Donald Trump annuncia segnali di apertura da parte di Putin su un cessate il fuoco in Ucraina. Il Vaticano si propone come sede per i negoziati di pace
Donald Trump ha riacceso i riflettori sulla crisi in Ucraina con dichiarazioni che fanno pensare a un possibile spiraglio per la fine del conflitto. Alla domanda se Kiev stia facendo abbastanza per giungere a una tregua, l’ex presidente ha risposto con un enigmatico «ve lo dirò tra due settimane». Tuttavia, ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno facendo il possibile per favorire il dialogo. Una risposta ambigua, arrivata all’indomani di una lunga conversazione con Vladimir Putin che ha riaperto il dibattito su una possibile tregua.
Putin apre alla tregua, ma tempi e modalità restano incerti
Il colloquio tra Trump e il presidente russo è durato oltre due ore e, stando a quanto riferito dal tycoon, avrebbe portato a un’intesa di massima per iniziare i negoziati tra Mosca e Kiev. L’obiettivo: avviare “immediatamente” trattative per porre fine al conflitto. Trump ha parlato di un possibile memorandum che formalizzi l’accordo, ma ha anche ammesso che l’esito non è scontato. «Ci sono troppi ego in gioco», ha affermato, lasciando intendere che potrebbe fare un passo indietro se i protagonisti non saranno disposti a scendere a compromessi. In quel caso, ha avvertito, «dovranno cavarsela da soli».
Il Vaticano si offre come sede per i colloqui di pace
A margine del confronto telefonico, Trump ha reso noto che il Vaticano ha manifestato disponibilità a ospitare gli eventuali colloqui tra Ucraina e Russia. Una proposta che il tycoon ha accolto con entusiasmo, sottolineando l’importanza simbolica di un luogo come la Santa Sede per favorire un clima di riconciliazione. «Sarebbe straordinario se si potesse fare lì», ha dichiarato Trump durante un evento alla Casa Bianca, alludendo al significato spirituale di tale sede per un accordo duraturo.
Mosca accoglie con cautela la proposta vaticana
La reazione da parte russa è stata, per ora, prudente. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha ringraziato il Papa e il Vaticano per la disponibilità, riconoscendo l’interesse a contribuire al processo di pace. Tuttavia, ha chiarito che non è stata ancora presa alcuna decisione concreta sul luogo in cui potrebbero svolgersi le eventuali trattative. «Siamo grati a chiunque voglia contribuire, ma non ci sono ancora sviluppi definitivi», ha affermato Peskov.
Prospettive di pace ancora incerte
Le parole di Trump e le dichiarazioni del Cremlino sembrano aprire un fragile spiraglio verso una soluzione diplomatica al conflitto, ma i nodi da sciogliere sono ancora molti. L’Ucraina, dal canto suo, ha fatto sapere tramite il presidente Zelensky di essere disponibile a valutare l’offerta, pur mantenendo una posizione di cautela. I prossimi giorni potrebbero essere decisivi per capire se queste aperture si tradurranno in un vero processo di pace, o se si tratta solo dell’ennesima illusione in un conflitto che dura ormai da oltre due anni.
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