Crisi di governo: Draghi in Algeria sigla 15 accordi, Conte: “Ora la decisione spetta a Draghi”

di Carlo Longo

Noncurante della crisi politica che lo vede coinvolto in Italia il presidente del Consiglio, Mario Draghi, appare soddisfatto e imperturbabile nel corso del vertice intergovernativo in Algeria. L’incontro ha “confermato il nostro partenariato privilegiato nel settore energetico. In questi mesi, l’Algeria è diventato il primo fornitore di gas del nostro Paese” e l’annuncio dei 4 miliardi di metri cubi di gas dei giorni scorsi rappresenta una accelerazione rispetto a quanto previsto” dagli accordi con l’Eni e “anticipa forniture ancora più cospicue nei prossimi anni”. Queste le parole di Mario Draghi ad Algeri che ha, poi, ricordato che il partenariato con l’Algeria non attiene solo alle forniture di gas ma  anche “allo sviluppo di fonti rinnovabili, in particolare dell’idrogeno verde e dell’energia solare, eolica e geotermica”.

“L’Algeria è un partner molto importante per l’Italia. Lo è nel campo energetico, nell’industria e nell’attività imprenditoriale, nella lotta alla criminalità, nella ricerca della pace e della stabilità nel Mediterraneo”, ha sottolineato il presidente del Consiglio spiegando che “La dichiarazione congiunta e le intese appena firmate riflettono l’ampio spettro di collaborazione tra i nostri Paesi. Questo include la giustizia, lo sviluppo sociale, la cooperazione industriale, i lavori pubblici, la transizione energetica, la promozione culturale”.

Il premier dal suo viaggio in Algeria ha portato a casa 15 tra accordi memorandum di intesa, protocolli di cooperazione e dichiarazioni di intese firmati tra governo italiano e algerino inerenti diversi e tutti ugualmente importanti ambiti: rinnovabili, strade, autostrade e grandi opere, lotta alla corruzione, attraverso la collaborazione con l’Anac, ma anche alla radicalizzazione in carcere. A firmare le intese i 6 ministri che hanno accompagnato il premier Mario Draghi. Le intese spaziano dal farmaceutico (con accordi siglati anche dall’Aifa) alla promozione degli investimenti, allo sviluppo sociale. Diverse le intese in campo industriale e nel settore della pietra.

Intanto in Italia continua a consumarsi il teatrino della politica. Giuseppe Conte, il leader dei pentastellati,  sulla base di quanto trapela dalle determinazioni raggiunte dall’assemblea congiunta dei gruppi del Movimento 5 stelle ha da un lato sottolineato che la stragrande maggioranza degli interventi ha colto la forza e la coerenza della posizione del partito, e dall’altro ha affermato che “adesso la decisione non spetta a noi ma spetta al premier Draghi”.  “Il Paese è in una condizione davvero drammatica. Di fronte a questo, l’atteggiamento di responsabilità ci impone di chiedere al presidente Draghi che le priorità da noi indicate vengano poste nell’agenda di governo”, ha ribadito Giuseppe Conte.

Nonostante le parole di Conte sembra che alla Camera siano almeno una ventina i deputati pronti a disallinearsi dalla strategia dell’avvocato. Ed è proprio in questa ottica che si colloca la richiesta avanzata da Pd, Insieme per il Futuro, Leu e Italia Viva nel corso della conferenza dei capigruppo a Montecitorio affinchè le votazioni sulla fiducia al presidente del Consiglio potessero svolgersi prima alla Camera e poi al Senato e non viceversa come avviene di prassi. In questo modo si auspicava vi fossero maggiori possibilità che Draghi rivedesse la scelta di dimettersi, con l’uscita di un gruppo di parlamentari dal Movimento e senza alterare gli equilibri di maggioranza. Ad ogni modo, la richiesta non è stata accolta e i presidenti di Camera e Senato hanno deciso di rispettare l’iter e quindi di prevedere il voto prima al Senato e poi alla Camera.

Immutate le posizioni di Forza Italia e Lega che ribadiscono che non sono disposti a governare insieme al M5s e Fratelli d’Italia che invoca il voto anticipato.

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