Contrastare l’influenza cinese: il nuovo patto tra Regno Unito, Stati Uniti e Australia

di Jolanda Sana

Contrastare l’ambizione espansionistica della Cina con un nuovo accordo tra super potenze. Secondo gli analisti è questo l’obiettivo del patto di sicurezza Asia-Pacifico, annunciato da Regno Unito, Stati Uniti e Australia durante la conferenza di mercoledì sera.
L’accordo denominato Aukus prevede la costruzione di sottomarini a propulsione nucleare, i quali verrebbero realizzati dall’Australia utilizzando la tecnologia statunitense. L’accordo include la condivisione di informazioni e tecnologia in diversi settori strategici, tra cui l’intelligenza e la tecnologia quantistica. Non ultimo dettaglio, l’alleanza implica l’acquisizione di missili da crociera.
La creazione di questo asse sarebbe il risultato di una necessità comune di garantire la sicurezza nella regione dell’Indo-Pacifico, sempre più sotto l’influenza cinese. Inoltre sarebbe utile per gli Stati Uniti nel tentativo di riguadagnare terreno a un mese dalla disfatta in Afghanistan, e svolgerebbe un ruolo anche per la Gran Bretagna, che a poco meno di due anni dall’uscita dall’Unione Europea, ritroverebbe una partnership di sicurezza solida nella regione.
Per ciò che concerne l’Australia, Guy Boekenstein, direttore senior della Difesa e la sicurezza nazionale del governo del Territorio del Nord australiano, ha dichiarato alla BBC:
“È qualcosa di importante perché dimostra che tutte e tre le nazioni stanno tracciando una linea sulla sabbia per contrastare le mosse aggressive del Partito Comunista Cinese (PCC) nella regione dell’Indo-Pacifico”. E ha continuato: “L’accordo dimostra l’unione delle forze nell’impegno per una regione stabile e sicura, collaborazione che negli ultimi settanta anni ha portato alla prosperità di tutta la regione, compresa la crescita economica della Cina”.
All’annuncio dell’alleanza si moltiplicano le reazioni delle potenze fuori dal patto. In particolare l’Unione Europea ha ammesso di non essere a conoscenza dell’alleanza. Peter Stano, portavoce del Servizio europeo per l’Azione Esterna, ha dichiarato: “Siamo in contatto con i partner per saperne di più e ne dobbiamo discutere con gli stati membri dell’Unione Europea per capirne le implicazioni”.
Ha accolto la notizia con amarezza la Francia, che aveva già accordi legati alla produzione di 12 sottomarini con l’Australia.
Il ministro degli esteri Jean-Yves Le Drian ha espresso platealmente il risentimento legato al precedente accordo con gli australiani: “Oggi sono davvero in collera” ha detto “È una pugnalata alle spalle, avevamo stabilito con l’Australia una relazione di fiducia e questa fiducia è stata tradita” ha commentato. E parlando agli Stati Uniti di Biden ha paragonato l’annuncio dell’alleanza ad una dichiarazione in stile trumpiano. indicandola cioè “univoca”, “brutale” e “imprevedibile”.
Anche la Cina non ha reagito in modo diplomatico alla notizia della nuova alleanza, che ha l’obiettivo non dichiarato, ma evidenziato dagli esperti, di arginare l’influenza dilagante della sua potenza.
Il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha affermato che il patto tra Usa, Gran Bretagna e Australia “mina seriamente la pace e la stabilità regionali” aggiungendo con una nota potenzialmente minatoria che “intensifica la corsa agli armamenti”.
Anche l’ambasciata cinese a Washington è voluta intervenire nel dibattito aumentando il carico di accuse, cioè attribuendo ai tre paesi una “mentalità da guerra fredda” e in preda a “pregiudizi ideologici”.

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