Unipol Welfare rapporto 2023: crescita storica della spesa. Cimbri “più efficienza meno burocrazia”

Il Rapporto annuale del Think Tank “Welfare, Italia” rivela una serie di dati significativi  sul futuro del paese, alcuni dei quali indicano la necessità di pronti interventi correttivi, a cominciare da formazione e natalità

di Carlo Longo

Carlo Cimbri

Il Think Tank “Welfare, Italia,” con il patrocinio di Unipol Gruppo e la collaborazione di The European House – Ambrosetti, ha presentato a Roma il suo rapporto annuale sull’andamento della spesa in welfare in Italia per il 2023. Per Carlo Cimbri, Presidente del Gruppo Unipol, serve “più efficienza, meno burocrazia e allocazione attenta delle risorse disponibili“. E’ questa, secondo il numero uno di Unipol,  la strategia da seguire per garantire una maggiore coerenza tra il sistema italiano del Welfare e le esigenze dei cittadini. Le maggiori risorse che arrivano dal Pnrr possono dare un impulso al potenziamento e al rinnovamento di tutti i comparti del welfare – previdenza, sanità ed istruzione – ma occorre – ha detto Cimbri – “una regia pubblica oculata e una collaborazione integrata tra settore pubblico e privato

Secondo il rapporto, la spesa in welfare nel 2023 raggiungerà la cifra impressionante di 632,4 miliardi di euro, registrando un incremento del 3,7% rispetto all’anno precedente. Questo ampio perimetro di spesa include i tre pilastri tradizionali del welfare, ovvero Sanità, Politiche Sociali e Previdenza, insieme all’Istruzione. La spesa previdenziale si conferma come il principale assorbitore di risorse, rappresentando il 50,3% della spesa sociale totale. La spesa sanitaria rappresenta il 21,5%, le politiche sociali il 16,9% e l’istruzione il 11,3%.

Se si analizzano i dati congiunturali, emerge un aumento significativo della spesa previdenziale, che nel 2023 registra un aumento del 7,1%, passando da 296,9 miliardi di euro a 317,9 miliardi di euro. La spesa sanitaria presenta un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente, tenendo conto della crescita del 4,5% dei redditi da lavoro dipendente del personale del Sistema Sanitario Nazionale e dell’aumento della spesa dei consumi intermedi del 3,8%.

Matteo Del Fante

Tuttavia, le politiche sociali, secondo le stime contenute nel Documento di Economia e Finanza (DEF), registrano una diminuzione del 2,9% rispetto al 2022, sebbene i valori siano ancora superiori a quelli precedenti alla pandemia. Queste previsioni tengono conto delle misure introdotte con la Legge di Bilancio 2023, tra cui la revisione dei limiti di durata e spesa in Reddito di Cittadinanza.

Per quanto riguarda la spesa in istruzione, si prevede un aumento modesto dell’0,6% rispetto all’anno precedente. Inoltre, se si guarda al contesto pre-pandemico, la spesa in welfare dal 2019 al 2023 registra una crescita costante in tutte le sue componenti: politiche sociali (+23,6%), sanità (+17,5%), previdenza (+15,6%) e istruzione (+2,4%).

Il rapporto ha messo in luce anche il calo della popolazione in Italia nel 2022, accentuatosi nel corso dell’anno. Al 31 dicembre 2022, la popolazione residente è scesa a 58.850.717 unità, con una diminuzione di 179.416 unità, pari al -0,3%, rispetto al 2021. Questa tendenza è ulteriormente confermata dal record negativo del numero di nascite registrato nel 2022, con soli 393 mila nuovi nati. Il tasso di natalità in Italia è sceso a 6,7 nascite ogni 1.000 abitanti, un dato in costante diminuzione negli ultimi dieci anni, passando da 9,0 nel 2012 a 6,7 nel 2022.

La situazione italiana diventa ancora più evidente quando confrontata con il contesto europeo, con l’Italia che registra il tasso di natalità più basso nell’Unione Europea nel 2022.

Guzzeti

Il Think Tank “Welfare, Italia” ha sviluppato un indicatore sintetico, il Welfare Italia Index 2023, che valuta la spesa in welfare e i risultati che essa produce. Tra le amministrazioni territoriali, la Provincia Autonoma di Bolzano si posiziona in cima alla classifica con 83,3 punti, seguita dalla Provincia Autonoma di Trento con 81,4 punti e dall’Emilia Romagna con 76,3 punti. Dall’altro lato della classifica si trovano la Basilicata (61,4 punti), la Campania (60,4 punti) e la Calabria (56,7 punti). Il divario tra la prima e l’ultima regione rimane significativo, pari a 26,6 punti.

In considerazione delle dinamiche demografiche, inflattive e salariali, il Think Tank “Welfare, Italia” ha individuato quattro aree d’azione per sostenere l’evoluzione del sistema di welfare e costruire un nuovo patto generazionale. Queste includono l’adozione di politiche per invertire la tendenza demografica, il potenziamento del sistema sanitario nazionale, il miglioramento del sistema previdenziale integrativo e l’investimento nello sviluppo delle competenze e dei centri per l’impiego.

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