Consiglio europeo, Draghi: “Allargamento Ue è un passaggio storico”

di Corinna Pindaro

“Questo è stato un Consiglio europeo a due dimensioni. L’Ue sta crescendo dal punto di vista esterno sta diventando sempre più importante, sta diventando quell’istituzione a cui ormai tutti i paesi d’Europa guardano come una istituzione capace di dar loro stabilità, prosperità e sicurezza. Questo è un passo straordinario nella storia dell’Ue, è una dimensione che ha acquistato via via sempre più importanza proprio a causa della guerra in Ucraina”. Queste le parole del premier, Mario Draghi, al termine del Consiglio europeo a Bruxelles.

Del resto, durante l’ultimo vertice europeo i 27 hanno preso una decisione che rappresenta una svolta epocale, soprattutto considerate le contingenze storiche. Con la decisione di conferire lo status di Paese candidato ad Ucraina e Moldavia “l’Ue proietta un’immagine meno arcigna, burocratica e fiscale di quanto avesse fatto in passato”, ha commentato Draghi che ha aggiunto “Paesi che prima non avevano pensato di chiedere di entrare nell’Ue, oggi vogliono e vogliono rapidamente avere lo status di candidati”.

Ulteriore nodo affrontato nel Consiglio europeo è certamente la crisi energetica, la necessità di distaccarsi e rendersi autonomi dalle forniture di Mosca. Sul punto il presidente del Consiglio ha sottolineato: “Per quanto riguarda la nostra dipendenza dal gas russo l’anno scorso era 40% oggi 25%. Le misure messe in campo già all’inizio della guerra cominciano a dare risultato. Inoltre per quanto riguarda gli stoccaggi di gas, ci stiamo preparando per l’inverno e sta andando molto bene”.

Draghi ha, poi, continuato riaffermando le sue convinzioni in tema di tetto al prezzo del gas.  “L’Europa ha un potere di mercato per quanto riguarda il gas che viene dalla Russia via tubo poiché non può andare da nessun’altra parte. E questo potere dovrebbe usarlo con il price cap”, ha sottolineato Mario Draghi che ha continuato,  “La Commissione europea ha bisogno di tempo per preparare il rapporto” che tratterà “non solo di price cap ma di tutte le misure per calmierare i prezzi, e riguarderà anche una possibile riforma del mercato dell’energia elettrica. Il rapporto serve a individuare che tipo di tetto al prezzo gas ci vuole”. L’elettricità “oggi è prodotta in parte con il gas e in parte con le rinnovabili ma non importa quale sia la fonte tutta viene venduta in relazione al prezzo del gas, l’elemento più alto e questo ha portato alla crescita delle bollette, per una componente dovuta a come il mercato dell’energia stato disegnato tempo fa”.

La questione è stata sollevata con vigore dal presidente del Consiglio italiano, tanto che ha esplicitamente chiesto la convocazione di un vertice ad hoc.  “Su questo il Consiglio Ue è stato aperto: per ora non si decide nessun Consiglio Europeo straordinario, se la situazione dovesse aggravarsi ci sarà, è stato detto esplicitamente, non è che lasciamo passare due mesi e mezzo senza far niente. Se fosse necessario, se ci fossero nuove misure certamente faremmo un Consiglio straordinario”, ha spiegato Draghi che ha poi analizzato la posizione di alcuni tra i Paesi Ue. Ad esempio la Germania, che in un primo momento si era opposta all’imposizione di un tetto al prezzo del gas, adesso sta mostrando maggiori aperture e lo stesso vale per l’Olanda. “Vedremo il rapporto della commissione, vedremo quello che è possibile fare, quello che è difficile fare, quello che non si può fare”, ha continuato il premier.

Ovviamente la crisi energetica ha dirette e più ampie ripercussioni determinando una generalizzata crisi economica. Sul punto Draghi ha evidenziato: “Nell’area dell’euro, soprattutto a causa dei prezzi dell’energia e dell’inflazione, le previsioni sono di un rallentamento un po’ in tutti i Paesi. Noi siamo impegnati a proteggere e sostenere il potere d’acquisto degli italiani. E su questo incontrerò le parti sociali nei prossimi giorni. Bisogna dire che c’è una dimensione interna all’Ue piena di sfide ed è quella che ha a che fare con l’inflazione. La nostra economia, quella italiana, sta andando benino grazie al turismo che sta crescendo certamente molto di più delle aspettative”.

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, rispondendo alle domande dei giornalisti inerenti il prossimo G7 e se punto centrale anche del prossimo vertice sarà il gas e il price cap ha detto: “Sì certamente se ne parlerà anche al G7. Gli Usa sono consapevoli della difficoltà che stiamo incontrando per le sanzioni. Sono efficaci nei confronti della Russia ma sono anche molto pesanti per noi. Di questo gli Usa e i Paesi non europei sono consapevoli. Gli Usa hanno già deciso qualche misura di aiuto nel portare gas liquido in Europa ma sono cifre molto contenute. Gli Usa sono preoccupati del prezzo del petrolio, soprattutto, e in quel contesto è venuto il suggerimento della Yellen di avere un price cap al prezzo del petrolio. Il price cap è la cosa che chiunque suggerisce di fare in questo momento”.

Per quanto riguarda, invece la politica interna a quanti hanno chiesto a Draghi se ritiene possibile un rimpasto di governo dopo la scissione del M5s ha risposto in maniera secca: “No”.

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