Biden in Europa, un tour ricco di impegni dal G7 all’incontro face to face con Putin

di Carlo Longo

Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti, inizia il tour diplomatico di una settimana in Europa. Tra gli incontri previsti il summit del G7, il vertice della Nato e un incontro bilaterale con l’Ue, infine Biden si troverà allo stesso tavolo di Putin, il presidente Russo. Il tour ha inizio con la visita al  Regno Unito, dove il 10 Giugno in primo luogo incontrerà il premier britannico Boris Johnson, successivamente è in programma la partecipazione al G7 dall’11 al 13 giugno e sarà ricevuto dalla Regina Elisabetta II 13 giugno, prima di prendere il volo per Bruxelles dove avrà un incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan nel contesto del summit della Nato previsto per il 14 giugno, e parteciperà al vertice Usa-Ue  il 15 giugno. Infine, l’ultima tappa a Ginevra per incontrare Vladimir Putin è fissata il 16 giugno.  Negli appuntamenti in programma Biden sarà accompagnato dalla first lady Jill.

Il G7 del 2021 si carica di significati particolari in quanto i leader delle potenze mondiali si riuniranno per la prima volta dopo l’inizio della pandemia. Gli argomenti all’ordine del giorno sono di facile intuizione. Anzitutto la ripresa economica post covid, molto probabilmente Biden cercherà di imporre la sua leadership in relazione al necessario sostegno delle campagne vaccinali nei paesi più poveri chiedendo agli alleati di donare i loro vaccini nonostante sia Usa che Uk abbiano condiviso ben poco durante le campagne vaccinali.

Donald Trump, l’ex presidente, ha avuto una relazione conflittuale con diversi leader del G7, in particolare la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier canadese Justin Trudeau. Probabilmente il nuovo presidente cercherà di riallacciare i rapporti, tenendo incontri bilaterali tra leader a margine delle sessioni di gruppo, compreso il nuovo premier italiano Mario Draghi. Dal canto loro i vari  leader si faranno portatori di  un’unità ritrovata e si diranno disponibili  ad accordi multilaterali nell’era dopo Trump, la Brexit e il Covid-19.

Per quanto riguarda l’incontro bilaterale Usa-Ue Bruxelles ne attende gli esiti con ottimismo. Secondo notizie ufficiose circolate tra i funzionari della Commissione europea, gli oggetti della discussione sono inerenti al termine delle battaglie commerciali rimaste in sospeso dopo la presidenza Trump, alla rimozione entro la fine dell’anno di dazi e tariffe relative ad acciaio e alluminio, porre fine alla conrtroversia in campo da 17 anni in relazione ai ai sussidi Airbus e Boeing. Potrebbe in quella sede prendere vita  una partnership per rafforzare la fornitura di semiconduttori e ridurre la dipendenza dai produttori asiatici. Secondo le anticipazioni, l’Ue dovrebbe fornire un supporto agli USA per una nuova indagine indipendente sulle origini del Covid-19 “libera dalle interferenza”.

Com’è noto la Cina ha rifiutato l’invito di Fauci a fornire i report e respinto ogni accusa circa la creazione del Covid nel laboratorio di Whan. Nelle intenzioni di Biden, però, occorre rafforzare l’alleanza tra Usa e Ue divenendo un fronte unico di fronte a Cina e Russia. 

“In questo momento di incertezza globale, il mio viaggio in Europa riguarda la realizzazione del rinnovato impegno dell’America verso i nostri alleati e partner, e il riaffermare la capacità delle democrazie di affrontare le sfide e arginare le minacce di questa nuova era”, ha scritto il presidente statunitense in una lettera pubblicata sul Washington Post. 

Gli eventi diplomatici sembrano dare ragione a Biden almeno in relazione alla Cina. Il Parlamento europeo, in linea con la politica statunitense,  ha congelato il processo di ratifica dell’accordo sugli investimenti Ue-Cina; l’Italia con Draghi al Governo ha intrapreso una politica restrittiva rispetto a quella filo-cinese esibita negli anni precedenti; la Francia è sulla stessa linea già da prima; i Verdi tedeschi, partito di maggioranza, hanno una postura più diffidente nei confronti della Cina e la porteranno nel prossimo governo; infine anche molti paesi dell’Europa orientale in passato più coinvolti nei progetti cinesi stanno raffreddando i rapporti con Pechino ad eccezione dell’Ungheria. I funzionari europei, comunque,  storcono il naso notando che l’allontanamento dalla Cina non è recepito da Washington con particolare entusiasmo. 

Uno degli interessi manifesti di  Bruxelles è avviare una riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) per contrastare l’aggressività del capitalismo di stato cinese. In proposito il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis, capo della politica commerciale dell’Ue, e il rappresentante per il commercio degli Usa Katherine Tai hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta proponendo che le due potenze potrebbero “collaborare per promuovere standard elevati, affrontare preoccupazioni condivise e chiedere conto a paesi come la Cina che sostengono politiche di distorsione del commercio”. 

Ad ogni modo, tra gli obiettivi del vertice Usa-Ue vi è la proposta della creazione di un vero e proprio consiglio bilaterale operante nel settore dell’High tech con il compito di definire standard e obiettivi comuni. “Le principali democrazie del mondo offriranno un’alternativa alla Cina per l’aggiornamento di infrastrutture fisiche, digitali e sanitarie che siano più resilienti e supportino lo sviluppo globale”, ha scritto Biden aggiungendo, “Mentre le nuove tecnologie rimodellano il nostro mondo, esponendoci a  vulnerabilità come attacchi informatici e creando minacce come la sorveglianza invasiva guidata dall’intelligenza artificiale, le democrazie del mondo devono garantire che i nostri valori governino l’uso e lo sviluppo di queste innovazioni, non gli interessi degli autocrati”.

L’ultima tappa del tour di Biden vede l’incontro con Putin. In proposito Biden auspica di riuscire a stabilire con il presidente russo “una relazione più stabile e prevedibile”. Durante l’incontro face to face  i due discuteranno di questioni nodose, tra cui le incursioni della Russia in Ucraina, la Bielorussia, le interferenze nelle elezioni straniere, l’avvelenamento e la detenzione di Alexei Navalny, l’hack di SolarWinds e gli attacchi ransomware (ovvero compromettere l’accesso a un dispositivo con un virus e chiedere un riscatto per sbloccarlo) perpetrati in USA da gruppi di hacker russi, come quello all’oleodotto statunitense. 

Putin arriva all’incontro in una posizione di forza avendo di recente dato prova agli europei di avere il controllo della Bielorussia e di una parte dell’Ucraina, e di non avere la minima intenzione di cedere alle pressioni o cambiare atteggiamento. Tuttavia, anche il presidente russo ha bisogno di relazioni più stabili con l’Occidente. Dal 2018 a Helsinki, l’incontro tra i due leader sarà il primo vertice autonomo tra Usa e Russia dopo che Trump si schierò con Putin affermando che non c’era motivo per la Russia di intromettersi nel voto statunitense, contraddicendo le agenzie dell’intelligence Usa.

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