Ue, salta l’accordo Meloni- von der Leyen: l’ECR lascerà libertà di voto alle delegazioni

La decisione di non sostenere la rielezione di von der Leyen è stata comunicata questa mattina da Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo ECR e stretto collaboratore della Meloni al Parlamento Europeo

Il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), guidato nell’Unione Europea da Giorgia Meloni, ha annunciato che non darà il suo supporto ufficiale a Ursula von der Leyen per un nuovo mandato come presidente della Commissione Europea. Questa decisione è stata comunicata questa mattina da Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo ECR e stretto collaboratore della Meloni al Parlamento Europeo. Procaccini ha dichiarato: «L’agenda che abbiamo visto non differisce da quella di cinque anni fa, e attualmente non ci sono le condizioni per votare von der Leyen».

Libertà di voto per le delegazioni

Il gruppo ECR ha deciso di lasciare libertà di voto alle sue delegazioni, permettendo a ciascun partito all’interno del gruppo di decidere autonomamente. Questa strategia è stata spiegata da Procaccini, il quale ha ricordato che cinque anni fa Fratelli d’Italia non votò a favore di von der Leyen, mentre la delegazione polacca del PiS la sostenne. Questo approccio consentirà anche voti in direzioni diverse all’interno del gruppo ECR.

Incontro cruciale a Strasburgo

La situazione si chiarirà ulteriormente la prossima settimana, quando Ursula von der Leyen incontrerà una delegazione dell’ECR a Strasburgo. Questo incontro, richiesto dal gruppo ECR, servirà per chiarire le posizioni e verificare eventuali punti di convergenza. Nel frattempo, von der Leyen ha subito pressioni da parte delle principali famiglie politiche europee – liberali di Renew e Verdi – affinché non stabilisca alcuna «intesa strutturale» con il gruppo guidato da Meloni.

Verso una maggioranza simile al passato

Tutto sembra indicare che la maggioranza che sosterrà von der Leyen sarà simile a quella del suo precedente mandato. Meloni e il suo gruppo si trovano quindi di fronte a un dilemma: votare sì per favorire una collaborazione tra il governo italiano e la nuova Commissione, votare no per evitare critiche dai gruppi di estrema destra europei, o scegliere la via dell’astensione. Quest’ultima opzione è stata utilizzata dalla Meloni a fine giugno durante il Consiglio Europeo, quando fu esclusa dall’accordo sui top jobs. La decisione finale sarà presa a Strasburgo tra una settimana.

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