Ue, il Rapporto annuale della Commissione europea sullo Stato di diritto evidenzia le criticità in Italia

Il Rapporto boccia la riforma sul Premierato, solleva dubi sulla riforma della giustizia di Carlo Nordio e mette in evidenza le ragioni di chi ritiene che la libertà di stampa sia effettivamente ristretta

Il recente rapporto annuale della Commissione Europea sullo Stato di diritto è particolarmente critico verso l’Italia, bocciando la riforma costituzionale del premierato e sollevando preoccupazioni sulla riforma della Giustizia di Carlo Nordio. Il documento, redatto dal commissario alla Giustizia UE Didier Reynders, era stato congelato alla vigilia delle elezioni europee, presumibilmente per tentare di avvicinare i voti dei parlamentari europei di Giorgia Meloni. Repubblica ne ha anticipato i contenuti, evidenziando le critiche nei confronti del nostro paese.

Il Premierato

Il rapporto spiega che l’obiettivo della maggioranza è assegnare più stabilità al sistema istituzionale. Tuttavia, si sottolinea che con questa riforma non ci sarà più la possibilità per il Presidente della Repubblica di cercare una maggioranza alternativa o individuare un primo ministro fuori dal Parlamento. Alcuni stakeholders hanno espresso preoccupazioni sulle modifiche proposte, mettendo in dubbio che la riforma possa effettivamente portare più stabilità. I costituzionalisti hanno criticato il depotenziamento del ruolo del Capo dello Stato, e la Commissione ha rilevato la mancanza di una legge elettorale adeguata. Inoltre, l’eccessivo ricorso a decreti legge da parte dell’esecutivo è stato criticato.

La Riforma Nordio

Il rapporto evidenzia preoccupazioni per l’eccessiva pressione esercitata sulla magistratura da parte di politici o esponenti dell’esecutivo, e per possibili influenze da paesi terzi. Il rischio che dichiarazioni pubbliche dei governi possano compromettere l’indipendenza della magistratura è stato segnalato in Italia, Slovacchia e Spagna. L’abolizione dei reati di abuso d’ufficio e traffico di influenze potrebbe avere implicazioni negative per le indagini su frodi e corruzione, e la restrizione all’uso delle intercettazioni potrebbe ridurre la capacità di condurre processi anche in casi di corruzione. Inoltre, il rapporto sottolinea la mancanza di una legge sul conflitto di interessi e sulla disciplina delle lobby. Sebbene la durata dei processi stia migliorando, essa rimane ancora una sfida significativa.

L’Informazione

Il rapporto affronta anche il tema dell’informazione, con diversi stakeholder che ritengono che vi siano restrizioni sulla libertà di stampa e sul diritto dei cittadini di essere informati. Le maggiori preoccupazioni riguardano l’effetto agghiacciante sulle attività dei giornalisti, che sono esposti alle querele per diffamazione. La Commissione ricorda che lo scorso anno era stata emessa una raccomandazione per riformare la legge sulla diffamazione al fine di introdurre misure di salvaguardia del segreto professionale, ma finora non sono stati compiuti passi avanti in tal senso.

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