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Coronavirus: comitato tecnico scientifico in allarme, si va verso una super zona rossa

di Corinna Pindaro

Il virus è tornato, imperante, a diffondersi in una terza ondata in Italia. Il Governo Draghi ha emanato un dpcm, entrato in vigore il 6 Marzo, ma al contempo si profila l’idea di aggiungere misure più stringenti e quella di  una super zona rossa: un lockdown nazionale. Gli interessi sono tanti ed in conflitto tra loro, i partecipanti al confronto sono numerosi e trasversali tra classe politica e comitato scientifico.

L’allarme è lanciato proprio dal comitato  tecnico scientifico, i dati sono inquietanti. Sia per quanto riguarda i decessi, il numero dei nuovi contagi e l’indice di trasmissibilità del virus  i numeri parlano chiaro: per il comitato scientifico occorre intervenire immediatamente.

Misure più stringenti sono, quindi, probabili. Ricordiamo che il nuovo Dpcm ha attribuito un potere di autonomia decisionale ai Presidenti delle Regioni ma, a questo punto, occorre un intervento unitario. Le proposte per scongiurare un nuovo lockdown sono numerose. C’è chi propone la didattica a distanza per tutte le scuole, senza differenze di ordine e grado,  chi auspica un lockdown limitato al weekend così da prevenire i contagi dovuti alla movida o ancora chi parla di un coprifuoco anticipato.

Si staglia, però, anche l’ipotesi di una super zona rossa con lockdown generalizzato in tutta Italia. Chiudere adesso, peraltro, potrebbe anche avere un effetto risolutivo qualora si incentivasse una forte e determinata campagna vaccinale. In Italia arriveranno 26 mila dosi di vaccino  e se si decidesse di distribuirle con rapidità allora, anche la super zona rossa, avrebbe un senso.  Quando si parla di super zona rossa si fa riferimento proprio a questo, un’azione integrata tra la chiusura totale e, al contempo, la distribuzione dei vaccini. Questa volta la riapertura avverrebbe, finalmente, in uno scenario diverso.

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