Svizzera, svolta green nella legislazione del Paese: neutralità climatica entro il 2050

di Mario Tosetti

Gli svizzeri sono stati chiamati alle urne per votare tre quesiti referendari: minimum tax per  i grandi gruppi di imprese internazionali, una nuova legge per conseguire la neutralità climatica entro il 2050 e una modifica della legge sul Covid-19.

I seggi sono stati chiusi a mezzogiorno e i cittadini svizzeri hanno approvato i con il 59,1% dei voti la legge che impone per il Paese elvetico il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.  I risultati sono stati resi noti  dall’agenzia di stampa elvetica Keystone-Ats. Dalle urne è inoltre emerso un chiarissimo sì – 78,5% di voti a favore – alla tassa minima del 15% per le grandi aziende. Approvata (61,9%) anche la proroga sino a fine giugno 2024 di alcune misure previste dalla legge sul Covid.

Le misure sulla neutralità climatiche sono state proposte da un gruppo di scienziati ed ambientalisti svizzeri a fronte dello scioglimento a vista d’occhio degli iconici ghiacciai del Paese. Inizialmente erano state proposte misure più ambiziose, per poi chiedere e ottenere  piano governativo che richiede alla Svizzera di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il piano stanzia oltre 3 miliardi di franchi svizzeri (3,357 miliardi di dollari) per aiutare le aziende e i proprietari di case a rinunciare ai combustibili fossili.

I sostenitori del piano sostengono che la Svizzera sarà duramente colpita dal riscaldamento globale e che sta già vedendo gli effetti negativi dell’aumento delle temperature sui suoi famosi ghiacciai. Effettivamente I ghiacciai alpini hanno registrato uno scioglimento record lo scorso anno, perdendo oltre il 6% del loro volume e allarmando gli scienziati che affermano che una perdita del 2% sarebbe stata considerata estrema.

Pertanto numerosi scienziati come Matthias Huss, glaciologo presso l’Istituto svizzero di tecnologia a Zurigo hanno cominciato una vera e propria campagna di sensibilizzazione con immagini che ritraggono i ghiacciai in ritirata e frane dovute allo scioglimento del permafrost, per evidenziare i cambiamenti in atto nelle Alpi. “Agiamo finché possiamo ancora prevenire il peggio”, ha scritto di recente Huss su Twitter.

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