Nonostante le incertezze e le smentite, il vicepresidente americano J.D. Vance è stato accolto in Vaticano per un colloquio riservato con Papa Francesco durante la domenica di Pasqua. Un gesto di apertura tra divergenze politiche e simbolismi religiosi
Tra dubbi, indiscrezioni e smentite, l’atteso faccia a faccia tra Papa Francesco e J.D. Vance si è finalmente concretizzato nel giorno più significativo per il mondo cristiano: la domenica di Pasqua. Il Pontefice ha ricevuto il vicepresidente degli Stati Uniti nella sua residenza di Casa Santa Marta, mentre a pochi passi, in piazza San Pietro, si concludeva la solenne celebrazione pasquale. Il breve scambio, confermato dal Vaticano, ha avuto il tono formale ma cordiale di un incontro privato.
Tra simboli e discrezione
L’arrivo del corteo presidenziale statunitense in Vaticano è avvenuto intorno alle 11:30. Vance, in abito blu e cravatta gialla, è stato accolto da monsignor Leonardo Sapienza. Nessuna presenza della famiglia al seguito questa volta. L’incontro si è svolto alla presenza dei traduttori ufficiali e ha permesso ai due protagonisti di scambiarsi gli auguri pasquali. Dopo pochi minuti, Papa Francesco era già affacciato al loggione centrale della basilica per pronunciare il suo messaggio urbi et orbi.
Tra il Papa e Vance non era un incontro annunciato
L’ipotesi di un dialogo tra Bergoglio e Vance era nell’aria già da giorni, ma fino all’ultimo momento nulla è stato confermato. Vance aveva preso parte ad altri eventi vaticani nei giorni precedenti, tra cui la Via Crucis e un colloquio con il cardinale Parolin. Tuttavia, un incontro diretto con il Papa sembrava improbabile, soprattutto per la delicata salute del Pontefice e la natura non ufficiale della visita. La decisione finale, come spesso accade con Francesco, è arrivata inaspettatamente, seguendo la sua attitudine a sorprendere anche i più stretti collaboratori.
Diplomazia oltre le differenze
Papa Francesco non ha mai evitato il confronto con figure politiche anche lontane dalle sue posizioni. L’incontro con Vance ne è la dimostrazione. Il vicepresidente, noto per le sue posizioni conservatrici, si è presentato al Papa con spirito di dialogo, manifestando la volontà di trovare punti di contatto, specialmente nei temi sociali e umanitari. La visita è stata dunque un’occasione per avviare un confronto costruttivo, nonostante le fratture evidenti sul piano politico, come dimostrato dalle critiche del Papa alle politiche migratorie dell’amministrazione Trump.
Il messaggio del Papa risuona nel mondo
Poco dopo il colloquio, Papa Francesco si è rivolto ai fedeli con il tradizionale messaggio di Pasqua. Le sue parole, fortemente improntate alla giustizia sociale, hanno evidenziato ancora una volta la distanza tra la visione del Pontefice e quella della Casa Bianca. Francesco ha denunciato il crescente antisemitismo, la crisi umanitaria a Gaza e la guerra in Ucraina, ribadendo l’urgenza di politiche solidali che mettano al centro i più deboli. Un richiamo universale, ma che non può non essere letto anche alla luce del recente incontro.
Un gesto di attenzione e pace
A testimonianza della cortesia e dell’apertura dell’incontro, il Papa ha voluto omaggiare la famiglia di Vance con alcuni doni: tre uova di Pasqua per i figli, una cravatta vaticana e dei rosari per il vicepresidente. Vance ha ringraziato sentitamente il Pontefice, sottolineando la gioia di vederlo in buona salute. Dopo il saluto a Francesco, il politico americano ha partecipato con i suoi cari alla messa di Pasqua presso la basilica di San Paolo fuori le Mura, concludendo la visita con un momento di raccoglimento sulla tomba dell’apostolo.
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