Il governatore ha osservato che il calo demografico e il fatto che molti giovani se ne vanno all’estero comincia ad avere riflessi sulla forza lavoro di cui la macchina produttiva necessita, rimarcando come un possibile contributo in questa direzione possa arrivare dagli immigrati regolari, attraverso la gestione dei flussi a livello europeo.
L’alto debito, il calo demografico, la fuga dei cervelli, le sfide tecnologiche, i conflitti in atto. Non sono pochi e sono grandi i problemi dinanzi ai quali ci troviamo. Ma l’Italia e l’Europa possono farcela a “superare le difficoltá” trovando una risposta comune.
Il governatore di Bankitalia Fabio Panetta ha presentato le sue considerazioni finali sul 2023 sintetizzate in un grafico che sottolinea i principali punti di forza all’attivo del nostro Paese: la dinamica di investimenti ed esportazioni fra il 2019 e il 2023 e la ripresa post pandemica sono stati consistenti (+15% e +9%) e superiori a quelli di Francia, Germania, Spagna e della media europea. Panetta ha osservato che il calo demografico e il fatto che molti giovani se ne vanno all’estero comincia ad avere riflessi sulla forza lavoro di cui la macchina produttiva necessita, rimarcando come un possibile contributo in questa direzione possa arrivare dagli immigrati regolari, attraverso la gestione dei flussi a livello europeo.
Panetta, citando i dati Istat, ha ricordato che si prevede che entro il 2040 il numero di lavoratori diminuirá di 5,4 milioni di unità, nonostante dall’estero arrivino 170.000 persone l’anno. Cosa che rischia di comportare un calo del Pil del 13 % e che potrebbe “essere in parte attenuatain parte attenuata se il saldo migratorio netto con l’estero rimanesse in linea con quanto osservato nell’ultimo biennio (267.000 persone all’anno)”.
Il governatore ha parlato dei giovani, soprattutto i laureati che lasciano l’’Italia. Una scelta basata anche, ha detto, dai redditi orari dei lavoratori dipendenti che “sono oggi inferiori a quelli di Francia e Germania”, mentre il reddito reale disponibile pro capite delle famiglie è fermo al 2000″. E delle donne, il cui tasso di occupazione è fermo 52,5%, soprattutto a causa del fatto che è sempre piú difficile conciliare lavoro e famiglia.
Panetta ha invitato anche a monitorare l’impatto al quale assisteremo dell’ l’Intelligenza artificiale su due lavoratori italiani su tre, ossia 17 mln di persone. Con effetti, ha avvertito che potranno essere positivi sulla produttivitá, ma non altrettanto sulle opportunitá di impiego.
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