Clima, la Commissione annunnucia il nuovo target di emissioni e lascia fuori l’agricoltura

La Commissione Europea ha presentato gli obiettivi da raggiungere entro il 2040 per la lotta al cambiamento climatico. Si punta a una riduzione del 90% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990, ma l’agricoltura è esclusa dai settori che dovranno lavorare per conseguire queste mete. Il futuro delle politiche climatiche europee dipenderà anche dai risultati delle elezioni di giugno

di Corinna Pindaro

Un semplice numero che potrebbe determinare il futuro delle politiche ambientali europee. Così si presenta la proposta dei target climatici al 2040 elaborata dalla Commissione Europea. Il piano prevede una riduzione del 90% delle emissioni di gas serra entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990. In un’ottica di lungo periodo, l’obiettivo è raggiungere la “neutralità carbonica”, ovvero zero emissioni nette, entro il 2050.

Wopke Hoekstra, Commissario Ue al Clima, ha spiegato che “la lotta alla crisi climatica è una maratona, non uno sprint”. Ha assicurato che l’intento dell’Unione è garantire a tutti la possibilità di raggiungere il traguardo. La proposta di Hoekstra è basata sulle analisi dell’Advisory board per il clima, ma sarà il prossimo esecutivo Ue, dopo le elezioni di giugno, a dover formulare una legislazione adeguata.

L’annuncio di questi obiettivi climatici cade in un periodo cruciale per l’UE, con le elezioni alle porte. Un possibile successo del fronte sovranista-conservatore potrebbe comportare un ridimensionamento delle misure climatiche più ambiziose. Inoltre, le proteste degli agricoltori, diffuse in tutta Europa, stanno influenzando le decisioni dell’Unione. Proprio a seguito di queste manifestazioni, la Commissione ha escluso l’agricoltura dai settori che dovranno contribuire a raggiungere gli obiettivi climatici al 2040. Inizialmente, infatti, era previsto un taglio del 30% delle emissioni del settore agricolo rispetto al 2015. Adesso, invece, la bozza riconosce semplicemente il ruolo dell’agricoltura nella transizione ecologica e nel mantenimento della sovranità alimentare europea. Questa concessione rilevante alla categoria, responsabile dell’11% delle emissioni di gas serra nell’UE, rappresenta una vittoria notevole per gli agricoltori.

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