La decisione è stata presa in risposta al ricorso presentato da una società gestrice di uno stabilimento balneare a Rapallo, che era stato precedentemente dichiarato “improcedibile”
Il Consiglio di Stato ha ribadito il suo rifiuto di prorogare le concessioni balneari, richiamando la linea definita dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea che invita a avviare immediatamente le procedure di gara per l’assegnazione delle concessioni in un contesto di effettiva concorrenza. Questa decisione è stata presa in risposta al ricorso presentato da una società gestrice di uno stabilimento balneare a Rapallo, che era stato precedentemente dichiarato “improcedibile” a causa dell’entrata in vigore della legge 118/2022, la quale ha fissato il termine finale delle concessioni in essere al 31 dicembre 2023.
Secondo il Consiglio di Stato, l’accoglimento del ricorso non avrebbe riportato in vigore il regime temporale delle concessioni previsto dalla legge n. 145 del 2018, ma avrebbe invece dato attuazione alla sentenza della Corte di Giustizia dell’UE del 20 aprile 2023, che sottolinea l’importanza di avviare immediatamente le procedure di gara per garantire una reale concorrenza. Inoltre, il Consiglio di Stato ha respinto le argomentazioni secondo cui l’interesse transfrontaliero richiesto dalla direttiva 2006/123/CE non sarebbe soddisfatto, sottolineando che la scarsità della risorsa marittima è un fatto consolidato e che la presenza di tale interesse non dipende dalla mera rilevanza economica della concessione.
Questa decisione ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcuni ritengono che obbligare i comuni italiani ad indire subito le gare per le concessioni balneari possa avere effetti devastanti sull’occupazione, mettendo a rischio fino a 300 mila posti di lavoro, altri sostengono che le gare potrebbero comportare un aumento dei prezzi dei servizi in spiaggia senza portare benefici significativi allo Stato. Si auspica quindi un intervento legislativo urgente da parte del governo per risolvere la questione e proteggere le imprese del settore balneare.
Inoltre, il Consiglio di Stato ha confermato che l’assenza di un’indennità per gli attuali concessionari impedisce la messa a gara delle concessioni demaniali marittime vigenti. Questo orientamento giurisprudenziale impedisce ai comuni di procedere con iniziative unilaterali e sottolinea la necessità di un intervento legislativo per affrontare la questione in modo adeguato e garantire la continuità del settore balneare italiano.
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