Cop26, stop al carbone e stop alle fonti fossili estere: gli accordi siglati durante la giornata dell’energia

di Mario Tosetti

Siglato durante la giornata della Cop26 dedicata all’energia l’accordo finalizzato a far cessare, entro il 2022, i sussidi alle fonti fossili estere. All’accordo partecipano 25 Paesi tra cui Usa, Canada, Inghilterra e Danimarca, mentre non vi partecipano Cina, India, Russia, Francia e Germania.  In concreto l’intesa consiste nell’impegno a porre fine a nuovi sostegni pubblici diretti al settore energetico internazionale dei combustibili fossili che non abbiano misure di abbattimento delle emissioni entro la fine del 2022, tranne in circostanze limitate e chiaramente definite, che siano coerenti con il limite di riscaldamento di 1,5 C e gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Altro importantissimo accordo, raggiunto in seno alla IV giornata della Cop26, è quello finalizzato a cessare il carbone ed abbandonarne completamente l’uso tra le fonti di energia.  Partecipano all’intesa 40 Paesi, tra cui l’Italia, ma non anche Usa, Cina e India.  I firmatari si sono impegnati ad abbandonare il carbone entro il decennio del 2030, nei Paesi più sviluppati, e nel decennio del 2040, per quanto concerne i Paesi a basso reddito. L’intesa acquisisce ancora più valore se contestualizzata con i report sulle emissioni che, quest’anno, si rivelano nuovamente in crescita e a livelli record. A quanto si apprende dal rapporto annuale del consorzio Global Carbon Project le emissioni di diossido di carbonio nel 2021 si giungerà nuovamente ai livelli pre-Covid, con la quota della Cina in crescita a quasi un terzo del totale.

“La fine del carbone è vicina” ha commentato il presidente della Cop26 Alok Sharma che ha proseguito,”Il 90% dei Paesi del mondo ha ora un obiettivo di zero emissioni. Quando il Regno Unito ha preso la presidenza della Cop26, era il 30%”. Per Boris Johnson il G20 di Roma ha dato “segnali incoraggianti di buona volontà” da parte dei vari Paesi – “inclusa la Cina” – sul taglio di emissioni necessario a mantenere l’obiettivo dell’accordo di Parigi; ma resta “molta strada da fare” per garantire il risultato, perché anche un aumento di 2 gradi sarebbe “una tragedia” per il Pianeta.

Mentre la Conferenza prosegue e i leader del mondo si accordano l’attivista per il clima Greta Thunberg continua a lanciare le sue provocazioni. “Questa non è più una conferenza per il clima. E’ il festival del greenwashing del Nord del mondo. Una celebrazione lunga due settimane dei soliti affari e di bla bla bla”, ha scritto in un post su twitter.

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