Afghanistan: la situazione precipita, Germania e Olanda sospendono il rimpatrio dei migranti

di Corinna Pindaro

L’avanzata dei talebani continua, le città passate sotto il controllo talebano sono ora nove. L’Olanda e la Germania hanno deciso di sospendere i rimpatri dei migranti in Afghanistan. “A causa dello sviluppo della situazione e delle condizioni di sicurezza del paese le procedure di rimpatrio verranno interrotte”, ha dichiarato il Ministro dell’Interno tedesco. Il segretario di Stato alla Giustizia in Olanda, Ankie Broekers-Knol, ha reso noto che la decisione sarà valida per sei mesi.

Le decisioni dei due paesi europei arrivano in controtendenza dopo una lettera iniziale inviata alla Commissione europea da parte alcuni Paesi membri dell’Ue – tra cui Germania e Paesi Bassi – nella quale si chiedeva di non fermare il programma di espulsione per evitare di “mandare un segnale sbagliato, motivando sempre più afghani a lasciare il loro Paese per l’Europa”. La strategia di rimpatrio – il Joint Declaration on Migration Cooperation (JDMC) – era stata finalizzata in un accordo tra Bruxelles e Kabul a gennaio 2021.

Tuttavia, l’aggravarsi della situazione ha spinto un gruppo di trenta poliziotti olandesi che avevano prestato servizio per l’EuPol, la missione di polizia  Ue in Afghanistan, a lanciare un appello affinchè vengano messi in salvo gli interpreti locali e tutti coloro si trovano per lavoro in Afghanistan. La decisione Usa di ritirare le truppe, consente infatti ai talebani di avanzare incontrando una resistenza limitata, inoltre nelle mire dei terroristi ci sono in particolar modo coloro che hanno lavorato accanto alle truppe occidentali e prestato sostegno alle loto famiglie, ritenuti pertanto traditori. “È inammissibile che portare i nostri colleghi afghani in Olanda non siano la priorità assoluta dei ministri coinvolti”, hanno scritto i poliziotti, sostenuti da Amnesty International. Il ministro della Difesa olandese Ank Bijleveld ha, quindi,  dichiaratamente preso in carico la questione e promesso di mettere in salvo gli interpreti.

L’ amministrazione Biden non cambia la decisione di ritirare progressivamente le truppe e  si prepara alla caduta di Kabul ancor prima di quanto le stime iniziali facessero auspicare,  in un periodo ben più breve rispetto ai 6-12 mesi previsti in precedenza. Secondo quanto riportato dal Washington Post, i militari statunitensi ancora in Afghanistan stimano che la capitale afghana cadrà entro 90 giorni. Negli scenari peggiori, ma comunque probabili, la disfatta potrebbe avvenire già in un mese. Le città continuano progressivamente a cadere nelle mani dei talebani. “Stamattina centinaia di soldati, poliziotti e membri delle forze di resistenza si sono arresi ai talebani con tutto il loro equipaggiamento militare”, ha fatto sapere all’Afp il consigliere provinciale Amruddin Wali.

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