Sri Lanka, sta affondando una portacontainer carica di sostanze chimiche: allarme disastro ambientale

di Carlo Longo

Una nave cargo che trasportava sostanze chimiche pericolose il 21 maggio ha preso fuoco mentre era ancorata al largo della costa occidentale dello Sri Lanka, il paese si trova ad oggi ad affrontare uno dei peggiori disastri ambientali della sua storia. Oltre mille container a bordo, tra cui 25 tonnellate di acido nitrico insieme ad altri prodotti chimici e cosmetici: è il carico di veleni che in queste ore si sta riversando in uno dei più incontaminati paradisi naturali, le acque dello Sri Lanka.

La portacontainer chiamata X-Press Pearl, battente bandiera di Singapore, si trovava a 9,5 miglia nautiche  che corrispondono a circa 18 chilometri da Kepungoda, una città situata tra la capitale Colombo e Negombo. Non si è posto rimedio subito e si è provveduto a spegnere l’incendio solo dopo 12 giorni, il 1 Giugno. Per domare le fiamme è stato necessario l’intervento in concorso della marina cingalese e di quella indiana. Nel frattempo tonnellate di granuli di materie plastiche hanno, da subito,  inondato e contaminato i litorali e zone strategiche per la pesca.

Considerato che la nave trasportava sostanze chimiche e tossiche dopo 12 giorni di incendio, si pone il reale e serio problema che la nave possa affondare da un momento all’altro e questo costituisce, a detta delle autorità locali, lo scenario peggiore. Si temono, inoltre,  fuoriuscite di carburante, la costa è già invasa dalle microplastiche trasportate dalla portacontainer. 

Centinaia di squadre sono a lavoro incessantemente per ripulire le spiagge. Il tratto costiero vicino alla città di Negombo, sede di alcune delle spiagge fino a qualche giorno fa più incontaminate del Paese, già da giorni è alle prese con l’inquinamento causato dal carburante e dai detriti. Si ricerca, inoltre, la causa dell’incidente ritendendola legata ad una perdita di acido nitrico, di cui l’equipaggio era a conoscenza dall’11 maggio.

Il 2 giugno una squadra di soccorso ha provato a trascinare il relitto più lontano dalla costa per limitare i danni. Ma le operazioni sono state complicate dal mare mosso e dai venti monsonici e X-Press Feeders, l’azienda proprietaria della nave, ha annunciato che i tentativi sono stati vani.

Ora la portacontainer, un gigante con una lunghezza di 186 metri, sta affondando. La poppa ha già toccato il fondale marino, a una profondità di 21 metri. Centinaia di tonnellate di olio combustibile potrebbero fuoriuscire dai serbatoi di carburante, in totale la nave ne trasportava 348 tonnellate, e disperdersi nel mare. La fauna e la flora marine rischierebbero così di venire devastate.

Il  ministro della pesca srilankese ha fatto scattare misure d’emergenza per proteggere la laguna di Negombo, sperando di salvare la vita marina non ancora danneggiata. “E’ un colpo mortale alla nostra industria”, ha dichiarato il leader dei sindacati dei pescatori della regione, Joshua Anthony.  “Non possiamo più pescare, il che significa che non possiamo più guadagnarci da vivere”. Sono 5.600 i pescherecci e centinaia i soldati impegnati a ripulire la costa, ma sembra impossibile scongiurare questo terribile disastro. 

La dottoressa Ajantha Perera, attivista ambientalista cingalese ha descritto l’eventuale affondamento come un disastro per gli ecosistemi di una vasta area al largo dello Sri Lanka. “Con tutte le merci pericolose, l’acido nitrico e il carburante nella nave, affondando la nave distruggerà l’intero fondale marino” aggiungendo “Non si sono ancora verificate perdite di petrolio dalla nave, ma ci sono accordi per affrontare una possibile fuoriuscita, lo scenario peggiore”.

(Associeted Medias)- Tutti i diritti sono riservati