di Carlo Longo
Nel 2022 la spesa pubblica italiana si appresta a raggiungere un nuovo record. Alla fine dell’anno si stima che il totale delle uscite dal bilancio dello Stato, comprese regioni e province, supererà 1.008 miliardi di euro. Si tratta di un aumento di quasi 40 miliardi rispetto allo scorso anno, ed inoltre sembra che la tendenza riguarderà anche i prossimi anni. Lo rivela un report del centro studi Unimpresa che individua, peraltro, nelle pensioni il fattore determinante dell’aumento della spesa pubblica.
Secondo le previsioni contenute nel report nei prossimi anni la spesa pubblica dei prossimi anni continuerà a superare i 1.000 miliardi di euro annui: più di 1.032 miliardi nel 2023, più di 1.028 miliardi nel 2024 e più di 1.045 miliardi nel 2025. Durante questa crescita, rispetto al prodotto interno lordo, aumenterà anche l’incidenza degli assegni Inps sul totale della spesa. Passerà dal 15,7% del 2022 a più del 16% per il triennio 2023-2025, mentre si spenderà meno per gli stipendi dei dipendenti pubblici: dal 10,0% di quest’anno all’8,8% del 2025. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Inps sulle pensioni, al primo gennaio 2022, le pensioni vigenti sono 17.749.278, di cui 13.766.604 (il 77,6%) di natura previdenziale e 3.982.674 (il 22,4%) di natura assistenziale.
“Bisogna puntare sulla crescita economica, non su quella del debito pubblico. La drammatica situazione creatasi con il Covid-19, che è stato prima un’emergenza sanitaria e poi una profonda crisi economica, ha inevitabilmente costretto il governo a manovre sui conti pubblici in deficit, facendo esplodere la spesa dello Stato e impennare il debito. Si è trattato di decisioni inevitabili e condivisibili, perché grazie alle scelte degli scorsi anni, il nostro Paese ha retto agli scossoni della tempesta economica e ha superato le fasi acute della pandemia. Tuttavia, adesso occorre ristabilire un percorso di risanamento: la storia ci insegna che le gestioni emergenziali, diventando permanenti, possono cagionare danni irreparabili. Occorre programmare e avviare un sentiero di rientro alla normalità”, ha commentato il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
La corsa della spesa pubblica è cominciata nel 2020, con la pandemia, quando è cresciuta di 75 miliardi rispetto al 2019, in salita di quasi il 9% a quota 946 miliardi (facendo superare per la prima volta quota 900 miliardi), per poi aumentare ancora nel 2021 di altri 39 miliardi (più 4%) a 985 miliardi; alla fine del 2022, la crescita rispetto all’anno precedente sarà pari a quasi 23 miliardi (più 2%).
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