Addio a Toni Negri, il “cattivo maestro” degli Anni di Piombo

Si é spento la notte scorsa a Parigi all’etá di 90 anni Toni Negri, il “cattivo maestro” della estrema sinistra degli Anni di Piombo, figura controversa e carismatica. La notizia é stata diffusa tramite un post su Instagram dalla figlia Anna.  Nato il 1 agosto 1933 a Padova, Negri, inizialmente vicino ai movimenti del cattolicesimo sociale e poi a lungo Psi dove ricoprì anche diversi ruoli organizzativo-amministrativi e cariche istituzionali a livello comunale e provinciale per la propria regione d’origine,  Negri fu poi tra i  principali teorici del marxismo operaista e ha svolto un ruolo chiave nella fondazione di Potere Operaio.

Nel 1979 quando era giá un affermato docente universitario di filosofia, venne indagato, arrestato e – dopo quattro anni e mezzo di carcerazione preventiva, – finí alla sbarra per «complicità politica e morale» con le Brigate Rosse in una controversa e discussa inchiesta giudiziaria passata alla storia come Processo 7 aprile, in cui era indicato in pratica come il cervello della sinistra eversiva. Venne, tuttavia, assolto da queste imputazioni, per poi essere condannato a 12 anni di carcere per associazione sovversiva e  concorso morale nella  rapina di Argelato, un episodio in cui un carabiniere era stato ucciso nel 1974. Nel 1983,  durante la carcerazione preventiva, accettò la proposta di Marco Pannella, che lo considerava vittima di leggi repressive, di candidarsi alla Camera con i Radicali. Venne eletto e lasció il carcere di Rebibbia  protetto dall’immunità parlamentare. Ma presto i rapporti tra Negri e Pannella cambiarono. E pochi mesi dopo  l’elezione, in settembre, Negri partì da Punta Ala  a bordo di uno yacht e raggiunse Nizza. Il 21 settembre la Camera dei deputati concesse alla magistratura l’autorizzazione a procedere. Negri ascoltò l’esito della votazione dalla radio in Francia ad Aix en Provence, dove si era rifugiato.  Durante la latitanza francese fu aiutato dagli amici Gilles Deleuze (il quale lo incontrò di persona per la prima volta nel 1987 ) e Félix Guattari, che lo introdussero nell’ambiente intellettuale parigino: quest’ultimo gli firmava i contratti, come affitto e telefono, essendo Negri un “sans papiers” e per questo si chiamò per vari anni Antoine Guattari. 

In Francia Negri rimase 14 anni, avvalendosi dell’asilo garantito dalla cosiddetta Dottrina Mitterrand.  Tornó in Italia nel 1997  quando in Parlamento la Commissione Giustizia  valutò le  ipotesi di indulto e amnistia.  Rimpatriò accompagnato dall’avvocato francese Daniel Voguet e finì di scontare la pena (sotto forma di reclusione e  e, in seguito, di semi-libertà nella primavera del 2003.   Fu amico e consulente del presidente venezuelao Hugo Chavez, che nel suo libro  Understanding the Venezuelan Revolution: Hugo Chavez Talks to Marta Harnecker, ricorda le sue letture dei testi di Negri mentre era rinchiuso in prigione a seguito del suo fallito golpe del 1992. 

Tra i suoi saggi piú importanti “Empire” e “Moltitude, scritto con  Michael Hardt ,in cui vengono affrontate  le trasformazioni della società nell’era della globalizzazione.