A Singapore lo Shangri-La Dialogue summit sulla difesa

Da settimane gli sherpa statunitensi e cinesi sono a lavoro per rendere possibile quello che sarebbe il primo faccia a faccia tra i due capi della difesa di Washington e Pechino. Temi forti Taiwan e Indo-Pacifico

di Matteo Meloni

Sarà sotto la lente d’ingrandimento della comunità internazionale il summit sulla difesa Shangri-La Dialogue di Singapore, che diventa prezioso per comprendere le posizioni in campo tra gli attori protagonisti della regione dell’Indo-Pacifico e, ancor di più, per capire quali spiragli possono esserci sull’asse Washington-Pechino. Quelle che prima erano solo voci si stanno, via via, trasformando in concretezza relativamente al primo faccia a faccia tra due figure di peso negli equilibri geopolitici, ovvero i responsabili della difesa statunitense e cinese, Lloyd Austin e Wei Fenghe.

Il segretario alla Difesa Usa e il Ministro del Partito comunista saranno ospiti dell’evento e, per l’occasione, gli sherpa dei rispettivi Governi stanno cercando di trovare terreno comune per il possibile incontro tra i due, che seguirebbe alla telefonata già intercorsa tra Austin e Wei lo scorso aprile. Come confermato in una nota del Pentagono del 6 giugno, funzionari del Ministero della Difesa cinese hanno chiesto l’organizzazione di un meeting con il Capo del Pentagono. “Effettivamente stiamo ancora discutendo la data, il luogo e la potenziale durata dell’incontro”, senza dare ulteriori dettagli. Se avverrà, Austin e Wei discuteranno dei dossier caldi del momento, da Hong Kong Taiwan, passando per l’Indo-Pacifico.

In seguito alla conversazione telefonica di due mesi fa, il Ministero della Difesa di Pechino sottolineò le parole di Wei sul bisogno di “seria implementazione del consenso raggiunto dai Capi di Stato per il rispetto reciproco, la pacifica coesistenza e per evitare il confronto”. Inoltre, il readout cinese evidenziò che il Ministro chiese al collega statunitense di “rispettare l’impegno per evitare una guerra fredda con la Cina, di non tentare cambiamenti al sistema cinese e, ancora, non supportare l’indipendenza di Taiwan”. Fu decisamente più scarno il resoconto del Dipartimento alla Difesa, che si limitò a sintetizzare il dialogo tra i due esponenti governativi sulle relazioni difensive tra Usa e Cina, sulle tematiche della sicurezza regionale, e sull’invasione russa in Ucraina.

L’occasione del Shangri-La Dialogue è imperdibile per mettere sul tavolo, in maniera ancor più chiara, quali sono le posizioni di Washington e Pechino, con l’obiettivo di evitare spiacevoli inconvenienti che rischierebbero di portare i Paesi direttamente in guerra. Indubbiamente, il clima non è dei migliori, specie all’indomani delle dichiarazioni di Joe Biden sulla difesa militare di Taiwan. Ma secondo gli osservatori, le parole del Presidente sono finalizzate a corroborare la base democratica in vista delle elezioni di medio termine. L’eco della guerra in Ucraina è fortissimo e potrebbe essere utile, in positivo, per far giungere a miti posizioni entrambi gli schieramenti: una guerra per Taiwan tra le due superpotenze non porterebbe alcun miglioramento alla comunità internazionale.

Testo e foto pubblicati per gentile concessione di Eastwest, magazine di geopolitica diretto da Giuseppe Scognamiglio www.eastwest.eu

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati