Stellantis, nel 2021 la produzione cala del 6,1% rispetto al 2020 e del 17,7% rispetto al 2019

di Corinna Pindaro

La produzione di automobili e furgoni negli stabilimenti italiani di Stellantis, per la prima volta nel 2021 è scesa sotto le 700 mila unità. Il totale dei veicoli assemblati è stato 673 mila con un calo del 6,1% rispetto al 2020 anno in cui si contano 717 unità. Il calo di produzione è imputato alla mancanza di microchip. Nei primi 9 mesi del 2021 si registrava, infatti, una crescita ma nell’ultimo trimestre a causa dei vuoti produttivi si è giunti ad una drastica diminuzione del numero dei veicoli assemblati.

I dati emergono da uno studio della Fim, il sindacato dei metalmeccanici della Cisl, inerente il rapporto trimestrale della produttività di auto in Italia. Rispetto al 2019, prima della pandemia, il calo della produzione nel 2021 è del 17,7%. La Fim sottolinea, comunque, che la flessione è in corso dal 2017.  “Nell’arco temporale di quattro anni si è perso il 35% della produzione complessiva”, osserva la Fim sottolineando che la produzione è scesa da 1,03 milioni di veicoli (compresi i furgoni) per l’appunto a 673.475. Il calo è particolarmente visibile per quanto riguarda le autovetture, la cui produzione in 4 anni è diminuita del 45% da 743 a 208 mila unità. 

La crisi produttiva prende piede proprio nel momento in cui erano attesi invece  i risultati del piano investimenti del valore di 5,5 miliardi stanziati per il periodo 2019-2021. Lo studio della Fim, comunque, sottolinea che il piano è in fase di completamento e la circostanza per cui è stato necessario far slittare i lanci previsti nel 2021 -quale l’Alfa Romeo Tonale, che sarà prodotta a Pomigliano, e la Maserati Grecale, a Cassino-  ha determinato ripercussioni negative sulla produzione.

Alcuni segnali positivi in termini di produzione pervengono dalla fabbrica torinese Mirafiori, che ha prodotto 77 mila vetture, dalla Val di Sangro, dove sono stati prodotti 265 mila furgoni, e dalla Maserati di Modena dove sono state assemblate 860 vetture tra cui la nuova MC20. Tuttavia tali segnali appaiono insufficienti e la transizione elettrica insieme alla crisi dei microchip preoccupa non poco la Fim. Il segretario nazionale, Ferdinando Uliano, ha chiesto infatti al governo di convocare l’azienda e i sindacati “per aprire un confronto a tutto campo, per tutti gli stabilimenti e tutti gli enti per i quali non abbiamo avuto ancora avuto risposte positive o per le quali rimangono delle incertezze, con l’obiettivo di ottenere una prospettiva industriale e occupazionale per ogni realtà”.

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