Accordo tra Iran e Venezuela per mitigare le sanzioni degli Stati Uniti

I due Paesi guardano con speranza ai prossimi 20 anni, puntando sulla cooperazione a tutto campo, dall’energia all’informazione, passando per finanza e difesa

di Matteo Meloni

Iran e Venezuela: due Paesi invisi agli Stati Uniti, due Paesi che cercano una via d’uscita alle deleterie sanzioni imposte da Washington. Con il nuovo accordo sottoscritto nei giorni scorsi, Teheran e Caracas guardano con speranza ai prossimi 20 anni, puntando sulla cooperazione a tutto campo, dall’energia all’ICT, passando per la difesa. Il Presidente Ebrahim Raisi ha ospitato nella capitale della Repubblica islamica Nicolás Maduro, il capo dello Stato della nazione sudamericana che vive una condizione inflazionistica ed economica drammatica e che, paradossalmente, è in crisi energetica.

Nonostante sia potenzialmente tra i più grandi produttori di petrolio, la macchina dell’estrazione venezuelana è sostanzialmente ferma, tanto che gli è andata in soccorso l’Iran, che spedisce navi cariche di combustibile verso i porti del Paese sudamericano. Al contempo, la nazione guidata da Raisi non vive certamente un momento felice della sua storia, al palo dal punto di vista economico e in difficoltà nel ristabilire lo status quo del JCPoA, che gli permetterebbe di riaprirsi ai mercati. Ma se l’unione fa la forza, Iran e Venezuela provano a risollevare la china partendo proprio da un accordo finalizzato ad alzare la loro partnership a livello strategico.

Teheran e Caracas sono letteralmente due paria della comunità internazionale, un’estromissione che pesa principalmente sulle spalle delle due popolazioni. I Governi cercano unità contro le imposizioni statunitensi, in quella definita “resistenza” da Raisi. Insieme a Maduro, i Presidenti hanno partecipato alla firma dell’accordo di cooperazione ventennale siglato dai rispettivi Ministri degli Esteri: un agreement del quale ancora non si conoscono i dettagli ma che, come è stato lasciato intendere nel corso della conferenza stampa tenuta dai capi di Stato, toccherà i settori dell’energia, della finanza, dell’ICT e la collaborazione per “progetti sulla difesa”.

Maduro ha sottolineato che Iran e Venezuela sono accomunati da una visione comune sulle questioni internazionali, e che entrambi sono vittime delle misure coercitive imposte dagli Stati Uniti e i suoi alleati. “Abbiamo sviluppato un’economica della resistenza e lavoriamo per espanderla”, ha aggiunto il Presidente. Eppure non sono mancate recentemente le aperture verso gli Stati Uniti, dopo la decisione di Joe Biden di permettere la spedizione di petrolio venezuelano alle due aziende europee Eni e Repsol per consentire, da un lato, a PDVSA di ripagare i suoi debiti verso le due società e, al contempo, per immettere nel mercato europeo oro nero necessario a fronteggiare la diversificazione dalle forniture russe. Maduro ha apprezzato la decisione statunitense parlando di “passi piccoli ma significativi”.

Ma la situazione rimane incandescente per entrambe le nazioni: i rapporti con il mondo occidentale si sono incancreniti nel corso degli ultimi quattro anni e sembra lontano il giorno in cui Teheran e Caracas potranno ripartecipare pienamente ai vantaggi dell’interscambio commerciale e delle piene relazioni con la comunità internazionale, che chiede al Governo del Venezuela maggiori aperture alle opposizioni e a quello dell’Iran attenzione sul programma nucleare. La guerra in Ucraina ha però peggiorato il dialogo tra le parti, in un contesto nel quale le grandi potenze detengono, ancora, l’ultima parola.

Testo e foto pubblicati per gentile concessione di Eastwest, magazine di geopolitica diretto da Giuseppe Scognamiglio www.eastwest.eu

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