Appello della Fnsi a Mattarella contro la cosiddetta legge-bavaglio

Via libera anche in Senato alla cosidetta legge-bavaglio. I giornalisti non potranno piú pubblicare ordinanze di custodia cautelare o riportarne stralci. Contro la norma, che rientrava in un provvedimento di direttive e regolamenti Ue, é subito scesa in campo la Federazione Nazionale della Stampa

Luce verde alla cosiddetta legge bavaglio. I giornalisti non potranno piú pubblicare ordinanze di custodia cautelare e o stralci da esse tratti. Dopo la Camera anche il Senato, con 93 voti favorevoli, 29 contrari e 25 astenuti l’aula del Senato ha dato il suo ok al recepimento da parte del governo di un provvedimento che contempla 19 articoli relativi a 10 direttive e 7 regolamenti Ue, tra cui appunto c’è anche questa norma, giá da tempo al centro di polemiche, riformulata per altro in senso piú restrittivo a Montecitorio dal calendiano Enrico Costa, e che secondo numerosi giuristi metterebbe a repentaglio la libertà di stampa. E’ scesa subito in campo la Fnsi. “La legge di delegazione europea contiene, come immaginavamo, la norma Costa che, dietro un velo di finto garantismo, farà calare il silenzio sul diritto dei cittadini ad essere pienamente informati”, ha dichiarato la segretaria nazionale Alessandra Costante. “Pezzo dopo pezzo, questa politica sta smontando l’articolo 21 della Costituzione e la possibilità per i cittadini di avere coscienza e di formarsi una propria opinione”, ha sottolineato rinnovando l’appello della Federazione Nazionale della Stampa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella a non firmare una norma come questa che “rappresenta un attacco al diritto di informazione”. “Il discrimine – ha spiegato Costante- non è tra dare o meno una notizia, ma è tra scrivere una notizia documentata oppure scriverla senza potersi appoggiare sulle parole di un giudice che quando motiva una sua decisione sceglie termini precisi e rigorosi. Difficili da parafrasare e sintetizzare”. Sul caso è intervenuto anche il Comitato Esecutivo dell’Ordine nazionale dei giornalisti. “I cronisti non potranno più citare anche semplici estratti delle ordinanze di custodia cautelare, ma solo elaborare sintesi. Questa ulteriore restrizione segue le norme che, in nome del giusto principio di presunzione di innocenza, stanno limitando fortemente la divulgazione di notizie riguardanti l’attività della magistratura”, si sottolinea in una nota. “Ricordiamo che la stessa Direttiva europea (la 343/2016) sulla presunzione di innocenza – conclude il comunicato- richiama più volte la necessità di salvaguardare la libertà di stampa e di media in nome dell’interesse pubblico, mentre le norme approvate tendono a colpire solo i giornalisti”.