Variante Omicron, Brusaferro: “Undici casi confermati e altri sospetti, contagi in aumento”

di Mario Tosetti

Il binomio variante Omicron e feste natalizie desta non poche preoccupazioni ed, in quadro epidemiologico con i contagi in rapido aumento, sembra poter peggiorare. A proposito della nuova variante “ci sono 11 sequenze confermate in diverse regioni e altre sospette. Le regioni interessate dai casi sono Calabria, Campania, Sardegna, Veneto e la provincia autonoma di Bolzano. Sono persone transitate in Sudafrica o contatti stretti di persone che avevano trascorso periodi in Sudafrica”, ha spiegato il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, Silvio Brusaferro,  precisando che per i dati aggiornati si dovrà attendere e che “è evidente che siamo in una situazione di crescita della circolazione virale”.

Brusaferro, intervenendo in audizione in Commissione Affari costituzionali del Senato sul decreto che ha introdotto il Super green pass e l’obbligo vaccinale per alcune categorie lavorative, ha sottolineato che al momento “siamo ancora in una situazione epidemica. La curva è in crescita e l’incidenza settimanale, a ieri sera, è pari a 173 casi ogni 100mila abitanti. L’epidemia sta ancora aumentando in termini di nuovi infetti. I dati europei mostrano che ci troviamo in una situazione particolarmente significativa in tutta l’Ue, in particolare nei paesi confinanti”. In proposito, infatti, l’Agenzia europea per la prevenzione ed il controllo delle malattie (Ecdc) ha lanciato un grido di allarme definendo la situazione ” molto grave con alti livelli di trasmissibilità del Covid”. In particolare la direttrice, Andrea Ammon, ha evidenziato che  “il prossimo periodo festivo, in cui i contatti tra gruppi di persone aumentano, può peggiorare le cose”. E con “l’espansione ulteriore che attendiamo dalla variante Omicron la situazione potrebbe passare veramente di male in peggio”.

Relativamente alle ospedalizzazioni in Italia, il presidente dell’Iss, ha parlato di un rapido aumento: un punto di percentuale ogni settimana. La ragione per Brusaferro è dovuta alla circostanza secondo cui “ci sono ancora 6,5 milioni di persone sopra i 12 anni d’età, che non hanno cominciato il ciclo vaccinale, non hanno fatto nemmeno una dose. Molte di questi sono in fascia lavorativa, fra i 30 e i 60 anni. Le coperture più basse si registrano in particolare fra i 30 e i 49 anni, la fascia d’età caratterizzata da una maggior circolazione del virus. Questo 10% circa di popolazione è un numero significativo, che favorisce la circolazione virale. Il dato positivo viceversa è che fra gli over 80 sta crescendo la somministrazione della terza dose, il 57% ha fatto il richiamo”.

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