Consiglio europeo, Draghi ribadisce la scelta dell’obbligo dei tamponi per chi arriva dall’estero

di Mario Tosetti

Durante la sessione del Consiglio europeo dedicata Covid il premier, Mario Draghi, ha  ribadito la decisione di prevedere fino al 31 gennaio l’obbligo di tampone per chi voglia entrare in Italia dall’estero e la quarantena per i non vaccinati. La scelta sembra aver suscitato scalpore, ed è divenuta oggetto di dibattito durante il Consiglio. In particolare sono state mostrate perplessità sia per quanto riguarda l’aspetto procedurale – il governo italiano non ha informato Bruxelles della misura 48 ore prima come previsto da regolamento- sia per quanto attiene al contenuto delle restrizioni. Molti leader hanno, inoltre, sollevato obiezioni in relazione alla validità del Green Pass e sottolineato la necessità di approcci coerenti e coordinati nell’adozione di misure nazionali. Oltre l’Italia anche Irlanda, Portogallo e Grecia hanno introdotto il tampone obbligatorio per chi arrivi dall’estero.

Mario Draghi, durante il summit Ue, ha evidenziato la circostanza per cui in Italia i casi da variante Omicron siano un numero inferiore rispetto agli altri Stati europei. “Occorre mantenere questo vantaggio a protezione del nostro Sistema sanitario nazionale. Questa la ragione alla base della decisione di far fare i test a chi entra in Italia. Il coordinamento a livello Ue deve essere guidato dal principio di massima cautela”, ha spiegato il presidente del Consiglio.

Tra le tematiche affrontate dal Consiglio Ue, secondo fonti europee, vi sono le misure restrittive in merito alla mobilità, molti  leader europei hanno, in proposito, auspicato un necessario coordinamento internazionale fondato, anche, sull’informazione reciproca tra i Paesi membri in relazione alle misure adottate. L’Ue ha, quindi, evidenziato la necessità di una maggiore cooperazione tra gli Stati membri per quanto riguarda la lotta alla pandemia, soprattutto considerato che la variante Omicron è in rapida diffusione.

David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, in riferimento alla scelta italiana ha dichiarato: “Noi siamo molto soddisfatti di aver varato il green pass in tempo record. Nello stesso tempo siamo convinti che tutte le azioni andrebbero coordinate”. Meno diplomatico il premier del Lussemburgo, Xavier Bettel, che ha criticato la misura annunciata da Draghi: “Se diciamo che i tamponi Pcr sono più importanti dei vaccini, le persone non avranno più alcuna motivazione a vaccinarsi, penso che sia un’idea sbagliata. Sono scelte di competenza nazionale che tutti possono fare, ma ritengo che sia molto importante mantenere il certificato di vaccinazione, qualsiasi alternativa è un falso segnale”.

Per quanto riguarda il Green Pass il Consiglio  ha stabilito che la Commissione europea presenterà un atto delegato sulla validità del certificato vaccinale che sia uniforme per tutta l’Ue. L’atto sarà varato a breve e nel testo sarà introdotta anche la durata della certificazione che, secondo fonti europee, sarà di 9 mesi.

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