Crisi di Governo: Conte prima al Quirinale e poi in Parlamento, trattative febbrili, tempi stretti

di Carlo Longo

Palazzi e crisi, riti triti e cinismo galoppante. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è salito al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aggiornarlo sulla situazione politica, dopo le rassegnate dimissioni dei ministri di Italia Viva.

Ma non è andato, come ad un certo punto era parso, al Colle per dimettersi.  Niente affatto. Il quadro è mutato rispetto all’incontro del giorno precedente: nel primo incontro Conte ha visto il Capo dello Stato quando le intenzioni del partito di Matteo Renzi non erano ancora note. A Mattarella Conte ha spiegato che andrà in parlamento per verificare se esistono maggioranze alternative a quella attuale.

Mattarella non è dato di sapere con quale parole lo ha congedato. Forse gli avrà ricordato che le crisi di governo non sono pranzi di gala. Forse gli avrà rammentato che la politica è cinica e bara: un giorno prende e un giorno da. O forse, più semplicemente non gli ha potuto negare questo ultimo tentativo di fare il giro delle sette chiese, politiche ed istituzionali, per salvare il destino a questo suo governo ormai già dato ampiamente per morto.

Le dichiarazione del presidente sono queste, diramate dall’ufficio stampa dopo l’incongro: “Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto questo pomeriggio al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Il presidente della Repubblica ha firmato il decreto con il quale su proposta del presidente del Consiglio dei ministri vengono accettate le dimissioni rassegnate dalla senatrice Teresa Bellanova dalla carica di ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali -il relativo interim è stato assunto dal presidente del Consiglio dei ministri-, dalla professoressa Elena Bonetti dalla carica di ministro senza portafoglio e dall’onorevole Ivan Scalfarotto, sottosegretario di Stato”.

“Il Presidente del Consiglio -prosegue il comunicato- ha quindi illustrato al Presidente della Repubblica la situazione politica determinatasi a seguito di tali dimissioni ed ha rappresentato la volontà di promuovere in Parlamento l’indispensabile chiarimento politico mediante comunicazioni da rendere dinanzi alle Camere. Il Presidente della Repubblica ha preso atto degli intendimenti così manifestati dal Presidente del Consiglio dei Ministri”.

Conte, da Palazzo Chigi, subito dopo l’incontro al Quirinale ha fatto sapere di aver dato la sua disponibilità per affrontare le Aule parlamentari già nelle giornate di lunedì e martedì della prossima settimana. Ora Camera e Senato dovranno decidere. I prossimo saranno giorni febrili. La crisi dovrà essere rapida: lo ha chiesto Mattarella, lo impone la pandemia. Nel frattempo i cellulari dei parlamentari sono carichi di ansia e apprensione (il rischio di elezioni anticipale è remoto ma i sogni del peone medio restano agitati), nei corridoi di palazzo le trattative fremono e sui cieli di Roma risplende un tramonto stupendo, come sempre in inverno quando spira vento di tramontana. I Presidente del Consiglio passano sopra una meravigliosa città consumata dal suo eterno cinismo.

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