di Emilia Morelli
Approvato dal Consiglio dei ministri all’unanimità il nuovo decreto legge contenente le misure per frenare la quarta ondata di covid. Tra le norme del contenute nel decreto vi è l’obbligo vaccinale per gli over 50, la disposizione entrerà in vigore immediatamente fino al 15 giugno. Per coloro che si rifiuteranno è prevista una sanzione amministrativa di 100 euro, mentre per gli over 50 che si presenteranno nei luoghi di lavoro sprovvisti del Super Green Pass saranno sanzionati con una multa di importo dai 600 euro ai 1500 euro.
La disposizione che prevede l’ obbligo vaccinale per gli over 50 è stata oggetto di numerose discussioni, compresa la proposta portata avanti dal premier Mario Draghi di estendere l’obbligo agli over 40 e chi invece era sfavorevole. A proposito dell’obbligo vaccinale è intervenuto Sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, spiegando che “l ‘obbligo non è un tabù. Valuteremo settimana per settimana l’andamento dell’epidemia, a oggi abbiamo previsto questa estensione che riguarda 2,5 mln di cittadini, una platea che rischia di più e quindi riteniamo che sia un provvedimento in grado di dare una risposta importante. Poi valuteremo. Al di là delle modifiche e delle scelte che valuteremo nei prossimi giorni, già oggi in presenza di una vaccinazione di massa a tutela della salute pubblica lo Stato interviene e si fa carico e indennizza qualora ci siano dei danni ai cittadini, e c’è una sentenza della Corte Costituzionale che afferma questo”.
Nella discussione in Consiglio dei ministri la Lega ha ottenuto l’introduzione del Green Pass base, per il quale vale anche il tampone, per accedere ai “servizi alla persona” che comprendono negozi, banche, centri estetici, parrucchieri, centri commerciali per l’accesso ai quali finora non era richiesto alcun pass.
Il ministro della salute, Roberto Speranza, ha specificato che “queste decisioni sono state prese per ridurre le ospedalizzazioni” ma anche per mantenere aperte le scuole e le attività economiche. La scelta dei cittadini over 50 è stata fatta in quanto si tratta di una delle fasce di popolazione considerate più a rischio. In tal modo si tenta, anche, di preservare l’economia dalle ripercussioni negative della pandemia.
Per quanto riguarda la scuola il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha spiegato: “Anche nel caso della scuola è stata una discussione molto articolata e molto serena, che si è conclusa con l’unanimità. La scelta di fondo è che si torni a una scuola in presenza e in sicurezza”. Con le disposizioni contenute nel decreto è previsto che nella scuola secondaria di primo e secondo grado si ricorrerà alla didattica a distanza se ci sono tre positivi nella stessa classe, al primo caso di positività è prevista l’autosorveglianza e l’utilizzo di mascherine Ffp2. Se ci sono due positivi chi ha ricevuto 2 dosi di vaccino o è guarito dal covid da più di 120 giorni e non ha avuto la dose di richiamo studierà con la didattica a distanza, tutti gli altri in presenza con autosorveglianza.
Per quanto riguarda l’università viene introdotto l’obbligo vaccinale per tutto il personale che lavora nelle università e nelle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica. Per gli studenti continua ad essere necessario in Green Pass base.
Il governo, inoltre, reintroduce un certo favore nei confronti dello smart working. In particolare il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, hanno redatto una circolare in cui invitano la PA e i datori di lavoro ad avvalersi degli strumenti di flessibilità e le normative che consentono il ricorso allo smart working.
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