Cop27, Meloni: “L’Italia farà la sua parte”. Bilaterale con al-Sisi: nuovo impulso alle relazioni con il Cairo

Giorgia Meloni intervenendo alla conferenza sul clima in Egitto ha ribadito l’impegno dell’Italia alla riduzione delle emissioni di gas serra  del 55% e l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050. Tuttavia, non tutti i Paesi hanno programmi così ambiziosi. Inoltre, la mancata partecipazione alla Cop27 di Paesi come la Russia  e la Cina rischia di vanificare gli sforzi. Il bilaterale tra Meloni e al-Sisi potrebbe essere l’inizio di una rinnovata collaborazione tra Roma e il Cairo

di Emilia Morelli

“L’Italia rimane fortemente convinta dell’impegno sulla decarbonizzazione, nel rispetto degli obiettivi Cop Parigi e “farà la sua parte”, ha detto chiaramente Giorgia Meloni nel corso del suo intervento alla Cop 27 in Egitto e ha aggiunto: “Lottare contro il cambiamento climatico è uno sforzo comune. Vogliamo sviluppare la nostra strategia di diversificazione energetica, in stretta collaborazione con alcuni Paesi africani, con cui abbiamo rafforzato la nostra cooperazione su sicurezza energetica, rinnovabili e istruzione. Questo stimolerà la crescita verde, la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo di una catena di valori sostenibili. In Europa puntiamo a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, al più tardi”.

La premier ha, poi, sottolineato che “in questa prospettiva, l’Italia ha recentemente rafforzato la propria capacità installata di energia rinnovabile e accelererà questo trend in linea con gli obiettivi di RepowerEU. Intendiamo perseguire una transizione giusta per sostenere le comunità colpite e non lasciare indietro nessuno”.

Giorgia Meloni ha concluso il suo intervento ribadendo la necessità di agire nel tempo più rapido possibile, perchè gli effetti dei cambiamenti climatici sono già evidenti. “Siamo tutti chiamati a compiere sforzi più profondi e rapidi per proteggere il nostro pianeta, la nostra casa comune. Dovremo mantenere le persone al centro e combinare sostenibilità ambientale, economica e sociale”.

Ad ogni modo, è bene tenere presente che non tutti i Paesi hanno presentato obbiettivi di riduzione delle emissioni altrettanto ambiziosi. La Cop 27 non si è aperta con le migliori prospettive. Il contesto dei negoziati, in un momento in cui gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più tangibili, appare particolarmente instabile. Da un lato ci sono le polemiche legate al mancato rispetto dei diritti umani da parte del Paese ospitante e, dall’altro ci sono i timori alimentati dalla crisi economica, la crisi energetica, la guerra in Ucraina.

Inoltre, la mancata partecipazione alla Cop 27 di alcuni Paesi tra i maggiori responsabili delle emissioni di C02 -quali la Russia, la Cina e l’India- rischia di rendere vani gli sforzi della Conferenza.

L’Italia alla Co27 ha un proprio padiglione e, nel corso delle due settimane di vertice, ospiterà 40 eventi. Tra questi vale la pena di ricordare il Fondo Italiano per il Clima, istituito dall’esecutivo guidato da Mario Draghi, con la Legge di Bilancio 2022 presso il Mite e che ha una dotazione di 840 milioni di euro. Scopo del Fondo è finanziare interventi volti al raggiungimento degli obiettivi fissati dagli accordi internazionali ai quali l’Italia ha aderito.

Tra gli incontri bilaterali a cui ha partecipato Giorgia Meloni, oltre a quello con il nuovo premier britannico Sunnak, uno ha fatto particolarmente discutere: quello con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. L’incontro, infatti, si è svolto con un’ombra che non può essere omessa o dimenticata. Il caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo nel 2016, ha dato vita a una grave e irrisolta crisi diplomatica. L’Egitto, infatti, si è mostrato sempre reticente nel ricercare le reali responsabilità non mostrandosi collaborativo con la giustizia italiana, creando grossi problemi anche pratici circa l’impossibilità di notificare gli atti giudiziari a coloro che sono stati individuati dagli inquirenti come i responsabili dell’omicidio. il caso di Giulio Regeni, peraltro, non è l’unico foriero di tensioni con l’Egitto. La vicenda che ha visto coinvolto Patrick Zaki, lo studente egiziano che sta seguendo un dottorato all’Università di Bologna incarcerato per quasi due anni per sovversione e propaganda al terrorismo sulla base di alcuni post pubblicati su Facebook.

L’incontro tra i due leader si è svolto con serenità intorno a temi ambientali quali le fonti rinnovabili e la crisi climatica, nonchè la crisi energetica e l’immigrazione ma è stato occasione per Meloni per sollevare il tema dei diritti umani e porre l’attenzione sui casi di Regeni e Zaki. Al- Sisi, dal canto suo, ha espresso l’auspicio che la visita di Meloni in Egitto contribuisca a dare “un nuovo impulso” alle relazioni tra Roma e il Cairo.

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