Cop26, lobby tenta alterare le risultanze del Report che funge da guida del vertice

di Mario Tosetti

Una vera e propria lobby, composta da paesi e organizzazioni, si è organizzata al fine di mettere in atto un blocco: l’obiettivo perseguito è rallentare la transizione ecologica. I documenti divulgati dalla Bbc e da alcuni quotidiani britannici intaccano profondamente la comunità diplomatica e scientifica in prossimità del summit Cop26 di Glasgow, previsto il 31 ottobre. In particolare, secondo i documenti trapelati, un gruppo di Paesi sta esercitando la propria influenza per alterare i contenuti del Report che funge da guida per le nazioni che si riuniranno a Glasgow per decidere i provvedimenti chiave della lotta al surriscaldamento globale. Tra i paesi apparenti alla lobby vi sono Arabia Saudita, Giappone e Australia, che con maggior insistenza chiedono all’Onu di minimizzare la necessità di allontanarsi rapidamente dai combustibili fossili.

I documenti diffusi dalla stampa britannica sono oltre 32.000 e constano di osservazioni presentate da governi, aziende e altre parti interessate al team di scienziati che dovrebbero andare a comporre il Report a margine della Cop26.  Dalla fuga di notizie emerge come i paesi più retrogradi in tema di salvaguardia ambientale -tra cui Arabia Saudita, Giappone e Australia- sostengano apertamente che non vi sia l’urgente bisogno di ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili come attualmente prescritto dalla bozza del rapporto. Un consigliere del ministero del Petrolio saudita chiede che “frasi come ‘la necessità di azioni di mitigazione urgenti e accelerate su tutte le scale…’ dovrebbero essere eliminate dal rapporto”.

Appare dunque chiaro che se il rapporto dell’ Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’organismo delle Nazioni Unite incaricato di fornire i report scientifici alla base delle raccomandazioni Onu, subisse le pressioni degli Stati reticenti ne risulterebbe profondamente alterato. Il rapporto verrà utilizzato, infatti, dai governi a Glasgow per decidere quali azioni saranno necessarie per affrontare i cambiamenti climatici, ecco che il “leak” dei 32.000 documenti mostra un quadro preoccupante. La situazione appare, se possibile, ancor più grave in quanto la seconda parte del VI rapporto sarà presentata proprio al vertice di Glasgow a sostegno della richiesta – a tutti gli Stati partecipanti – di assumere nuovi, significativi impegni per rallentare il cambiamento climatico e mantenere l’aumento del riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi.

La Cop26 dovrebbe essere in grado di fornire risposte concrete che consentano di arginare i danni derivanti dall’emergenza climatica, si pensi alle catastrofi ambientali ed il surriscaldamento globale. Le determinazioni che saranno raggiunte al vertice di Glasgow potrebbero anche condurre ad una soluzione invisa ai paesi industrializzati, la riduzione delle emissioni non solo di Co2 ma anche di metano. Tuttavia occorre fare i conti con un’amara scoperta: sulle conclusioni contenute nel Report dell’Ipcc a firma di 743 scienziati, che hanno passato al vaglio 174 mila studi specifici, potrebbero pesare dati alterati e analisi influenzate dalla lobby anti transizione ecologica.

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