Crisi di governo: Draghi sale al Quirinale, incontra Letta e poi esponenti del centrodestra

di Mario Tosetti

Alla vigilia delle comunicazioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, in Senato si consumano, a ritmo incalzante, incontri politici nel tentativo di trovare una soluzione alla crisi. L’inizio della giornata a Palazzo Madama  il 20 luglio è fissato  alle ore 9.30, la conclusione si preventiva sarà alle 19.30. Il giorno seguente il premier passerà alla Camera. Lo si apprende al termine della conferenza dei capigruppo del Senato. Il timing della giornata prevede anche, sempre che le condizioni lo permettano, una pausa alle 10.30 per la consegna del discorso del presidente alla Camera. L’Aula del Senato riprenderebbe intorno alle 11 con la discussione generale di circa 5 ore. Verso le 18.40 potrebbe iniziare la chiama.

Nel frattempo, però, la giornata di oggi ha visto un susseguirsi d’incontri. Questa mattina il presidente del Consiglio è salito al Quirinale per incontrare il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’incontro, secondo quanto si apprende da fonti del Quirinale, si inserisce nelle consuete interlocuzioni tra presidente e premier che si intensificano in fasi delicate come quella attuale.

 Dopo aver incontrato Mattarella, Draghi ha ricevuto a Palazzo Chigi il segretario dei dem, Enrico Letta. Sin dal primo momento il Pd si è esposto in prima linea perchè il premier ritirasse le dimissioni. Ed è in questa ottica, di vero e proprio pressing, che si colloca l’incontro di oggi. Nessun commento dal Nazareno. “Non è il momento dell’improntitudine serve serietà”, fanno sapere.

Il centrodestra, invece, si è riunito a Villa Grande nella residenza romana di Silvio Berlusconi sull’Appia antica. Nel corso della riunione sono state diffuse delle immagini in cui si vede il Cavaliere che parla con gli ospiti, tra gli altri il coordinatore Antonio Tajani, la senatrice azzurra Licia Ronzulli e I capigruppo e ancora Matteo Salvini, i capigruppo leghisti e gli esponenti dei partiti centristi del centrodestra. Dalla riunione è trapelata incredulità  per le provocazioni del Pd. Dal confronto è emersa la considerazione comune che il premier non possa gestire una crisi così complessa confrontandosi solo con il campo largo di Pd e 5 Stelle, a maggior ragione dopo una crisi causata dallo strappo di Giuseppe Conte e dalle provocazioni del Partito democratico.

Dopo cinque ore di vertice, la riunione è stata aggiornata a questa sera. Si attende ancora una comunicazione ufficiale, ma fonti interne dicono che la linea è: “Mentre la sinistra provoca e non ha ancora annunciato il ritiro di proposte divisive che hanno lacerato la maggioranza come quella inaccettabile sulla cannabis, il centrodestra di governo si confronta sui temi. Tra le altre cose, è condivisa la necessità di una profonda revisione del reddito di cittadinanza (così da recuperare risorse per finanziare l’azzeramento del cuneo fiscale), la pace fiscale e la conseguente rottamazione delle cartelle esattoriali, l’investimento sul nucleare di ultima generazione e un fermo contrasto all’immigrazione clandestina”.

Intanto -a seguito di una telefonata tra Silvio Berlusconi e il premier- Matteo Salvini, Antonio Tajani, Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa si sono diretti a palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio, Mario Draghi.

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, non ha partecipato alla riunione a Villa Grande ed è intervenuta nel dibattito con un post su Facebook. “Ecco spiegato perché la sinistra ha così paura delle elezioni”, si legge nel post dove campeggia una foto della leader di Fdi accanto ad un recente sondaggio di Swg che dà Fdi al 23,8 per cento

Nel frattempo continua l’appello dei sindaci perchè Draghi resti in carica ha raccolto un numero sempre crescente di firmatatari. “Ieri sera abbiamo superato le1500 firme, siamo quasi a 1600 e probabilmente arriveremo a 2000 prima del discorso del presidente Draghi al Senato”, ha detto Dario Nardella, sindaco di Firenze, che ha aggiunto: “C’è un’adesione larghissima che va da nord a sud, dal centrosinistra al centrodestra, e che nasce da una preoccupazione oggettiva, quella che noi viviamo ogni giorno sul territorio”. Per Nardella le tante firme dei sindaci sono” un dato sorprendente, mai vista una cosa del genere: evidentemente c’è un sentimento fortissimo”.

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