Comunali: Boccia (Pd) bocciato a Catanzaro. La base chiede le primarie, Letta ad un bivio

Aldo Casalinuovo: “Si organizzino da qui a 10 giorni elezioni primarie aperte a tutti i cittadini – anche e soprattutto con il contributo del Partito Democratico di Catanzaro – tra chi, in modo autentico e lontano da strumentali ipocrisie, si iscrive nel campo riformista e progressista della città e voglia operare per un suo reale rilancio”

di Ennio Bassi

Boccia bocciato a Catanzaro è un gioco di parole facile che tuttavia ben descrive quando successo nel capoluogo calabrese nelle ultime ore. Il responsabile degli Enti locali del Partito Democratico, al termine del suo tour calabrese che avrebbe dovuto portare ad un candidato unico per concorrere alla poltrona di Sindaco di Catanzaro nel cosiddetto “campo largo” tanto caro al segretario del Pd Enrico Letta, si è infatti trovato a diventare suo malgrado l’ennesimo soggetto divisivo di un partito già ampiamente frammentato.

Il candidato indicato da Francesco Boccia, Nicola Fiorita, non solo non è riuscito ad aggregare nessuna delle altre personalità in campo, ma anzi ha fatto invocare a gran voce dalla parte più cospicua della base democratica cittadina le “primarie” come strumento per scegliere il candidato sindaco del Pd. E’ per questo che si può parlare di bocciatura: i pidiessini catanzaresi hanno infatti prima detto no al candidato Fiorita, poi si sono schierati contro il metodo verticistico scelto da Boccia, con l’ennesimo nome calato dall’alto senza alcun reale coinvolgimento dei militanti.

A dare voce a questo dissenso è Aldo Casalinuovo, già consigliere comunale del Pd e oggi promotore della lista civica “Catanzaro Futura”, il quale dopo la scelta di Boccia di convergere su Fiorita ha convocato il suo comitato politico con il quale, dopo una lunga discussione, ha deciso non di rompere con Boccia e con il Pd, come pure era legittimo attendersi, ma di chiedere la convocazione delle primarie. Il che appare come la sfida coraggiosa e trasparente di chi non ha timore ed anzi sente doveroso chiedere il giudizio di militanti e simpatizzanti del Pd.

Il metodo che ha portato alla candidatura di Nicola Fiorita non può essere condiviso – ha detto Aldo Casalinuovo in un comunicato – Nonostante il segretario regionale avesse detto espressamente, nel corso dell’assemblea provinciale tenutasi domenica scorsa a Lamezia Terme, che la decisione sul candidato a sindaco sarebbe stata assunta dal partito in sede locale, si è invece assistito, all’esito dell’ultima visita di Boccia in Calabria, a una mera comunicazione al gruppo dirigente catanzarese (allargato ai consiglieri regionali) di una decisione predeterminata. Non vi è stata, dunque, alcuna possibilità di interlocuzione politica, dovendosi oggettivamente constatare uno scavalcamento del gruppo dirigente locale, peraltro, per quanto riguarda gli organi del partito, da poco eletto ed insediatosi. Invero, è stato conferito a Nicola Fiorita il mandato di allargare il campo della coalizione di centrosinistra, promuovendo tutte le più opportune azioni in tal senso”.

Dopo la ricostruzione dei fatti che porta all’ennesimo candidato paracadutato da Roma, Casalinuovo passa alla proposta che appare come una sfida vinta in partenza. Se infatti ci saranno primarie sarà un suo successo, se invece il Pd dovesse dire di no alle primarie allora Casalinuovo e Catanzaro Futura avranno avuto modo di dimostrare, fatti alla mano, che Fiorita è un candidato gradito ai vertici romani e probabilmente soltanto per la sua dichiarata vicinanza al movimento di Luigi De Magistris.

Ecco come descrive la sua posizione l’avvocato catanzarese. “Oggi Fiorita – spiega Casalinuovo – ha l’occasione di poter determinare, anche in ottemperanza al mandato ricevuto, un circuito virtuoso che possa segnare un momento di effettiva svolta e di costruzione di una proposta forte ed unitaria, senza ombre di alcun tipo, con la partecipazione del popolo di centrosinistra e di chiunque voglia dare il suo contributo per una scelta infine condivisa, che parta dal basso. E ciò anche al fine di evitare ulteriori frammentazioni e dispersione di consenso e preziose adesioni. Si organizzino, dunque, da qui a 10 giorni elezioni primarie aperte a tutti i cittadini – anche e soprattutto con il contributo del Partito Democratico di Catanzaro – tra chi, in modo autentico e lontano da strumentali ipocrisie, si iscrive nel campo riformista e progressista della città e voglia operare per un suo reale rilancio. Il tempo c’è, posto che le elezioni si terranno non prima di tre mesi a questa parte”.

Quello di Casalinuovo di fatto è un invito al fair play istituzionale. Misuriamoci politicamente in modo aperto e trasparenti con le “primarie” di cui il Pd è stato in Italia padre nobile – dice – e poi andiamo tutti uniti a sostenere la corsa del candidato vincente. “Le primarie potranno anche essere un’occasione per arricchire il bagaglio di proposte per la futura amministrazione di Catanzaro – scrive Casalinuovo – Si accetti poi il risultato, con un patto tra gentiluomini, e si vada avanti uniti per sconfiggere la destra che ha messo in ginocchio la città, i pericolosi e ingestibili trasversalismi, provando a far vincere le proposte concrete di crescita della nostra comunità e la voglia di riscatto di tanti cittadini catanzaresi”.
Vedremo ora cosa decideranno Letta e Boccia. Il vicolo in cui si sono cacciati tuttavia appare come uno dei peggiori del Monopoli, cioé “stretto”. Se confermeranno infatti la scelta verticistica di Fiorita, di quelle che gli inglesi definiscono “top-down” cioè dall’alto al basso, allora avranno un centro – sinistra spaccato e in opposta antitesi al “campo largo” tanto agognato dal Segretario nazionale.
Se invece accoglieranno l’ipotesi delle primarie, avranno si dato ragione a Casalinuovo ma almeno avranno la possibilità di avere un candidato indicato dalla base e per questo unitario e certamente più autorevole e credibile. Detta così la strada maestra delle primarie sembrerebbe una scelta ineludibile, anche perché c’è tutto il tempo necessario ad organizzarle bene. Tuttavia c’è da ricordare che nel Partito Democratico il fascino della spaccatura e ancora altissimo. Vedremo nei prossimi giorni.
Di sicuro quello di Catanzaro, grazie a questa situazione, è diventato un laboratorio importante e certamente di valenza nazionale. Scegliere o meno per le primarie infatti potrebbe diventare una cifra distintiva, o meno, della gestione elettorale della segreteria Letta.

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