Caso Vannacci, Salvini si schiera con il parà: “Il generale deve essere giudicato per quello che fa in servizio, leggerò il libro”

Dopo la bufera mediatica in cui è finito il generale Vannacci a causa del suo libro contenente dichiarazioni omofobe e razzista c’è anche chi si scaglia a suo favore, primo tra tutti il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini. I due si sono anche sentiti in una telefonata “molto cordiale”

di Mario Tosetti

Il generale Vannacci è finito alla ribalta delle cronache e del dialogo politico a causa della pubblicazione del suo libro “Il Mondo al Contrario” contente dichiarazioni palesemente omofobe e razziste. C’è chi gli si è scagliato contro, primo tra tutti il ministro della Difesa Guido Crosetto che lo ha destituito dall’incarico di presidente dell’Istituto geografico militare con provvedimento disciplinare, condannando le tesi omofobe, contro i migranti e le femministe del parà ma anche chi si è mosso in sua difesa. Tra questi ultimi spicca il nome del ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, e sulla questione si allarga la crepa nel centrodestra.

“Il Generale Vannacci deve essere giudicato per quello che fa in servizio”, ha affermato Salvini nel corso di una diretta Facebook aggiungendo, “se poi scrive qualcosa che non ha niente a che fare con i segreti di Stato o il suo lavoro, penso che ha tutto il dovere e diritto di farlo”. E ancora: “il generale Vannacci è stato additato come un pericolo. Io mi comprerò questo libro, perché prima di commentare, di giudicare è giusto leggere, conoscere, capire: è facile estrapolare qualche frase. La condanna al rogo come Giordano Bruno nell’Italia moderna e solidale del 2023 non mi sembra assolutamente ragionevole”.

Salvini ha poi continuato dichiarando di aver comprato al liceo il libro di Che Guevara “Il manuale del guerrigliero” e sottolineando che non si tratta certo di una lettura paragonabile a “Il Piccolo Principe”. Il vicepremier si rifiuta allora fi pensare che in Italia ci sia “un Grande fratello che dice questo lo puoi leggere e questo no”. Il vicepremier ha poi che Vannacci “ha fatto missioni in Somalia, Iraq Afghanistan, e ha difeso patria, bandiera, i suoi uomini, e fece inoltre denunce sull’uranio impoverito che tanto male ha fatto ai militari italiani, quindi se scrive qualcosa che non ha niente a che fare con i segreti di Stato, con il suo lavoro, se esprime dei suoi pensieri nero su bianco penso che abbia tutto il dovere e il diritto di farlo e quindi mi cercherò di leggere quello che molti, a partire da alcuni giornalisti di sinistra, hanno commentato e condannato senza aver letto tutto”.

Ma non solo, il titolare del Mit e Vannacci si sono sentiti nel corso di una telefonata definita dall’ufficio stampa del leader del Carroccio “molto cordiale”. “Non dirò nulla, ma mi ha fatto piacere sicuramente. Come fa piacere ogni volta che qualcuno mostra interesse per un servitore dello Stato e per come può sentirsi”, ha commentato il parà in un’intervista al Corriere della Sera.

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