici, nè le misure strutturali che interessano al comparto: “Penso, ad esempio, al bando del Pnrr per l’agrivoltaico, ormai arrivato davvero all’ultimo miglio. Una misura che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine senza consumo di suolo. Ma è importante anche il decreto attuativo sul digestato, che consentirebbe agli agricoltori italiani di poter disporre di una sostanza fertilizzante 100% naturale, che deriva dalla lavorazione dei reflui. Un’esigenza tanto più urgente se si considera che la crisi Russia-Ucraina ha causato un aumento del 250% dei prezzi dei concimi”. Da tempo la Coldiretti, insieme con l’Anbi (l’associazione nazionale dei consorzi di bonifica) ha pronto un piano per la creazione di nuovi invasi: “Si tratta di un progetto immediatamente cantierabile  per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo che arriverebbe a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia”, ha ricordato Prandini sottolineando però che al momento anche questo piano è fermo.

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