Sintesi Rassegna Stampa 17 aprile 2025

SICUREZZA

*Gnl a stelle e strisce.* Il dibattito sull’acquisto di Gnl dagli Stati Uniti è al centro delle discussioni politiche ed energetiche in Italia e in Europa. Roberto Cingolani, AD di Leonardo, sostiene che “aumentare l’import di Gnl dagli Stati Uniti sembra ragionevole” e ritiene che non ci siano criticità nell’acquistare maggiori quantità di Gnl americano. L’Italia, quando era ministro della transizione ecologica, ha incrementato la capacità di rigassificazione per diversificare i fornitori e ridurre la dipendenza dalla Russia, con il Gnl che ha coperto il 23,7% della domanda nazionale. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, evidenzia che il prezzo del Gnl è determinato dal mercato Ttf di Amsterdam e che l’unico modo per abbassarlo è aumentare l’offerta, a cui contribuiscono anche gli investimenti statunitensi nel settore.
_Maria Carla Sicilia su Foglio_

*Supercalcolo.* Simone Ungaro, condirettore generale Strategy e Innovation di Leonardo, sottolinea l’importanza dell’innovazione e del supercalcolo per la sicurezza globale: “Puntiamo a guidare la transizione verso la realizzazione di tecnologie multidominio interoperabili per la sicurezza globale”, spiega. Leonardo ha lanciato una nuova linea di business, Leonardo Hypercomputing Continuum (LHyC), con l’obiettivo di sfruttare le tecnologie digitali, l’IA e il calcolo ad alte prestazioni per migliorare la propria filiera del valore, prevedendo ricavi cumulati di 230 milioni di euro entro il 2029. Il supercomputer Davinci-1, uno dei più potenti dell’industria, triplicherà le sue capacità entro fine anno, raggiungendo oltre 20 Petaflop. Leonardo offrirà servizi esterni di supercomputing, cloud e IA, e punta a espandersi oltre il settore aerospazio, difesa e sicurezza, mirando anche a mercati come la salute, i trasporti e le PMI. Ungaro evidenzia che il progetto Space Cloud porterà supercomputer, IA e cloud nello spazio, offrendo capacità di calcolo e memorizzazione ad alte prestazioni per enti governativi e forze armate.
_Celestina Dominelli su Sole 24 Ore_

*Mediare.* Il primo ministro Giorgia Meloni si prepara per un incontro cruciale con Trump a Washington, con l’obiettivo di mediare tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea per evitare una guerra commerciale e discutere di questioni come l’Ucraina e il Medio Oriente. Tra i possibili argomenti all’ordine del giorno, vi è anche la vendita di un sistema di protezione dei confini da parte di Leonardo agli Stati Uniti. Meloni spera di poter sfruttare la sua posizione per influenzare le relazioni UE-Cina e promuovere gli interessi italiani, nonostante le tensioni interne all’UE riguardo alla risposta ai dazi di Trump.
_Mario Sensini su Corriere della Sera_

*Smussare gli angoli.* Giorgia Meloni è a Washington per incontrare Donald Trump, con l’obiettivo di difendere gli interessi commerciali e strategici dell’Unione europea e di riaprire un dialogo aperto tra alleati storici, con il coinvolgimento di colossi industriali come Leonardo. Nonostante non abbia un mandato ufficiale per parlare a nome dell’Europa, Meloni ha il sostegno di Ursula von der Leyen e spera di utilizzare questo incontro per far sentire la voce dell’Europa. La visita è vista come un’opportunità per negoziare in un momento in cui Washington è disposta a discutere, a seguito degli effetti del protezionismo sull’economia americana, come evidenziato da Stefania Craxi, Presidente della commissione degli affari esteri del Senato italiano.
_Valerie Segond su Figaro_

*Preparare un vertice Trump-Von der Leyen.* La premier Giorgia Meloni è giunta a Washington con l’intento di mediare un incontro diretto tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Durante il volo, Meloni ha esaminato report preoccupanti riguardanti le relazioni commerciali tra UE e USA, in particolare un incontro tra i commissari al commercio che ha evidenziato la mancanza di dialogo. Meloni ha discusso con von der Leyen prima della partenza e ha promesso di stabilire un “tavolo di massimo livello” tra Commissione e Casa Bianca, nonostante Trump non consideri von der Leyen un’interlocutrice valida. Inoltre, Meloni intende discutere di dazi, spese militari per la NATO e la conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, oltre a promuovere gli interessi italiani negli USA, inclusi possibili accordi per Leonardo e Fincantieri e la questione degli F-35.
_Tommaso Ciriaco su Repubblica_

*L’attesa Ue.* Tra i temi caldi dell’incontro alla Casa Bianca, vi è la possibilità di aumentare l’importazione di gas naturale liquido dagli USA, con la speranza di ottenere sconti sul prezzo, e la proposta di zero dazi negli scambi commerciali. Inoltre, Meloni presenterà a Trump un piano per aumentare le spese militari italiane in linea con gli obiettivi della NATO. Grandi aziende italiane come Leonardo potrebbero beneficiare di questi incontri, con la possibilità di vendere sistemi per il controllo delle frontiere al governo americano, un tema caro a Trump. Meloni affronta questi incontri con cautela, consapevole dell’approccio imprevedibile di Trump, specialmente riguardo alla Cina, e con la consapevolezza che “con Donald non ci sono certezze”.
_Francesco Bechis su Messaggero_

*Trappola studio ovale.* Durante la sua visita a Washington, la premier Giorgia Meloni si confronta con il rischio di una situazione mediatica imprevedibile simile a quella vissuta dal presidente ucraino Zelensky, temendo che il presidente Trump possa dominare la scena nello Studio Ovale. Meloni, tuttavia, è pronta a rispondere con fermezza, seguendo l’esempio di Macron. I temi caldi del bilaterale includono la guerra commerciale, con Meloni che cerca di mediare tra gli USA e l’UE, e promette a Trump un significativo acquisto di gas liquido americano. Inoltre, la premier porterà a Trump l’impegno al 2% di spesa militare, nonostante le richieste americane siano maggiori, e discuterà investimenti italiani negli USA, con Leonardo pronta a offrire sistemi per la difesa dei confini. Infine, Meloni esercita cautela sulla questione cinese, considerando la possibilità di rivedere l’accordo con Pechino se richiesto da Trump.
_Giacomo Salvini su Il Fatto Quotidiano_

*Taurus non è un gamechanger.* Armin Papperger, CEO di Rheinmetall, prevede un aumento significativo della produzione di munizioni di artiglieria presso lo stabilimento di Unterlüß in Bassa Sassonia, con un investimento di circa 600 milioni di euro per raggiungere una capacità produttiva fino a 350.000 proiettili all’anno. Papperger stima un potenziale di ordini per Rheinmetall fino a 300 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, con un budget europeo per la difesa che potrebbe crescere fino a un trilione di euro entro il 2030. Nonostante la crescente domanda, Papperger esprime scetticismo sull’efficacia dei missili da crociera Taurus in Ucraina, sottolineando l’importanza della munizione di artiglieria classica per mantenere le forze russe a distanza. Rheinmetall si sta espandendo anche negli Stati Uniti, con l’obiettivo di raddoppiare il fatturato da un miliardo di dollari.
_Martiun Knobbe su Handelsblatt_

*Il muro di droni europeo.* Il conflitto in Ucraina ha messo in evidenza l’importanza delle tecnologie dronistiche, con la nascita di un nuovo “schermo protettivo” di droni lungo il confine orientale della NATO. In questo contesto, start-up tedesche come Stark Defence e Helsing stanno emergendo come attori chiave, sfidando i colossi dell’industria con prodotti innovativi e rispondendo rapidamente alla domanda di droni militari. La Germania, tradizionalmente in ritardo nell’adozione di droni offensivi, sta ora cambiando rotta, con il governo che valuta l’acquisto di droni per scopi di difesa e attacco. Il concetto di un “muro di droni” è supportato in Europa, specialmente nel nord e nell’est, e si basa su tre componenti: sorveglianza in tempo reale, dominio decisionale tramite reti software e superiorità operativa con l’uso di droni in grandi numeri. Start-up agili e innovative stanno guadagnando terreno, sostenute da investimenti e dalla capacità di produrre in massa, mentre i colossi dell’industria si adattano a questa nuova realtà competitiva.
_Vast Estheimer su Frankfurter Allgemeine_

*Incremento.* Il Börsengang (IPO) di Renk, avvenuto 14 mesi fa, è stato un successo al secondo tentativo, con un notevole incremento del valore delle azioni. Il contesto geopolitico, segnato dall’invasione russa dell’Ucraina e dalla seconda presidenza di Donald Trump negli USA, ha reso i valori della difesa più attraenti in borsa, spingendo i paesi europei ad aumentare le spese militari. Il CEO di Renk, Alexander Sagel, ha dichiarato che l’IPO ha agito da catalizzatore per la professionalizzazione e la crescita dell’azienda, che prevede di raddoppiare il proprio fatturato nei prossimi anni. Renk, ora membro dell’MDax con una capitalizzazione di mercato di circa 5 miliardi di euro, ha visto il suo ordine di grandezza e il fatturato crescere significativamente, beneficiando del clima attuale che favorisce l’industria della difesa.
_Joachim Herr su Börsen-Zeitung_

*Più debito per la difesa.* Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha espresso il desiderio che la Commissione Europea conceda maggiore flessibilità finanziaria a paesi come l’Italia per incrementare le spese militari, suggerendo possibili eccezioni alle regole europee sul debito. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha sottolineato l’importanza degli investimenti nella difesa per garantire indipendenza e autonomia, citando l’insegnamento del generale Claudio Graziano sull’essenzialità della programmazione militare. Nonostante le divergenze all’interno del centrodestra, con la Lega e Salvini che non vedono il riarmo come priorità, i vertici militari, tra cui l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, sostengono la necessità di aumentare le spese per la difesa, ritenendo accettabile una spesa del 3% del PIL.
_Francesco Curridori su Giornale_

*Esa.* Tobia De Stefano discute l’imminente aumento del budget dell’Agenzia Spaziale Europea per lo sviluppo di una costellazione di satelliti militari, in risposta alle sfide poste da Elon Musk e alle tensioni geopolitiche, come la situazione in Ucraina. Il budget previsto per il prossimo vertice a Brema è di 21 miliardi di euro, con la Germania, ora il maggior contributore, che prevede di aumentare ulteriormente il proprio impegno finanziario. Questo investimento mira a garantire un ritorno economico alle imprese tedesche e francesi nel settore della difesa, come Arianespace, Airbus, Thales, Ohb System Ag, Isar Aerospace e Telespazio Germany, attraverso la regola del “giusto ritorno” dell’ESA. La Francia, che cerca di rivedere questa regola per favorire i propri colossi industriali, si scontra con la Germania che, oltre a incrementare il proprio budget ESA, finanzia anche internamente le proprie aziende.
_Tobia De Stefano su La Verita’_

*Riarmo a rilento in Spagna.* Nel 2024 la Spagna ha destinato solo l’1,3% del suo PIL alla difesa, il contributo più basso tra i membri della NATO. Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, insieme a Giorgia Meloni, ha persuaso la Commissione UE a rinominare il piano di difesa comune europeo da ReArm Europe a Readiness 2030, una mossa simbolica che non incrementa la sicurezza effettiva. Nonostante l’impegno di raggiungere il 2% del PIL in spese militari entro il 2029, Sánchez ha promesso di anticipare questa scadenza, senza però fornire dettagli. La Spagna, con un governo di minoranza e un parlamento frammentato, affronta difficoltà politiche nell’approvazione del bilancio, mentre la pressione internazionale cresce per un aumento della spesa in difesa, come evidenziato dal segretario generale della NATO, Mark Rutte, che ha proposto una soglia del 3%.
_Filippo Merli su Italia Oggi_

*Cooperazione italo tedesca.* Fincantieri e Thyssenkrupp Marine Systems (TKMS) tedesca hanno stretto un accordo di cooperazione industriale strategica per vendere sottomarini NFS U212 alle Filippine, un’iniziativa che potrebbe rappresentare una seria minaccia commerciale per il gruppo francese Naval Group. Questo accordo, che si basa su una collaborazione italo-tedesca iniziata nel 1996 sui sottomarini U212A, potrebbe diventare un potente strumento di vendita all’estero, sfruttando le tecnologie avanzate di entrambe le nazioni. L’asse italo-tedesco sta chiaramente funzionando bene nell’industria degli armamenti. Dopo Leonardo e Rheinmetall, che sta emarginando KNDS, in particolare KNDS France, l’alleanza tra Fincantieri e TKMS è destinata a diventare un formidabile concorrente per Naval Group nel settore dei sottomarini e delle navi di superficie.
_ su latribune.fr_

*Alleanza per le Filippine.* Fincantieri ha stretto un’alleanza con la tedesca Tkms, parte di ThyssenKrupp, per competere nella gara indetta dalla Marina delle Filippine, che mira all’acquisto di 2 sottomarini avanzati per un valore di 1,6 miliardi di euro, inserendosi in un contesto competitivo che include aziende come Naval Group, Navantia e HD Hyundai Heavy Industry. L’accordo tra Fincantieri e Tkms potrebbe rivelarsi vantaggioso, grazie alla collaborazione preesistente sui sottomarini U212 NFS, che rappresentano un’evoluzione del progetto U212A iniziato nel 1996. L’AD di Fincantieri, Folgiero, ha sottolineato l’importanza della collaborazione per la strategia internazionale dell’azienda, evidenziando le tecnologie avanzate e la qualità distintiva di Italia e Germania. La decisione finale sulla gara è prevista per l’inizio del 2026, mentre nel frattempo si attende la formalizzazione della lista del socio di maggioranza Cdp Equity per il rinnovo del board di Fincantieri il prossimo 14 maggio.
_Cestina Dominelli su Sole 24 Ore_

*Fregata.* La Marina Militare Italiana ha ricevuto la fregata multiruolo “Spartaco Schergat”, la nona unità della serie FREMM, consegnata da Orizzonte Sistemi Navali, una joint venture tra Fincantieri (51%) e Leonardo (49%). La cerimonia di consegna si è svolta presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano, con la presenza di rappresentanti di alto livello delle aziende coinvolte e delle forze armate. La nave, lunga 144 metri e con un dislocamento di 6.700 tonnellate, può ospitare 200 persone e raggiungere i 27 nodi di velocità. È dotata di tecnologie avanzate, tra cui sistemi d’arma e di sicurezza sviluppati da Leonardo, come il sistema “127/64 Light Weight Vulcano” e il sistema “Strales”. La “Spartaco Schergat” è progettata per operazioni multiruolo e antisommergibile, con una forte automazione a bordo e studi di “human factors” per ottimizzare gli spazi di lavoro.
_ su Nazione La Spezia_

*Polo addestramento.* Il Governo ha annunciato l’intenzione di istituire un polo nazionale per l’addestramento dei piloti degli F-35, come confermato dal ministro della Difesa Guido Crosetto durante le celebrazioni del 102° anniversario dell’Aeronautica Militare. L’Italia, che già ospita una linea di produzione degli F-35 fuori dagli Stati Uniti, mira a diventare l’unico paese al di fuori degli USA dove i piloti di questi caccia di quinta generazione vengono formati. Secondo “Rivista italiana difesa” (RID), l’International Flight Training School (IFTS) a Decimomannu (Cagliari), nato dalla collaborazione tra Aeronautica Militare e Leonardo, resterà dedicata alla formazione avanzata dei piloti destinati ai velivoli jet di 4ª e 5ª generazione. Probabile che venga scelta un’altra struttura sempre nel Sud Italia. Inoltre, il Documento programmatico pluriennale della Difesa prevede un aumento della flotta italiana di F-35 da 90 a 115 velivoli, con un investimento aggiuntivo di 7 miliardi di euro. “Noi siamo il primo paese al mondo in grado di produrre F35, oltre gli Stati Uniti, e l’unico nel quale verranno formati piloti perché gli Usa non ce la fanno da soli,” ha dichiarato il ministro Crosetto.
_ su ILSOLE24ORE.COM_

*Spese miliotari su in Belgio.* Il Belgio prevede di aumentare significativamente le proprie spese per la difesa nei prossimi anni, puntando in particolare all’acquisto di ulteriori caccia, con il Lockheed Martin F-35A stealth jet come principale candidato. Il ministro della difesa belga, Theo Francken, ha espresso il desiderio di assemblare eventuali F-35 aggiuntivi al di fuori degli Stati Uniti, chiedendo specificamente all’Italia di poterli produrre nella struttura di Cameri, gestita da Leonardo. Attualmente, i caccia F-35A destinati al Belgio vengono assemblati a Fort Worth, in Texas, e il primo aereo è stato consegnato per la formazione dei piloti belgi in Arizona. Francken non ha chiarito se la localizzazione della produzione sarà un fattore decisivo, ma ha accennato ai benefici economici domestici come una possibile motivazione. Resta incerto se il sito FACO in Italia possa gestire ordini aggiuntivi a breve termine, considerando la sua capacità produttiva di 15 aerei all’anno.
_ su FLIGHTGLOBAL.COM_

*Spazio, Italia vola.* L’industria aerospaziale italiana sta vivendo un periodo di forte crescita grazie ai finanziamenti del PNRR, che hanno dato impulso alla creazione di “Space Factory”, centri di eccellenza per la costruzione di satelliti e componenti per l’esplorazione spaziale. Tra le strutture di spicco vi è la Space Factory di Sitael a Mola di Bari, dove è stato sviluppato il satellite Platino-1 con la collaborazione di Leonardo e altri partner, per missioni di osservazione terrestre e telecomunicazioni. Il settore si espande anche con l’Argotec di San Mauro Torinese e il Tecnopolo Tiburtino a Roma, con investimenti significativi per la produzione di satelliti. L’industria aerospaziale italiana ha ottenuto risultati notevoli nel 2024, con un fatturato di 18 miliardi di euro e un forte contributo all’export, nonostante le sfide dei dazi imposti dagli USA.
_Giampiero Valenza su MoltoFuturo_

*Più Iris.* David Cavaillolès, CEO di Arianespace, sottolinea l’importanza di aumentare la domanda europea per servizi spaziali, evidenziando la necessità di più programmi strategici come Galileo, Copernicus e Iris2 per rafforzare la sovranità spaziale europea. Con il lancio del satellite Biomass previsto per il 29 aprile, Arianespace dimostra il suo ruolo chiave nell’accesso autonomo dell’Europa allo spazio. Cavaillolès riconosce il divario tra l’Europa e gli Stati Uniti in termini di numero di lanci, attribuendolo alla minore quantità di satelliti europei. Inoltre, evidenzia la crescente consapevolezza dell’importanza dello spazio tra gli attori pubblici e privati e la competizione globale nel settore. Arianespace si impegna a collaborare con Paesi emergenti e a sostenere settori promettenti come le telecomunicazioni, l’osservazione della Terra e i progetti ambientali. Cavaillolès invita l’Europa a sfruttare i lanciatori Ariane 6 e Vega-C per contribuire alla propria sovranità, seguendo l’esempio di Stati Uniti, Cina e Russia.
_Paolo Travisi su MoltoFuturo_

*Corsa agli asteroidi.* La “space economy” sta vivendo un periodo di fervente attività con l’incremento delle start-up dedicate all’esplorazione e all’estrazione di minerali preziosi e terre rare dagli asteroidi. Leopoldo Benacchio evidenzia come la Cina sia pronta a lanciare la missione Tianwen-2 già a maggio, mentre aziende come la californiana AstroForge si pongono in prima linea con progetti ambiziosi di estrazione spaziale. Un asteroide di 500 metri potrebbe contenere “174 volte la produzione mondiale annuale di platino”, sottolineando il potenziale rivoluzionario di queste risorse per l’economia globale. Le sfide tecniche sono notevoli, ma i progressi nelle tecnologie di estrazione e raffinazione, come dimostrato dalla missione Odin di AstroForge, aprono nuove prospettive per l’industria mineraria spaziale e per la riduzione dell’impatto ambientale sulla Terra.
_Leopoldo Benacchio su Sole 24 Ore Nòva 24_

*Vulnerabili.* L’Italia è stata identificata come uno dei Paesi più vulnerabili agli attacchi hacker, in particolare al ransomware, secondo l’indagine “Dati, denaro e difesa: l’equilibrio nel cyberspazio nel 2025” condotta da Twin4Cyber e dalla divisione Cybersecurity di Maticmind. Il rapporto sottolinea che i Paesi con un PIL pro capite elevato e un tessuto produttivo composto da PMI sono i più colpiti, con l’UE che subisce il 39% degli attacchi a livello globale. L’Italia, con un PIL pro capite di 2.301 trilioni di dollari e oltre 492 mila PMI, ha registrato 155 attacchi ransomware nel 2024, pari al 2,8% del totale. La scelta dei bersagli da parte dei cybercriminali è influenzata anche da fattori geopolitici, con attacchi contro Cina e Russia che sono rari a causa di rischi politici e legali elevati.
_Silvia Valente su Mf_

*Guidare R&D.* La prima call internazionale per selezionare i direttori delle ReD Units di AI4I di Torino si è conclusa con oltre 150 candidature provenienti da tutto il mondo, segno dell’obiettivo di AI4I di diventare un hub internazionale per la ricerca e l’innovazione nell’intelligenza artificiale. “La risposta, in termini numerici e qualitativi, è in linea con il nostro obiettivo: creare un hub internazionale della ricerca e dell’innovazione sui temi e le applicazioni dell’AI,” ha commentato Fabio Pammolli, presidente di AI4I. Le candidature spaziano da giovani accademici a professionisti di grandi gruppi industriali, coprendo tutti i principali filoni dell’AI.
_Nicolò Fagone La Zita su Corriere Torino_

*IA.* L’istituto italiano di Intelligenza Artificiale per l’Industria, AI4I, ha ricevuto oltre 150 candidature da tutto il mondo, inclusi ricercatori di università e centri di eccellenza come MIT, Harvard e Berkeley. Il presidente di AI4I, Fabio Pammolli, esprime soddisfazione per l’ampio interesse dimostrato, che conferma la bontà del percorso intrapreso dall’istituto sin dalla sua fondazione, avvenuta meno di un anno fa. Le proposte ricevute coprono tutti i principali ambiti dell’intelligenza artificiale, dalla visione artificiale all’apprendimento profondo, e mirano a rafforzare il legame tra ricerca e industria italiana. Pammolli sottolinea l’importanza di una struttura organizzativa flessibile, che favorisca l’imprenditorialità nella ricerca e nell’innovazione, in linea con la visione dei ministri fondatori dell’istituto.
_ su Stampa Torino_

*Ansaldo rilancia il nucleare.* L’alto costo dell’energia in Italia, con impatti significativi su imprese e famiglie, ha riportato al centro del dibattito la questione nucleare come possibile soluzione per ridurre le bollette. Il governo ha già mosso i primi passi verso il ritorno del nucleare, vietato dopo il referendum post-Chernobyl, con un disegno di legge e la formazione di una newco tra Enel, Ansaldo Energia e Leonardo. Tuttavia, il percorso è ancora lungo e richiede la creazione di un impianto regolatorio, un ente di sicurezza, formazione, informazione pubblica e la scelta di un sito per il deposito nazionale dei rifiuti nucleari. Ansaldo Energia, con Ansaldo Nucleare, guida una filiera di 70 imprese italiane nel settore, mantenendo attività e servizi nucleari all’estero. Fabrizio Fabbri, Ad di Ansaldo Energia, sottolinea l’opportunità rappresentata dal nucleare per recuperare il primato tecnologico perduto e l’importanza strategica di un’energia pulita prodotta nel paese, auspicando l’inclusione del nucleare nel mix energetico italiano.
_Massimo Minella su Repubblica Genova_

*Giuramento a Caserta.* Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha trasferito la cerimonia del giuramento degli allievi dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli a Caserta a causa del bradisismo nella zona Flegrea, decisione che non considera un errore e definisce “storica”. Crosetto sottolinea che eventuali valutazioni sulla situazione non spettano alla Difesa ma alla Protezione Civile, alla quale il ministero si adeguerà. Nonostante le proteste degli albergatori locali e le interrogazioni parlamentari, il ministro rimane fermo sulla sua posizione, affermando: “Una riflessione su ciò che sta accadendo nella zona flegrea va fatta e andrà fatta. Non la farà sicuramente la Difesa, ma la farà la Protezione civile”. Il comandante Luigi Casali ribadisce il legame con l’area Flegrea e la continuità del lavoro dell’Accademia a Pozzuoli, nonostante il giuramento sia stato spostato.
_Antonio Di Costanzo su Repubblica Napoli_

ECONOMIA – FINANZA – POLITICA – CRONACA DAL MONDO

*La guerra dei chip afgfonda Wall Street.* La tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina, incentrata sul divieto americano di vendere chip semiconduttori in Cina, ha provocato un forte calo dei titoli tecnologici, con Nvidia che ha perso oltre il 17% del suo valore e prevede danni per 5,5 miliardi di dollari. Il Nasdaq ha subito una perdita del 4%, mentre l’S&P 500 è sceso del 3%. In contrasto, il prezzo dell’oro ha raggiunto un nuovo record di 3.350 dollari l’oncia, salendo del 3%, in quanto gli investitori cercano beni rifugio in un contesto di incertezza economica. Le azioni cinesi nel settore hardware hanno mostrato resistenza, suggerendo che il divieto potrebbe accelerare l’uso di chip domestici in Cina. Nel frattempo, il dollaro continua a indebolirsi, mentre l’euro si avvicina a 1,14 contro il biglietto verde.
_Vito Lops su Sole 24 Ore_

*Crolla Nvidia.* Nvidia, gigante dei semiconduttori da 2,7 trilioni di dollari, è stato colto di sorpresa dalle nuove restrizioni all’esportazione imposte dall’amministrazione Trump sui suoi chip per l’intelligenza artificiale più venduti in Cina, affrontando una perdita di entrate potenzialmente superiore ai 10 miliardi di dollari. La società aveva previsto che il suo GPU H2O, una versione meno potente dei suoi chip AI progettata per rispettare i precedenti controlli all’esportazione, potesse essere esentata dalle nuove restrizioni, basandosi su indicazioni ricevute durante un incontro con Trump. Tuttavia, la decisione improvvisa di Trump di limitare l’esportazione dell’H2O ha lasciato Nvidia e i suoi clienti cinesi, tra cui Alibaba, ByteDance e Tencent, a cercare soluzioni alternative. Nvidia ha annunciato una perdita di 5,5 miliardi di dollari relativa principalmente ai costi dei materiali e alle penalità per la mancata consegna secondo i termini concordati, mentre le aziende tecnologiche cinesi si affrettano a trovare sostituti all’H2O, potenzialmente beneficiando i produttori locali come Huawei.
_Cheng Leng su Financial Times_

*Isolare la Cina.* L’amministrazione Trump sta utilizzando la politica dei dazi per esercitare pressione sui partner commerciali, come il Giappone, per limitare i loro rapporti con la Cina, che rimane il principale bersaglio degli Stati Uniti con dazi reciproci aumentati fino al 145%. Mentre il presidente USA snobba l’Europa, partecipando direttamente ai negoziati con il Giappone, le aziende globali, tra cui United Airlines e Boeing, si trovano a dover gestire l’incertezza causata dalla guerra commerciale, con alcune come Honda che spostano la produzione negli USA. NVIDIA, leader nella produzione di semiconduttori, prevede perdite miliardarie a causa delle restrizioni americane sulle esportazioni in Cina, causando un calo significativo del suo valore in borsa. La Federal Reserve, guidata da Jerome Powell, avverte che i dazi più elevati del previsto potrebbero portare a inflazione più alta e crescita più lenta, complicando il compito della Fed di mantenere stabilità economica e piena occupazione.
_Giuliana Ferraino su Corriere della Sera_

*Preparati a trattare.* Pechino ha nominato Li Chenggang, esperto legale con formazione a Pechino e Amburgo, come nuovo negoziatore per affrontare le complesse questioni commerciali con gli Stati Uniti. La Cina sta vivendo una crescita del PIL del 5,4% e il presidente Xi Jinping sta promuovendo l’apertura e la cooperazione durante il suo tour nel Sud-Est asiatico, nonostante le tensioni commerciali con gli USA. Xi ha visitato la Malesia e ha sollecitato la firma di un aggiornamento dell’area di libero scambio Cina-Asean, mentre la Cina si prepara a possibili negoziati diretti con gli Stati Uniti. Nel frattempo, la Cina critica le azioni tariffarie degli USA e minaccia contromisure se i suoi interessi dovessero essere colpiti.
_Paolo Salom su Corriere della Sera_

*Il piano Meloni-Von der Lyen.* Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha dichiarato che l’Occidente come lo conoscevamo non esiste più e ha sottolineato la necessità di un’Unione Europea pronta a un nuovo ordine mondiale. Nel contesto di tensioni commerciali con gli USA e prima della visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca, von der Leyen ha delineato una strategia in quattro punti per affrontare i dazi di Trump, compresa la diversificazione delle relazioni commerciali dell’UE. Ha inoltre difeso l’identità ecologica dell’Europa e la necessità di incrementare la produzione militare europea, sottolineando i valori europei di prevedibilità e affidabilità.
_Marco Bresolin su Stampa_

*Vertice Ue-Usa.* La premier Giorgia Meloni è a Washington per il suo terzo incontro con il presidente USA Donald Trump, con l’obiettivo di facilitare un summit tra Trump e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e discutere di un possibile scudo militare per l’Ucraina sul modello dell’articolo 5 della NATO. La visita è considerata delicata e carica di tensione, con in gioco il ruolo di Meloni come mediatrice tra l’Europa e gli Stati Uniti. Sono previsti incontri anche con Elon Musk e discussioni su temi commerciali, tra cui i dazi e gli investimenti bilaterali. Meloni intende proporre una cooperazione euroamericana e cercare di evitare argomenti divisivi, mantenendo una posizione di sostegno all’Ucraina e proponendo un accordo di sicurezza simile all’articolo 5 della NATO, che coinvolgerebbe sia Paesi europei che gli Stati Uniti.
_Ilario Lombardo su Stampa_

*Meno dazi se compri più armi e più gas.* L’amministrazione Trump ha proposto all’Unione Europea di ridurre o eliminare i dazi in cambio di un aumento delle vendite di gas naturale liquefatto e armamenti agli stati membri. Questa offerta ha creato divisioni all’interno dell’UE, con alcuni paesi favorevoli e altri, come la Francia, preoccupati per l’impatto sullo sviluppo dell’industria della difesa europea. Gli Stati Uniti hanno già rafforzato la loro presenza nel mercato del gas europeo, e la guerra in Ucraina ha incrementato la domanda di armamenti americani in Europa. Tuttavia, l’aumento delle importazioni di GNL americano potrebbe ostacolare la transizione verso le energie rinnovabili, mentre l’acquisto di più armi statunitensi potrebbe minare gli sforzi dell’UE di sviluppare una propria industria della difesa.
_Giuseppe Sarcina su Corriere della Sera_

*Il Tesoro Usa difende i T-bond.* Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti sta considerando una riforma contabile per consentire alle banche americane di acquistare più titoli di Stato, in risposta a una recente turbolenza del mercato dei Treasury. La proposta prevede di escludere i titoli di Stato dal calcolo del Supplementary Leverage Ratio, facilitando così gli acquisti da parte delle banche senza limiti patrimoniali. Questa mossa segue un periodo di vendite intense dei Treasury, che ha sollevato dubbi sul loro status di bene rifugio e potrebbe essere stata parzialmente motivata dalla paura di inflazione futura dovuta ai dazi. Il Tesoro Usa interviene dopo che il mercato dei titoli di Stato ha mostrato segni di ripresa, con una forte domanda internazionale in recenti aste, nonostante permanga un certo livello di tensione e incertezza.
_Moyra Longo su Sole 24 Ore_

*Allarme Wto sul commercio globale.* La guerra dei dazi avviata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha portato a un congelamento del commercio mondiale, con la World Trade Organization che prevede una diminuzione dello scambio di merci dello 0,2% entro il 2025 a causa delle tariffe attualmente in vigore. Se gli Stati Uniti dovessero imporre ulteriori dazi, la contrazione potrebbe raggiungere l’1,5%, segnando il calo più marcato dall’anno della pandemia di COVID-19. La Segretaria generale della WTO, Ngozi Okonjo-Iweala, ha espresso preoccupazione per il rischio di un “disaccoppiamento” tra Stati Uniti e Cina, che potrebbe portare a una riduzione del 7% del PIL globale nel lungo termine. La guerra commerciale influisce negativamente anche sul commercio di servizi, che potrebbe vedere una crescita ferma allo 0,4%, con un impatto su logistica, trasporti e turismo. Infine, l’agenzia di rating Fitch ha tagliato le stime di crescita mondiale per il 2025 al di sotto del 2%, il livello più basso dal 2009 escludendo gli anni della pandemia.
_Gianluca Di Donfrancesco su Sole 24 Ore_

*Oltraggio alla Corte.* Il giudice federale James Boasberg ha accusato l’amministrazione Trump di oltraggio alla Corte per non aver rispettato l’ordine di interrompere le deportazioni di immigrati, continuando ad espellerli in base a una legge del 1798. La Casa Bianca ha prontamente annunciato che presenterà ricorso contro l’ordinanza, sostenendo di voler proteggere gli americani da terroristi e criminali. Nel frattempo, un caso specifico riguarda Kilmar Abrego Garcia, un salvadoregno legalmente residente negli USA, erroneamente deportato e detenuto in un carcere di massima sicurezza in El Salvador. Nonostante l’ordine della Corte Suprema di facilitarne il rimpatrio, la ministra della Giustizia Pam Bondi ha dichiarato che Abrego, sospettato senza prove di legami con la gang M13, non tornerà negli Stati Uniti.
_Giuseppe Sarcina su Corriere della Sera_

*Paesi sicuri.* La Commissione europea ha pubblicato un elenco di sette Paesi, tra cui Bangladesh, Egitto e Tunisia, considerati “sicuri” per facilitare i rimpatri più rapidi dei migranti, un passo che il governo vede come una vittoria. Questa lista accompagna il Patto di migrazione e asilo che entrerà in vigore nel giugno 2026, e riflette il cosiddetto “modello Albania” per le procedure accelerate di frontiera. Tuttavia, l’emendamento che include questi Paesi deve ancora essere approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue. Le opposizioni criticano la scelta, soprattutto per l’inclusione dell’Egitto, paese accusato di aver ostacolato le indagini sull’omicidio di Giulio Regeni. Intanto, la situazione nei centri di rimpatrio in Albania si complica, con episodi di autolesionismo e disordini tra i migranti.
_Francesco Malfetano su Stampa_

*Accordo sulle terre rare.* Gli Stati Uniti hanno abbassato le loro richieste finanziarie nei confronti dell’Ucraina, passando da 300 a circa 100 miliardi di dollari, in linea con le stime ucraine di 90 miliardi. Questo ricalcolo è emerso durante i negoziati per lo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine, con il presidente Zelensky che annuncia buoni progressi e un imminente memorandum d’intenti. L’accordo potrebbe essere finalizzato a breve, come suggerisce il segretario al Tesoro statunitense. Intanto, la visita del segretario di Stato americano Marco Rubio e dell’inviato presidenziale Robert Witkoff a Parigi per incontrare Macron segnala un possibile sostegno all’Ucraina e discussioni su divergenze tra USA e UE. Tuttavia, ci sono tensioni tra Washington e le capitali europee riguardo al supporto unilaterale all’Ucraina, che potrebbe indebolire la posizione negoziale degli USA con la Russia, mentre cresce la frustrazione ucraina per i ritardi nei rifornimenti e la Russia consolida le sue posizioni militari.
_Marta Serafini su Corriere della Sera_

*Rubio e Witkoff da Macron.* Marco Rubio, capo della diplomazia americana, e l’inviato speciale Steve Witkoff hanno effettuato una visita a sorpresa a Parigi per incontrare il presidente francese Emmanuel Macron, segnando un potenziale cambiamento nel clima di tensione tra USA e Europa riguardo la situazione in Ucraina. L’incontro si concentra sulla riapertura del dialogo e sulle garanzie di sicurezza proposte da una coalizione europea per Kiev. La visita segue segnali di fastidio da parte della Casa Bianca per l’attivismo di Macron e del Regno Unito, che avevano proposto una presenza militare diretta in Ucraina. Nonostante la frustrazione americana per la mancanza di progressi nei negoziati con la Russia, l’obiettivo dichiarato è porre fine al conflitto ucraino e fermare i massacri. Dopo Parigi, Witkoff proseguirà verso Roma per negoziati indiretti con l’Iran, mentre si intensificano i dialoghi incrociati tra Francia e USA.
_Anais Ginori su Repubblica_

*Rivolta anti Bibi.* Più di 1.500 veterani delle forze speciali israeliane, tra cui membri della Sayeret Matkal e dell’unità Shaldag, hanno firmato una lettera chiedendo la fine della guerra contro Hamas a Gaza. Sostengono che il conflitto non abbia più come obiettivo il salvataggio degli ostaggi e sia guidato da interessi personali e politici. Il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato che Israele manterrà il controllo delle zone di sicurezza a Gaza, in Libano e Siria, nonostante le sfide logistiche e le proteste contro Hamas nella Striscia di Gaza che chiedono la fine del conflitto. Ehud Barak, ex primo ministro e il soldato più decorato della storia d’Israele, è tra i firmatari della lettera, evidenziando una crescente opposizione al governo di Netanyahu, accusato di rafforzare i fondamentalisti con scelte strategiche errate.
_Davide Frattini su Corriere della Sera_

*Usa e Iran a Roma.* Il secondo round di colloqui tra USA e Iran si terrà a Roma, con l’Italia preferita all’Oman come sede. Il ministro degli Esteri dell’Oman conferma il ruolo di mediatore tra le due delegazioni, guidate rispettivamente da Steve Witkoff per gli USA e Abbas Araghchi per l’Iran. Nonostante alcune tensioni, è stata la Casa Bianca a insistere per Roma come luogo di incontro. Il vicepresidente americano J.D. Vance non parteciperà ai colloqui, ma incontrerà altre figure politiche durante la sua visita in Italia. Nel frattempo, in Italia, Fratelli d’Italia critica il regime iraniano e sollecita sanzioni, mentre il clima intorno ai negoziati rimane teso.
_Lorenzo De Cicco su Repubblica_

ECONOMIA – FINANZA – POLITICA – CRONACA DALL’ITALIA

*Mille miliardi di tasse e il 64% lo paga il ceto medio.* Il ceto medio italiano, rappresentato dai contribuenti con redditi tra i 35.000 e i 70.000 euro, sostiene il peso maggiore dell’IRPEF, pagando il 64% dell’imposta totale. Questo gruppo, che costituisce il 22% dei contribuenti, versa in media 5.660 euro ciascuno al fisco. Nonostante i redditi dichiarati in Italia abbiano superato i mille miliardi di euro, segnando un record post-Covid, persistono significative disuguaglianze sia nella distribuzione del carico fiscale sia a livello territoriale. Quasi 12 milioni di contribuenti non pagano imposte grazie a detrazioni e bonus, mentre le regioni del Nord Italia, come la Lombardia, dichiarano redditi medi più elevati rispetto al Sud, con la Calabria in ultima posizione.
_Marco Mobili su Sole 24 Ore_

*Def bocciato da imprese e sindacati.* Il Documento di finanza pubblica, che ha sostituito il Def, è stato criticato sia dalle imprese che dai sindacati per la mancanza di visione e strategia, nonché per non aver valutato l’impatto dei dazi e dell’aumento della spesa militare. Le audizioni parlamentari hanno evidenziato l’assenza di previsioni sugli effetti di questi fattori e sono state segnate da un’assenza della maggioranza, come denunciato dal M5S. La Cgil ha espresso preoccupazione per la riduzione delle stime di crescita e per le politiche economiche del governo, chiedendo correzioni specifiche. Le altre organizzazioni sindacali e imprenditoriali hanno sottolineato la necessità di un approccio più dinamico e strategico per affrontare i problemi economici. Il processo di approvazione del Dfp è incerto, con possibili ritardi dovuti a questioni procedurali e alla necessità di un accordo politico, rischiando di posticipare l’invio del documento a Bruxelles oltre la scadenza prevista.
_Giuseppe Colombo su Repubblica_

*Nomine, partita chiusa.* La fase di nomina per i nuovi consigli di amministrazione nelle società pubbliche italiane come Italgas, Snam, Fincantieri e Autostrade per l’Italia (Aspi) sembra essere giunta al termine. I punti nevralgici delle decisioni sono stati Palazzo Chigi e la Cassa depositi e prestiti (Cdp), che attraverso le sue controllate Cdp Equity e Cdp Reti detiene azioni rilevanti in queste aziende. Recentemente si è svolto un comitato nomine e si attende il consiglio di amministrazione per l’approvazione delle liste dei nuovi board. Tra i nomi emergenti, Agostino Scornajenchi è indicato come amministratore delegato di Snam e Arrigo Giana come capo di Aspi, mentre Fincantieri e Italgas confermano rispettivamente Folgiero e Mazzotta, e Gallo nelle loro attuali posizioni dirigenziali.
_Andrea Ducci su Corriere della Sera_

*Centrodestra unito.* Il centrodestra italiano, nonostante le apparenti divisioni e tensioni interne, si è unito per decidere i nuovi vertici di importanti aziende come Fincantieri, Snam, Italgas e Autostrade. Le nomine hanno rafforzato l’unità tra i leader del centrodestra, dimostrando che, al di là delle quotidiane frizioni, la gestione dei consigli di amministrazione è un fattore di coesione. Tra le decisioni rilevanti, Pierroberto Folgiero e Biagio Mazzotta sono stati confermati rispettivamente come amministratore delegato e presidente di Fincantieri, mentre Arrigo Giana è stato scelto come nuovo amministratore delegato di Autostrade, con Antonio Turicchi come presidente. A Italgas, Paolo Gallo è stato riconfermato per il quarto mandato, e per Snam, Agostino Scornajenchi sostituisce Stefano Venier come amministratore delegato, con Alessandro Zehentner come presidente proposto. Le nomine hanno suscitato dibattiti anche all’interno di Cassa depositi e prestiti, con un certo attivismo di Fabio Barchiesi, vicedirettore generale, nel costruire le liste dei candidati.
_Simone Canettieri su Foglio_

*Società inutili.* Il governo sta intensificando gli sforzi per ridurre il numero di società partecipate pubbliche considerate inutili, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e ridurre le spese. Secondo il Documento di Finanza Pubblica 2025, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha messo nel mirino 803 di queste partecipate, con un’attività di approfondimento per valutare la loro coerenza con le finalità istituzionali degli enti pubblici. Nonostante gli sforzi, molte di queste società rimangono attive: il 77% di quelle che non rispettano i requisiti del Testo Unico sulle Società a Partecipazione Pubblica (Tusp) è stato richiesto di mantenere in funzione. Il rapporto annuale sulle partecipazioni statali mostra che nel 2023 sono stati approvati 803 atti di razionalizzazione, ma il Mef ritiene che ciò non sia ancora sufficiente, data la presenza di inefficienze strutturali e società improduttive. Il governo Meloni sta cercando altre vie per alleggerire i conti pubblici, dato il debito che ha superato i 3 mila miliardi di euro.
_Anna Di Rocco su Mf_

*Poste e cda di Tim.* Poste Italiane, nuovo azionista di riferimento di Tim con circa il 25% del capitale, sta valutando opzioni per il consiglio di amministrazione dell’azienda di telecomunicazioni, che attualmente conta 9 consiglieri più l’amministratore delegato, con 8 di questi indipendenti. Poste potrebbe richiedere la convocazione di un’assemblea straordinaria per rinnovare il cda o aumentare il numero dei consiglieri, fino a un massimo di 19 come permesso dallo statuto. Tuttavia, la società guidata da Matteo Del Fante preferirebbe un cambiamento graduale, sostituendo solo alcune figure con amministratori legati a Poste, ma i consiglieri attuali sono restii a dimettersi volontariamente. In assenza di un accordo, Poste potrebbe esercitare il diritto di chiedere un’assemblea straordinaria, ma si prevede che la situazione si risolva con un accordo amichevole, evitando misure drastiche
_ su Sole 24 Ore_

*Piano Italia a 1 Giga.* L’AGCOM ha avviato una consultazione pubblica per valutare se FiberCop, l’operatore che ha acquisito parte della rete di TIM, soddisfa i requisiti per essere considerato un operatore “wholesale only”, con una regolamentazione meno stringente. Nel frattempo, il piano Italia a 1 Giga, finanziato dal PNRR per portare la fibra nelle aree con carenze di mercato, è in fase di revisione. Open Fiber, uno degli operatori incaricati, ha ammesso di non poter coprire tutti i numeri civici previsti entro la scadenza del 2026 e ha proposto alternative come la riduzione del target o l’utilizzo di altri fondi UE. Il governo deve ora decidere come procedere con Bruxelles, mentre una nuova riunione è prevista dopo Pasqua per discutere ulteriormente la questione.
_Antonella Olivieri su Sole 24 Ore_

*Robot, ordini su.* In Italia il mercato delle macchine utensili ha registrato un significativo aumento degli ordini, con una crescita del 71% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2024, grazie in parte all’utilizzo del piano Transizione 5.0. Nonostante un utilizzo globale dei crediti d’imposta inferiore alle aspettative, con solo l’11% impiegato, il livello è quasi triplo rispetto alla fine del 2024. La crescita interna ha riportato l’indice su livelli standard e si stima che gli investimenti aggiuntivi siano di circa un miliardo. Tuttavia, la difficoltà di utilizzo delle misure di incentivo evidenzia la necessità di maggiore chiarezza e semplicità per le aziende. A livello internazionale, invece, si registra un calo degli ordini, influenzato da incertezze geopolitiche e dalla politica commerciale degli Stati Uniti.
_Luca Orlando su Sole 24 Ore_

*Acquisizione.* Comau, azienda specializzata nell’automazione industriale, si sta espandendo oltre il settore automobilistico e ha acquisito Automha, un’impresa italiana leader nell’automazione di magazzino e stoccaggio. L’operazione dovrebbe concludersi nel secondo trimestre del 2025, con Comau che manterrà la struttura e la gestione di Automha. Il presidente di Comau, Alessandro Nasi, sottolinea l’importanza della diversificazione e della capacità di operare in settori vari, citando collaborazioni con Fincantieri e progetti nel campo dei pannelli solari. L’AD Pietro Gorlier evidenzia il potenziale di crescita nel settore della logistica, spinto dalla necessità di supply chain efficienti e dalla carenza di manodopera specializzata. Nonostante le incertezze del mercato, Comau punta a sfruttare la sua presenza internazionale per navigare le sfide attuali e future.
_Claudia Luise su Stampa_

*Risiko.* Gli azionisti del Monte dei Paschi di Siena sono orientati a votare a favore dell’offerta pubblica di scambio su Mediobanca, con il CEO Luigi Lovaglio che ha già ottenuto il sostegno di quasi il 55% del capitale. Alla vigilia dell’assemblea, prevista per approvare l’aumento di capitale necessario all’operazione, si prevede che la maggioranza dei due terzi richiesta sia già raggiunta grazie al supporto di importanti azionisti e fondi sia italiani che internazionali. Nonostante alcune voci critiche e raccomandazioni di voto contrario da parte di proxy e investitori, l’esito dell’assemblea sembra orientato verso l’approvazione. Dopo l’assemblea, Mps dovrà affrontare l’approvazione delle autorità regolatorie, con la BCE che esamina il dossier, in particolare per quanto riguarda la quota di partecipazione in Mediobanca che Mps intende acquisire.
_Luca Gualtieri su Mf_

*Mattarella torna al Colle.* Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato ricoverato all’ospedale Santo Spirito di Roma per un intervento programmato di impianto di pacemaker, a seguito di un blocco temporaneo nel regolare scambio di impulsi tra atrio e ventricolo. L’intervento, definito di routine dai cardiologi, è stato effettuato martedì sera e il Presidente è stato descritto come asintomatico e in condizioni cliniche stabili. Nonostante l’intervento, i suoi impegni di aprile, inclusi gli incontri con le associazioni combattentistiche e la celebrazione del 25 aprile a Genova, non sono stati cancellati. Il mondo politico e istituzionale ha espresso sostegno e auguri di pronta guarigione, con messaggi di solidarietà da parte di figure nazionali e internazionali.
_Margherita DeBac su Corriere della Sera_

*Convalescenza pasquale.* Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha subito con successo un intervento per l’impianto di un pacemaker presso l’ospedale Santo Spirito di Roma. La decisione di operarsi è stata presa rapidamente dopo aver ricevuto gli esiti di alcune analisi, sfruttando la pausa pasquale per la convalescenza. L’intervento, non essendo un’emergenza, ha avuto un esito positivo e Mattarella potrebbe tornare a casa dopo gli ultimi controlli. Il Quirinale ha mantenuto una comunicazione prudente sulla salute del presidente, che è sempre stata una questione privata per lui. Messaggi di affetto e auguri sono pervenuti da tutto il mondo, mentre Mattarella, 83 anni e al suo secondo mandato, è noto per la sua carriera politica e istituzionale in Italia.
_Marzio Breda su Corriere della Sera_

*Paragon, il governo sa chi spia.* Durante un’audizione al Copasir, John Scott-Railton di CitizenLab ha affermato che il governo italiano ha la capacità di scoprire chi ha utilizzato lo spyware Graphite di Paragon Solutions per spiare Francesco Cancellato, direttore di Fanpage. Le autorità italiane, avendo accesso ai database di Paragon, possono identificare i bersagli dello spyware e i log delle attività. Nonostante le agenzie di intelligence italiane Aisi e Aise neghino di avere Cancellato tra i loro obiettivi, il caso rimane irrisolto. Scott-Railton sottolinea l’importanza di una risposta chiara da parte del governo italiano, mentre le procure continuano a indagare sulla campagna di spionaggio che potrebbe coinvolgere altri bersagli oltre a Cancellato.
_Alessia Candito su Repubblica_

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