Tim, la Corte dei Conti: “Ad oggi non appare sostenibile finanziariamente”. Mef: “Nessuna bocciatura”

La Corte dei Conti ha espresso un parere sull’investimento del Mef nella rete Tim ritenendo che, allo stato attuale e per la documentazione fornita, non appare soddisfatto il giudizio sulla sostenibilità finanziaria

di Carlo Longo

Il parere della Corte dei Conti sull’investimento del Mef nella rete Tim non lascia adito a interpretazioni. “In ragione di quanto esposto, pur prendendo atto che le attività valutative dell’operazione societaria risultano ancora in corso, queste Sezioni riunite ritengono che, allo stato attuale, il contenuto della motivazione del DPCM e dei prospetti finanziari preliminari trasmessi, anch’essi sintetici, non appaiono idonei a suffragare adeguatamente il giudizio di sostenibilità finanziaria dell’investimento, alla stregua dei principi di completezza documentale e proporzionalità richiamati nella citata deliberazione n. 16/2022”, si legge nello stralcio del parere pubblicato da Il Sole 24 ore.

La Corte dei Conti in sostanza, pur non precludendo in assoluto l’operazione di Netco per l’acquisizione di Tim ritiene che non sia possibile allo stato attuale compiere un giudizio di sostenibilità finanziaria degli investimenti. “A seguito di richiesta istruttoria del 2 ottobre 2023, il Ministero dell’economia e delle finanze, in data 4 ottobre 2023, ha trasmesso una relazione integrativa, nella quale ha fornito chiarimenti in merito alle finalità e alla struttura dell’operazione societaria, alla relativa compatibilità con la materia degli aiuti di Stato alle imprese, nonché precisato alcuni elementi finalizzati a dare conto delle valutazioni condotte dall’Amministrazione in materia di sostenibilità finanziaria nell’acquisto della partecipazioni societaria”, ha precisato la Corte dei Conti.
Tuttavia, secondo i giudici contabili “il corredo motivazionale del DPCM in esame non contiene elementi informativi analitici volti a dare conto delle modalità con le quali l’Amministrazione abbia proceduto ad accertare le prospettive di redditività della costituenda società”.

Del resto “non risulta allo stato conclusa la fase negoziale delle trattative ed è ancora in corso la due diligence concernente gli aspetti contabili, finanziari, fiscali e legali di NetCo e Telecom Italia Sparkle S.p.A., attività, peraltro, prefigurata dallo stesso DPCM di autorizzazione come step necessario ai fini dell’individuazione delle modalità di ingresso dello Stato nel capitale e della determinazione del prezzo di acquisto”.

Inoltre, la Corte dei Conti ha ritenuto che dalla documentazione non sia possibile cogliere “i rischi principali gravanti sull’iniziativa, in grado di incidere sulle proiezioni finanziarie sviluppate, né svolti test di sensitività per ponderare l’impatto di scenari avversi rispetto a quello che ne è alla base”.

“La Corte dei Conti, al contrario da quanto riportato da alcuni organi di stampa, non ha espresso un giudizio preclusivo rispetto all’operazione di una Netco per l’acquisizione di Tim. I profili inerenti la sostenibilità finanziaria e la convenienza economica non sono stati analizzati in quanto la fase delle trattative non consentiva, allo stato, l’esame di dati definitivi rispetto all’operazione”, ha sottolineato il Mef in una nota.

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