Variante Omicron, G7 straordinario: “Necessaria azione immediata”

di Emilia Morelli

“Date le mutazioni che possono conferire un potenziale vantaggio di trasmissibilità per il virus, la probabilità di una potenziale ulteriore diffusione di Omicron a livello globale è elevata. Viste queste caratteristiche, potrebbero esserci futuri picchi di Covid-19 che potrebbero avere gravi conseguenze, a seconda di una serie di fattori, incluso il luogo in cui si verificheranno. Il rischio globale complessivo relativo alla nuova variante Omicron è valutato come molto elevato“, queste le parole con cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla del nuovo ceppo del virus Sars-Cov-2che preoccupa in tutto il mondo dopo i primi casi identificati in Sudafrica.

Intanto il Centro europeo per il controllo della malattia oggi conferma 33 casi legati alla variante registrati in otto Paesi: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Italia, Paesi Bassi e Portogallo. Per quanto riguarda i sintomi tutti i pazienti presentano sintomi lievi e non sono stati accertati decessi legati alla variante sudafricana. Tutti coloro che hanno contratto la variante avevano viaggiato in Paesi africani, con voli che hanno fatto scalo in altre destinazioni tra l’Africa e l’Europa. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è al lavoro per organizzare al più presto un vertice in videoconferenza tra i leader dei 27 Stati membri.

I ministri della salute delle 7 maggiori economie del pianeta si sono riuniti per un G7 di emergenza ritenendo necessario intraprendere un’azione urgente per contrastare l’emergenza data dal diffondersi della variante Omicron e dall’elevata contagiosità. I ministri del G7 si sono, inoltre, impegnati a condividere le informazioni e ad incontrarsi nuovamente a dicembre, valorizzando il virtuoso lavoro che le autorità sudafricane hanno posto in essere per isolare la variante e avvisare il resto del mondo. Nel documento finale, redatto al termine del G7, si legge che i ministri  hanno “riconosciuto l’importanza strategica di garantire l’accesso ai vaccini in Africa” anche fornendo “assistenza operativa, portando avanti gli impegni di donazione e affrontando la disinformazione sui vaccini, come pure sostenendo ricerca e sviluppo”.

Il ministro italiano, Roberto Speranza, intervenendo al summit ha dichiarato: “L’identificazione della variante nell’area meridionale dell’Africa conferma l’urgenza di fare di più per vaccinare la popolazione dei Paesi più fragili. Non basta donare dosi  dobbiamo supportare concretamente chi non ha servizi sanitari strutturati e capillari come i nostri. Occorre essere certi che i vaccini donati vengano effettivamente somministrati e per farlo ci sarà bisogno del ruolo di coordinamento di Onu e Oms”.

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