Afghanistan , Kabul è nelle mani dei talebani: la disperata fuga dal paese

di Corinna Pindaro

Tutto lasciava presagire il triste epilogo: Kabul è caduta in mano ai talebani. “Il nostro Paese è stato liberato e i mujaheddin hanno vinto in Afghanistan”, affermano i talebani. Non sembra condividere il sentimento di orgoglio la popolazione afghana, vige la paura e prende il via una fuga disperata per fuggire dal paese con invasione di aeroporti.

Nonostante la restaurazione dell’Emirato islamico sia accompagnata da serie di rassicurazioni  da parte dei talebani sul fatto che vogliono migliorare la vita delle persone, che garantiranno la sicurezza del popolo e anche i diritti delle donne. Non sembra, di fatto che siano cambiati e soprattutto che la popolazione si senta tranquilla. L’aeroporto di Kabul  è invaso dalle persone che tentano di fuggire, al punto che in più occasioni l’aeroporto è stato chiuso e i voli sospesi. Il tentativo di sottrarsi al governo talebano è talmente esasperato che le persone invadono le piste rendendo impossibile la partenza o l’atterraggio degli aerei.

In particolare gli aerei tedeschi tornano indietro, gli unici che sono riusciti a fuggire sono quelli che si sono mossi per tempo nella notte prima che, di fatto, l’aeroporto di Kabul si trasformasse in una trappola mortale. Talmente le persone sono disperate che dall’assalto alla stazione aerea ne sono derivati circa dieci morti, uccisi dalla calca, travolti dalla folla. I soldati Usa fanno sapere di aver ucciso due uomini armati che hanno aperto il fuoco contro di loro, il caos è totale, una marea umana si riversa nello scalo.

Il volo dell’aeronautica militare organizzato dalla Farnesina è riuscito a decollare, al suo interno 70 persone tra diplomati e collaboratori italiani in Afghanistan. Nonostante siano in salvo il pensiero si rivolge, inevitabilmente, a chi è rimasto. “Ho paura per chi ha lavorato con noi ed ora sta per morire. I talebani li cercano casa per casa. Abbiamo lasciato migliaia di persone che rischiano la vita. La situazione è gravissima, la comunità internazionale li salvi”, racconta tra le lacrime uno dei passeggieri del volo, definendosi afghano-italiano.

L’ambasciatore afghano all’Onu Ghulam Isaczai si dice espressamente preoccupato per coloro che sono rimasti in Afghanisistan e si riserva di intervenire “a nome di milioni di afghani il cui destino è in bilico, comprese donne e ragazze che stanno per perdere la loro libertà”. Considerata la particolare fragilità della situazione sono previste una serie di riunioni di emergenza per tentare di porre rimedio in via diplomatica. Boris Johnson, il premier britannico, ha chiesto un G7 ad hoc mentre è già stato convocato un consiglio degli esteri Ue.

La discussione non potrà che vertere sulla gestione dei numerosissimi migranti che per sfuggire ai talebani arriveranno in Europa oltre, ovviamente, alla presa di coscienza che l’invasione che la caaduta di Kabul nelle mani degli islamici è una vera e propria disfatta per la politica internazionale. La giornalista afghana Shabnam Bayani  in stretto contatto con le fonti a Kabul e nelle altre città del Paese, racconta le notizie allarmanti che pervengono dalle regioni più lontane dalla capitale, come Helmand e Herat, nel sud-est e nell’est del Paese. Le donne sono rese schiave e le ragazzine sono costrette a divenire le spose bambine dei combattenti. Da questi rapidi cenni emerge che i talebani sono tutt’altro che cambiati.

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