Superbonus, Meloni: “è costato per ogni cittadino 2 mila euro”

Meloni ha spiegato ai cittadini e agli elettori le motivazioni sottese alla decisione dell’esecutivo di dire stop alle cessioni dei crediti sui bonus edilizi ed in primo luogo il superbonus. Attesa per il 20 febbraio la riunione con le principali associazioni datoriali. “Occorre trovare soluzioni per evitare il tracollo delle aziende”, ha spiegato la premier

di Emilia Morelli

La presidente del Consiglio, nella sua rubrica via social “Appunti di Giorgia”, non poteva non parlare di uno dei temi più discussi di questi giorni: il superbonus e la decisione dell’esecutivo di porre uno stop alla cessione dei crediti. “Il superbonus nasceva con intenti condivisibili ma la misura è stata scritta così male e gestita così male che ha generato una mole enorme di problemi che ora noi siamo chiamati a risolvere. Siamo intervenuti su una situazione fuori controllo”, ha spiegato Meloni.

A proposito di numeri la premier ha aggiunto che a ogni italiano “il superbonus è costato circa 2mila euro”, e che il costo totale dei crediti del superbonus “attualmente è di 105 miliardi di euro. Ora dobbiamo difendere il debito pubblico. Ma non solo, Meloni ha evidenziato che “ci sono state moltissime truffe, circa 9 miliardi di euro di truffe. E se lasciassimo il superbonus così com’è non avremmo i soldi per fare la finanziaria”.

Si tenga presente che è attesa per lunedì 20 febbraio la riunione con le principali associazioni datoriali a palazzo Chigi per discutere, proprio, della misura. Bisogna “cercare soluzioni per evitare il tracollo di migliaia di aziende. Abbiamo fatto un altro decreto che impedisce l’acquisto di crediti da parte delle pubbliche amministrazioni, perché quella specie di moneta parallela rischiava di impattare sui bilanci degli enti locali. Poi abbiamo detto che in futuro non sarà più possibile cedere quei crediti, perché è uno dei modi più efficaci per aiutare gli “esodati del 110”, cioè chi è rimasto con i crediti in mano”, ha detto sul punto la Premier che ha continuato, “vogliamo spingere le banche e tutti gli attori che possiamo coinvolgere ad assorbire i crediti che sono incagliati, che nessuno vuole prendere. E abbiamo definito meglio la responsabilità di chi deve prendere quel credito. Convocheremo tutte le associazioni per chiedere come possiamo aiutarle e per mettere tutto su un binario sensato”.

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